Privilegi di amministrazione
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Introduzione
I privilegi di amministratore permettono di svolgere qualsiasi operazione, dall'alterazione e la cancellazione di qualsiasi file al controllo di tutte le risorse del sistema. E su sistemi operativi Unix e Unix-like, come lo è GNU/Linux Debian, questi privilegi sono assegnati all'utente con UID pari a 0, ossia tradizionalmente all'utente root.
È altamente sconsigliato accedere al sistema come tale utente per effettuare attività ordinarie. Invece i suoi privilegi andrebbero impiegati esclusivamente per lo stretto necessario a svolgere attività di amministrazione, quali per esempio l'installazione, l'aggiornamento o la rimozione di software tramite APT, o per modificare i file di configurazione del sistema.
Ovviamente si deve scegliere una buona password per l'amministratore, considerando che è l'unico metodo di autenticazione previsto di default, e ne va preservata la riservatezza. Si legga per maggiori informazioni questa guida.
Inoltre si raccomanda di:
- non eseguire applicazioni sconosciute come amministratore, e rifiutarsi di inserire la password necessaria per ottenerne i privilegi;
- non installare software esterno ad APT, in qualsiasi forma (anche di pacchetto Debian), senza essersi accertati della sua autenticità;
- non aggiungere repository non ufficiali senza controllarne l'autenticità e senza averne un reale bisogno, limitandone il numero il più possibile ed evitando assolutamente liste di repository di terze parti;
- non inserire la password usata per svolgere attività di amministrazione da un account compromesso, non sicuro o non fidato.
Con account root
Con le impostazioni di default l'account dell'utente root è abilitato, e la sua password è richiesta per svolgere attività di amministrazione.
È comunque possibile non abilitarlo durante l'installazione, o anche disabilitarlo in seguito. In tal caso non si possono utilizzare i metodi esposti in questa sezione per ottenere i privilegi di amministratore.
Utilizzo di su
Una volta effettuato il login con il proprio utente non privilegiato, il metodo classico su Debian per poter diventare root, ed avere quindi la possibilità di svolgere operazioni di amministrazione, è quello di eseguire il comando su
(Switch User):
su -
Verrà richiesta la password di root e sarà eseguito l’accesso.
Noterete che il prompt della shell è cambiato, passando da:
$
(che identifica un utente normale) (alcune shell, come zsh
, potrebbero utilizzare il simbolo % al posto di $)
a:
#
(che identifica sempre l'utente root)
Per essere precisi è stata avviata una nuova shell di login, e le è stato assegnato il controllo della console virtuale o del terminale (all'interno di una sessione grafica) utilizzato.
L'opzione -
(trattino, oppure nelle forme -l
e --login
) dopo il comando su
serve appunto ad avviare una shell di login, che utilizza un ambiente pulito, ereditando soltanto le variabili d'ambiente $TERM
, $COLORTERM
, $DISPLAY
e $XAUTHORITY
. Queste ultime due permettono a root di accedere al server grafico associato all'utente che ha invocato su
, se presente e attivo.
Alcune variabili d'ambiente però non sono mai ereditate ($HOME
, $SHELL
, $USER
, $LOGNAME
, $PATH
e $IFS
) ed altre (come $LD_PRELOAD
e $LD_DEBUG_OUTPUT
) non hanno effetto per ragioni di sicurezza.
Si ricordi sempre comunque che può essere insicuro utilizzare su
senza una di queste tre opzioni, con il significato equivalente: -
, -l
, --login
.
Per ritornare utenti normali è necessario terminare la shell, così che il controllo ritorni a quella che si utilizzava precedentemente, con i soli privilegi di utente. Quindi basta digitare il comando:
exit
oppure ancora più velocemente premere Ctrl-d
.
Nei comandi riportati in tutta questa Wiki, e in generale nella documentazione di tutti i sistemi Unix, il prompt è riportato prima di ogni comando da digitare per indicare se richiede o meno i privilegi di amministratore.
Login diretto come root
Un'altra possibilità è effettuare direttamente un login come root, solo per lo stretto necessario a svolgere l'attività di amministrazione.
È sconsigliato effettuare un login da interfaccia grafica, per via dell'elevato numero di applicazioni che riceverebbero i privilegi di amministratore. Si può invece passare a una console virtuale non utilizzata (per esempio /dev/tty2), effettuare il login come root, eseguire i soli comandi per cui sono necessari i privilegi di amministratore e poi effettuare subito dopo il logout, ritornando alla propria console virtuale o comunque a quella utilizzata dal server grafico.
Per esempio, ecco la procedura per passi:
- premere
Ctrl-Alt-F2
per passare a tty2; - (in presenza di più persone con accesso al sistema, o se la console tty2 è stata usata in precedenza) inviare la combinazione SysRq+K premendo
Alt-R Sist-k
(oppureAlt-Stamp-k
) per generare una nuova console sicura, terminando tutte le eventuali applicazioni collegate; - effettuare il login con root e la password corrispondente;
- digitare i comandi che richiedono privilegi di amministratore, e soltanto quelli (non usare la shell per altre attività!);
- uscire con
exit
o premendoCtrl-d
per terminare la shell; - premere
Alt-FrecciaSinistra
per passare alla console precedente, e ripetere fino a tornare a quella di partenza o eventualmente al proprio server grafico.
Questo metodo, anche se molto più laborioso degli altri, è l'unico sempre sicuro anche se l'account dell'utente utilizzato per eseguire su
o sudo
fosse stato compromesso, perché ha il vantaggio di appoggiarsi unicamente sulla sicurezza del sistema.
Senza account root
Se durante l'installazione si ha disabilitato l'account root, il primo utente creato è stato automaticamente aggiunto al gruppo sudo. In tal caso l'unico modo per ottenere privilegi di amministratore è tramite sudo.
In presenza di più persone con incarichi di amministrazione è fondamentale, per non dover condividere la stessa password e permettere il log dei comandi eseguiti da ciascuna, mentre in presenza di un unico utente è soltanto un modo per doversi ricordare un'unica password, salvo modifiche della configurazione di default.
Utilizzo di sudo
Sudo può essere usato per eseguire un comando come utente root, tramite la richiesta della password dell'utente che esegue il comando, se ha i permessi necessari.
Solitamente, se installato e configurato, si scrive sudo prima di ogni comando da eseguire come amministratore.
Per esempio:
$ id -u
restituisce l'UID del proprio utente, che sarà maggiore di 0 (su Debian di default è maggiore o uguale a 1000), ma:
$ sudo id -u
dopo la richiesta della propria password restituisce 0 (l'UID di root) ed è quasi equivalente a:
$ su - # id -u # exit
con la differenza che su
chiede la password dell'utente root, il cui account deve essere abilitato, mentre sudo
quella dell'utente; e inoltre sudo
di default non avvia una shell, riducendo la possibilità di errori accidentali, ma di default permette allo stesso utente l'esecuzione di nuovi comandi senza password per 15 minuti dall'ultima richiesta.
Per maggiori informazioni si rimanda alla guida: Configurare SUDO per gestire le attività degli amministratori
Eseguibili con setuid
Un eseguibile con tale permesso abilitato, anziché ereditare i privilegi dell'utente che lo avvia, è eseguito con quelli del suo proprietario, senza nessuna richiesta di autenticazione. Ne consegue che un programma appartenente a root con setuid è sempre eseguito con privilegi di amministratore da chiunque abbia il permesso di esecuzione.
Per maggiori informazioni si rimanda alla guida: Filesystem: i permessi sui files
Per ovvie ragioni è estremamente pericoloso aggiungere tale permesso a eseguibili che ne sono sprovvisti, e rimuoverlo dai comandi di sistema che lo richiedono può ridurre o anche compromettere le funzionalità del sistema.
Si noti che entrambi su
e sudo
per ottenere i privilegi di amministratore fanno uso di questo permesso, senza il quale non potrebbero funzionare per i normali utenti. E sono stati creati proprio per permettere ad altri programmi di essere eseguiti con privilegi, tramite una forma di autenticazione, in modo controllato e sicuro.
Per ragioni di sicurezza il permesso setuid è ignorato sugli script. E tutte le unità rimovibili, se montate da un utente normale, di default possono esserlo soltanto con il flag nosuid attivo, che renderebbe il permesso setuid privo di efficacia.
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