RAID: Redundant Array of Indipendent Disks: differenze tra le versioni
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Se durante l'installazione del sistema operativo avete configurato uno o più volumi raid allora ''mdadm'' sarà già stato installato, in caso contrario: | |||
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La prima cosa da sottolineare è che mdadm richiede che l'utente abbia già provveduto a creare le partizioni da mettere in raid e che ne abbia definito l'ID come "Linux raid autodect".<br /> | |||
Supponendo di utilizzare l'utilità ''fdisk'' e di usare un disco identificato come <code>/dev/sde</code> digitare da terminale: | |||
<pre># fdisk /dev/sde</pre> | |||
Appena premuto 'invio' dovrebbe essere comparso il prompt di fdisk: | |||
<pre>Command (m for help)</pre> | |||
Premere "p" per stampare a video l'elenco delle partizioni disponibili (posto naturalmente che ce ne siano di già definite). | |||
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Assicurarsi di aver selezionato il disco giusto ed eventualmente di possedere una copia di backup dei dati in esso contenuti! Alcune operazioni, come cancellare una partizione, comportano la perdita di tutti gli eventuali dati in essa contenuti. | |||
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Versione delle 19:55, 24 mar 2012
Versioni Compatibili Tutte le versioni supportate di Debian |
Introduzione
Generalità
Raid è un artificio per garantire essenzialmente uno o entrambi dei seguenti vantaggi:
- Ridondanza dei dischi rigidi, ovvero protezione contro eventuali perdite di dati e/o interruzione di servizio causati da guasti di uno o più dischi rigidi.
- Aumento della banda dati disponibile, ovvero della velocità di lettura/scrittura dei dati sui dischi rigidi.
Esistono diverse modalità, ovvero livelli, raid; i principali sono:
- RAID 0: garantisce un aumento della velocità complessiva a scapito di una riduzione dell'affidabilità garantita da un disco singolo, infatti è sufficiente che si guasti uno solo dei dischi perché si perdano tutti i dati del corrispondente volume raid. È un classico esempio di sistema serie la cui affidabilità complessiva si calcola come il prodotto delle affidabilità di ciascun disco. Richiede un minimo di due dischi.
- RAID 1: garantisce ridondanza poiché il sistema continuerà a funzionare fintanto che almeno uno dei dischi è attivo, può garantire un minimo miglioramento per quanto riguarda la lettura dati, ma implica una minima riduzione della velocità in scrittura rispetto al disco singolo. È un classico di sistema parallelo la cui affidabilità complessiva si calcola come uno meno la produttoria di uno meno l'affidabilità del singolo disco. Richiede un minimo di due dischi.
- RAID 5: semplificando garantisce un incremento di ridondanza e parzialmente di velocità, tuttavia qualora uno dei dischi si guasti le prestazioni si riducono drasticamente. Richiede un minimo di tre dischi.
- RAID 10 (non dieci, ma 1+0): garantisce sul piano teorico un incremento di prestazioni pari a quello di un raid 0 e l'affidabilità di un raid 1. Richiede un minimo di quattro dischi.
Nota In un ambiente domestico e/o soho generalmente l'incremento di prestazioni dovute ad un raid 0 e/o 10 risulta apprezzabile solo quando si hanno a che fare con grossi file |
Per chi intendess approfondire maggiormente l'argomento può iniziare consultando wikipedia.
RAID Hardware e RAID Software
Esistono due modi per creare e gestire un volume raid: attraverso la mediazione di controller hardware dedicati oppure via software direttamente dal sistema operativo.
La prima soluzione è più costosa e richiede attenzione nello scegliere prodotti che siano effettivamente compatibili con linux, ma comporta un minor consumo di risorse macchina (per esempio un ridotto impegno della CPU).
La seconda non richiede hardware dedicato e quindi non presenta costi aggiuntivi, ma come già detto comporta un maggior consumo di risorse macchina. In debian il programma deputato a creare e gestire i volumi raid si chiama mdadm.
mdadm
Installazione
Se durante l'installazione del sistema operativo avete configurato uno o più volumi raid allora mdadm sarà già stato installato, in caso contrario:
# aptitude install mdadm
Utilizzo
Preparazione dischi
La prima cosa da sottolineare è che mdadm richiede che l'utente abbia già provveduto a creare le partizioni da mettere in raid e che ne abbia definito l'ID come "Linux raid autodect".
Supponendo di utilizzare l'utilità fdisk e di usare un disco identificato come /dev/sde
digitare da terminale:
# fdisk /dev/sde
Appena premuto 'invio' dovrebbe essere comparso il prompt di fdisk:
Command (m for help)
Premere "p" per stampare a video l'elenco delle partizioni disponibili (posto naturalmente che ce ne siano di già definite).
Approfondimenti
Sitografia
- RAID, pagina inglese di wikipedia