L' Universo Debian: differenze tra le versioni

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==Introduzione==
==Introduzione==
Debian viene generalmente ritenuta una buona [http://http://it.wikipedia.org/wiki/Distribuzione_Linux distribuzione Linux], con un'ottima gestione dei pacchetti, ma un pessimo sistema di installazione. <br>
Debian viene generalmente ritenuta una buona [http://it.wikipedia.org/wiki/Distribuzione_Linux distribuzione Linux], con un'ottima gestione dei pacchetti, ma un pessimo sistema di installazione. <br>
A ben vedere però, Debian è molto più di questo, in termini strettamente tecnici, non è una distribuzione Linux in senso classico, e,
A ben vedere però, Debian è molto più di questo, in termini strettamente tecnici, non è una distribuzione Linux in senso classico, e,
può risultare difficile far cogliere questa distinzione a chi ha avuto a che fare primariamente con soluzioni commerciali quali  
può risultare difficile far cogliere questa distinzione a chi ha avuto a che fare primariamente con soluzioni commerciali quali  
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Debian è diversa:: e' un progetto totalmente aperto e cooperativo e coinvolge una gran varietà di persone, ciascuna delle quali fa quello che fa perché le va di farlo e/o perché ritiene che ne valga la pena. <br>
Debian è diversa:: e' un progetto totalmente aperto e cooperativo e coinvolge una gran varietà di persone, ciascuna delle quali fa quello che fa perché le va di farlo e/o perché ritiene che ne valga la pena. <br>
Debian non esiste realmente in senso puramente legale e in termini di societa', non esistono azionisti, né un bilancio e tanto meno è un'organizzazione no-profit. <br>
Debian non esiste realmente in senso puramente legale e in termini di societa', non esistono azionisti, né un bilancio e tanto meno è un'organizzazione no-profit. <br>
Esiste invece un'organizzazione chiamata [http://www.spi-inc.org Software nel Pubblico Interesse](SPI), anche se Debian in sé è unicamente un enorme progetto collaborativo, si tratta probabilmente di uno degli esempi oggi esistenti di più larga portata di progetto in stile "bazaar", come descritto da Eric S. Raymond nel suo [http://www.apogeonline.com/openpress/doc/cathedral.html "La Cattedrale ed il Bazaar"]. <br> Debian non ha necessità di vendere, ne' ha bisogno di andare incontro alle aspettative degli investitori: i suoi membri cercano unicamente di fare quello sanno fare meglio: creare una delle migliori raccolte di software open source.
Esiste invece un'organizzazione chiamata [http://www.spi-inc.org Software nel Pubblico Interesse](SPI), anche se Debian in sé è unicamente un enorme progetto collaborativo, si tratta probabilmente di uno degli esempi oggi esistenti di più larga portata di progetto in stile "bazaar", come descritto da [http://it.wikipedia.org/wiki/Eric_Steven_Raymond Eric S. Raymond] nel suo [http://www.apogeonline.com/openpress/doc/cathedral.html "La Cattedrale ed il Bazaar"]. <br> Debian non ha necessità di vendere, ne' ha bisogno di andare incontro alle aspettative degli investitori: i suoi membri cercano unicamente di fare quello sanno fare meglio: creare una delle migliori raccolte di software open source.
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==Problemi del closed hardware==
==Problemi del closed hardware==
Quanto detto sopra può essere sia un bene che un male. <br>  
Quanto detto sopra può essere sia un bene che un male. <br>  
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Davvero un concetto che allarga la mente, se considerate che anche "ragazzoni" come Red Hat supportano ufficialmente solo un paio di piattaforme. Gestire lo sviluppo su diverse architetture ha richiesto a Debian di mettere in piedi un sistema davvero sofisticato di auto-costruzione, che permette ad uno sviluppatore di creare un pacchetto software localmente, su una qualsiasi delle piattaforme che ha a propria disposizione e quindi di caricarlo e accodarlo per la costruzione. Una volta che il pacchetto è accodato, ne viene controllata la sanità e quindi viene distribuito a tutte le macchine che costituiscono la "build farm": un insieme di macchine prestate o donate a Debian e che rappresentano tutte e 11 le architetture. <br>
Davvero un concetto che allarga la mente, se considerate che anche "ragazzoni" come Red Hat supportano ufficialmente solo un paio di piattaforme. Gestire lo sviluppo su diverse architetture ha richiesto a Debian di mettere in piedi un sistema davvero sofisticato di auto-costruzione, che permette ad uno sviluppatore di creare un pacchetto software localmente, su una qualsiasi delle piattaforme che ha a propria disposizione e quindi di caricarlo e accodarlo per la costruzione. Una volta che il pacchetto è accodato, ne viene controllata la sanità e quindi viene distribuito a tutte le macchine che costituiscono la "build farm": un insieme di macchine prestate o donate a Debian e che rappresentano tutte e 11 le architetture. <br>
A questo punto il pacchetto viene compilato a partire dal sorgente e qualunque eventuale errore viene comunicato allo sviluppatore. <br> Se il tutto è andato a buon fine, il pacchetto sorgente e ed i vari pacchetti compilati vengono spostati sui server master che provvedono a rifornire i vari [http://www.debian.org/mirrors mirrors] dislocati un po' in tutto il mondo. In breve tempo il pacchetto è disponibile per essere scaricato ed installato su ciascuna delle architetture supportate.
A questo punto il pacchetto viene compilato a partire dal sorgente e qualunque eventuale errore viene comunicato allo sviluppatore. <br> Se il tutto è andato a buon fine, il pacchetto sorgente e ed i vari pacchetti compilati vengono spostati sui server master che provvedono a rifornire i vari [http://www.debian.org/mirrors mirrors] dislocati un po' in tutto il mondo. <br>
 
'''In breve tempo il pacchetto è disponibile per essere scaricato ed installato su ciascuna delle architetture supportate.''' <br>
Il risultato finale è che un pacchetto può essere creato dallo sviluppatore sulla sua macchina locale, come ad esempio un sistema AMD o Intel, accodato per la costruzione in remoto e installato poche ore dopo come pacchetto binario su qualsiasi architettura, da un iBook fino ad un mainframe [http://en.wikipedia.org/wiki/IBM_ESA/390 S/390].
Il risultato finale è che un pacchetto può essere creato dallo sviluppatore sulla sua macchina locale, come ad esempio un sistema AMD o Intel, accodato per la costruzione in remoto e installato poche ore dopo come pacchetto binario su qualsiasi architettura, da un iBook fino ad un mainframe [http://en.wikipedia.org/wiki/IBM_ESA/390 S/390].


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==La forza di un contratto sociale ==
==La forza di un contratto sociale ==
Distintamente dai suoi conseguimenti tecnici, Debian ha posto le fondamenta per buona parte dell'ambiente comunitario di cui beneficiano oggi gli sviluppatori Open Source. Può essere che siate a conoscenza dell'iniziativa Open Source [http://www.opensource.org/docs/definition_plain.html "Definizione dell'Open Source"] ad esempio, ma potreste non sapere che questa è direttamente derivata dalle [http://www.debian.org/social_contract.html#guidelines Debian Free Software Guidelines]. Debian oltretutto si è dotata di un [http://www.debian.org/social_contract.html Contratto Sociale], un documento che sancisce il modo in cui porsi nei confronti degli utenti e degli sviluppatori. Tutti gli sviluppatori che si aggregano al progetto sono tenuti ad aderire alla Definizione dell'Open Source ed al Contratto Sociale. Si può dire che in un certo senso il Contratto Sociale rappresenti la coscienza di Debian, assicurando che gli sviluppatori mantengano una prospettiva corretta e facciano sempre del loro meglio per la comunità nel suo insieme piuttosto che scendere a compromessi con i propri standard per un risultato a breve termine. Assicura anche che Debian stessa rimarrà libera ed aperta, accessibile al maggior numero di persone senza alcun pregiudizio. Se volete rendervi conto degli ideali e degli standard a cui sono tenuti gli sviluppatori di Debian, vi raccomando caldamente di leggere sia la Definizione Open Source che il Contratto Sociale.
Distintamente dai suoi conseguimenti tecnici, Debian ha posto le fondamenta per buona parte dell'ambiente comunitario di cui beneficiano oggi gli sviluppatori Open Source. Può essere che siate a conoscenza dell'iniziativa Open Source [http://www.opensource.org/docs/definition_plain.html "Definizione dell'Open Source"] ad esempio, ma potreste non sapere che questa è direttamente derivata dalle [http://www.debian.org/social_contract.html#guidelines Debian Free Software Guidelines]. Debian oltretutto si è dotata di un [http://www.debian.org/social_contract.html Contratto Sociale], un documento che sancisce il modo in cui porsi nei confronti degli utenti e degli sviluppatori. Tutti gli sviluppatori che si aggregano al progetto sono tenuti ad aderire alla Definizione dell'Open Source ed al Contratto Sociale. <br> Si può dire che in un certo senso il Contratto Sociale rappresenti la coscienza di Debian, assicurando che gli sviluppatori mantengano una prospettiva corretta e facciano sempre del loro meglio per la comunità nel suo insieme, piuttosto che scendere a compromessi con i propri standard, per un risultato a breve termine. Il contratto sociale assicura anche che Debian stessa rimarrà libera ed aperta, accessibile al maggior numero di persone senza alcun pregiudizio. <br>
''Se volete rendervi conto degli ideali e degli standard a cui sono tenuti gli sviluppatori di Debian, vi raccomando caldamente di leggere sia la Definizione Open Source che il Contratto Sociale.''


In base alle ragioni tecniche ed etiche che ho menzionato, Debian raccoglie grande favore e rispetto all'interno della comunità degli sviluppatori. Sebbene abbia poco riscontro tra gli utenti con minor esperienza, una parte molto grande del nocciolo Open Source la usa come sistema operativo preferito. Leggende del mondo Open Source come Andrew Tridgell (conosciuto per i progetti Samba e Rsync) e Paul "Rusty" Russell (autore di Ipchains, Iptables, e kernel-guru a tutto tondo) sono tra coloro che la usano tutti i giorni. Durante la [http://conf.linux.org.au Australian Linux Technical Conference] tenutasi in Perth nel gennaio 2003 e a cui hanno partecipato Linus Torvalds, Rasmus Lerdorf, Alan Cox, Rusty Russell, Andrew Tridgell e molti altri luminari dell'Open Source, un sondaggio ha mostrato come Debian fosse di gran lunga la distribuzione maggiormente usata, con Red Hat distanziata seconda.
In base alle ragioni tecniche ed etiche che ho menzionato, Debian raccoglie grande favore e rispetto all'interno della comunità degli sviluppatori. Sebbene abbia poco riscontro tra gli utenti con minor esperienza, una parte molto grande del nocciolo Open Source la usa come sistema operativo preferito. Leggende del mondo Open Source come [http://en.wikipedia.org/wiki/Andrew_Tridgell Andrew Tridgell] (conosciuto per i progetti Samba e Rsync) e Paul "Rusty" Russell (autore di Ipchains, Iptables, e kernel-guru a tutto tondo) sono tra coloro che la usano tutti i giorni. Durante la [http://conf.linux.org.au Australian Linux Technical Conference] tenutasi in Perth nel gennaio 2003 e a cui hanno partecipato Linus Torvalds, Rasmus Lerdorf, Alan Cox, Rusty Russell, Andrew Tridgell e molti altri luminari dell'Open Source, un sondaggio ha mostrato come Debian fosse di gran lunga la distribuzione maggiormente usata, con Red Hat distanziata seconda.


Debian segna la via anche nel campo dell'[http://www.debian.org/international internazionalizzazione], con un team molto attivo che si dedica alla traduzione della documentazione e delle pagine web in molte lingue, e con sviluppatori che lavorano per astrarre il testo dei menu e delle finestre dal software in sé, in modo che gli utenti possano usare i programmi nella propria lingua nativa. C'è ancora molto lavoro da svolgere in questo senso, ma Debian è già oggi una delle distribuzioni più flessibili in termini di accessibilità per tutti quegli utenti per cui l'inglese non è la prima lingua. I vari team di traduzione e internazionalizzazione sono sempre felici di ricevere offerte di aiuto per cui, se c'è un'area in cui vi sentite di poter dare una mano, saranno contentissimi di avere vostre notizie. Rendere il software accessibile a tutti, senza distinzione di provenienza etnica o circostanze economiche, è uno degli ideali più sentiti in Debian.
Debian segna la via anche nel campo dell'[http://www.debian.org/international internazionalizzazione], con un team molto attivo che si dedica alla traduzione della documentazione e delle pagine web in molte lingue, e con sviluppatori che lavorano per astrarre il testo dei menu e delle finestre dal software in sé, in modo che gli utenti possano usare i programmi nella propria lingua nativa. C'è ancora molto lavoro da svolgere in questo senso, ma Debian è già oggi una delle distribuzioni più flessibili in termini di accessibilità per tutti quegli utenti per cui l'inglese non è la prima lingua. I vari team di traduzione e internazionalizzazione sono sempre felici di ricevere offerte di aiuto per cui, se c'è un'area in cui vi sentite di poter dare una mano, saranno contentissimi di avere vostre notizie. Rendere il software accessibile a tutti, senza distinzione di provenienza etnica o circostanze economiche, è uno degli ideali più sentiti in Debian.
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Pubblicato originariamente su [http://www.debianuniverse.com/readonline/chapter/01/it Debian Universe]
Pubblicato originariamente su [http://www.debianuniverse.com/readonline/chapter/01/it Debian Universe]


Versione italiana a cura di [[User:Keltik|Keltik]] <br>
{{Autori
Revisione per le guide debianizzati a cura di [[User:nydebianized|Nydebianized]]
|Autore = [[User:nydebianized|Nydebianized]]<br/>(guida originariamente scritta da [[User:Keltik|Keltik]])
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