Old:NFS: Networking FileSystem tramite nfs-user-server: differenze tra le versioni

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==Come creare una directory shared tra macchine linux (nfs, acronimo di Network File System)==
Beh, non tutti possono fare a meno di avere installato anche un sistema Windows sulla propria macchina e quindi spesso � necessario far convivere questi due OS.<br>
Storicamente questa convivenza si � dimostrata spesso poco "pacifica", infatti a non pochi di noi � capitato di non poter accedere a questo o quel sistema operativo, ben sapendo che all'ultima accensione tutto funzionava per il meglio.<br>
Di solito, per quella che � la mia esperienza in fatto di dual boot, posso "addossare" buona parte della colpa di questi malfunzionamenti, alla poca apertura del boot loadr di Windows rispetto agli altri sistemi operativi esistenti.<br>
Per ovviare a questo tipo di problema � possibile percorrere diverse scelte:<br>


Per far comunicare due macchine Linux, è possibile in diversi metodi: il modo più veloce per fare tutto ciò, è utilizzare NFS per mettere in condivisione una particolare directory del filesystem ad altri client.<br>
# Installare un bootloader pi� comprensivo (grub, lilo, gag, etc. etc.) e gestire tutto tramite quello;<br>
Di seguito è descritta una semplice procedura per configurare ed avviare il daemon di nfs sul server e per istruire il client a raggiungere la directory esportata: questa non vuole essere una guida esaustiva ad nfs, ma solo una breve descrizione di come risolvere velocemente lo scambio di dati tra macchiine linux.
# Usare il bootloader di Windows, per avviare anche gli altri OS a cui siamo interessati;<br>


Questo articolo prova a spiegare in modo semplice come impostare ed utilizzare il secondo metodo.<br>
Lo spunto e le nozioni riportate derivano dall'articolo di '''Rover''' presente a [http://www.littlewhitedog.com/content-52.html questo indirizzo].


=== Impostazione del Server ===
Installeremo in sequenza, prima Windows e poi Linux: per il primo baster� seguire le varie schermate, mentre per il secondo occorr� qualche accortezza in pi�.<br>
Dopo aver installato con apt-get i pacchetti '''nfs-user-server''' (un linux daemon che lavora in userspace) e '''portmap''', bisogna modificare il file '''/etc/exports''' (in caso esso non esista, bisogna crearlo) aggiungendo una riga per ogni directory che si vuole esportare.<br>
Durante l'installazione della distro infatti, verr� richiesto di configurare un bootloader (di solito LILO o grub) e pertanto dovremo fare attenzione alla posizione dove verr� posizionato tale software.<br>
In altre parole, un boot loader pu� essere installato nell'inizio di un disco ( il famoso '''MBR''', ovvero il Master Boot Record), in una partizione ben precisa o in un floppy.


{{Box | Nota |Portmap viene impostato di default ad essere "bindato" sul solo indirizzo di localhost, mentre l'uso consueto è diretto verso una o più reti lan. Per permettere alle varie reti di accedere al server è necessario modificare (oppure eliminare, per permettere un accesso completo) il parametro '''OPTIONS''', presente nel file '''/etc/default/portmap''' }}
Visto che siamo decisi a lasciare al boot loader di Windows l'onere di tutto il lavoro, � necessario per il momento scegliere la terza opzione (/dev/fd0), tenendo a mente di dover installare successivamente il boot loader sul disco.
Una volta completata la procedura di installazione del sistema base ci verr� richiesto di riavviare il sistema, e noi utilizzeremo il disco floppy appena creato per rientrare nel nostro sistema.<br>
Al login accediamo come superutente e provvediamo a configurare il bootloader sul disco fisso usando il comando '''grub-install''' e specifando la partizione del nostro disco, corrispondente alla / del sistema linux.<br>
Ad esempio, nel mio caso ho:


Un esempio di entry per il file export può essere:
/dev/hda7 ---> /
/dev/hda6 ---> /home


<pre>/mnt/Data/download 192.168.2.3 (rw)</pre>  
quindi devo scegliere /dev/hda7.<br>
Pertanto il comando sar�:
<pre>#grub-install /dev/hda7</pre>
A questo punto '''grub-install''' prelever� dal disco floppy che abbiamo creato, i file di cui ha bisogno per clonarsi sul disco: � buona abitudine impostare il floppy in sola lettura per evitare modifiche dei file ed avere sempre una alternativa per far partire il proprio sistema linux.<br>
A questo punto possiamo disconnetterci come superutente (comando '''logout''') e rientrare come utente semplice.<br>
Dopo aver aperto una shell eseguite questo comando:


in cui
<pre>$ dd if=/dev/hda7 bs=512 count=1 of=/home/USER/linux.bin</pre>
* '''/mnt/Data/download''' è la directory da esportare
* '''192.168.2.3'''        è il client che può raggiungere la directory in questione;
* '''(rw)'''              sono le opzioni impostabili ('''rw''':permessi di scrittura/lettura);


Qualora, invece, volessimo esportare la directory a tutte le macchine presenti all'interno di una sottorete:
dove USER � il vostro utente.<br>
Questo comando crea un file chiamato '''linux.bin''' (ci servir� in seguito), contenente i primi 512 byte della nostra partizione /, la stessa in cui, guarda caso, abbiamo installato il bootloader.<br>
Tale file ci servir� per istruire Windows ad avviare anche l'altro sistema operativo.<br>
Sempre dalla shell, copiamo '''linux.bin''' su un floppy vuoto, precendentemente inserito nell'apposito lettore con


<pre>/mnt/Data/download    192.168.0.1/255.255.255.0(rw)</pre>
<pre>$ mcopy /home/USER/linux.bin a:</pre>


{{Box | Nota |Nelle nuove versioni di nfs è necessario inserire un flag aggiuntivo ('''sync''' oppure '''async''') per definire la modalità di accesso ed uso dei file.
NB: '''mcopy''' fa parte del pacchetto degli '''mtools''', nel caso non fosse installato e possibile usare i metodi standard di mount del device e di copia di un file.<br>
'''Sync''' forza la scrittura immediata dei dati man mano che questi arrivano al server, mentre '''async''' consente di scrivere tali dati in intervalli successivi, migliorando così le performance del trasferimento.
Nel caso non si disponga di un drive floppy, e possibile usare un qualsiasi supporto utilizzabile in scrittura da Linux (una partizione di fat32, una pen drive, un cdrw, etc etc)<br>
Vista la peculiarità di questo tipo di trasferimento è conveniente usare '''sync''' nelle situazioni di rw, ed '''async''' in quelle di ro, in modo da eliminare il pericolo di dati non salvati correttamente (e quindi persi) durante le fasi di scrittura nel caso di crash del server. }}
A questo punto dobbiamo riavviare il sistema: � da notare come Windows ancora non rilevi la presenza di Linux.
Una volta loggati come utente Administrator o equivalente, possiamo dedicarci alle modifiche.


E' possibile inoltre definire gli accessi in modo più granulare utilizzando i file /etc/host.access e /etc/host.denied, ma per un uso basilare di nfs non è necessario applicare alcuna modifica.
Il boot manager di Windows (almeno nelle versioni pi� recenti come 2000 o Xp) viene impostato nel file nascosto '''boot.ini''', presente nella directory radice dove � installato il sistema, come ad esempio c:\ .<br>
Una volta attivata la '''visualizzazione dei file nascosti''' e quella dei '''file di sistema''', � possibile aprire boot.ini ed osservarne il contenuto.<br>
Il file in questione si presenta originariamente cos�:


=== Impostazione del Client ===
<pre>  [boot loader]
Bisogna innanzitutto installare '''nfs-common''' con apt-get, e successivamente modificare il proprio '''/etc/fstab''', aggiungendo una entry relativa alla directory che si vuole raggiungere via nfs; ad esempio:
    timeout=15
    default=multi(0)disk(0)rdisk(0)partition(1)\WINDOWS
    [operating systems]
    multi(0)disk(0)rdisk(0)partition(1)\WINDOWS="Microsoft Windows XP Professional" /fastdetect</pre>


<pre>192.168.2.2:/mnt/Data/download  /mnt/nfs nfs rw,users,noauto  0  0</pre>


in cui
Per poter gestire Linux � sufficiente aggiungere la seguente riga:
*    '''<tt>192.168.2.2:/mnt/Data/download</tt>''' &nbsp;&nbsp;&nbsp;  è la url completa della directory da raggiungere (sintassi, ip:path);
*    '''<tt>/mnt/nfs</tt>''' &nbsp;&nbsp;&nbsp;  è la directory dove si vuole montare il device (la directory deve essere stata creata precendentemente);
*    '''<tt>nfs</tt>''' &nbsp;&nbsp;&nbsp;  identifica il tipo di filesystem da usare (in questo caso nfs, filesystem di rete);
*    '''<tt>rw,users,noauto</tt>'''  &nbsp;&nbsp;&nbsp;  sono i flag di mount del device (rw: permessi di scrittura/lettura, users: device montabile e smontabile dai vari user, noauto: device da non avviare automaticamente al boot del sistema);
*    '''<tt>0 0</tt>''' &nbsp;&nbsp;&nbsp;  sono i flag relativi al check del device da parte dei programmi di controllo della coerenza del filesystem.


A questo punto basta un semplice
<pre>c:\linux.bin="Linux"</pre>


<pre>$ mount /mnt/nfs</pre>  
personalizzabile sia nel nome del file (linux.bin) che nell'etichetta da visualizzare (Linux).<br>
Preleviamo il file '''linux.bin''' che abbiamo prodotto con il comando '''dd''' e copiamolo nella directory c:\ .<br>
A questo punto possiamo riavviare il sistema e scopriamo che non si avvia pi� automaticamente Windows, ma ci viene proposta anche la scelta di Linux!!!<br>
Una volta selezionata quest'ultima voce, ci troviamo davanti il bootloader fornito dall'istallazione di Linux.


per poter usare normalmente la share nfs, come una normale directory del sistema.
Ai pi� questa soluzione pu� sembrare contorta quanto inutile, ma a mio avviso consente di gestire Linux in modo decisamente pi� trasparente se � presente un dual boot con Windows, visto che quest'ultimo non dovr� essere "spodestato" dall'MBR per far posto al LILO o grub di turno.<br>
 
E, finora, questo metodo non mi ha '''MAI''' abbandonato!<br>
In caso di malfunzionamenti inoltre, è possibile controllare lo stato della share nfs sia dal client che dal server, utilizzando le applicazioni '''rpcinfo''' e '''nfsstat''' in modo da verificare visualmente le risorse condivise attive nella rete.
 
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