File System
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Definizione
Da Wikipedia:
In informatica, un file system è, informalmente, un meccanismo con il quale i file sono immagazzinati e organizzati su un dispositivo di archiviazione, come un disco rigido o un CD-ROM. Più formalmente, un file system è l'insieme dei tipi di dati astratti necessari per la memorizzazione, l'organizzazione gerarchica, la manipolazione, la navigazione, l'accesso e la lettura dei dati. Di fatto, alcuni file system (come NFS) non interagiscono direttamente con i dispositivi di archiviazione.
Si sottolinea in particolare l'ultima frase, ovvero che sono definiti come file system anche quei "meccanismi" che invece di agire direttamente su un certo dispositivo fisico permettono "semplicemente" di accedere a dei file system remoti.
Denominazione dei dischi fissi
Linux indica i dischi fissi collegati nel sistema in questo modo:
hdX
se si tratta di un disco IDE e si usano versioni molto vecchie del kernel.sdX
se si tratta di un disco SATA (ma ormai anche i dischi IDE).nvmeYn1
se si tratta di un disco NVME.
dove X
è una lettera dell'alfabeto, mentre Y
un numero. Al primo disco del sistema sarà assegnata la lettera a
(hda
oppure sda
) o il numero 0
(nvme0n1
) e via via saranno assegnate tutte le lettere/numeri che servono.
Le partizioni di ogni disco vengono indicate con numeri progressivi.
Tabelle gpt
Sono il tipo di tabella partizione più usato e non vi è altro da dire. Es.: sda1
, sda2
, sdb1
, sdb2
, nvme0n1p1
, nvme0n1p2
, nvme1n1p1
, nvme1n1p2
, ecc.
Tabelle msdos
Nel caso delle vecchie tabelle di partizione tipo msdos è necessario distinguire tra partizioni primarie e logiche:
1-4
indicano le partizioni primarie- da
5
in poi sono le partizioni logiche
Ad esempio:
sda1
è la prima partizione primaria del nostro primo disco SATAhdc5
è la prima partizione logica del nostro terzo disco IDE
Elenco dischi fissi
Tutti i dischi presenti nel sistema appaiono come file "elencati" sotto la directory /dev
. È quindi possibile elencarli tutti con un comando del tipo:
$ ls -1 /dev/sd*
che stamperà a video qualcosa di simile a
/dev/sda /dev/sda1 /dev/sda2 /dev/sda3 /dev/sda4 ...
Alternativamente è possibile usare il comando lsblk -f
, il cui output sarà simile al seguente:
NAME FSTYPE FSVER LABEL UUID FSAVAIL FSUSE% MOUNTPOINTS sda ├─sda1 ntfs Ripristino 1EC0C550C0C52EB9 ├─sda2 vfat FAT32 CCC6-BCAB 63,1M 34% /boot/efi ├─sda3 ├─sda4 ntfs Windows_10 203239183238F47E ...
Struttura
Il filesystem Linux è strutturato a partire dalla sua radice (indicata con /
e chiamata root) e tutti i dischi e i dispositivi removibili vengono "agganciati" (l'operazione si chiama montaggio, in inglese mount) in una directory sotto /
.
Una comune struttura di filesystem Linux è la seguente (si digiti ad esempio ls -hl /
):
/ | |-- bin/ (file eseguibili di base) | |-- boot/ (file necessari all'avvio) | |-- dev/ (file che rappresentano le periferiche hardware collegate al sistema) | |-- etc/ (file di configurazione del sistema e dei servizi) | |-- home/ (tipicamente contiene i file personali degli utenti, con l'eccezione dell'utente root) | | | |- ferdy (file personali di ferdy) | |- cesca (file personali di cesca) | |-- lib/ (librerie degli eseguibili di base, dell'utente root e non) | |-- media/ (periferiche esterne montate in automatico dal sistema) | |-- mnt/ (contenitore per le periferiche che vogliamo montare) | |-- opt/ (file e programmi opzionali, non facenti parte della distribuzione, | e che tipicamente non rispettano la divisione di librerie, file di | configurazioni ed eseguibili in diverse directory) | |-- root/ (la home directory dell'utente root) | |-- sbin/ (file eseguibili solo dall'utente root) | |-- tmp/ (file temporanei) | |-- usr/ (i programmi installati sul sistema non di base) | | | |- bin/ (gli eseguibili dei programmi installati) | |- lib/ (le librerie degli eseguibili in /usr/) | |- sbin/ (gli eseguibili per l'utente root) | |- ... | | | |- local/ (programmi esterni installati dall'amministratore, che rispettano | | la divisione in queste directory) | |- bin/ (gli eseguibili dei programmi installati in /local/) | |- lib/ (le librerie degli eseguibili in /usr/local/) | |- sbin/ (gli eseguibili per l'utente root in /usr/local/) | |- ... | |-- var/ (dati variabili. Ad es. database, caselle di posta, etc)
È importante sottolineare che ciascun elemento del filesystem può fisicamente risiedere su un differente disco rigido, o perfino risorsa remota, in altre parole un utente ha la possibilità di distribuire qualsiasi directory (di sistema comprese) tra i vari supporti fisici come meglio crede.
A partire da Debian 10 (Buster), in caso di nuova installazione, le directory /bin/
, /lib/
e /sbin/
sono rimpiazzate da link simbolici alle directory /usr/bin/
, /usr/lib/
e /usr/sbin/
rispettivamente, in maniera analoga a quanto già avviene in altre distribuzioni Linux.
Su tali sistemi non è più possibile perciò avviare una shell testuale senza la presenza di tutta la directory /usr/
, in quanto non esiste alcuna differenza tra eseguibili di base e altri eseguibili.
Software esterno
Le directory /usr/local
e /opt
contengono programmi esterni, che rispettano o meno (rispettivamente) le convenzioni previste per i programmi sotto Unix.
Le directory /usr/local/bin
e /usr/local/sbin
sono comunque già predisposte a essere utilizzate dagli utenti normali e root, e hanno maggiore priorità degli altri eseguibili, permettendo di mascherare eseguibili con lo stesso nome che si trovano nelle altre (per via della posizione occupata di default nella variabile d'ambiente PATH
).
Nessun pacchetto Debian, proveniente dalla sezione main, installerà mai nulla in queste directory.
Preparazione dei supporti fisici
Ogni supporto fisico prima di poter essere utilizzato deve essere partizionato e formattato.
Partizionare
Si usano applicativi come fdisk e GNU Parted.
Creare file system
Si usano applicativi come mkswap (permette di formattare un area di swap) e mkfs che permette di formattare secondo un elevato numero di file system. Volendo anche fdisk e parted permettono di creare file system, ma è sconsigliato ed inoltre supportano solo pochi tipi di file system.
Rendere accessibili (montare) i dispositivi
Una volta creato e formattato le partizioni, non rimane che agganciarle al file system della macchina in uso.
Nota Quanto qui scritto vale pedissequamente per tutti i file system, quindi anche per quelli remoti. |
Il primo passo consiste nel creare un punto di mount, banalmente una directory, secondariamente di agganciare il file system a tale directory attraverso l'applicativo mount (che richiede privilegi di root). Se per esempio si è creato come punto di mount /mnt/pippo
il contenuto della partizione montata sarà accessibile esplorando appunto /mnt/pippo
. Si noti che è possibile utilizzare lo stesso punto di mount per montare più partizioni, ma chiaramente non in simultanea.
Una volta terminato l'utilizzo di una certa partizione questa può essere sganciata attraverso il comando umount.
ATTENZIONE Mai disconnettere un dispositivo fisico fintanto che una delle sue partizioni risulta montata. |
Il file /etc/fstab
Questo utilissimo file di configurazione permette di definire quali risorse, locali o remote non fa differenza, montare automaticamente all'avvio del computer. Si tratta di un file testuale organizzato su sei colonne:
- Per prima cosa si indica il dispositivo da montare, o attraverso il suo percorso (es.:
/dev/sdc
) oppure attraverso il suo UUID, un codice alfanumerico che lo identifica univocamente. Tale codice può essere determinato attraverso blkid, la cui sintassi èblkid /dev/miodevice
L'utilizzo dello UUID è limitato ai soli dispositivi presenti in /dev/
, quindi le risorse di rete possono essere identificate solo attraverso il loro percorso di rete.
- La seconda colonna definisce il punto di montaggio della risorsa precedentemente specificata, come sempre deve trattarsi di una directory già esistente e VUOTA.
- In terza posizione si specificano i filesystem (in genere uno solo).
- Quarto si indicano tutte le opzioni relative al filesystem, avendo cura di separare ognuna con una virgola. L'elenco di tale opzioni è lungo, pertanto non si può evitare di fare riferimento al manuale di mount.
- In quinta e sesta colonna possono essere indicati dei valori numerici rispettivamente utili per dump e fsck. Di norma basta specificare un valore zero per entrambi, se necessario fare riferimento al manuale di mount.
Di seguito alcune righe d'esempio per il suddetto file:
UUID=XXXXXXXX-XXXX-XXXX-XXXX-XXXXXXXXXXXX /home ext4 defaults,acl 0 2 /dev/scd0 /media/cdrom1 udf,iso9660 user,noauto 0 0 //mioserver/miacartella /mnt/samba cifs _netdev,credentials=/percorso_file/credenziali,uid=1000,gid=1000,file_mode=0777,dir_mode=0775 0 0 mioserver:/ /mnt/nfs nfs _netdev,auto,hard,intr 0 0
Qualora proprio non se ne potesse fare a meno è possibile indicare i caratteri speciali in forma ottale (se tutti o solo alcuni non è dato saperlo); ad esempio una cartella di nome prova &del %
dovrebbe essere indicata come prova\040\046del\040%
; si noti che mentre la "e commerciale" e lo spazio devono essere indicati in forma ottale, il simbolo "percento" può essere indicato normalmente.
NB: NON è detto che fstab accetti qualsiasi carattere speciale.
A quest'indirizzo è disponibile una tabella di conversione per i primi 256 caratteri ASCII.
Linux VS Windows
In ambiente Windows ogni nuovo disco e ogni nuova partizione installati nel sistema si vedono attribuiti la lettera dell'alfabeto successiva all'ultima utilizzata. Ad esempio, se installassimo un nuovo disco fisso in un sistema Windows che utilizza:
A:
per il floppyC:
per il disco di sistemaD:
per un secondo disco di datiE:
per il masterizzatore
al nuovo disco verrebbe automaticamente assegnata la lettera F:
. Un utente che in Windows aprisse "Esplora risorse" vedrebbe quindi subito tutti i dispositivi fisici installati con le relative cartelle e poco più sotto l'icona delle risorse di rete.
In ambiente Linux le cose funzionano diversamente, infatti si vedono solo file e directory essendo i dispositivi fisici non immediatamente visibili; in genere questo è l'aspetto più traumatico per un utente abituato con Windows, tuttavia come già scritto un tale approccio permette di distribuire le directory, di sistema comprese, come meglio si crede, mentre in Windows le cartelle \Programmi
e \Windows
devono obbligatoriamente risiedere sul disco fisico identificato con la lettera C:
.
In sintesi la rappresentazione Linux della struttura di file e cartelle in Linux esclude a priori i dispositivi fisici; è come se in Windows da "Esplora risorse" si vedesse semplicemente un albero di questo tipo (le lettere tra parentesi indicano in modo del tutto arbitrario il dispositivo fisico dove ciascuna cartella risiede effettivamente):
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