L' Universo Debian: differenze tra le versioni

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Qualcosa che molte persone non sanno è che Debian supporta diverse [http://www.debian.org/ports architetture hardware]: x86/IA-32(i386), Motorola 68k, Sparc, Alpha, PowerPC, ARM, MIPS, MIPSel, HP PA-RISC, IA-64 e S/390. Questo non vuol dire che tutto venga prima sviluppato per i386, con le altre architetture in ritardo e trattate come cugini poveri ed i rispettivi rilasci in ritardo di settimane o mesi. Quando una release come Woody (Debian 3.0) viene resa disponibile, è disponibile simultaneamente per tutte le diverse architetture.
Qualcosa che molte persone non sanno è che Debian supporta diverse [http://www.debian.org/ports architetture hardware]: x86/IA-32(i386), Motorola 68k, Sparc, Alpha, PowerPC, ARM, MIPS, MIPSel, HP PA-RISC, IA-64 e S/390. Questo non vuol dire che tutto venga prima sviluppato per i386, con le altre architetture in ritardo e trattate come cugini poveri ed i rispettivi rilasci in ritardo di settimane o mesi. Quando una release come Woody (Debian 3.0) viene resa disponibile, è disponibile simultaneamente per tutte le diverse architetture.


Davvero un concetto che allarga la mente, se considerate che anche "ragazzoni" come Red Hat supportano ufficialmente solo un paio di piattaforme. Gestire lo sviluppo su diverse architetture ha richiesto a Debian di mettere in piedi un sistema davvero sofisticato di auto-costruzione, che permette ad uno sviluppatore di creare un pacchetto software localmente, su una qualsiasi delle piattaforme che ha a propria disposizione e quindi di caricarlo e accodarlo per la costruzione. Una volta che il pacchetto è accodato, ne viene controllata la sanità e quindi viene distribuito a tutte le macchine che costituiscono la "build farm": un insieme di macchine prestate o donate a Debian e che rappresentano tutte e 11 le architetture. A questo punto il pacchetto viene compilato a partire dal sorgente e qualunque eventuale errore viene comunicato allo sviluppatore. Se tutto è andato a buon fine, il pacchetto sorgente e ed i vari pacchetti compilati vengono spostati sui server master che provvedono a rifornire i vari [http://www.debian.org/mirrors mirrors] dislocati un po' in tutto il mondo. In breve tempo il pacchetto è disponibile per essere scaricato ed installato su ciascuna delle architetture supportate.
Davvero un concetto che allarga la mente, se considerate che anche "ragazzoni" come Red Hat supportano ufficialmente solo un paio di piattaforme. Gestire lo sviluppo su diverse architetture ha richiesto a Debian di mettere in piedi un sistema davvero sofisticato di auto-costruzione, che permette ad uno sviluppatore di creare un pacchetto software localmente, su una qualsiasi delle piattaforme che ha a propria disposizione e quindi di caricarlo e accodarlo per la costruzione. Una volta che il pacchetto è accodato, ne viene controllata la sanità e quindi viene distribuito a tutte le macchine che costituiscono la "build farm": un insieme di macchine prestate o donate a Debian e che rappresentano tutte e 11 le architetture. <br>
A questo punto il pacchetto viene compilato a partire dal sorgente e qualunque eventuale errore viene comunicato allo sviluppatore. <br> Se il tutto è andato a buon fine, il pacchetto sorgente e ed i vari pacchetti compilati vengono spostati sui server master che provvedono a rifornire i vari [http://www.debian.org/mirrors mirrors] dislocati un po' in tutto il mondo. In breve tempo il pacchetto è disponibile per essere scaricato ed installato su ciascuna delle architetture supportate.


Il risultato finale è che un pacchetto può essere creato dallo sviluppatore sulla sua macchina locale, come ad esempio un sistema AMD o Intel, accodato per la costruzione in remoto e installato poche ore dopo come pacchetto binario su qualsiasi architettura, da un iBook fino ad un mainframe S/390.
Il risultato finale è che un pacchetto può essere creato dallo sviluppatore sulla sua macchina locale, come ad esempio un sistema AMD o Intel, accodato per la costruzione in remoto e installato poche ore dopo come pacchetto binario su qualsiasi architettura, da un iBook fino ad un mainframe [http://en.wikipedia.org/wiki/IBM_ESA/390 S/390].


Davvero impressionante.
Davvero impressionante.