Pulire Debian
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Introduzione
Dopo qualche mese di utilizzo di una Linux box, spesso si notano dei sostanziali rallentamenti. Magari abbiamo passato questi periodi installando e disinstallando applicazioni, provando programmi e configurazioni ed il sistema risente un po' di queste 'esperienze'. In questo HowTo vedremo di analizzare una soluzione molto comoda (sicuramente molto di più di quella classica di formattare e ricominciare da capo) per rimettere in sesto la nostra amata Debian.
Prevenire è meglio che curare
Penso che sia una cosa certa: poter lavorare su un sistema 'pulito' e 'pulibile' è sicuramente più comodo e divertente che su uno 'sporco' e mal gestito, soprattutto quando si tratta di pulizia o di interventi sul sistema! Iniziamo con la rassegna di applicazioni utili.
CheckInstall: deb da sorgenti
Checkinstall è una utilità che permette di creare dei pacchetti Debian partendo da sorgenti. Attenzione, però: non sono pacchetti completi, ma semplicemente aiutano a tenere traccia dei file installati dal programma, facilitando l'aggiornamento e la rimozione dello stesso. Iniziamo con l'installazione. Con privilegi di amministrazione è sufficiente:
# apt-get install checkinstall
L'utilizzo è molto semplice ed intuitivo: la configurazione dei sorgenti (./configure --some-options
) e la compilazione (make
) devono venir svolte, mentre il comando
# make install
deve essere sostituito da:
# checkinstall
Ed il gioco è fatto! Durante l'esecuzione del programma verranno poste alcune domande, ad esempio il tipo di pacchetto (il programma permette di creare pacchetti deb, rpm, tgz (usati da Slackware)). Sono disponibili, opzionalmente, le seguenti direttive (anche se non mi è mai capitato di doverne fare uso):
-y, --default
- accetta i valori di default (modalità non interattiva)
--pkgname=name
- imposta il nome del pacchetto
--pkgversion=version
- imposta la versione
-A, --arch, --pkgarch=arch
- imposta l'architettura
--pkgrelease=release
- imposta la release version
--pkggroup=group
- imposta il gruppo a cui il pacchetto deve appartenere (doc, games, net, ecc)
--pakdir=directory
- dove salvare il pacchetto
--maintainer=email_addr
- il maintainer del pacchetto
--dpkgflags=flags
- eventuali flag da passare a dpkg
--bk
- esegue un backup dei file che verranno sovrascritti
Una volta completato il processo, il pacchetto verrà automaticamente installato.
Questa è la premessa per poter avere un sistema pulito, senza file 'orfani' che gironzolano per il sistema.
Debfoster
# apt-get install debfoster
Lo scopo di questo programma è di mostrare i pacchetti che non sono installati come dipendenze. Una volta individuato uno di questi pacchetti, verrà mostrata una lista con indicati i pacchetti 'bloccati' da questo.
Output d'esempio:
libxml-libxml-perl is keeping the following 3 packages installed: libxml-libxml-common-perl libxml-namespacesupport-perl libxml-sax-perl Keep libxml-libxml-perl? [Ynpsiuqx?], [H]elp:
Ora possiamo scegliere cosa fare:
Y
- mantiene il pacchetto installato
n
- rimuove il pacchetto segnalato
p
- rimuove il pacchetto segnalato e tutti i pacchetti da lui trattenuti
s
- salta la domanda
i
- visualizza informazioni sul pacchetto
?
- uguale a
i
u
- ripropone la domanda precedente
q
- esce senza apportare alcuna modifica
x
- esce e rimuove i pacchetti selezionati
h
- visualizza la guida ai comandi
Che dire: uno strumento veramente potente!
Quando si procede alla pulizia con questo programma, però, è bene fare attenzione ad alcune cose, che potrebbero generare non pochi problemi:
- tutte le informazioni mostrate non prendono in considerazione eventuali programmi compilati da sorgenti (con il classico
make install
o anche concheckinstall
); - leggere con attenzione le librerie elencate come 'bloccate', in quanto qualche volta potrebbe essere indicata, per esempio, una libreria di sviluppo non necessaria all'esecuzione di altri programmi, ma indispensabile per la compilazione (libncurses5-dev, ad esempio).
Deborphan
# apt-get install deborphan
Questo programma, genera una lista di pacchetti 'orfani'. Per pacchetti 'orfani' indichiamo quelle librerie che non sono più necessarie, in quanto nessun pacchetto installato le indica come dipendenza.
Per visualizzare una lista dei pacchetti 'orfani', è sufficiente lanciare il seguente comando:
$ deborphan
Di default, Deborphan ricerca i pacchetti 'orfani' solo tra le librerie; in tal senso un'opzione interessante da passare al comando è --libdev
, che genera una lista delle librerie di sviluppo (quelle che finiscono con -dev
) non necessarie.
Per ottenere invece un elenco che comprenda altri tipi di pacchetti è necessario lanciare il comando con l'opzione --guess-foo
sostituendo a foo
una tra le seguenti:
common
: cerca i pacchetti il cui nome termina in "-common";data
: effettua la ricerca tra i pacchetti di dati;debug
: effettua la ricerca tra le librerie di debug;dev
: effettua la ricerca tra le librerie di sviluppo (simile all'opzione--libdevel
);doc
: effettua la ricerca nei pacchetti della documentazione;dummy
: effettua la ricerca nei pacchetti che contengono il termine "dummy" o "transitional" nella loro descrizione breve;kernel
: effettua la ricerca sui moduli del kernel;interpreters
: ricerca tutti i moduli di interpretazione.
Altre parole chiave da inserire insieme all'opzione --guess
si trovano elencate nella pagina di manuale di Deborphan.
Infine, naturalmente:
$ deborphan --guess-all
ricercherà pacchetti 'orfani' in tutto il sistema. Aggiungere l'opzione --guess-all potrebbe generare molti falsi positivi, pertanto si sconsiglia di utilizzarla direttamente con un comando di rimozione, senza prima accertarsi delle funzionalità di ciascun pacchetto restituito.
Se poi vi interessa sapere in che sezione si trova il pacchetto 'orfano' e la sua dimensione potete aggiungere:
$ deborphan -sz --guess-all
Un'altra opzione molto interessante è quella che consente di elencare i file di configurazione dei pacchetti disinstallati rimasti sul sistema:
deborphan --find-config
Altre opzioni di Deborphan che ho trovato interessanti:
-P, --show-priority
- mostra la priorità dei pacchetti trovati
-e, --exclude=LIST
- esclude i pacchetti elencati in LIST (un elenco separato da virgole)
Per un elenco completo delle opzioni vi invito a leggere la pagina di manuale di Deborphan.
Naturalmente l'output di Deborphan va vagliato con attenzione: solo voi potete sapere se i pacchetti elencati sono realmente inutili. In questo senso vi consiglio di segnarvi, prima di iniziare le "grandi pulizie", le dipendenze dei pacchetti che avete installato manualmente onde evitare di rimuoverle accidentalmente.
È possibile fare in modo che apt-get legga la lista dei pacchetti generata da Deborphan:
# apt-get purge $(deborphan) # apt-get purge $(deborphan --libdev)
Il comando apt-get purge
ha la funzione di rimuovere il pacchetto specificato e anche tutti i suoi file di configurazione.
Cruft
# apt-get install cruft
Cruft è un programma che trova tutta la roba inutile accumulata nel sistema: tutto quello che c'è e non dovrebbe esserci (file o directory che non sono state installate con dpkg) e quello che dovrebbe esserci (file o directory che dpkg ha installato) ma non c'è.
Per utilizzarlo è sufficiente lanciarlo da root (l'operazione è molto lenta):
# cruft > report.txt
Il report verrà creato nel file report.txt
e saranno indicati tutti i file mancanti a dpkg, tutti i file di troppo e i link rotti.
Cruft non cancella alcun file, li indica solamente.
ATTENZIONE Alcuni file possono essere stati creati da uno script di post-installazione, pertanto potrebbero essere utili, essi verranno rimossi da uno script di post-rimozione. |
File di configurazione
Eliminando i file di configurazione si libera spazio, e si mantiene più pulita la directory /etc
.
Con dpkg è possibile rimuovere i file di configurazione che sono stati lasciati nel sistema dai pacchetti non rimossi attraverso il comando apt-get purge
:
# dpkg --purge $(dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3)
Ecco una breve spiegazione dei comandi:
dpkg --purge listapacchetti
rimuove i file di configurazione di tutti i pacchetti indicati. La lista dei pacchetti è ottenuta tramite il seguente comando, racchiuso tra $(...)
:
dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3
che genera la lista dei pacchetti che non sono stati rimossi completamente (cioè dei quali non sono stati rimossi i file di configurazione).
In dettaglio:
dpkg -l
- Elenca tutti i pacchetti disponibili
egrep "^rc"
- Visualizza solo quelle righe che iniziano con "rc" (stato che indica che il pacchetto è stato rimosso ma sono ancora presenti i file di configurazione)
cut -d' ' -f3
- Restituisce solo il nome del pacchetto: usa come delimitatore (
-d
) di campo uno spazio (' '
) e prende solo il terzo campo (-f3
, field in inglese).
Stesso risultato si ottiene con l'uso di aptitude:
$ aptitude search "~c"
trova i pacchetti che hanno lasciato il file di configurazione nel sistema quando sono stati rimossi.
# aptitude purge "~c"
elimina tali file, previa conferma.
Se si vuol cancellare i file di configurazione dei pacchetti rimossi ad ogni avvio del sistema, basta eseguire con i permessi di root:
# crontab -e
e inserire le righe:
PATH=/bin:/usr/bin:/sbin @reboot if [ "$(dpkg -l | egrep "^rc" | wc -l)" != 0 ]; then dpkg --purge $(dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3) >/dev/null 2>&1; fi
bisogna aggiungere necessariamente la directory /sbin
alla variabile PATH e questa deve precedere ogni cronjob.
Guardare a riguardo la guida su Cron.
Localepurge: rimuoviamo le lingue che non ci interessano
Spesso non sono necessarie tutte le lingue che un pacchetto installa. Di solito ne bastano due: l'inglese (la lingua standard) e la lingua dell'utilizzatore. Le altre, superflue, potrebbero essere tranquillamente rimosse, liberando un po' di spazio!
NOTA BENE È sconsigliabile rimuovere l'inglese, in quanto è la lingua di default del sistema: per evitare problemi, lasciarla installata. |
Per fare ciò, installiamo localepurge
con:
apt install localepurge
Durante la configurazione del pacchetto verrà mostrata una lista di lingue, dalla quale vanno selezionate solo quelle che non devono essere rimosse. Ogni lingua ha più varianti e tra queste è meglio sceglierne più di una, per evitare situazioni spiacevoli, come ad esempio un documento in italiano ed elencato come it_IT che non sia più presente nel sistema di un utente svizzero perché ha selezionato solo it_CH come lingua da mantenere, cancellando tutte le altre.
Tipicamente in un sistema in italiano è consigliabile selezionare le seguenti varianti:
- en
- en_US
- en_US.UTF-8
- it
- it_IT
- it_IT.UTF-8
Successivamente verrà posta questa domanda:
dpkg gestisce le opzioni --path-exclude e --path-include per filtrare i file dai pacchetti che vengono installati.
Vedere /usr/share/doc/localepurge/README.dpkg-path per maggiori informazioni su questa funzionalità. Può essere abilitata (o disabilitata) successivamente eseguendo «dpkg-reconfigure localepurge».
Questa opzione diventerà attiva per i pacchetti che vengono spacchettati dopo la (ri)configurazione di localepurge. I pacchetti installati o aggiornati insieme a localepurge possono (o meno) essere trattati in base alla configurazione precedente di localepurge.
Usare dpkg --path-exclude?
In pratica localepurge
usando questa opzione, invece di cancellare i file della lingua che non ci servono, eviterà che questi si installino quando si aggiornano o si aggiungono dei pacchetti. Però i file della lingua già presenti nel sistema non verranno rimossi, quindi per adesso bisogna rispondere no (così localepurge
si comporterà alla vecchia maniera).
Dopo un'altra domanda:
Sulla base delle stesse informazioni sulle localizzazioni scelte, localepurge può anche eliminare le pagine man localizzate.
Eliminare anche le pagine man tradotte?
Rispondere sì per liberare più spazio.
Finita la configurazione, lanciando il comando
# localepurge
verranno eliminati i locales non necessari (se si risponde di sì alla prima domanda, questo comando non ha alcun effetto).
Ecco l'output del comando nel mio sistema:
Some new locales have appeared on your system: ach ang az_IR bal be@latin ca@valencia cgg ckb co de@hebrew en@arabic en@boldquot en@cyrillic en@greek en@hebrew en@piglatin en@quot en@shaw haw io jv kg no sr@Latn sr@ije sr@ijekavian sr@ijekavianlatin sr@latin tet tt@iqtelif uz@cyrillic They will not be touched until you reconfigure localepurge with the following command: dpkg-reconfigure localepurge localepurge: Disk space freed in /usr/share/locale: 252256 KiB localepurge: Disk space freed in /usr/share/man: 3600 KiB localepurge: Disk space freed in /usr/share/doc/kde/HTML: 0 KiB Total disk space freed by localepurge: 255856 KiB
Il messaggio ci dice di riconfigurare localepurge
per rimuovere alcuni nuovi locales. Allora eseguiamo:
# dpkg-reconfigure localepurge
e controlliamo che i locales selezionati siano sempre quelli che servono a noi, e rispondiamo di nuovo alla stessa maniera alle domande, ed infine rieseguiamo
# localepurge
Stavolta l'output è:
localepurge: Disk space freed in /usr/share/locale: 9756 KiB localepurge: Disk space freed in /usr/share/man: 0 KiB localepurge: Disk space freed in /usr/share/doc/kde/HTML: 0 KiB Total disk space freed by localepurge: 9756 KiB
Adesso riconfiguriamo di nuovo localepurge
con
# dpkg-reconfigure localepurge
ma stavolta per rispondere di sì alla domanda sull'uso di dpkg --path-exclude
, in modo da prevenire l'installazione dei file di localizzazione inutili.
La cache di apt-get
Quando scarichiamo un pacchetto, questo viene salvato in /var/cache/apt/archives
in modo da rendere più veloce il download in caso di reinstallazione, oppure per permettere il salvataggio di questi su CD (in caso di connessioni lente o a consumo).
Però, ovviamente, occupano spazio e (dopo qualche mese, tra aggiornamenti e nuove installazioni) si arriva facilmente ad 1Gb di dati.
Per risolvere questo problema, lo stesso apt-get ha due comandi che gestiscono la pulizia della cache dei pacchetti scaricati:
clean
e autoclean
.
Vediamoli in dettaglio:
apt-get clean
- rimuove tutti i pacchetti contenuti in
/var/cache/apt/archives
e in/var/cache/apt/archives/partial
(eccezione fatta per i file di lock) apt-get autoclean
- come
clean
, tranne per il fatto che rimuove solo i pacchetti che non possono più essere scaricati (perché rimossi dai repository Debian, versioni non può scaricabili in quanto 'superate'). - Se si utilizza
clean
, questo comando non è necessario.
La cache di apt-build
Le stesse cosa dette per apt-get, valgono anche per apt-build. Questo, infatti, una volta scaricati e compilati i sorgenti, non li rimuove. È facile, così, occupare svariati gigabyte di spazio con i sorgenti (e i risultati della compilazione). Apt-build, per effettuare pulizia, ci mette a disposizione 3 azioni:
clean-sources
- esegue un
debian/rules clean
, che rimuove solamente i prodotti della compilazione; clean-build
- rimuove il contenuto della directory
/var/cache/apt-build/build/
che contiene i sorgenti dei pacchetti ricompilati; clean-repository
- rimuove il contenuto della directory
/var/cache/apt-build/repository/
che contiene i pacchetti ricompilati tramite apt-build.
Log
Può accadere che i file di log presenti nella directory /var/log/
crescano a dismisura e occupino più spazio del necessario.
Questo comportamento è dovuto alla mancata rotazione dei log attraverso logrotate che causa il loro inserimento in un unico file mai ruotato. Infatti lo script che si occupa della rotazione dei file è richiamato da Cron in base alle impostazioni presenti in /etc/crontab
:
25 6 * * * root test -x /usr/sbin/anacron || ( cd / && run-parts --report /etc/cron.daily )
Come si vede, lo script /etc/cron.daily/logrotate
viene eseguito da Cron ogni giorno alle 6.25 di mattina, quando la macchina, almeno per chi ne fa un uso di tipo desktop o lavorativo, è spenta.
Per eliminare questo problema, installare Anacron e aspettare la normale rotazione dei file di log, in quanto il file di dimensioni eccessive verrà all'inizio compresso ma non cancellato.
Home
Nella vostra home vengono creati i file di configurazione delle applicazioni, niente di strano, se non fosse che occupano spazio, spesso senza un motivo.
Per vedere questi file/directory di configurazione è necessario usare ls
seguito dalla opzione -a
:
$ ls -a
Così facendo verranno mostrati i file/directory nascosti (in pratica quelli con un punto davanti). Una volta individuati dei file/directory appartenenti ad applicazioni non più presenti nel sistema, o non più utilizzate dal vostro utente, si può procedere alla rimozione con:
$ rm -r nome_dir
dove l'opzione -r
indica la ricorsività dell'operazione, consentendo l'eliminazione delle directory.
Conclusione
Queste sono le tecniche base per tenere pulita una Debian, e sono quelle che applico regolarmente alle mie macchine... Diciamo che si avvertono i miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda lo spazio risparmiato, che permette una miglior organizzazione dei dati all'interno del disco.
Guida scritta da: MaXeR | Debianized 60% |
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