Old:Remastersys: differenze tra le versioni

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==Utilizzo==
==Utilizzo==
Appena avviato, il programma ci avvisa di chiudere tutte le finestre in corso e di smontare ogni dispositivo collegato alla rete. Eseguiamo quanto richiesto e diamo OK per procedere.
Appena avviato, il programma ci avvisa di chiudere tutte le finestre in corso e di smontare ogni dispositivo collegato alla rete. Eseguiamo quanto richiesto e diamo "OK" per procedere.
 
[[Immagine:remastersys1.png]]
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La seconda opzione crea una iso del sistema da utilizzare come Live senza i dati della propria home e quindi avremo una Debian Live completa però dei programmi installati sul sistema fisso. Le ultime voci riguardano la
La seconda opzione crea una iso del sistema da utilizzare come Live senza i dati della propria home e quindi avremo una Debian Live completa però dei programmi installati sul sistema fisso. Le ultime voci riguardano la
personalizzazione del file ottenuto con Remastersys (nome della iso, titolo del cd, ecc).
personalizzazione del file ottenuto con Remastersys (nome della iso, titolo del cd, ecc).
Dopo aver scelto, possiamo dare "Ok" e procedere. Una ulteriore finestra mostra l’opzione scelta. Dando ancora "Ok", si apre un nuovo terminale. Verranno scaricati ulteriori pacchetti (dei moduli relativi al kernel in uso) e subito dopo inizierà il processo di creazione dell’immagine iso. Alla fine un’altra finestra ci avvisa della conclusione del processo e il percorso per recuperare il file iso appena creato.
Dopo aver scelto, possiamo dare "OK" e procedere. Una ulteriore finestra mostra l’opzione scelta.
 
[[Immagine:remastersys3.png]]
 
Dando ancora "OK", si apre un nuovo terminale. Verranno scaricati ulteriori pacchetti (dei moduli relativi al kernel in uso) e subito dopo inizierà il processo di creazione dell’immagine iso. Alla fine un’altra finestra ci avvisa della conclusione del processo e il percorso per recuperare il file iso appena creato.
 
[[Immagine:remastersys4.png]]
 
Masterizzando la iso (o mettendola in virtual-machine per testarla come suggerito da Remastersys) e riavviando il computer, ci verrà proposta una schermata abbastanza scarna, dove avremo la possibilità di avviare la Live come prima opzione. Altre possibilità prevedono l’avvio in modalità testuale, il mem-test, o l’avvio del sistema operativo dal primo hard-disk.
Masterizzando la iso (o mettendola in virtual-machine per testarla come suggerito da Remastersys) e riavviando il computer, ci verrà proposta una schermata abbastanza scarna, dove avremo la possibilità di avviare la Live come prima opzione. Altre possibilità prevedono l’avvio in modalità testuale, il mem-test, o l’avvio del sistema operativo dal primo hard-disk.


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Oppure possiamo selezionare direttamente dai menu di Gnome la voce “Remastersys Installer”.
Oppure possiamo selezionare direttamente dai menu di Gnome la voce “Remastersys Installer”.
Partirà una interfaccia testuale (ncurses) che ci guiderà nell’installazione. Per prima cosa l’installatore ci avvisa che la versione è ancora in fase sperimentale. La schermata successiva ci avverte che il sistema necessita di una
Partirà una interfaccia testuale (ncurses) che ci guiderà nell’installazione. Per prima cosa l’installatore ci avvisa che la versione è ancora in fase sperimentale. La schermata successiva ci avverte che il sistema necessita di una
partizione dove venir installato e di una ulteriore partizione di swap. Se l’installer non trova queste partizioni (nel caso di un disco nuovo), partirà il tool “cfdisk” che ci aiuterà nel partizionamento. Creiamo una nuova tabella delle partizioni, impostando quello che ci serve: una partizione per il sistema e una partizione di swap. Indichiamo la tipologia 82 per la partizione di Linux e la tipologia 83 per la partizione di swap. Rendiamo bootable la partizione di Linux. Selezioniamo “Write” e successivamente scriviamo “yes” per rendere effettiva la nuova tabella delle partizioni. Poi possiamo tranquillamente uscire con “Quit”. Nella schermate seguenti, potremo scegliere la partizione dove installare il sistema, il nome dell’host e decidere dove posizionare il bootloader Grub.  Solitamente viene installato nell’MBR, ma possiamo scegliere se installarlo nella partizione (nel caso avessimo un bootloader esistente).
partizione dove venir installato e di una ulteriore partizione di swap. Se l’installer non trova queste partizioni (nel caso di un disco nuovo), partirà il tool “cfdisk” che ci aiuterà nel partizionamento. Creiamo una nuova tabella delle partizioni, impostando quello che ci serve: una partizione per il sistema e una partizione di swap. Indichiamo la tipologia 82 per la partizione di Linux e la tipologia 83 per la partizione di swap. Rendiamo bootable la partizione di Linux. Selezioniamo “Write” e successivamente scriviamo “yes” per rendere effettiva la nuova tabella delle partizioni. Poi possiamo tranquillamente uscire con “Quit”. Nella schermate seguenti, potremo scegliere la partizione dove installare il sistema, il nome dell’host e decidere dove posizionare il bootloader Grub.  Solitamente viene installato nell’MBR, ma possiamo scegliere se installarlo nella partizione (nel caso avessimo un bootloader esistente).
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