Bash scripting - funzioni: differenze tra le versioni

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riformulazioni e correzioni minori
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Il valore di ritorno di una funzione è quello dell'ultimo blocco eseguito. In alternativa è possibile specificarlo all'interno dei blocchi direttamente con la parola riservata <code>return</code> seguito dall'exit status (un valore qualsiasi tra 0, l'unico per "successo", e 255), facendo terminare la funzione immediatamente.
Il valore di ritorno di una funzione è quello dell'ultimo blocco eseguito. In alternativa è possibile specificarlo all'interno dei blocchi direttamente con la parola riservata <code>return</code> seguito dall'exit status (un valore qualsiasi tra 0, l'unico per "successo", e 255), facendo terminare la funzione immediatamente.


Se la funzione deve restituire un valore diverso da successo/insuccesso, o comunque per cui basterebbe l'exit status, è possibile:
Se la funzione deve restituire un valore diverso da successo/insuccesso, o comunque per cui basterebbe l'exit status, è possibile stamparlo come output, così da permettere anche l'interazione con comandi esterni tramite una pipe.
 
Se invece si vuole assegnare questo valore a una variabile possono sorgere delle complicazioni, come per l'assegnazione dell'espansione di un comando, ma esistono diverse possibilità:
* stamparlo come output, così che sia assegnabile a una variabile con l'espansione di comando, ma soltanto se non contiene caratteri non ammissibili (il carattere ASCII n. 0 e possibili "a capo" finali, che verrebbero rimossi). Si noti che questo metodo '''non''' è possibile in generale per i nomi di file, a meno che non seguano convenzioni note a priori;
* stamparlo come output, così che sia assegnabile a una variabile con l'espansione di comando, ma soltanto se non contiene caratteri non ammissibili (il carattere ASCII n. 0 e possibili "a capo" finali, che verrebbero rimossi). Si noti che questo metodo '''non''' è possibile in generale per i nomi di file, a meno che non seguano convenzioni note a priori;
* stamparlo come output seguito da un carattere qualsiasi (per esempio X), così che sia assegnabile a una variabile con l'espansione di comando, rimuovendo in seguito il carattere finale in più (e i *DUE* in più se c'è un "a capo" dopo il valore, o verrebbe preservato). Con questo metodo è possibile passare nomi di file qualsiasi, ma al solito non il carattere ASCII n. 0;
* stamparlo come output seguito da un carattere qualsiasi (per esempio X), così che sia assegnabile a una variabile con l'espansione di comando, rimuovendo in seguito il carattere finale in più (e i *DUE* in più se c'è un "a capo" dopo il valore, o verrebbe preservato). Con questo metodo è possibile passare nomi di file qualsiasi, ma al solito non il carattere ASCII n. 0, e inoltre la funzione non sarà utilizzabile direttamente in una pipe con comandi qualsiasi;
* stamparlo come output, ricordandosi nell'assegnazione di aggiungere <code>&& printf %s X</code> all'interno dell'espansione di comando dopo la chiamata di funzione, rimuovendo in seguito il carattere o i due caratteri finali in più. È equivalente al metodo precedente, ma può essere usato anche senza passare per un'assegnazione;
* stamparlo come output senza aggiungere caratteri all'output della funzione, ricordandosi invece a ogni assegnazione di aggiungere <code>&& printf %s X</code> dopo la chiamata di funzione all'interno dell'espansione di comando, rimuovendo in seguito il carattere o i due caratteri finali in più. È equivalente al metodo precedente, ma è più flessibile e può essere usato anche senza passare per un'assegnazione, permettendo l'uso della funzione in una pipe con altri comandi;
* utilizzare una variabile globale, eventualmente con il nome della funzione per evitare doppioni (per esempio: retval_nomefunzione), contenente il valore da restituire nella funzione. Si noti che anche in questo caso il carattere ASCII n. 0 non può essere assegnato.
* utilizzare una variabile globale, eventualmente con il nome della funzione per evitare doppioni (per esempio: retval_nomefunzione), contenente il valore da restituire nella funzione. Per l'assegnazione alla variabile globale bisogna utilizzare lo stesso accorgimento solo in caso debba contenere l'output di altri comandi, ma basterebbe ricordarsene solo all'interno della funzione. La funzione non può essere utilizzata direttamente in una pipe; e al solito il carattere ASCII n. 0 non può essere assegnato.


{{Warningbox | Esiste anche la possibilità di ricorrere a <code>eval</code>, ma il suo uso non è trattato in questa guida per la sua potenziale '''pericolosità''': possibile <code>code injection</code> e <code>privilege escalation</code>, se l'input non è controllato (''sanitized''). Su '''bash''' è molto meglio ricorrere all'espansione di parametro per l'accesso indiretto, per accedere a una variabile il cui nome è contenuto in un'altra; e ad array associativi per gli altri casi.}}
{{Warningbox | Esiste anche la possibilità di ricorrere a <code>eval</code>, ma il suo uso non è trattato in questa guida per la sua potenziale '''pericolosità''': possibile <code>code injection</code> e <code>privilege escalation</code>, se l'input non è controllato (''sanitized''). Su '''bash''' è molto meglio ricorrere all'espansione di parametro per l'accesso indiretto, per accedere a una variabile il cui nome è contenuto in un'altra; e ad array associativi per gli altri casi.}}


Riguardo il carattere ASCII n. 0 si noti che una funzione può generarlo e stamparlo senza problemi, e quindi anche inviarlo tramite una pipe a comandi esterni. Gli unici problemi sono nella lettura di tale valore senza passare per comandi esterni e nell'assegnazione dell'output della funzione a una variabile: sarebbe possibile soltanto trasformando tutto in un'altra codifica (per esempio base64, esadecimale o ottale) come già visto in precedenza.
Riguardo il carattere ASCII n. 0 va ribadito che una funzione può generarlo e stamparlo senza problemi, perfino con <code>printf</code>, e quindi anche inviarlo tramite una pipe a comandi esterni. I problemi si riscontrano soltanto nella sua lettura, senza passare per comandi esterni, e nell'assegnazione dell'output della funzione a una variabile. Sarebbe possibile soltanto trasformando tutto in un'altra codifica (per esempio base64, esadecimale o ottale), come già visto in precedenza.


===Esempi: funzioni di controllo===
===Esempi: funzioni di controllo===
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In questi esempi di funzione il valore di ritorno della funzione è soltanto il suo exit status, che può essere controllato:
In questi esempi di funzione il valore di ritorno della funzione è soltanto il suo exit status, che può essere controllato:
* con <code>if</code> applicato direttamente al comando o subito dopo al suo exit status (la variabile speciale <code>$?</code>);
* con <code>if</code> applicato direttamente al comando o subito dopo la sua esecuzione con la variabile speciale <code>$?</code>, che contiene sempre l'exit status dell'ultimo comando eseguito;
* con gli operatori logici di concatenazione <code>||</code> e <code>&&</code>, applicati al comando (per chiarezza del codice).
* con gli operatori logici di concatenazione <code>||</code> e <code>&&</code>, applicati al comando (per chiarezza del codice).


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In questo caso è necessario ricordarsi dei due caratteri finali da rimuovere unicamente all'interno della funzione stessa, e non a ogni chiamata. Lo svantaggio è nell'uso di una variabile globale per ogni funzione, per questo è bene usare una forma non ambigua, contenente il nome della funzione e un prefisso comune, usato solo per queste variabili.
In questo caso è necessario ricordarsi dei due caratteri finali da rimuovere unicamente all'interno della funzione stessa, e non a ogni chiamata. Lo svantaggio è nell'uso di una variabile globale per ogni funzione, per questo è bene usare una forma non ambigua, contenente il nome della funzione e un prefisso comune, usato solo per queste variabili.


Si noti che tutte le variabili sono globali, tranne quelle in una funzione definite con <code>local</code>. È bene però non usare mai altre variabili globali, se non sono costanti definite con <code>readonly</code>, all'interno di una funzione e ricorrere invece ai parametri, per rendere più semplice la comprensione del codice ed evitare modifiche accidentali con effetti a catena in più parti del codice.
Si noti che tutte le variabili sono globali, tranne quelle in una funzione definite con <code>local</code>. È bene però non usare mai altre variabili globali, se non sono costanti definite con <code>readonly</code>, all'interno di una funzione e ricorrere invece ai parametri, per rendere più semplice la comprensione del codice ed evitare modifiche accidentali con effetti a catena in più parti del codice. Inoltre va sempre considerato che una variabile non è globale, se è assegnata in una subshell: pertanto per esempio la funzione non può essere impiegata in una pipe con altri comandi, per leggerne l'output.




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