Bash tips

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Intro

GNU Bash è la shell *nix probabilmente più ricca di funzionalità sia per l'uso interattivo che per lo scripting. Spesso però molte funzioni sono poco note.

Questa pagina ha lo scopo di raccogliere il più ampio numero di "trucchi" più o meno noti riguardanti Bash, senza avere peraltro la pretesa di coprire tutte le funzionalità.

Per iniziare

Prima di iniziare non posso non segnalare altre due guide presente sul wiki che forniscono dei consigli molto utili su Bash:

Shell Interattiva

In questa sezione verranno elencate funzionalità riguardanti l'uso interattivo di Bash.

Navigare velocemente tra le directory

  • Per andare sulla propria home basta digitare il comando cd senza nessun parametro.
  • Per tornare indietro alla precedente directory visitata è sufficiente il comando cd -.
  • È possibile salvare un percorso con pushd e richiamarlo con popd. In realtà questi comandi (come il nome può fare intuire) implementano una coda FIFO (First In First Out) nella quale è possibile memorizzare un numero illimitato di percorsi per poi richiamarli dall'ultimo inserito in poi. Usare questi comandi è semplicissimo: basta usare pushd al posto di cd (in tal modo si memorizzano i percorsi via via visitati) e poi digitare popd una o più volte per tornare indietro.

Riutilizzo degli argomenti

Bash memorizza l'ultimo argomento del comando precedente in una speciale variabile chiamata $_. È possibile fare riferimento all'ultimo argomento dell'ultimo comando usando direttamente $_ ma la via di gran lunga più veloce è comoda è usare ESC .

Ecco un esempio stupido, creare una directory ed entrarvi:

$ mkdir /usr/local/nuovo-programma
$ cd ESC.

Altro esempio forse un po' più utile, creare velocemente uno script:

$ :> /usr/local/bin/nomescript
$ chmod +x ESC.
$ gvim ESC.

Editing della linea di comando

Vi sono due differenti modalità di shortcut in bash che richiamano i comandi di due famosi editor di testo. La prima nonché quella di default è, per ragioni storiche, la modalità emacs, la seconda, ovvero quella VIncente, è la modalità VI. Per passare dall'una all'altra si può dare nel prompt i seguenti comandi oppure inserirli nel file ~/.bashrc:

set -o vi
set -o emacs

Alcuni tasti di scelta rapida per l'editing da linea di comando:

Descrizione Vim-like(CommandMode) Emacs-like
Vai all'inizio delle linea 0 (zero) CTRL+a
Vai alla fine della linea $ CTRL+e
Cancella fino dalla posizione corrente alla fine della linea D CTRL+k
Cancella fino dalla posizione corrente all'inizio della linea d^ CTRL+u
Pulisce lo schermo CTRL+l CTRL+l
Vai una parola avanti w META+f
Vai una parola indietro b META+b
Cancella la parola successiva dw META+d
Cancella la parola precedente CTRL+w META+backspace
Info.png Nota per la modalità Command Mode
Si entra in Command Mode premendo ESC. Per tornare in modalità inserimento è necessario pigiare il tasto i.
Info.png Nota sul tasto META
Il tasto Meta può essere usato premendo ALT e contemporaneamente il carattere del comando che interessa, oppure premendo ESC e successivamente il tasto del comando che interessa. In quest'ultimo modo non è necessario premere due tasti contemporaneamente. Questa è una regola generica per gli shortcut di bash che usano il tasto Meta.


Uso avanzato dello storico

Come noto Bash memorizza gli ultimi (solitamente 500 ma il numero è impostabile in $HISTSIZE) comandi digitati ai quali è possibile accedere semplicemente con le freccette SU e GIÙ. Tuttavia è possibile effettuare molte altre operazioni per ricercare nello storico dei comandi.

Ricerca incrementale inversa

Sotto questo astruso nome si cela la possibilità di ricercare nello storico dei comandi semplicemente premendo CRTL+r e digitando qualche carattere del comando cercato. Verrà immediatamente mostrato l'ultimo comando che soddisfa i criteri di ricerca. Se più comandi soddisfano la ricerca è possibile scorrerli (dall'ultimo al primo) premendo nuovamente CTRL+r.

Una volta trovato il comando lo si può eseguire con INVIO oppure editare con CTRL+j.

Ricerca nella cronologia

Altra possibilità è cercare tra tutti i comandi precedenti che cominciano con un certo gruppo di lettere.

Questa funzionalità non è abilitata di default; bisogna modificare il file /etc/inputrc (o creare un analogo file .inputrc nella propria home), aggiungendo le righe:

# PgUp/Down searches history in bash
"\e[5~":        history-search-backward
"\e[6~":        history-search-forward

In questo esempio si è scelto di usare i tasti PGUP e PGDOWN. Da notare che il file inputrc contiene altre comodità pronte all'uso: basta decommentarle!

Accesso diretto

Il carattere ! permette di richiamare un preciso comando dello storico:

$ !-3

richiama ed esegue il terzultimo comando, mentre:

$ !ta

richiama ed esegue l'ultimo comando che comincia con ta (potrebbe essere: tail -f /var/log/messages). Il !! richiama invece l'ultimo comando.

Se si vuole richiamare il comando ma non eseguirlo si può usare il modificatore :p (print), ad esempio

$ !ta:p

stampa l'ultimo comando che inizia con ta.

Per richiamare l'ultimo comando che contiene una certa parola (non all'inizio):

$ !?parola?

È possibile anche richiamare un parametro di un comando usando : seguito dal numero del parametro (0 indica il comando stesso). Ad esempio:

$ man !-1:0

visualizza la pagina di manuale dell'ultimo comando.

Per eseguire un comando con gli stessi argomenti del comando precedente:

$ nuovocomando !!:*

Per ulteriori informazioni sull'uso interattivo dello storico si rimanda all'apposita sezione del manuale di riferimento:

Bash Scripting

In questa sezione verranno elencati alcuni brevi tip per lo scripting Bash. Questa non vuole essere assolutamente una guida completa, ma piuttosto un elenco di costrutti per lo scripting bash particolarmente eleganti, curiosi e/o poco noti.

Variabili speciali

$?
contiene il valore di uscita dell'ultimo comando o funzione. Il comando ha successo se ritorna zero, qualsiasi altro valore indica invece un codice di errore;
$@
contiene la lista dei parametri passati allo script corrente. Ogni parametro viene opportunamente quotato, questo permette l'utilizzo di questa variabile nei cicli for per processare (ad esempio) una lista di nomi di file che possono contenere anche spazi. L'uso di questa variabile è quindi in genere consigliato rispetto a $* che ha la stessa funzione ma non quota i vari parametri;

Esempio:

FILES=$@

for file in $FILES; do
    # Fare quello che si vuole con $file
    echo $file   
    # ...
done
$$
PID del processo corrente;
$!
PID dell'ultimo job in background.

Manipolazione delle stringhe

Nelle shell *nix, storicamente, la manipolazione delle stringhe viene fatto attraverso programmi esterni alla shell come seq, awk e perl. Questi programmi vengono ancora usati quando si vuole mantenere la compatibilità con la shell sh, tuttavia imparare anche il solo sed (il più semplice dei tre) non è cosa immediata.

Se si usa Bash, non è necessario usare nessun programma esterno, ma basta imparare i tre operatori fondamentali ed alcuni concetti di base, per poter fare tutte le manipolazioni più comuni.

In Bash una stringa non è altro che una variabile, si indica dunque con ${nome} oppure con la forma abbreviata $nome. Il nome dentro le graffe può essere seguito da un modificatore che manipola la variabile, ad esempio:

VAR="stringa-di-esempio"
echo ${VAR#stringa-}

elimina "stringa-" dall'inizio della variabile.

I modificatori sono molti, ma possono essere facilmente ricordati se si imparano i tre fondamentali:

#
sottrae dall'inizio della stringa (minimale)
%
sottrae dalla fine della stringa (minimale)
/
sostituisce una sottostringa con un'altra (solo la prima volta che viene incontrata)

Questi operatori sono minimali, questo vuol dire che se si usano le espressioni regolari per indicare la sottostringa (da eliminare o sostituire) verrà individuata in caso di ambiguità la sottostringa più piccola (o solo la prima nel caso della sostituzione).

Per ottenere gli operatori massimali basta raddoppiare il simbolo:

##
sottrae dall'inizio della stringa (massimale)
%%
sottrae dalla fine della stringa (massimale)
//
sostituisce una sottostringa con un'altra (tutte le volte che viene incontrata)

Gli operatori massimali cercano di individuare la sottostringa più grande che corrisponde all'espressione regolare (nel caso del modificatore // tutte le sottostringhe vengono sostituite). Gli operatori di questo tipo vengono comunemente chiamati anche greedy (ingordi).

Per una spiegazione dettagliata di tutti i modificatori e anche di altri modi di manipolare le stringhe in Bash (ad esempio expr) vedere:

Esempi: manipolazione delle stringhe

VAR="questa.sarebbe.una.stringa.di.esempio"
  
                      # Risultato:
  
  echo ${VAR#*.}      # --> sarebbe.una.stringa.di.esempio
  echo ${VAR##*.}     # --> esempio
  
  echo ${VAR%.*}      # --> questa.sarebbe.una.stringa.di
  echo ${VAR%%.*}     # --> questa
  
  echo ${VAR/st/ST}   # --> queSTa.sarebbe.una.stringa.di.esempio
  echo ${VAR//st/ST}  # --> queSTa.sarebbe.una.STringa.di.esempio

Alternativa a basename

Quando in uno script ci si deve riferire al nome dello script stesso è usuale utilizzare il comando (esterno a bash) basename. Tuttavia, tramite i modificatori del paragrafo precedente, Bash stessa è in grado di fornire questa funzionalità. Basta usare l'espressione ${0##*/}.

Esempio:

usage () {
        echo "usage: ${0##*/} "
        exit 1
}

Cambiare l'estensione ai file

Rinomina tutti i file *.txt della directory corrente in *.log:

for f in *.txt; do mv "$f" "${f/%txt/log}"; done

Link

Link ad altre risorse su GNU Bash:


Autore iniziale: ~ The_Noise