Old:Realizzazione di un Desktop Environment su misura: differenze tra le versioni
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Il sistema, nel caso non riconoscesse la scheda video, sceglierà di utilizzare i generici driver VESA, in modo tale da essere in grado di funzionare sostanzialmente su qualsiasi macchina. Con ogni probabilità però saranno disponibili dei driver migliori. Vista la grande varietà di hardware disponibile, questa non è la sede per ulteriori approfondimenti. Si consiglia unicamente di testare il proprio hardware sul [http://kmuto.jp/debian/hcl/ sito di Kenshi Muto], dove verrà indicato anche il miglior driver libero disponibile. | Il sistema, nel caso non riconoscesse la scheda video, sceglierà di utilizzare i generici driver VESA, in modo tale da essere in grado di funzionare sostanzialmente su qualsiasi macchina. Con ogni probabilità però saranno disponibili dei driver migliori. Vista la grande varietà di hardware disponibile, questa non è la sede per ulteriori approfondimenti. Si consiglia unicamente di testare il proprio hardware sul [http://kmuto.jp/debian/hcl/ sito di Kenshi Muto], dove verrà indicato anche il miglior driver libero disponibile. | ||
Nel caso in cui si fosse a conoscenza del driver specifico della propria scheda video (il comando <tt>lspci</tt> contenuto nel pacchetto <tt>pciutils</tt> può tornare utile allo scopo), è possibile attuare un'installazione ancora più minimale: | |||
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# aptitude install xserver-xorg-video-[...] xinit x11-xserver-utils | |||
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Versione delle 15:07, 13 nov 2009
Attenzione: questo articolo è ancora incompleto e in fase di scrittura da parte del suo autore.
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Introduzione
L'obiettivo di questa guida è quello di permettere di realizzare un Desktop Environment altamente personalizzato e tagliato su misura attorno alle esigenze dell'utente.
Sono molte infatti le situazioni in cui l'utenza non rinuncia all'utilizzo di sistemi operativi e software proprietari unicamente per il motivo che su un nuovo ambiente si trova del tutto disorientata.
Le alternative che, ad esempio, un datore di lavoro può valutare nel caso in cui volesse forzare la migrazione cercando nel contempo di minimizzare i traumi, sono sostanzialmente due:
- installare un clone pressoché perfetto del sistema a cui l'utente è abituato (ad esempio Vixta o Famelix GNU/Linux);
- fornire un prodotto "sartoriale" costruito attorno alle reali esigenze.
Adottando questa seconda impostazione si può ottenere un ambiente di lavoro estremamente ottimizzato; inoltre saranno assenti tutti quegli strumenti superflui (in quanto non strettamente necessari alle attività specifiche per le quali il pc è destinato) che non hanno altro effetto se non quello di disorientare il nuovo utente. L'utilizzatore non avrà alcuna funzione amministrativa, neppure del suo ambiente di lavoro: dovrà unicamente usare ciò che troverà predisposto ed eventualmente suggerire migliorie (funzionali o anche solo visive) all'amministratore. In questo modo si semplifica notevolmente l'ambiente di lavoro, riducendo in modo sostanziale il numero di menu necessari.
Al contempo si vuole ottenere anche un ambiente esteticamente molto bello, in modo da incuriosire l'utilizzatore e non fargli rimpiangere il sistema operativo abbandonato. Le risorse hardware oggigiorno difficilmente sono infatti un fattore limitante.
Viste le esigenze, si è scelto di basare la costruzione del nostro Desktop Environment sul window manager FVWM.
Prima di iniziare
Prima di buttarsi sul pc a smanettare, è importante avere bene in mente l'obiettivo da perseguire.
Occorre immedesimarsi nell'utilizzatore finale: potrebbe essere utile osservare l'utente all'opera, prendendo appunti su quali siano le applicazioni che usa abitualmente e su come si muove abitualmente. Sarà inoltre nostro compito trovare delle alternative dalle funzionalità simili, nel caso che i programmi attualmente in uso non esistano per Linux.
Successivamente, sempre su carta, è importante abbozzare quali potrebbero essere le caratteristiche per rendere funzionale l'interfaccia, e come realizzarle.
Debian
Il primo passo è ovviamente quello di installare il nostro sistema operativo. Immaginando un utilizzo per lo più lavorativo, abbiamo scelto di installare il ramo stabile (Debian 4.0 "Etch"). Il consiglio è di creare una partizione /home/ separata e di installare solo un sistema minimale lasciando selezionato unicamente il metapacchetto "Sistema standard".
A questo punto è possibile aggiungere alcuni pacchetti non inclusi in questa installazione:
# aptitude update # aptitude purge vim-tiny # aptitude install vim ntp ssh
Infine è consigliabile aggiornare tutti i pacchetti:
# aptitude upgrade
Nel caso in cui qualche pacchetto non venga aggiornato (ad esempio il kernel):
# aptitude dist-upgrade
Riavviamo e controlliamo che tutto funzioni regolarmente.
Server grafico
Installazione
Una volta sicuri che il sistema sia installato e configurato correttamente, possiamo installare il server grafico:
# aptitude install xorg
Il sistema, nel caso non riconoscesse la scheda video, sceglierà di utilizzare i generici driver VESA, in modo tale da essere in grado di funzionare sostanzialmente su qualsiasi macchina. Con ogni probabilità però saranno disponibili dei driver migliori. Vista la grande varietà di hardware disponibile, questa non è la sede per ulteriori approfondimenti. Si consiglia unicamente di testare il proprio hardware sul sito di Kenshi Muto, dove verrà indicato anche il miglior driver libero disponibile.
Nel caso in cui si fosse a conoscenza del driver specifico della propria scheda video (il comando lspci contenuto nel pacchetto pciutils può tornare utile allo scopo), è possibile attuare un'installazione ancora più minimale:
# aptitude install xserver-xorg-video-[...] xinit x11-xserver-utils
dove, al posto di [...] va messa la parte finale del nome del pacchetto contenente il nostro driver.
Test
Proviamo ad avviare il server grafico:
$ startx
Dovrebbe visualizzarsi una finestra di xterm.
Proviamo a verificare che la risoluzione video sia corretta avviando un programma grafico un po' più impegnativo, ad esempio Iceweasel:
# aptitude install iceweasel-l10n-it # exit $ startx
Dentro alla finestra di xterm digitiamo dunque
$ iceweasel
Window manager
Installazione
L'installazione di FVWM è semplicissima: è sufficiente un banale
# aptitude install fvwm
Ora, avviando startx, dovremmo automaticamente entrare in FVWM. Bisogna ancora configurare tutto; per adesso avremo a disposizione solo:
- un unico menu accessibile tramite un click sulla superficie vuota:
- 9 desktop virtuali (3 in orizzontale per 3 in verticale) raggiungibili spingendo il puntatore del mouse oltre il bordo della pagina.
Tramite il menu possiamo lanciare xterm, riavviare o chiudere FVWM oppure avviare due diverse configurazioni guidate.
Configurazione
Si tratta sostanzialmente di creare uno o più file di testo.
È consigliabile mettere tutto in una cartella di nome .fvwm, da inserire nella propria home.
Se non si ha già pronta una configurazione, potrebbe essere una buona idea creare un file .fvwm2rc attraverso la procedura guidata ("Setup Form"), stamparlo
$ lp ~/.fvwm/.fvwm2rc
studiarlo e poi andare a modificarlo secondo le proprie esigenze.
Da provare
- wbar, una dock bar
Riferimenti
Autore: Stemby