Hdparm

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Introduzione

Hdparm consente la modifica avanzata dei parametri funzionali dei disposibivi ATA/IDE (hard disk, lettori cd/dvd), permettendo un fine tuning degli hard disk e lettori, che spesso rappresentano un vero collo di bottiglia per le performance di una macchina.

Installazione

Il pacchetto è installato di default in Debian, avendo priorità standard. Se non fosse presente, per installarlo con privilegi di amministrazione e apt-get sarebbe sufficiente eseguire:

# apt-get install hdparm

Utilizzo da linea di comando

Le impostazioni date da riga di comando hanno effetto immediato ma sono perse a ogni avvio. Per rendere permanenti le modifiche è necessario modificare il file /etc/hdparm.conf, come illustrato nella sezione successiva.

Il comando richiede privilegi di amministrazione. La sintassi standard è:

# hdparm [opzioni] [dispositivo...]

Le opzioni disponibili sono tante, alcune delle quali critiche, quindi si sconsiglia vivamente l'utilizzo di opzioni che non si conoscono, per evitare danni e/o malfunzionamenti/perdite di dati. Di seguito sono presentate soltanto le più comuni:

-B
Modifica le impostazioni della gestione avanzata dell'alimentazione (APM), se supportate. Un valore basso, a partire da 1, implica un comportamento aggressivo per quanto riguarda il risparmio energetico, quindi un consumo minore, un valore alto, invece, fino a un massimo di 255 permette performance migliori. Un valore superiore a 128 impedisce lo spegnimento completo del disco, e il valore 255 disattiva interamente l'APM.
-C
Controlla lo stato corrente dell'alimentazione del dispositivo; le possibili risposte sono:
unknown
il dispositivo non supporta la funzione
active/idle
stato normale
standby
il dispositivo è in standby, i piatti dell'hard disk non sono in movimento
sleeping
il dispositivo è completamente spento
È possibile modificare le modalità tramite le opzioni -S, -y, -Y, -Z.
-E
Imposta la velocità del cdrom. Questo NON è necessario normalmente, dato che il drive selezionerà automaticamente la velocità. Ma se vuoi provarci, fornisci un numero dopo l'opzione, di solito un numero come 2 o 4.
-f
Sincronizza ed esegue un flush del buffer del dispositibo. Viene eseguito anche dutante i test -T e -t
-g
Mostra la geometria del drive (cilindri, testine, settori), la dimensione (in settori) del device, e l'offset di partenza (in settori) del device dall'inizio del drive.
-I
Richiede informazioni di identificazione direttamente dal drive, e le mostrerà in un nuovo formato espanso con più dettagli rispetto alla vecchia opzione -i.
-r
Imposta/leggi modalità sola-lettura sul drive. Quando impostata, Linux impedisce operazioni di scrittura sul device.
-S
modalità di standby, imposta il timeout per l'arresto del disco (spindown). Questo valore viene usato per determinare quanto aspettare (in caso di assenza di attività) prima di arrestare la rotazione dei dischi. In alcuni casi, il disco può impiegare anche 30 secondi prima di rispondere ad una richiesta di lettura, quando i piatti sono fermi. I valori usabili sono i seguenti:
0
disattivato: il dispositivo non entrerà automaticamente in standby
1-240
specifica i multipli di 5 secondi, gestendo un timeout variabile tra i 5 secondi e i 20 minuti
241-251
specifica le unità di da 30 minuti fino a 5 or e mezza (ad intervalli di 30 minuti)
252
21 minutes
253
imposta un timeout preimpostato dal produttore, variabile tra le 8 e le 12 ore
254
valore riservato
255
21 minuti e 15 secondi
alcuni vecchi dispositivi possono interpretare diversamente questi valori.
-T
Effettua misurazioni dei tempi impiegati per la lettura dalla cache, a scopo di benchmark e confronti. Per risultati significativi, questa operazione dovrebbe essere ripetuta 2-3 volte su un sistema altrimenti inattivo (nessun altro processo attivo) con almeno un paio di MB di memoria libera. Ciò visualizza la velocità di lettura direttamente dalla cache del buffer di Linux senza accesso al disco. Questa misura è essenzialmente un'indicazione della capacità di processore, cache e memoria del sistema sotto test. Se anche l'opzione -t è specificata, allora un fattore di correzione basato sul risultato di -T sarà incorporato nei risultati riportati per l'operazione con -t.
-t
Effettua misurazioni dei tempi impiegati per la lettura dal dispositivo, a scopo di benchmark e confronti. Per risultati significativi, questa operazione dovrebbe essere ripetuta 2-3 volte su un sistema altrimenti inattivo (nessun altro processo attivo) con almeno un paio di MB di memoria libera. Ciò visualizza la velocità di lettura attraverso la cache del buffer dal disco senza nessuna precedente memorizzazione nella cache dei dati. Questa misura è un'indicazione della velocità con cui il disco può sostenere letture sequenziali di data con Linux, senza il sovraccarico del file system. Per assicurare misure accurate, la cache del buffer è scartata durante l'esecuzione di -t usando il segnale ioctl BLKFLSBUF. Se anche l'opzione -T è specificata, allora un fattore di correzione basato sul risultato di -T sarà incorporato nei risultati riportati per l'operazione con -t.
-y
Forza un dispositivo IDE ad entrare nello stato di basso consumo (Low power consumption standby mode), normalmente causando la fermata dei piatti. Lo stato corrente può essere verificato tramite l'opzione -C;
-Y
Forza un dispositivo IDE ad entrare immediatamente nel più basso livello di consumo energetico, causandone lo spegnimento completo (sleep mode). È necessario un hard o soft reset prima che il dispositivo sia nuovamente accessibile (i driver IDE di linux eseguiranno il reset automaticamente, se necessariod). Lo stato corrente può essere controllato con l'opzione -C.
-z
Forza la rilettura della tabella delle partizioni, utile nel caso di modifiche con fdisk o simili, senza rendere necessario un riavvio della macchina. È necessario assicurarsi che tutte le partizioni del dispositivo siano smontate.

Esempi di utilizzo

In questi esempi si utilizza sempre sdb come disco, corrispondente tipicamente alla seconda memoria di massa inserita, ma è raccomdandabile prima controllarne il nome con:

$ lsblk

(si ricorda che sda1, sda2, ..., sdb1, sdb2, ... si riferiscono alle partizioni dei dischi sda, sdb, ...; e che hdparm si utilizza sui dischi e non sulle partizioni)

Controlla lo stato del dispositivo:

# hdparm -C /dev/sdb

Mette il disco a riposo (modalità standby):

# hdparm -y /dev/sdb

Forza lo spegnimento completo del disco (modalità sleeping), se supportato:

# hdparm -Y /dev/sdb

Forza la rilettura delle partizioni del disco:

# hdparm -z /dev/sdb

File di configurazione

Per rendere permanenti le modifiche apportate ai dispositivi è necessario inserire le varie direttive nel file /etc/hdparm.conf. La sintassi generale è:

/dev/vostro_dispositivo {
       direttiva1 = valore
       direttiva2 = valore
       ecc.
}

Si noti che è teoricamente possibile utilizzare la stessa sintassi della riga di comando anche all'interno di questo file di configurazione (si vedano le note inserite nel file stesso), ma non è quella consigliata.

Come per i comandi, alcune direttive possono essere pericolose. Di seguito pertanto sono presentate solo quelle più comuni:

apm
corrisponde all'opzione -B e imposta il valore della gestione avanzata dell'alimentazione (APM), che è compreso tra 0 (attivo) e 255 (disattivo). Più il valore è elevato, maggiori le prestazioni e minore il risparmio energetico consentito.
apm_battery
corrisponde all'opzione -B, ma ha effetto soltanto per un portatile quando il cavo di alimentazione non è attaccato e funziona solo a batteria, per permettere due diverse configurazioni;
read_only
corrisponde all'opzione -r con possibili valori di true o false, per impostare il disco fisso di sola lettura;
spindown_time
per determinare dopo quanto tempo il disco può essere spento completamente. Corrisponde all'opzione -S e richiede un valore compreso tra 0 e 255, si faccia riferimento alle informazioni già presentate per il significato di questi valori.

Esempio di configurazione

Per far sì che il disco sdb si metta in standby dopo 15 minuti di inattività, è sufficiente il comando:

# hdparm -S 180 /dev/sdb

Infatti fino a 20 minuti si può rappresentare il tempo con con un intervallo per multipli di 5 secondi (e 15 minuti sono 900 secondi, che diviso 5 restituisce 180).

Warning.png ATTENZIONE
Si ricorda che in un file di configurazione è consigliabile identificare il disco in base all'ID anziché l'assegnazione effettuata da udev (sda, sdb, ecc...), che potrebbe cambiare da un avvio al successivo in presenza di più dischi.


Si identifica l'ID del disco attualmente identificato dal file di tipo dispositivo /dev/sdb, per esempio tramite il comando udisksctl:

$ udisksctl info -b /dev/sdb
...
Device:             /dev/sdb
...
Symlinks:           /dev/disk/by-id/ata-HGST_HTS545050A7E380_TEA51C49CAS5TR
...

Per cui, per rendere permanente la modifica, va inserito nel file di configurazione la direttiva spindown_time = 180 tra le direttive riservate al dispositivo desiderato, identificato con il link simbolico utilizzante l'ID del disco:

/dev/disk/by-id/ata-HGST_HTS545050A7E380_TEA51C49CAS5TR {
       spindown_time = 180
}

Documentazione

  • Manuale con tutte le opzioni del comando:
    $ man hdparm
  • Manuale con le principali opzioni del file di configurazione:
    $ man hdparm.conf
  • Commenti nel file di configurazione, per una lista esaustiva:
    $ pager /etc/hdparm.conf




Guida scritta da: HAL 9000 13:15, 27 ott 2015 (CET)
(guida originariamente scritta da MaXeR)
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