L' Universo Debian: differenze tra le versioni

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Debian viene generalmente ritenuta una buona distribuzione Linux, con un'ottima gestione dei pacchetti, ma un pessimo sistema di installazione. A ben vedere però, Debian è molto più di questo. In termini strettamente tecnici, non è una distribuzione Linux in senso classico, e può risultare difficile far cogliere questa distinzione a chi ha avuto a che fare primariamente con soluzioni commerciali quali [http://www.redhat.com Red Hat], [http://wwwnew.mandriva.com/it Mandriva] e [http://www.suse.com SuSE], dato che Debian supporta anche kernel alternativi come il BSD o l'Hurd.
Debian viene generalmente ritenuta una buona [http://http://it.wikipedia.org/wiki/Distribuzione_Linux distribuzione Linux], con un'ottima gestione dei pacchetti, ma un pessimo sistema di installazione.  
A ben vedere però, Debian è molto più di questo, in termini strettamente tecnici, non è una distribuzione Linux in senso classico, e,
può risultare difficile far cogliere questa distinzione a chi ha avuto a che fare primariamente con soluzioni commerciali quali  
[http://www.redhat.com Red Hat];
[http://wwwnew.mandriva.com/it Mandriva];
[http://www.suse.com SuSE]  
dato che Debian supporta anche kernel alternativi come il [http://it.wikipedia.org/wiki/Debian_GNU/kFreeBSD BSD] o [http://it.wikipedia.org/wiki/Debian_GNU/Hurd l'Hurd].


Linux di per sé è incentrato sul coinvolgimento comunitario e sull'accessibilità, concetti che ha mutuato dal [http://www.gnu.org Progetto GNU]. Quando pensiamo alle distribuzioni Linux odierne però, si tratta in genere di società commerciali. Ciò che viene incluso in ciascuna delle distribuzioni commerciali è una decisione presa da impiegati stipendiati, con una politica aziendale precisa da seguire. Questo può anche non essere negativo, ma lascia aperta la strada alla possibilità  di un fallimento commerciale, come si è visto di recente con Mandrake. Se un'organizzazione necessita di produrre reddito per sopravvivere, questo pericolo è sempre presente.
Linux di per sé è incentrato sul coinvolgimento comunitario e sull'accessibilità, concetti che ha mutuato dal [http://www.gnu.org Progetto GNU].  
Quando pensiamo alle distribuzioni Linux odierne però, si tratta in genere di società commerciali, ciò che viene incluso in ciascuna delle distribuzioni commerciali è una decisione presa da impiegati stipendiati, con una politica aziendale precisa da seguire.  


Debian invece, è diversa. È un progetto totalmente aperto e cooperativo, coinvolge una gran varietà di persone ciascuna delle quali fa quello che fa perché le va di farlo o perché ritiene che ne valga la pena. Debian non esiste realmente in senso puramente legale. Non esiste nessuna Debian S.p.A., non esistono azionisti, né un bilancio e tanto meno è un'organizzazione no-profit. Esiste invece un'organizzazione chiamata [http://www.spi-inc.org Software nel Pubblico Interesse](SPI), anche se Debian in sé è unicamente un enorme progetto collaborativo. Si tratta probabilmente di uno degli esempi oggi esistenti di più larga portata di progetto in stile "bazaar", come descritto da Eric S. Raymond nel suo [http://www.apogeonline.com/openpress/doc/cathedral.html "La Cattedrale ed il Bazaar"]. Non ha necessità di vendere, non ha bisogno di andare incontro alle aspettative degli investitori: i suoi membri cercano unicamente di fare quello sanno fare meglio: creare una delle migliori raccolte di software open source.
Detto questo si trae la conclusione che cio' puo anche non essere negativo, ma lascia aperta la strada alla possibilità  di un fallimento commerciale, come si è visto di recente con Mandrake. Se un'organizzazione necessita di produrre reddito per sopravvivere, questo pericolo è sempre presente.


Questo può essere sia un bene che un male. Uno dei recenti problemi, per esempio, è consistito nell'ottenere un prototipo dell'AMD x86-64 per il porting ed il testing. AMD dispone di forniture limitate di questo hardware, e finché si resterà alla fase di prototipo rilasceranno le loro macchine unicamente a quelle organizzazione che saranno in grado di dimostrare di averne reale necessità ed anche di poter siglare un accordo di non-divulgazione. Dato che Debian non esiste come entità legale, non è in grado di siglare un accordo che vincoli tutti i suoi sviluppatori e a causa di questo AMD non è stata in grado di fornire agli sviluppatori Debian l'hardware per effettuare i test.
Debian invece, è diversa: e' un progetto totalmente aperto e cooperativo e coinvolge una gran varietà di persone, ciascuna delle quali fa quello che fa perché le va di farlo e/o perché ritiene che ne valga la pena.
Debian non esiste realmente in senso puramente legale e in termini di societa', non esistono azionisti, né un bilancio e tanto meno è un'organizzazione no-profit.
Esiste invece un'organizzazione chiamata [http://www.spi-inc.org Software nel Pubblico Interesse](SPI), anche se Debian in sé è unicamente un enorme progetto collaborativo, si tratta probabilmente di uno degli esempi oggi esistenti di più larga portata di progetto in stile "bazaar", come descritto da Eric S. Raymond nel suo [http://www.apogeonline.com/openpress/doc/cathedral.html "La Cattedrale ed il Bazaar"]. Debian non ha necessità di vendere, ne' ha bisogno di andare incontro alle aspettative degli investitori: i suoi membri cercano unicamente di fare quello sanno fare meglio: creare una delle migliori raccolte di software open source.
 
Quanto detto sopra può essere sia un bene che un male.  
Uno dei recenti problemi è consistito nell'ottenere un prototipo dell'AMD x86-64 per il porting ed il testing; AMD dispone di forniture limitate di questo hardware, e finché si resterà alla fase di prototipo, rilasceranno le loro macchine unicamente a quelle organizzazioni che saranno in grado di dimostrare di averne reale necessità, e, di poter siglare un accordo di non-divulgazione.  
Dato che Debian non esiste come entità legale, non è in grado di siglare un accordo che vincoli tutti i suoi sviluppatori e a causa di questo AMD non è stata in grado di fornire agli sviluppatori Debian l'hardware per effettuare i test.


Ciononostante, problemi come questo sono una minoranza e proprio questa mancanza di struttura rappresenta per Debian il maggior punto di forza. La differenziazione ed inclusività hanno portato alla sua capacità di poter preparare una vastissima selezione di software per più piattaforme hardware di qualunque altra distribuzione, se non di qualunque altro sistema operativo.
Ciononostante, problemi come questo sono una minoranza e proprio questa mancanza di struttura rappresenta per Debian il maggior punto di forza. La differenziazione ed inclusività hanno portato alla sua capacità di poter preparare una vastissima selezione di software per più piattaforme hardware di qualunque altra distribuzione, se non di qualunque altro sistema operativo.


Qualcosa che molte persone non sanno è che Debian supporta ufficialmente 11 diverse [http://www.debian.org/ports architetture hardware]: x86/IA-32(i386), Motorola 68k, Sparc, Alpha, PowerPC, ARM, MIPS, MIPSel, HP PA-RISC, IA-64 e S/390. Questo non vuol dire che tutto venga prima sviluppato per i386, con le altre architetture in ritardo e trattate come cugini poveri ed i rispettivi rilasci in ritardo di settimane o mesi. Quando una release come Woody (Debian 3.0) viene resa disponibile, è disponibile simultaneamente per tutte le 11 diverse architetture.
Qualcosa che molte persone non sanno è che Debian supporta diverse [http://www.debian.org/ports architetture hardware]: x86/IA-32(i386), Motorola 68k, Sparc, Alpha, PowerPC, ARM, MIPS, MIPSel, HP PA-RISC, IA-64 e S/390. Questo non vuol dire che tutto venga prima sviluppato per i386, con le altre architetture in ritardo e trattate come cugini poveri ed i rispettivi rilasci in ritardo di settimane o mesi. Quando una release come Woody (Debian 3.0) viene resa disponibile, è disponibile simultaneamente per tutte le diverse architetture.


Davvero un concetto che allarga la mente, se considerate che anche "ragazzoni" come Red Hat supportano ufficialmente solo un paio di piattaforme. Gestire lo sviluppo su 11 diversi hardware ha richiesto a Debian di mettere in piedi un sistema davvero sofisticato di auto-costruzione, che permette ad uno sviluppatore di creare un pacchetto software localmente, su una qualsiasi delle piattaforme che ha a propria disposizione e quindi di caricarlo e accodarlo per la costruzione. Una volta che il pacchetto è accodato, ne viene controllata la sanità e quindi viene distribuito a tutte le macchine che costituiscono la "build farm": un insieme di macchine prestate o donate a Debian e che rappresentano tutte e 11 le architetture. A questo punto il pacchetto viene compilato a partire dal sorgente e qualunque eventuale errore viene comunicato allo sviluppatore. Se tutto è andato a buon fine, il pacchetto sorgente e ed i vari pacchetti compilati vengono spostati sui server master che provvedono a rifornire i vari [http://www.debian.org/mirrors mirrors] dislocati un po' in tutto il mondo. In breve tempo il pacchetto è disponibile per essere scaricato ed installato su ciascuna delle architetture supportate.
Davvero un concetto che allarga la mente, se considerate che anche "ragazzoni" come Red Hat supportano ufficialmente solo un paio di piattaforme. Gestire lo sviluppo su diverse architetture ha richiesto a Debian di mettere in piedi un sistema davvero sofisticato di auto-costruzione, che permette ad uno sviluppatore di creare un pacchetto software localmente, su una qualsiasi delle piattaforme che ha a propria disposizione e quindi di caricarlo e accodarlo per la costruzione. Una volta che il pacchetto è accodato, ne viene controllata la sanità e quindi viene distribuito a tutte le macchine che costituiscono la "build farm": un insieme di macchine prestate o donate a Debian e che rappresentano tutte e 11 le architetture. A questo punto il pacchetto viene compilato a partire dal sorgente e qualunque eventuale errore viene comunicato allo sviluppatore. Se tutto è andato a buon fine, il pacchetto sorgente e ed i vari pacchetti compilati vengono spostati sui server master che provvedono a rifornire i vari [http://www.debian.org/mirrors mirrors] dislocati un po' in tutto il mondo. In breve tempo il pacchetto è disponibile per essere scaricato ed installato su ciascuna delle architetture supportate.


Il risultato finale è che un pacchetto può essere creato dallo sviluppatore sulla sua macchina locale, come ad esempio un sistema AMD o Intel, accodato per la costruzione in remoto e installato poche ore dopo come pacchetto binario su qualsiasi architettura, da un iBook fino ad un mainframe S/390.
Il risultato finale è che un pacchetto può essere creato dallo sviluppatore sulla sua macchina locale, come ad esempio un sistema AMD o Intel, accodato per la costruzione in remoto e installato poche ore dopo come pacchetto binario su qualsiasi architettura, da un iBook fino ad un mainframe S/390.
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