Ethernet Bonding: come garantire ridondanza e/o massimizzare la banda disponibile
Configurare un Ethernet Bonding
Introduzione
In ambiente server Windows si parla generalmente di teaming relativamente alla configurazione di due o più schede di rete in modo che siano viste come una sola. L’obiettivo è ovviamente quello di raddoppiare la banda disponibile e garantire una maggior sicurezza, visto che se una delle due schede di rete ha problemi, c’è sempre l’altra.
Su Linux si parla invece di bonding, che è perciò un sistema avere due interfacce di rete legate in modo da apparire come una unica interfaccia fisica, o, per dirla con altre parole, un sistema che la ho lo scopo di unire due flussi ethernet al fine di formare un unico canale.
Requisiti
Prima di iniziare, e' altamente raccomandata una verifica sull'integrita' e la funzionalita' delle singole schede di rete. Lanciando il comando 'mii-tool' dovreste vedere qualcosa di simile:
# mii-tool eth0: negotiated 100baseTx-FD, link ok eth1: negotiated 100baseTx-FD, link ok
Per far si' che il bonding funzioni, il kernel deve avere il supporto per il bonding delle periferiche:
# modprobe --list | grep bonding /lib/modules/2.6.20-16/kernel/drivers/net/bonding/bonding.ko
Tipi di bonding
Esistono diversi tipi di bonding, relativi a come il kernel gestirà i flussi di dati in entrata e in uscita dal sistema:
- mode=0 (balance-rr): viene configurato un round-robin tra le due interfacce. I pacchetti vengono trasmessi attraverso la scheda di rete scarica e se una delle due va ko viene usata solo la scheda di rete funzionanete. Questa modalità fornisce sia il load balance e sia il fault tolerance e non prevede switch di rete con particolari funzionalità.
- mode=1 (active-backup): una sola schede di rete viene usata. Se questa si rompe il MAC address viene associato all’altra funzionante (di backup) e quindi il flusso di rete viene garantito. Questa modalità fornisce un sistema di fault tolerance e non è necessario uno switch che abbia funzionalità avanzate.
- mode=2 (balance-xor): il traffico di rete viene inoltrato sulla scheda in base a questa regola di XOR: ((source MAC) XOR (dest MAC)). Questa modalità garantisce load balance e fault tolerance e non necessità di particolati switch.
- mode=3 (broadcast): vengono usate tutte le interfacce per trasmettere e ricevere. Il fault tolerance è garantito senza switch preposti.
- mode=4 (802.3ad): è una modalità si supporto allo standard IEEE 802.3ad Dynamic link aggregation. E' necessario uno switch che supporti lo standard 802.3ad.
- mode=5 (balance-tlb): Adaptive Transmit Load Balancing. Il traffico in entrata è ricevuto solo sullo slave attivo, il traffico in uscita viene distribuito a seconda del carico su ogni slave. Non necessità di particolai switch.
- mode=6 (balance-alb): Adaptive Load Balancing. Fornisce bilanciamento del carico sia in ricezione che in trasmissione. Non necessità di switch particolari, ma richiede la capacità di cambiare l’indirizzo MAC del dispisitivo di rete senza che questo interrompa il traffico.
Installazione
Il bonding su Linux è gestito dal programma ifenslave:
apt-get install ifenslave-2.6
Adesso configuraziomo il networking tramite il file /etc/network/interfaces, supponendo che eth0 ed eth1 siano le schede ethernet presenti sulla nostra debian box:
iface bond0 inet static address <indirizzo_ip> netmask <subnetmask> network <indirizzo_di_rete> gateway <ip_del_gateway> bond_mode <modalita_di_bonding_preferita> bond_miimon 100 bond_downdelay 200 bond_updelay 200 slaves eth0 eth1
Io vi consiglio o la modalità balance-rr o la active-backup, e vi ricordo che è importante commentare o cancellare i riferimenti alla schede di rete reali.
Fatto questo riavviamo il sistema di networking con:
/etc/init.d/networking restart