Manovrare X da remoto: differenze tra le versioni

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Questo metterà l'Xserver in broadcast mode che butterà giù una lista di tutti gli Xserver in Willing di accetare di connettersi all'X server.
Questo metterà l'Xserver in broadcast mode che butterà giù una lista di tutti gli Xserver in Willing di accetare di connettersi all'X server.


Salvi come prima, poi se vuoi permettere connesioni solo da parte di certi host che un sezione nello stesso file che si chiama CHOOSER
Se poi vuoi permettere connesioni solo da parte di certi host che un sezione nello stesso file che si chiama CHOOSER


In <code>/etc/X11/fs/config</code> commenta così:
In <code>/etc/X11/fs/config</code> commenta così:
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</pre>
</pre>
Questo per indicare 7100 come porta per FontPath in UDP.
Questo per indicare 7100 come porta per FontPath in UDP.
== Utilizzo ==
== Utilizzo ==
Se usi un sistema GNU/Linux probabilmente hai X già installato. L'X server può essere lanciarlo con un semplice:
Se usi un sistema GNU/Linux probabilmente hai X già installato. L'X server può essere lanciarlo con un semplice:

Versione delle 09:53, 29 nov 2015

Guida adottata da HAL 9000 Bannermv.png


Introduzione

Nelle distribuzioni GNU/Linux e in generale nei sistemi UNIX e Unix-like l'interfaccia grafica (GUI) non è parte del kernel ma gestita da un programma a parte: l' X window system o semplicemente server X, di cui Xorg rappresenta l'implementazione attualmente più diffusa.

Le richieste dai client X di gestire le finestre avvengono di solito localmente, ma nulla impedisce di gestire le finestre attraverso la rete, permettendo a utenti remoti di effettuare il login sul display manager (xdm, gdm, kdm, lightdm, ecc...) per accedere al server X locale attraverso XDMCP (X Display Manager Control Protocol).

Per semplicità di configurazione, e per la stabilità dimostrata attraverso i passaggi di versione di Debian, in questa guida si considera unicamente xdm.

Warning.png ATTENZIONE
Ogni comunicazione da e verso il server X avverrebbe in chiaro, e sarebbe pertanto manipolabile e/o ascoltabile sulla rete. Questo rappresenta un enorme rischio per la sicurezza del sistema!

Se è possibile, si raccomanda caldamente invece di configurare una connessione SSH e di abilitare l'X11 forwarding per avviare un'applicazione grafica o anche un'intera sessione.


Installazione

Con privilegi di amministrazione è necessario installare xdm, se ancora non presente. Per esempio con apt-get basta:

# apt-get install xdm

Configurazione di xdm

Con privilegi di amministrazione è sufficiente modificare i file di configurazione indicati in questa sezione con un editor di testo, per esempio nano:

# nano /etc/X11/xdm/xdm-config

In /etc/X11/xdm/xdm-config commenta:

DisplayManager.requestPort:   0

che diventa:

!DisplayManager.requestPort:   0

Salva il file (con nano premi Ctrl-o e per uscire Ctrl-x).

In modo analogo, apri il file /etc/X11/xdm/Xaccess e togli il comento a:

#*         #any host can get a login window

che diventerà:

  
*         #any host can get a login window

Questo metterà l'Xserver in broadcast mode che butterà giù una lista di tutti gli Xserver in Willing di accetare di connettersi all'X server.

Se poi vuoi permettere connesioni solo da parte di certi host che un sezione nello stesso file che si chiama CHOOSER

In /etc/X11/fs/config commenta così:

#no-listen = tcp

Poi cambia in /etc/X11/XF86Config-4

FontPath        "unix/:-1"
FontPath        "unix/:-7100" 

Questo per indicare 7100 come porta per FontPath in UDP.

Utilizzo

Se usi un sistema GNU/Linux probabilmente hai X già installato. L'X server può essere lanciarlo con un semplice:

# X &

Questo farà partire un server X in background. Comparirà uno schermo con lo sfondo grigio e un X come puntatore del mouse che puoi muovere per lo schermo... niente di speciale nè di carino da vedere .... inutile.

Il comando di sopra quindi inizia un X server, che semplicemente sta lì in attesa di un client che si collega come per esempio xterm che apre una finestra ed esegue una shell. Ci sono molte opzioni da riga di comando che aprono finestre di diversa grandezza e posizione ma tutto ciò non sarebbe molto pratico nè di facile utilizzo.

C'è bisogno di un X-client e di un window-manager.

Un window manager puo dare quell'usabilità interattiva alla quale siamo abituati. Un window manager in GNU/Linux potrebbe essere mwm o fvwm che possono essere lanciati con un

mwm -display :0  

o

fvwm -display :0

una volta che è partito un window-manager muovere e gestire finestre diventa interattivo e lanciare applicazioni diventa più facile. Il -display :0 per aprire finestre sull X-server. Un display non è nient'altro che uno schermo al quale collegarsi. Di default quando X parte lui inizia un display sul 'canalè :0 della macchina locale.

Quando parte una sessione X automaticamente va a piazzare il display al quale è collegata nella variabile $DISPLAY. Se non dovesse essere stata dichiarata alcuna variabile di default X si andra a piazzare sul display :0.0.

In ogni caso per lanciare X dalla console è un sufficiente lanciare uno startx, che inizierà un X-server su display :0.

Molti X-server specialmente nel mondo GNU/Linux usano xdm o gdm o kdm. Xdm stà per "X Display Manager"; questi hanno lo scopo di accogliere l'utente con un X-client che è un login grafico chiamato anche "greeter". Una volta che hai introdotto nome utente e password non solo un window manager ma un intero ambiente desktop si presenta dinanzi ai tuoi occhi.

Ritornado al discorso client server , sul server lancia startx,assicurati ci sia un window manager attivo e poi da un xterm lancia il comando:

$ xhost add 192.168.0.2 (ip del client)

Questo permetterà connessioni dalla macchina 192.168.0.2. Sul client invece digita :

$ xterm -display 192.168.0.1(ip Xserver):0

Sul server X adesso dovresti vedere un finestra di xterm. È successo che un X-client si è collegato ad un xserver aprendo una finestra di xterm lì.

Riguardo la sicurezza il protocollo X è apllicabile solo in ambienti fidati Lan e non è cosigliabile avere sessioni X attraverso la grande rete. Se vuoi utilizzare X attraverso la rete è consigliabile incanalare il protocollo X in un protocollo sicuro come ssh. In ogni caso ci sono anche altri modi in aggiunta ad ssh che puoi utilizzare per proteggere le tue macchine uno di questi è xhost ma anche meglio con un programma xauth utilizzato per autenticare i clients: Xauth può funzionare in vari modi: uno di essi è attraverso l'utilizzo di un cookie. Un X-client per collegarsi ad un X-server ha bisogno di conoscere una sequenza di dati casuali generati dal server conosciuto come cookie che funziona in maniera molto simile ad un session password: se il cookie trasmesso dal client non corrisponde a quello del server, Xserver rifiuterà la connessione. Xserver di default è in ascolto sulla porta

  • 6000 per il display :0
  • 6001 per display:01

ecc.

Programmi come xdm , gdm o kdm sono demoni che vanno in background, sono soliti essere iniziati da init al boot e sono sempre in attività. Si occupano di iniziare sessioni X-server se necessario, del login grafico, preparano i cookies di xauth che servono per autenticare i clients e fanno partire il programma adatto per ciascun desktop e così via.

Xdm può essere configurato per accettare richieste XDMCP dal network. Questi sono speciali pacchetti UDP che un xserver trasmette da porta 177 per richiedere login remoti. Quando un Xserver richiede di collegarsi ad un altra macchia con xdm allora bisogna lanciare l'X-server con opzioni "-query" o "-broadcast". L'opzione "-query" viene usata quando X-server deve lanciare un richiesta XDMCP ad una macchina in particolare, invece "-broadcast" la trasmette a tutte le macchine nel network.

X -query 192.168.1.2

o

X -broadcast

L'uso di X attraverso la rete può delle volte causare dei problemi di rendimento e performance. Il protocollo X trasmetterà tutte le righe, tutte le aree anche non necessarie, non c'è una cache nè alcun tipo di funzionalità "trasmetto solo cosa è cambiato".Significa che se un' area è stata ridisegnata tre volte il protocollo X trasmetterà tutte le volte che quell'area è stata cambiata mentre basterebbe trasmettere solo l'ultima delle tre e questo potrebbe risultare un pò dannoso su connessioni lente. Il protocollo VNC è consapevole di questo aspetto infatti il VNC server aspetta connessioni dai VNC clients e quando il client si connette VNC trasmette l'intero desktop al client. VNC è sia un vncserver che un x-server. Quando parte si mette in ascolto sulla sua porta tcp la 5900 (+ il numero di display :0.1 x 5901, :02 x 5092 ecc.) in attesa di VNC clients che si collegano. Rimane in ascolto anche sulla socket del display proprio come un X-server ma, invece di trasmettere la richiesta su un monitor, la tiene in memoria per trasmetterla al client. Per configurare VNC c'è bisogno della presenza di un vncserver da essere lanciato manualmente. Per prima cosa bisogna impostare una vncpasswd che poi verrà usata per il login. Ci si collega con ssh senza l'opzione -X:

ssh username@hostremoto 

Poi una volta collegato lanci vncserver :1 che in pratica mette vncserver in ascolto sul display 1 cioè tcp port 5901.Dopo puoi lanciare il vnc client come per esempio tightvncviewer o vncviewer o svncviewer in questo modo :

vncviewer hostremoto:1

Poi ti verrà chiesta la password e tu introdurrai quella stabilita in precedenza et voilà eccoti il desktop remoto in locale in tutto il suo splendore. Questa configurazione presenta dei rischi, porta 5900 e 5800 deve essere aperta nel firewall e la comunicazione è in chiara. Per criptarla c'è bisogno di un tunnel ssh. Ancora una volta l'amico ssh ci viene incontro:

ssh -C -L 5901:127.0.0.1:5901 user@remotehost

questo comando metterà ssh in ascolto sulla porta locale 5901 fino alla porta remota 5901 quella del server vnc. Una volta loggati sulla macchina remota, sulla macchina locale apri vncviewer (un qualsiasi client vnc,o addirittura il browser con java) e lo punti a localhost:5901 vncviewer questo comando ti permetterà di criptare la tua connessione verso il server vnc attraverso un tunnel ssh.

X su altri sistemi operativi

Molte persone credono che X sia stato progettato solo per GNULinux e unix-like ma in realtà come ogni prodotto unix il primo intento è la portabilità verso quanti più OS è possibile . Altri ottimi progetti sono il Linux terminal Server project che usa tutte le potenzialità di X in scenari dove gli utenti sono collegati ad un X server centrale attraverso dei thin client o diskless machine con un grosso abbatimento sui costi e in questo senso come non menzionare il progetto LazarusNX che ha come obbiettivo il recupero di hardware obsoleto specialmente nelle scuole italiane,creazione di reti didattiche e laboratori informatici ad alte prestazioni e costi contenuti.

C'è una crescente sensibilità verso il reimpiego dell'hardware obsoleto, del suo riutilizzo con finalità sociali, accademiche ma anche di business - si legge in una nota - Immaginiamo una scuola (ma potrebbe essere una qualsiasi organizzazione statale o privata) che abbia un parco computer obsoleto. Con Lazarus-NX queste macchine possono essere riutilizzate su piattaforma Open Source, svincolando l'organizzazione anche dalle spese di licenza tipiche del software proprietario.

Link

  • What is X?: ineretessante articolo che parte dalle basi del funzionamento fino agli utilizzi più avanzati del server X in remoto.
  • Linux XDMCP HOWTO