Debian Kernel Howto: differenze tra le versioni

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=Introduzione=
{{Debianized}}
Questa guida nasce dalla discussione [http://www.debianizzati.org/component/option,com_joomlaboard/Itemid,29/func,view/catid,19/id,14487/ Manovrare X da remoto] apparsa sul forum di Debianizzati.Org


Ogni home o client system software che si rispetti ha un 'interfaccia grafica(GUI).Microsoft la include nel suo systema ,o kernel che dir si voglia.Le ditribuzioni GNU/Linux la includono nell' installazione di default.In ogni modo nelle distribuzioni GNU/Linux e POSIX la GUI non e' parte del kernel ma un programma a parte l' "X window system" o semplicemente X.Precisamente X non e' la GUI.Xdm,Gdm,Kdm sono GUI.X � una struttura che la GUI usa per i suoi scopi.Mentre la GUI gestisce bottoni , finestre , testi ecc.X gestisce applicazioni di piu' basso livello :input di tastiera, mouse,fonts ecc.Molte persone potrebero pensare riguardo per esempio ai termini X-server e X-client al contrario di quello che potrebbe sembrare .Un X server e' una macchina nel network dove e' installato un window manager e dove altre altre macchine , X-clients , ci si possono collegare e gestire finestre,scrivere testi,navigare in rete e che puo' leggere il tuo input.In definitiva cosa un X server "serve" sono finestre e il tuo input da mouse o tastiera.
==Introduzione==
Su debian il kernel pu� essere ricompilato con il metodo standard (valido con tutte le distribuzioni) oppure nella cos� detta ''debian-way''.


=Configurazione=
Questa guida illustrer� il metodo debian di compilare il kernel. Questo metodo consite nel creare un pacchetto debian del kernel compilato per una facile installazione/disinstallazione.


=Utilizzo=
==Installazione Pacchetti==


Avremo innanzitutto bisogno di alcuni pacchetti di base per compilare e pacchettizzare un kernel:


Se usi un sistema GNU/Linux probabilmente hai X gia' installato .L'X server puo' essere lanciarlo con un semplice:
<pre>
# apt-get install debhelper modutils kernel-package libncurses5-dev fakeroot
</pre>


X &
Adesso installiamo i sorgenti veri e propri del kernel. Useremo i sorgenti debian che hanno tutte le patch specifiche di debian. Nel seguito prenderemo come esempio la versione 2.6.8 del kernel, sostituitela con qualsiasi altra versione vogliate usare.


Questo fara' partire un server X nel background .Comparira' uno schermo con lo sfondo grigio e un X come puntatore del mouse che puoi muovere per lo schermo ... niente di speciale ne' di carino  da vedere, .... inutile.Il comando di sopra quindi inizia un X server ,che semplicemente sta li' in attesa di un client che si collega come per esempio xterm che apre una finestra ed esegue una shell.Ci sono molte opzioni da riga di comando che aprono finestre di diversa grandezza e posizione ma tutto cio' non sarebbe molto pratico ne' di facile utilizzo.C'e' bisogno di un X-client e di un window-manager.Un window-manager puo dare quell'usabilita' interattiva alla quale siamo abituati.Un window manager in GNU/Linux potrebbe essere mwm o fvwm che possono essere lanciati con un mwm -display :0  o fvwm -display :0 una volta che e' partito un window-manager muovere e gestire finestre diventa interattivo e lanciare applicazioni diventa piu' facile.Hai notato il "-display :0" per aprire finestre sull X-server.Un display non e' nient'altro che uno schermo al quale collegarsi .Di default quando X parte lui inizia un display sul 'canale' :0 della macchina locale.
<pre>
Quando parte una sessione X automaticamente va a piazzare il display al quale e' collegata nella variabile DISPLAY .Se non dovesse essere stata dichiarata alcuna variabile di default X si andra a piazzare sul display :0.0.
# apt-get install kernel-source-2.6.8
In ogni caso per lanciare X dalla console e' un sufficiente lanciare uno startx,che iniziera' un X-server su display :0.
</pre>
Molti X-server specialmente nel mondo GNU/Linux usano xdm o gdm o kdm .Xdm sta' per "x display menager".Xdm (e kdm e gdm) accolgono l'utente con un X-client che e' un login grafico che si chiama "greeter".Una volta che hai introdotto nome utente e password non solo un window manager ma un intero ambiente desktop si presenta dinanzi ai tuoi occhi.
Ritornado al discorso client server , sul server lancia startx,assicurati ci sia un window manager attivo e poi da un xterm lancia il comando:


xhost add 192.168.0.2 (ip del client)
Per ricompilare il kernel non � necessario essere root, anzi � sconsigliato. Baster� aggiungere l'utente dal quale si desidera ricompilare il kernel al gruppo '''src''', con il seguente comando:


Questo permettera' connessioni dalla macchina 192.168.0.2.
<pre>
Sul client invece digita :
# adduser nomeutente src
</pre>


xterm -display 192.168.0.1(ip Xserver):0
{{Box|Nota|Ricordate di non usare mai l'utente root per ricompilare il kernel altrimenti tutti i file che verranno creati apparterranno a root:root. Se a questo punto si cercher� di compilare dall'utente normale si avranno problemi di permessi e per risolverli dovrete dare un:
# chown -R root:src /usr/src/
}}


Sul server X adesso dovresti vedere un finestra di xterm.E' successo che un X-client si e' collegato ad un xserver aprendo una finestra di xterm li'.
==Configurazione del kernel==
Entriamo ora nella directory dei sorgenti del kernel:


Riguardo la sicurezza il protocollo X e' apllicabile solo in ambienti fidati Lan e non e' cosigliabile avere sessioni X attraverso la grande rete.Se vuoi utilizzare X attraverso la rete e' consigliabile incanalare il protocollo X in un protocollo sicuro come ssh.In ogni caso ci sono anche altri modi in aggiunta ad ssh che puoi utilizzare per proteggere le tue macchine uno di questi e'xhost ma anche meglio con un programma xauth utilizzato per autenticare i clients.Xauth puo' funzionare in vari modi , uno di essi e' attraverso l'utilizzo di un cookie.Un X-client per collegarsi ad un X-server ha bisogno di conoscere una sequenza di dati casuali generati dal server conosciuto come cookie che funziona in maniera molto simile ad un session password,se il cookie trasmesso dal client non corrisponde a quello del server,Xserver rifiutera' la connessione.Xserver di default e' in ascolto sulla porta 6000 per display:0 , 6001 per display:01  ecc.
<pre>
$ cd /usr/src
</pre>


Programmi come xdm , gdm o kdm sono demoni che vanno in background , sono soliti essere iniziati da init al boot e sono sempre in attivita'.Si occupano di iniziare sessioni X-server se necessario,del login grafico,preparano i cookies di xauth che servono per autenticare i clients e fanno partire il programma adatto per ciascun desktop e cosi' via'.
Troveremo in questa directory (avendoli installati precedentemente) i sorgenti del kernel in un archivio tar.bz2:
Xdm puo' essere configurato per accettare richieste XDMCP dal network .Questi sono speciali pacchetti UDP che un xserver trasmette da porta 177 per richiedere login remoti.Quando un Xserver richiede di collegarsi ad un altra macchia con xdm allora bisogna lanciare l'X-server con opzioni "-query" o "-broadcast".L'opzione "-query" viene usata quando X-server deve lanciare un richiesta XDMCP ad una macchina in particolare, invece "-broadcast" la trasmette a tutte le macchine nel network.


X -query 192.168.1.2
<pre>
$ ls
...
kernel-source-2.8.6.tar.bz2
...
</pre>


or
Decomprimiamo il kernel:


X -broadcast
<pre>
$ tar xvjf kernel-source-2.6.8.tar.bz2
</pre>


Come detto pocanzi X puo' essere usato attraverso la grande rete ma non senza alcune contromisure.Una di questa e' di usare un tunnel ssh , affinche' funzioni va' settata l'opzione X11Forwarding a yes in /etc/ssh/sshd_config.
A fine decompressione avremo una directory kernel-source-2.6.8, creiamo un link simbolico linux che punta ai sorgenti del kernel:
Fa partire un X-server con startx sulla macchina locale , poi in xterm collegherati alla macchina remota usando ssh con il seguente comando:


ssh -X -C user@remotebox
<pre>
$ ln -s /usr/src/kernel-source-2.6.8 linux
</pre>


Dove "user" e' il tuo user code.Dopo esserti collegato puoi lanciare programmi X-client e questi li vedrai sulla tua macchina locale.Quando ssh si collega a un sshd usando l'opzione -X,l'sshd prepara un "virtual" X-server su di un display col numero piu' alto disponibile(di soliti il 10)
Non � necessario creare questo link, ma una usuale convenzione farlo anche perch� risulta comodo per entrare nella directory dei sorgenti del kernel.
e dopo crea il suo authentication cookie per la sessione.   
Quando un X-client sulla stessa macchina del sshd server si connette al display 10, lo pseudo sshd X-server convalida l' X-client usando il suo cookie ,cripta la connessione e trasmette la richiesta all' ssh client sulla tua macchina.L'ssh client poi autentica la richiesta al vero X-server usando il cookie vero e visualizza le richieste dell'X-server.L'opzione "-C" comprime la comunicazione rendendola piu fluida e la decomprime una volta a termine dall'altro lato. 
L'uso di X attraverso ssh puo' delle volte causare dei problemi di rendimento e performance.Il protocollo X trasmettera' tutte le righe , tutte le aree anche non necessarie , non c'e' una cache ne' alcun tipo di funzionalita' "trasmetto solo cosa e' cambiato".Significa che se un' area e' stata ridisegnata tre volte il protocollo X trasmettera' tutte le volte che quell'area e' stata cambiata mentre basterebbe trasmettere solo l'ultima delle tre e questo potrebbe risultare un po' dannoso su connessioni lente.Il protocollo VNC e' consapevole di questo aspetto infatti il VNC server aspetta connessioni dai VNC clients e quando il client si connette VNC trasmette l'intero desktop al client.VNC e' sia un vncserver che un x-server.Quando parte si mette in ascolto sulla sua porta tcp la 5900(+ il numero di display :0.1 x 5901, :02 x 5092 ecc.) in attesa di VNC clients che si collegano.rimane in ascolto anche sulla socket del display proprio come un X-server,ma invece di trasmettere la richiesta su un monitor la tiene in memoria per trasmetterla al client.Per configurare VNC c'e' bisogno della presenza di un vncserver da essere lanciato manualmente.Per prima cosa bisogna impostare una vncpasswd che poi verra' usata per il login.Ci si collega con ssh senza l'opzione -X :


ssh username@hostremoto
Ora spostiamoci della directory e puliamo i sorgenti del kernel:


Poi una volta collegato lanci vncserver :1 che in pratica mette vncserver in ascolto sul display 1 cioe' tcp port 5901.Dopo puoi lanciare il vnc client come per esempio tightvncviewer o vncviewer o svncviewer in questo modo :
<pre>
$ cd linux
$ make-kpkg clean
</pre>


vncviewer hostremoto:1
Questo passaggio � inutile se � la prima volta che compilate il kernel, ma dalla seconda volta in poi diviene necessario per eliminare i file generati dalle precedenti compilazioni che potrebbero creare conflitti.


Poi ti verra' chiesta la password e tu introdurrai quella stabilita in precedenza e vuola' eccoti il desktop remoto in locale in tutto il suo splendore.
Ora, se avete installato un kernel precompilato che abbia la stessa versione del kernel che volete ricompilare potreste usare il suo file di configurazione come base di partenza per configurare il vostro kernel. A tal scopo basta copiare il file di configurazione che st� in <tt>/boot</tt> (i file di configurazione dei kernel installati hanno come nome ''config'' seguito dalla versione del kernel) nella directory dei sorgenti:
Questa configurazione presenta dei rischi,porta 5900 e 5800 deve essere aperta nel firewall e la comunicazione e' in chiara.Per criptarla c'e' bisogno di un tunnel ssh.Ancora una volta l'amico ssh ci viene incontro:


ssh -C -L 5901:127.0.0.1:5901 user@remotehost
<pre>
$ cp /boot/config-2.6.8 .config
</pre>


questo comando mettera' ssh in ascolto sulla porta locale 5901 fino alla porta remota 5901 quella del server vnc .Una volta loggatoti sulla macchina remota, sulla macchina locale apri vncviewer (un qualsiasi client vnc,o addirittura il browser con java) e lo punti a localhost:5901 vncviewer questo comando ti permettera' di criptare la tua connessione verso il server vnc attraverso un tunnel ssh.
C'� chi arriva anche a installare un kernel precompilato per usare semplicemente il suo file di configurazione. Se avete banda da sprecare � possibile farlo. Tuttavia si pu� benissimo partire da zero senza copiare nessun file di configurazione.  


(G)
A questo punto configuriamo il nostro kernel con il comando:


Molte persone credono che X sia stato progettato solo per GNULinux e unixlike ma in realta' come ogni prodotto unix il primo intento e' la portabilita' verso quanti piu' OS e' possibile .
<pre>
Altri ottimi progetti sono il http://www.ltsp.org Linux terminal Server project che usa tutte le potenzialita' di X in scenari dove gli utenti sono collegati ad un X server centrale attraverso dei thin client o diskless machine con un grosso abbatimento sui costi e in questo senso come non menzionare il progetto LazarusNX http://www.progettolazzaro.it/ProgettoLazzaro.htm che ha come obbiettivo il recupero di hardware obsoleto specialmente nelle scuole italiane,creazione di reti didattiche e laboratori informatici ad alte prestazioni e costi contenuti .
$ make menuconfig
</pre>
"C'� una crescente sensibilit� verso il reimpiego dell'hardware obsoleto, del suo riutilizzo con finalit� sociali, accademiche ma anche di business - si legge in una nota - Immaginiamo una scuola (ma potrebbe essere una qualsiasi organizzazione statale o privata) che abbia un parco computer obsoleto. Con Lazarus-NX queste macchine possono essere riutilizzate su piattaforma Open Source, svincolando l'organizzazione anche dalle spese di licenza tipiche del software proprietario".


Vi apparir un'interfaccia testuale dalla quale sar possibile configurare le opzioni del kernel. Questo il passaggio pi delicato, nonch il pi lungo e difficile. Se dovete configurare un kernel per la prima volta prendetevi almeno un'ora di tempo ed iniziate con calma, leggendo tutte le pagine dell'help in linea. Uno dei vantaggi di un kernel ricompilato la possibilit di ottenere un kernel estremamente piccolo e leggero proprio perch viene compilato il supporto solo per le periferiche e per i filesytem effettivamente usati. In questo modo si ha un kernel piccolo e pochi moduli. Un kernel di questo tipo impiega anche molto meno tempo ad essere compilato, per fare un esempio potrebbe impiegare sui 10 min. su in athlon 1000, quando un kernel debian ufficiale impiegherebbe sicuramente pi di un'ora sulla stessa macchina. In definitiva compilando un kernel snello sar possibile anche fare pi prove ed ottimizzarlo quindi al meglio per i propri bisogni. Per trovare quali moduli sono richiesti dal vostro hardware potete usare il comando '''lspci''' o meglio '''lspci -v'''. In bocca al lupo.


Altro link interessante:
Una volta finita la configurazione, uscite e salvate i cambiamenti. A questo punto il file <tt>/usr/src/linux/.config</tt> conterr� la nostra configurazione del kernel.


http://www.tldp.org/HOWTO/XDMCP-HOWTO
{{Box|Nota|Se avete gi� ricompilato il vostro kernel e volete passare ad una versione pi� aggiornata, ma non troppo diversa (ad esempio: 2.6.8 --> 2.6.10), non conviene rifare tutta la configurazione da capo. D'altro canto non � neanche possibile usare il vecchio file di configurazione dato che nel nuovo kernel ci saranno voci in pi� e o in meno e sarebbe improponibile cercarle ad una ad una.


Scopo di questo scritto e' di fornire una guida generale sul mondo dei desktop remoti e il loro uso mediante software opensource Per insulti o gemiti di piacere questa e' la mia mail : gabrix@gabrix.ath.cx,Grazie e ciao !
Basta allora copiare il vecchio file di configurazione nella directory dei sorgenti del nuovo kernel e lanciare il comando:
 
$ make oldconfig
 
in questo modo verranno fatte delle domande su come configurare ''le sole nuove voci'' presenti nel kernel. Se i due kernel sono troppo diversi questo metodo non conviene pi� dato che bisogna rispondere ad uno ad uno a tutte le domande sulle voci diverse. Sicuramente non conviene usarlo per il passaggio 2.4 --> 2.6.<br>
Un file config del vostro attuale kernel pu� essere trovato in /boot sotto il nome di config-2.x.x.}}
 
== Compilazione del kernel ==
Ora � venuto il momento di cominciare la compilazione, a tal scopo useremo make-kpkg. Vediamo come utilizzare velocemente questo tool per compilare il nostro kernel personalizzato:
 
<pre>
$ fakeroot make-kpkg --append-to-version -nomepersonalizzato --revision=1 kernel_image
</pre>
 
Questo comando compiler� il nostro kernel e lo inserir� in un pacchetto debian in /usr/src. Il comando '''fakeroot''' viene usato semplicemente per simulare un ambiente di root per l'utente normale.
 
Diamo uno sguardo alle opzioni usate:
 
; --append-to-version : serve ad aggiungere un nome personalizzato al pacchetto che verr� aggiunto dopo il numero di versione, che in questo caso diventer� ''2.6.8-nomepersonalizzato''.
 
; --revision : permette di impostare il numero di revisione del pacchetto, normalmente viene indicato con un numero intero.
 
; kernel_image : dice a make-kpkg di compilare l'immagine del kernel creare il pacchetto debian.
 
Se ad esempio compileremo per la seconda volta lo stesso kernel, per fare solo delle modifiche minori, pu� essere utile usare lo stesso nome per --append-to-version ed usare un numero di revisione maggiore. In questo modo quando installarete il pacchetto del kernel ricompilato questo sostituir� il pacchetto precedente. Al contrario se ricompilate un secondo kernel cambiando la stringa da appendere alla versione, il pacchetto del nuovo kernel conviver� tranqullamente col precedente.
 
In realt� il comando '''make-kpkg''' accetta molti ulteriori paramentri (elencher� solo i pi� importanti per gli altri leggete l'amichevole pagina di manuale aka read the friendly manual):
 
; --added-modules foo : compila dei sorgenti esterni (presenti in /usr/src/modules) insieme al kernel, potete mettere                          pi� nomi separati da virgole
; --added-patches foo : aggiunge delle patch al kernel, le path possono essere molteplici separate da virgole
; --config : sceglie quale frontend usare per configurare il kernel (config, menuconfig, xconfig, gconfig)
; --initrd : da usare se state compilando un kernel che utilizza le immagini initrd.img
; --zimage : crea una zImage per il kernel
; --bzImage : crea una bzImage per il kernel
; --mkimage : qui potete passare dei parametri a mkinitrd, ad esempio se volete creare una immagine rom "genromfs -d %s -f %s"
; --rootcmd foo : per passare un comando a make-kpkg ad esempio fakeroot o sudo
; CONCURRENCY_LEVEL : questa variabile e' l'omonimo di -j per make, per usarla vi basta mettere il numero intero che desiderate usare (''$ CONCURRENCY_LEVEL=4 make-kpkg --blabla ecc.ecc...'' )
 
Come ultimo parametro dovremo mettere un'azione da compiere, vediamo le principali:
 
; clean : pulisce i sorgenti
; buildpackage : pulisce i sorgenti e avvia "binary" (vedere sotto)
; binary : questo genera un nuovo pacchetto deb con i sorgenti, uno con gli header, uno con la documentazione e uno con l' immagine del kernel
; kernel_headers : questo genera un pacchetto con gli headers del kernel
; build : compila solo l'immagine del kernel
; modules :compila tutti moduli esterni sotto /usr/src/modules e genera un file .diff e un pacchetto sorgente
; modules_config : permette di configurare i moduli esterni residenti in /usr/src/modules prima di compilarli
; modules_image : crea i pacchetti deb dei moduli esterni residenti in /usr/src/modules senza il file .diff e senza creare un'altro pacchetto sorgente
; modules_clean : pulisce i sorgenti dei moduli esterni presenti in /usr/src/modules
; debian : questo crea la directory ./debian utile per compilare i kernel vanilla e patcharli alla maniera debian
 
==Installazione nuovo kernel==
Una volta finito torneremo alla riga di comando e ci sposteremo nella directory precedente (/usr/src/) dove troveremo il pacchetto .deb del kernel appena compilato:
 
<pre>
$ cd ..
$ ls
...
kernel-image-2.6.8-nomepersonalizzato-386_1.Custom_i386.deb
...
</pre>
 
Adesso possiamo installare il pacchetto con il nostro nuovo kernel ricompilato. Diventiamo quindi root con '''su''', e digitiamo:
<pre>
# dpkg -i kernel-image-2.6.8-nomepersonalizzato-386_1.Custom_i386.deb
</pre>
 
Se abbiamo lilo dovremo configurare lilo.conf aggiungendo le righe relative al kernel. Ricordatevi che, con lilo, per rendere effettive le modifiche bisogna aggiornare il [[MBR]] (Master Boot Record) con il comando:
 
<pre>
# lilo -v
</pre>
 
Se abbiamo grub, invece, non ci resta altro che riavviare :D. Tuttavia per approfondire le personalizzazioni che � possibile fare su grub, potete leggere l'apposita sezione della [[Guida a Grub]]:
 
* [[Guida_a_Grub#Usare_update-grub|Guida a Grub: Usare update-grub]]
 
==Installare e gestire i moduli==
 
Per compilare e creare automaticamente pacchetti .deb per moduli non presenti nei sorgenti del kernel, Debian fornisce un comodo strumento: [[Pagina di manuale di module-assistant|module-assistant]]. Per un uso interattivo baster� lanciarlo da root per installare i pacchetti, scaricare i sorgenti del modulo che interessa, compilarlo e creare un pacchetto debian.
 
Per scegliere invece quali moduli fare partire all'avvio ci sono diverse strade.
 
# Se si usa l'hotplug, questi dovrebbe caricare automaticamente al boot tutti i moduli necessari. Per evitare il caricamento di certi moduli che possono creare conflitti basta inserili in '''/etc/hotplug/blacklist'''.
# Se non si usa l'hotplug bisogna specificare manualmente quali moduli caricare all'avvio. Per far ci� baster� inserire i nomi dei moduli da caricare in '''/etc/modules''', uno per riga. Se non vi va di editare un file di testo (o non ricordate esattamente i nomi dei moduli) potrete usare '''modconf''' che permette di scegliere interattivamente quali moduli caricare all'avvio.
 
==FAQ==
===Per aggiungere un modulo devo ricompilare tutto il kernel?===
Dipende.
 
Se il modulo fa parte del kernel debian (cio� il suo sorgente � contenuto nel pacchetto <tt>kernel-source</tt> del kernel) allora bisogna ricompilare il kernel. Tenete presente, tuttavia, che i kernel binari debian includono gi� la maggior parte dei moduli presenti nei sorgenti del kernel. Per caricarli basta usare:
 
  # modprobe ''nomemodulo''
 
Se il sorgente del modulo � invece pacchettizzato singolarmente (il nome di questi pacchetti comincia per <tt>module-source</tt>) '''non � necessario''' ricompilare il kernel.
Debian ci fornisce la comoda utility '''module-assistant''' che permette di scaricare, compilare e pacchettizzare un modulo del kernel. Basta lanciare il comando
 
  # m-a
 
e una interfaccia ''dialog'' ci guider� passo passo.
 
Si pu� usare il comando <tt>module-assistant list-avaible</tt> (o il diminutivo <tt>m-a la</tt>) per ottenere la lista completa dei moduli installabili con module-assistant. Per le altre innumerevoli opzioni potete leggere la pagina di manuale tradotta in italiano:
 
* [[Pagina di manuale di module-assistant]]
 
===Bisogna usare l'initrd oppure no?===
La risposta breve �: no non usatelo.
 
Di seguito la risposta lunga:
 
L'immagine initrd (ramdisk iniziale) serve per caricare dei moduli nel kernel prima che questo abbia l'accesso alla partizione di root. Quindi basta compilare questi moduli staticamente e non avremo mai bisogno di un ramdisk. Ma quali sono questi moduli che servono nelle prime fasi di avvio? Semplicemente i moduli che permettono di leggere la partizione di root, ovvero:
 
* il modulo del controller del proprio harddisk
* il modulo del filesystem della partizione di root
 
Per un kernel casalingo ricompilato, l'uso dell'initrd non solo � inutile (e leggermente pi� lento) ma � anche facile da sbagliare (se vi scordate ad esempio il supporto cramfs nel kernel o non aggiungete i giusti moduli all'immagine del ram disk il sistema andr� in kernel panic e dovrete ricompilare nuovamente). L'initrd serve soprattutto per i kernel ufficiali delle distribuzioni che devono supportare tutti i controller esistenti e una gran variet� di filesystem. Sarebbe assurdo compilare tutti questi supporti staticamente e quindi vengono inseriti come moduli nel ram disk. L'initrd � necessario anche se si vuole usare un bootsplash, ma questa � un'altra storia:
 
* [[Compilazione Kernel 2.6.11 con Bootsplash]]
* [[Kernel2.6.10 - Framebuffer - Gensplash Patch]]
 
La risposta lunga � quindi no, non usate il'initrd quando questo non sia strettamente necessario.
 
===Ma se io devo usare l'initrd assolutamente?===
Per usare l'intrd si deve quanto meno compilare staticamente il supporto per l'initrd impostando le seguenti voci:
 
<pre>
Device Drivers  --->
  Block devices  --->
    <*> RAM disk support
    (16)  Default number of RAM disks
    (8192) Default RAM disk size (kbytes)
    [*]  Initial RAM disk (initrd) support
</pre>
 
Inoltre bisogna anche aggiungere il supporto per il filesystem usato nell'immagine del ram disk. In debian si usa di default il '''cramfs''', attivabile alla voce:
 
<pre>
File systems  --->
    Miscellaneous filesystems  --->
        <*> Compressed ROM file system support
</pre>
 
Se si vuole usare un'altro filesystem basta impostarlo in '''/etc/mkinitrd/mkinitrd.conf'''.
 
Si dovranno inoltre aggiungere al file '''/etc/mkinitrd/modules''' il nome dei moduli da inserire nell'immagine di initrd.
 
===Posso usare make-kpkg con un kernel vanilla===
Si, <tt>make-kpkg</tt> pu� essere usato sia con i sorgenti Debian del kernel di linux (preferibile) che con i sorgenti del [[kernel vanilla]]. In proposito vedere l'opzione <tt>debian</tt> nella sezione [[Debian_Kernel_Howto#Compilazione_del_kernel|Compilazione del kernel]].
 
I sorgenti Debian sono contenuti nei pacchetti <tt>kernel-source-*</tt> e sono installabili come usuali pacchetti con [[APT]].
 
I sorgenti vanilla devono essere scaricati manualmente da [http://www.kernel.org www.kernel.org].
 
==Riferimenti==
 
* [http://www.debian.org/doc/manuals/reference/ch-kernel.it.html Manuale di Riferimento Debian: Capitolo 7 - Il kernel Linux su Debian]
 
 
Buon divertimento con Debian GNU/Linux
 
----
 
Autore iniziale: Abortigeno
 
Rivisto ed esteso: [[Utente:TheNoise|~ The Noise]]
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