LVM: funzionamento
Guida all'LVM |
Sommario |
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In questa sezione sono introdotti i principi elementi che compongo l'LVM ed è introdotto il funzionamento dello stesso.
La struttura base dell'LVM
Il LVM basa il proprio funzionamento sulla seguente struttura:
- Volume Group (VG)
- trattasi del più alto livello di astrazione che raggruppa in sé una collezione di Logical Volume e di Physical Device.
- Physical Device (PD)
- sono i nostri supporti di memorizzazione e possono essere di qualsiasi tipo, sia Hard Disk, sia nastri, sia memorie solide ma anche ambienti RAID, etc.
- Logical Volume (LV)
- l'equivalente nel nostro LVM in tutto e per tutto di quella che è una partizione su un Hard Disk. L'unica piccola differenza subito evidente è l'etichetta/label (ad es. /dev/nome-VG/nome-LV invece del canonico /dev/sda1). Come ogni normale partizione il LV può contenere un file system a nostro piacimento.
- Logical Extend (LE)
- seppure difficilmente avremo a che farci direttamente, i LE sono i pezzetti in cui viene suddiviso il LV in modo di poterlo allocare tra i vari PE disponibili al VG.
- Physycal Extent (PE)
- ad esempio, quando vogliamo aggiungere un PD al nostro VG, dobbiamo per prima cosa iniziarlo con il comando
pvcreate
. Questo comando altro non fa che dividere il supporto in tanti spazi in modo da poter poi creare una corrispondenza tra i LE ed i PE e così allocare lo spazio necessario per i LV.
In modo un po' stilizzato, possiamo descrivere il passaggio dal concetto di partizioni a quello di LV nel seguente modo:
hd1 sda2 (Physical Device - partizioni) \ / \ / server1 (Volume Group) / | \ / | \ / | \ Home Root Dati (Logical Volume)
In definitiva:
Nonostante i concetti dominanti della terminologia di LVM siano 5, come descritto precedentemente, quelli con cui si trova più a contatto l'utente sono i primi tre: Physical Device, Volume Group e Logical Volume. Gli altri due sono, per così dire, concetti più di basso livello, quindi è possibile approfondirli in un secondo tempo.
Come si evince dalla figura precedente, l'elemento innovativo (che quindi conferisce maggiore flessibilità ad LVM) è il Volume Group.
Esso in pratica fonde i volumi fisici disponibili (partizioni varie, raid, etc.) in una specie di "massa grezza" pronta per essere manipolata al fine di creare uno o più Logical Volume.
Questi ultimi, come già detto, svolgono il ruolo delle partizioni quindi sono disponibili per essere innestati nel sistema in specifici mountpoint ma in una maniera più flessibile (in termini di espandibilità e riduzione di spazio) rispetto alle partizioni tradizionali.
Approfondimenti
La prima e-zine italiana sul mondo Debian |
La spiegazione di come si comporta e funziona l'LVM è già stata tratta nell'e-zine numero 5 di debianizzati.org nello sviluppo dell'articolo LVM mirror. Ecco a seguire il riporto dell'Introduzione teorica all'LVM:
LVM è l'acronimo di Logical Volume Manager, ovvero di Gestore dei Volumi Logici di Linux. Ma quindi cosa sono questi volumi logici? L'idea di fondo è di sostituire al concetto di partizione un diverso contenitore (il Logical Volume) il quale non dipende più dalle limitate informazioni contenibili nell'MBR ma, tramite le gestione del kernel Linux, si può liberamente spostare/raggruppare/estendere da un settore all'altro di ogni disco, quasi come se fosse un file o una cartella all'interno del file system. |