Pbuilder: compilazione in ambienti puliti: differenze tra le versioni

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Il principale vantaggio di utilizzare Pbuilder consiste nel fatto che tutte le librerie necessarie alla compilazione verranno scaricate (di default in <code>//var/cache/pbuilder/aptcache</code>) all'occorrenza dal [[mirror]] predefinito e utilizzate nell'ambiente [[chroot]] creato; il tutto senza 'sporcare' il proprio sistema.
Il principale vantaggio di utilizzare Pbuilder consiste nel fatto che tutte le librerie necessarie alla compilazione verranno scaricate (di default in <code>//var/cache/pbuilder/aptcache</code>) all'occorrenza dal [[mirror]] predefinito e utilizzate nell'ambiente [[chroot]] creato; il tutto senza 'sporcare' il proprio sistema.


Se si desidera ''modificare'' un [[pacchetto]] .deb (ad esempio nel caso in cui si voglia aggiungere una [[patch]] con [[quilt]]) servirà utilizzare prima il comando "pdebuild" (fornito con Pbuilder) e successivamente il comando "pbuilder" sul nuovo file *.dsc creato con il comando precedente.
La compilazione prevede due casi:
 
* Utilizzare il comando "pdebuild" per compilare un [[pacchetto]] Debian e creare il file .deb dopo averne modificato i sorgenti (ad esempio nel caso in cui si voglia applicare una [[patch]] con [[quilt]]).
Il secondo metodo (pdebuild e pbuilder) è di gran lunga il più utilizzato mentre il primo (il solo pbuilder) è utile per evitare i [[bug]] di tipo [[FTBFS]] per una determinata [[release]].
* Utilizzare il comando "pbuilder" per compilare un pacchetto Debian non modificato, utile per evitare i [[bug]] di tipo [[FTBFS]] per una determinata [[release]].


== Installazione ==
== Installazione ==
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