Volumi criptati LUKS - Creazione e uso con cryptmount: differenze tra le versioni
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=== Kernel precompilato Debian === | === Kernel precompilato Debian === | ||
{{Box|Hardware|A livello hardware la cifratura con algoritmo AES è molto leggera quindi può essere eseguita anche su macchine molto datate, o piccoli sistemi embedded.}} | {{Box|Hardware|A livello hardware la cifratura con algoritmo AES è molto leggera quindi può essere eseguita anche su macchine molto datate, o piccoli sistemi embedded.}} | ||
La prima cosa da controllare prima di cimentarsi nella criptazione è l'abilitazione del kernel a usare l'algoritmo AES. | La prima cosa da controllare prima di cimentarsi nella criptazione è l'abilitazione del kernel a usare l'algoritmo AES. | ||
Per abilitarli bisogna caricare un modulo:<pre># modprobe aes_generic | |||
Per abilitarli bisogna | # modprobe aes-i586</pre> | ||
In un terminale eseguiamo<pre>$ cat /proc/crypto</pre> e con il kernel | In un terminale eseguiamo<pre>$ cat /proc/crypto</pre> e con il kernel 3.0.0-1-686-pae (attualmente in Sid) dovremmo ottenere (in base anche ai moduli caricati) qualcosa tipo<pre>name : aes | ||
driver : aes-asm | driver : aes-asm | ||
module : aes_i586 | module : aes_i586 | ||
priority : 200 | priority : 200 | ||
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selftest : passed | |||
type : cipher | type : cipher | ||
blocksize : 16 | blocksize : 16 | ||
min keysize : 16 | min keysize : 16 | ||
max keysize : 32 | max keysize : 32 | ||
[...] | |||
name : md5 | name : md5 | ||
driver : md5-generic | driver : md5-generic | ||
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priority : 0 | priority : 0 | ||
refcnt : 1 | refcnt : 1 | ||
type : | selftest : passed | ||
type : shash | |||
blocksize : 64 | blocksize : 64 | ||
digestsize : 16 | digestsize : 16 | ||
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Ovviamente a noi interessa la sezione che inizia con <code>'''name : aes'''</code>. Se non dovesse comparire dobbiamo controllare che il modulo <code>'''aes'''</code> sia caricato e ottenere un output simile a questo: <pre>$ lsmod | grep aes | Ovviamente a noi interessa la sezione che inizia con <code>'''name : aes'''</code>. Se non dovesse comparire dobbiamo controllare che il modulo <code>'''aes'''</code> sia caricato e ottenere un output simile a questo: <pre>$ lsmod | grep aes |
Versione delle 16:43, 4 ago 2011
Attenzione. Questa guida è da considerarsi abbandonata, per via del tempo trascorso dall'ultima verifica.
Potrà essere resa obsoleta, previa segnalazione sul forum, se nessuno si propone per l'adozione. |
Versioni Compatibili Debian 5 "lenny" Debian 6 "squeeze" |
Introduzione
Generalmente si tende a pensare che un accesso indesiderato ai nostri dati possa avvenire da un'intrusione da rete. Certamente questo è lo scenario tipico, ma non bisognerebbe scordare che il più delle volte per accedere a un dato contenuto su un certo supporto, basta avere accesso "fisico" al supporto stesso. Questo è molto più importante oggi giorno di quanto non fosse fino a pochi anni fa a causa della diffusione di sistemi di memorizzazione di massa portabili, estremamente comodi e che ci stiamo abituando ad avere sempre con noi, nello zaino, in una tasca o marsupio. Altro scenario interessante è quello nel quale i dati in questione sono contenuti in un computer acceso e connesso alla rete, ma sono dati che ci interessa avere a disposizione esclusiva del nostro utente, e quindi se un'intrusione ci deve proprio essere è utile rendere all'intruso la vita molto dura nell'ottenimento di quei dati sensibili. In questa guida sono contenuti i passi necessari per cifrare una partizione o una periferica (rimovibile o meno) o creare un file che useremo come loop device cifrata (con il vantaggio di essere estremamente trasportabile e archiviabile). Questo sarà mostrato nello scenario più semplice, quello con accesso ai file da parte di un singolo utente. La tecnologia usata però è quella nota col nome di LUKS (Linux Unified Keys Setup) che consente l'utilizzo della crittografia in scenari molto più articolati, con una base di compatibilità che andrà sempre crescendo in tutto il mondo Linux (questo è uno degli obiettivi del progetto). È bene fare le cose fin da subito compatibili con uno standard che sarà sempre più importante oltre che ricco di potenzialità, soprattutto riflettendo sull'accresciuta rilevanza data alla riservatezza dei propri dati digitali, anche dagli utenti semplici.
La distribuzione cui ci si riferisce è Squeeze, ma il discorso dovrebbe subire modifiche minime o nulle per Lenny, Wheezy e Sid.
Prerequisiti e preparazione del sistema
Kernel precompilato Debian
Hardware A livello hardware la cifratura con algoritmo AES è molto leggera quindi può essere eseguita anche su macchine molto datate, o piccoli sistemi embedded. |
La prima cosa da controllare prima di cimentarsi nella criptazione è l'abilitazione del kernel a usare l'algoritmo AES.
Per abilitarli bisogna caricare un modulo:
# modprobe aes_generic # modprobe aes-i586
In un terminale eseguiamo
$ cat /proc/crypto
e con il kernel 3.0.0-1-686-pae (attualmente in Sid) dovremmo ottenere (in base anche ai moduli caricati) qualcosa tipo
name : aesdriver : aes-asm module : aes_i586 priority : 200 refcnt : 1 selftest : passed type : cipher blocksize : 16 min keysize : 16 max keysize : 32
name : aes driver : aes-generic module : aes_generic priority : 100 refcnt : 1 selftest : passed type : cipher blocksize : 16 min keysize : 16 max keysize : 32 [...] name : md5 driver : md5-generic module : kernel priority : 0 refcnt : 1 selftest : passed type : shash blocksize : 64 digestsize : 16
Ovviamente a noi interessa la sezione che inizia con name : aes
. Se non dovesse comparire dobbiamo controllare che il modulo aes
sia caricato e ottenere un output simile a questo:
$ lsmod | grep aes aes 28160 2
.
Se l'output dovesse essere vuoto dobbiamo caricare il modulo aes
con l'usuale comando:
# modprobe aes
AES ci serve per la cifratura, ora dobbiamo pensare all'hash. Per l'hash serve l'algoritmo sha256
(ovviamente potremmo voler usare lo sha512
, per cui basterebbe cambiare il 256 in 512 in ogni occorrenza). Dovrebbe essere precompilato nel kernel Debian, ma non è detto che sia caricato (in /proc/crypto
, soprariportato, non è infatti presente) quindi carichiamolo:
# modprobe sha256_generic
Nel file /proc/crypto
si dovrebbero essere aggiunte le seguenti righe:
name : sha256 driver : sha256-generic module : sha256_generic priority : 0 refcnt : 1 type : digest blocksize : 64 digestsize : 32 name : sha224 driver : sha224-generic module : sha256_generic priority : 0 refcnt : 1 type : digest blocksize : 64 digestsize : 28
Infine l'ultimo modulo da caricare nel kernel è dm-crypt
, la cui assenza impedisce a cryptsetup di completare le operazioni richieste.
# modprobe dm-crypt
Kernel personalizzato
Se non usiamo un kernel precompilato Debian, dobbiamo controllare che l'algoritmo di cifratura sia stato compilato: dal menu "Linux Kernel Configuration" seguiamo la voce "Cryptographic options --->" e abilitiamo la voce
AES cipher algorithms
o la strettamente legata
AES cipher algorithms (i586)
Sistemato il kernel passiamo all'installazione del software necessario:
# aptitude install cryptsetup
che installerà tutte le dipendenze necessarie (piccole: l'installazione completa di tutte le sue dipendenze sta sotto i 2MB di spazio disco!).
Preparazione del file o della periferica
Creare una loop device da un file
Per preparare un file di dimensione fissata (in base alla quantità e tipo di dati che vorremo salvare cifrati) usiamo il comando dd:
$ dd if=/dev/zero of=/home/nomeutente/immagine_cifrata ibs=1M count=10
per creare un file da poi usare di 10MB nella home di "nomeutente" (perdonate la poca fantasia). Autentichiamoci come root e montiamo il file appena creato in loop. Prima di tutto impostiamo il file appena creato come una loop device (ammettendo che questa sia la prima periferica in loop del sistema):
# /sbin/losetup /dev/loop/0 /home/nomeutente/immagine_cifrata
Creare la partizione criptata
Per chi invece di cifrare un file montato in loop, deve cifrare una block device ordinaria, basta che sappia quale nome le abbia assegnato il kernel (con precisione, perché la procedura seguente cancellerà tutti i dati nella periferica).
Creiamo la partizione LUKS:
# cryptsetup --verify-passphrase --verbose --hash=sha256 --cipher=aes-cbc-essiv:sha256 --key-size=256 luksFormat /dev/periferica WARNING! ======== ======== This will overwrite data on /dev/periferica irrevocably. Are you sure? (Type uppercase yes):
Come dice il messaggio bisogna rispondere con uno YES
interamente maiuscolo.
Ci verrà di seguito chiesta una parola d'ordine e la sua conferma; mentre le digiteremo non vedremo nulla cambiare nel terminale:
Enter LUKS passphrase: Verify passphrase: Command successful.
Mappare e montare la partizione criptata
A questo punto dobbiamo dare istruzioni al device mapper di mappare la periferica LUKS appena creata in una block device virtuale sulla quale scrivere i nostri dati in chiaro (e poi essi saranno scritti cifrati su /dev/periferica
):
# cryptsetup luksOpen /dev/periferica criptata
Questo creerà la periferica /dev/mapper/criptata
, sulla quale noi andremo a creare il file system che più ci interessa (su periferiche piccole come quella in esempio non conviene usare un file system con indicizzazione come reiserfs o ext3, bensì un più semplice ext2 o una fat):
# mkfs -t ext2 /dev/mapper/criptata
Non ci rimane che montarla in una cartella di prova per verificare che sia tutto corretto (funzionamento, dimensioni desiderate ecc.):
# mount -t auto /dev/mapper/criptata /mnt/prova
Rimozione della periferica criptata
Per rimuovere la periferica cifrata bisogna innanzi tutto smontarla, poi bisogna dire a cryptsetup di chiudere la periferica (il che automaticamente eliminerà il nodo creato dal device mapper):
# umount /mnt/prova # /sbin/cryptsetup luksClose criptata
Rimozione di una loop device
Nel caso in cui la nostra periferica sia un file montato in loop, è consigliabile eliminare il collegamento che il nostro file immagine ha con la periferica loop cui l'abbiamo associato; questo ci permetterà di spostare o eliminare il file senza creare malfunzionamenti nelle periferiche di loop, così come ci consentirà di aprire nuove periferiche in loop ripartendo dalla numero 0:
# /sbin/losetup -d /dev/loop0
Automatizzazione dei passi necessari
A questo punto dobbiamo solo creare uno script da eseguire come root, per fare tutte le operazioni di creazione e montaggio, o viceversa di smontaggio e rimozione automaticamente. Di seguito sono riportati due script, uno per il caso di file montato ricorsivamente, l'altro per il caso di periferica ordinaria.
In entrambi i casi il montaggio della periferica criptata avviene nella cartella "criptata" nella home dell'utente; è necessario quindi creare la cartella:
$ mkdir /home/'''nomeutente'''/criptata
Script per file immagine
#Utilizzo di un file immagine come periferica criptata #!/bin/bash case $1 in monta) if [ -f /home/'''nomeutente'''/immagine_cifrata ]; then echo "Impostazione periferica ricorsiva (loop)." /sbin/losetup /dev/loop0 /home/'''nomeutente'''/immagine_cifrata fi if [ $? = 0 ]; then /sbin/cryptsetup luksOpen /dev/loop0 criptata else echo "Impostazione periferica ricorsiva non riuscita." fi if [ $? = 0 ]; then mount /dev/mapper/criptata /home/'''nomeutente'''/criptata fi if [ $? !=0 ]; then echo "Impossibile montare la periferica criptata." /sbin/cryptsetup luksClose criptata /sbin/losetup -d /dev/loop0 fi ;; smonta) umount /dev/mapper/criptata echo "Smontaggio riuscito" if [ $? = 0 ]; then /sbin/cryptsetup luksClose criptata else echo "Smontaggio non riuscito." fi if [ $? = 0 ]; then /sbin/losetup -d /dev/loop0 if [ $? = 0 ]; then echo "Periferica criptata chiusa" touch /home/'''nomeutente'''/criptata.img else echo "Chiusura periferica criptata non riuscita" fi fi ;; *) echo "Usage: $1 {monta|smonta}" >&2 exit 1 ;; esac
Nello script ho inserito il comando touch
per impostare all'ora attuale le date di ultimo accesso e modifica del file criptata.img.
Ho ritenuto importante una modifica esplicita di queste informazioni del file, perché può risultare molto più comodo sapere quali file cifrati sono stati aperti di recente, nel caso se ne vogliano fare delle copie di backup.
Se non si inserisce quella riga, programmi di backup (che spesso si appoggiano su librsync) non possono accorgersi che il file cifrato è stato cambiato o è stato aperto di recente e non lo considerano nel sincronizzare le varie copie.
Script per periferica ordinaria
In questo esempio viene usata la prima partizione di una scheda di memoria SD (/dev/mmcblk0p1
con lettore compatibile con il modulo sdhci).
#!/bin/bash case $1 in monta) echo "Verifica presenza SD:" if [ -b /dev/mmcblk0p1 ] ; then echo "." else echo "La periferica non è inserita!" exit 2 fi if [ $? = 0 ]; then /sbin/cryptsetup luksOpen /dev/mmcblk0p1 criptata fi if [ $? = 0 ]; then mount /dev/mapper/criptata /home/'''nomeutente'''/criptata fi if [ $? != 0 ]; then echo "Il file system cifrato non può essere montato." /sbin/cryptsetup luksClose criptata fi ;; smonta) #Smonto il file system criptato e controllo che lo smontaggio sia avvenuto correttamente umount /dev/mapper/criptata if [ $? != 0 ]; then echo "Smontaggio non riuscito." fi #Chiudo il nodo in /dev/mapper e controllo /sbin/cryptsetup luksClose criptata if [ $? = 0 ]; then echo "Nodo cifrato in /dev/mapper rimosso." else echo "Chiusura periferica criptata non riuscita" fi ;; *) echo "Usage: $1 {monta|smonta}" >&2 exit 1 ;; esac