Old:OpenMosix: differenze tra le versioni

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==Introduzione==
=== Prerequisiti===


Uno dei punti pi� delicati e difficili nella creazione della propria versione del kernel Linux � quello di determinare esattamente quali driver e quali opzioni di configurazione sono richiesti per il corretto funzionamento dalla macchina su cui viene installato.
Per affrontare la costruzione di un cluster si dovrà sapere installare e configurare correttamente un sistema Debian/Linux, ricompilare un Kernel e avere buone conoscenze di networking.
Questo capitolo guider� il lettore attraverso questo processo di selezione e scelta dei driver corretti.


==Usare un kernel di una distribuzione==
=== Brevi accenni al clustering ===


Uno dei metodi pi� semplici, per determinare quali moduli siano necessari, � quello di partire dalla configurazione che viene installata dal pacchetto del kernel della distribuzione che si sta usando. � infatti molto pi� semplice determinare di quali driver si ha bisogno basandosi su quelli installati in un sistema in funzione, in cui i driver corretti sono gi� associati all'hardware in utilizzo.
Un cluster (letteralmente grappolo) è un insieme di unità indipendenti di calcolo (es. PC) che cooperano per la soluzione di un problema comune.
Le varie unità di calcolo sono connesse tra loro tramite un mezzo di comunicazione e il calcolo viene distribuito in maniera differente in base a come è stato creato il cluster.


Se invece si sta personalizzando un kernel per una macchina sulla quale non � installata una distribuzione Linux, allora conviene partire dalla versione LiveCD di una distribuzione. Questo consente all'utente di far partire Linux sulla macchina in oggetto e di determinare in maniera semplice le opzioni di configurazione del kernel e che consentono il funzionamento ottimale della macchina stessa.
In questa guida si tratterà solo di una parte del calcolo distribuito, quella più "casalinga", ricordando però che esistono altre soluzioni molto più performanti e dedicate.


===Dove si trova la configurazione del kernel?===
OpenMosix svolge un tipo di distribuzione del calcolo molto semplice e trasparente per l'utente.
Esso si occupa di dividere in maniera equa i processi tra tutti i nodi che cooperano, funziona molto bene con i programmi che svolgono un lavoro non sequenziale ma che dividono il lavoro in parti (fork).


Quasi tutte le distribuzioni forniscono il file di configurazione nello stesso pacchetto del kernel. Si consiglia di leggere la documentazione relativa alla distribuzione stessa per sapere dove viene installato il file di configurazione. Solitamente si trova da qualche parte in una sotto-directory di <tt>/usr/src/linux/</tt>.
Un esempio di operazione che viene distribuita bene è la ricompilazione del kernel o il rendering di immagini.


{{Box|Nota per Debian (NdT)|In debian il file di configurazione di ogni kernel installato si trova in <tt>/boot/</tt> ed ha come nome <tt>config-''versione''</tt>.}}
=== Scenario === 
Lo scenario tipico in cui si usa OpenMosix è una serie di PC collegati tra loro tramite una connessione ethernet.
Non importa che i PC siano tutti uguali, in quanto si occuperà il sistema di decidere se un processo deve essere distribuito tra i nodi oppure no.


Se avete difficolt� a trovare la configurazione del kernel, allora guardate nel kernel stesso. I kernel di molte distribuzioni sono compilati in modo da includere il file di configurazione dentro il filesystem <tt>/proc</tt>. Per verificare se questo � il vostro caso, digitate:
== Installazione ==
OpenMosix lavora tra il livello userspace e il livello kernelspace, per la costruzione si deve patchare e ricompilare il kernel.


<pre>
===Patch del kernel===
$ ls /proc/config.gz
*Scaricare il kernel 2.4.26:
/proc/config.gz
<pre># wget http://www.kernel.org/pub/linux/kernel/v2.4/linux-2.4.6.tar.bz2</pre>
</pre>
*Scompattarlo in <code>/usr/src</code>:
 
<pre># mv kernel-2.4.26.tar.bz /usr/src
Se il file ''/proc/config.gz'' � presente, allora copiatelo nella directory del sorgente kernel ed estraetelo:
# cd /usr/src
 
# tar xfvj linux-2.4.26.tar.bz</pre>
<pre>
*Creare un link simbolico come segue:
$ cp /proc/config.gz -/linux/
<pre># ln -s linux-2.4.26 linux-openmosix</pre>
$ cd -/linux
*Spostarsi nella directory <code>/usr/src</code> e scaricare la patch Openmosix :
$ gzip -dv config.gz
<pre># wget http://switch.dl.sourceforge.net/sourceforge/openmosix/openMosix-2.4.26-1.bz2 </pre>
config.gz:      74.9% - - replaced with config
*Patchare il kernel:
</pre>
<pre># bzcat openMosix-2.4.26-1.bz2 | patch -Np1</pre>
 
*Ricompilare il kernel attivando le voci relative ad Openmosix.
Copiate questo file di configurazione nella vostra directory del kernel e rinominatelo in ''.config''.
Ora potrete utilizzare questo file come base di partenza nella personalizzazione della configurazione del kernel cos� come descritto nel [[LKN:_Configurare_e_Compilare|Capitolo 4]].
 
Usando questo file di configurazione si dovrebbe ottenere sempre un file immagine del kernel (un ''kernel ricompilato'', NdT) funzionante sulla propria macchina.
Lo svantaggio di questa immagine � che verranno compilati quasi tutti i moduli e driver presenti nei sorgenti del kernel. Ci� non � quasi mai necessario per una singola macchina, quindi sarebbe meglio disabilitare tutti i driver e le opzioni non necessarie. Si raccomanda di disabilitare solo quelle opzioni che si � sicuri non serviranno, poich� ci sono parti del sistema che richiedono l'abilitazione di certe opzioni.
 
===Determinare quali moduli siano necessari===
Usando il file di configurazione fornito dalla vostra distribuzione il tempo richiesto per la compilazione del kernel � molto lungo poich� tutti i possibili driver vengono abilitati. Si dovrebbe cercare di abilitare solo i driver per l'hardware presente nel sistema, cos� da ridurre i tempi di compilazione del kernel. Inoltre, compilando ''staticamente'' (invece che come moduli) alcuni o tutti i driver necessari, si riduce la memoria utilizzata ed in alcune architetture si velocizza il funzionamento del sistema. Per escludere i driver dal kernel � necessario per� determinare quali moduli sono indispensabili per il funzionamento dell'hardware installato. Attraverso l'utilizzo di due esempi, cercheremo di spiegare come determinare quali driver siano indispensabili al controllo dell'hardware.
 
Le informazioni che mettono in relazione i dispositivi ai driver presenti nel kernel sono conservate in varie parti del sistema. Uno dei posti pi� importanti dove sono salvate queste informazioni � il filesystem virtuale ''sysfs''. All'avvio di Linux, ''sysfs'', dovrebbe essere montato dagli script di inizializzazione della vostra distribuzione nella directory ''/sys''. ''sysfs'' consente di dare un'occhiata a come le varie parti del kernel sono legate l'una a l'altra, questo lo si deduce grazie ai vari collegamenti simbolici (''symlink'' NdT) che puntano all'interno dell'intero filesystem.
 
In tutti gli esempi di seguito, saranno riportati i veri percorsi (''path'' NdT) di ''sysfs'' corrispondenti ad hardware specifico. La vostra macchina sar� certamente diversa, ma la posizione  relativa delle informazioni sar� la stessa. Non ci si deve allarmare se i nomi di file nel ''sysfs'' non sono i medesimi, ci� � normale e prevedibile.
 
Inoltre, la struttura interna del file di sistema ''sysfs'' subisce modifiche, a causa sia della riorganizzazione dei driver sia del fatto che gli sviluppatori del kernel trovano nuovi modi per meglio presentare in ''user space'' le strutture interne del kernel. A causa di questo, col tempo, alcuni dei ''symlink'', precedentemente menzionati in questo capitolo, possono non essere presenti. Tuttavia, le informazioni sono ancora tutte presenti, al massimo sono state un po' spostate.
 
====Esempio: Come determinare il driver di rete====
 
Uno degli elementi pi� comuni ed importanti in un sistema � la scheda di rete. � essenziale capire quale driver la controlla ed attivarlo nella configurazione in maniera da consentire un corretto funzionamento delle connessioni di rete.
 
Primo: partendo dalle connessioni di rete si risale al device PCI
<pre>$ ls /sys/class/net/
eth0  eth1  eth2  lo</pre>
 
La directory ''lo'' rappresenta il dispositivo di rete loopback, ed non � dipendente da nessun dispositivo di rete realmente installato. Invece si dovrebbe riservare particolare attenzione alle directory ''eth0'', ''eth1'' e ''eth2'', dato che si riferiscono a dispositivi realmente esistenti
 
Per determinare di quali dispositivi ci si deve occupare, si utilizza il comando ''ifconfig'':
 
<pre>$ /sbin/ifconfig -a
eth0 Link  encap:Ethernet  HWaddr 00:12:3F:65:7D:C2
inet  addr:192.168.0.13  Bcast:192.168.0.255  Mask:255.255.255.0
UP BROADCAST NOTRAILERS RUNNING MULTICAST  MTU:1500  Metric:1
RX packets:2720792 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0
TX packets:1815488 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0
collisions:0 txqueuelen:100
RX bytes:3103826486 (2960.0 Mb) TX bytes:371424066 (354.2 Mb)
Base address:0xdcc0 Memory:dfee0000-dff00000
eth1 Link  encap:UNSPEC  HWaddr 80-65-00-12-7D-C2-3F-00-00-00-00-00-00-00-00
BROADCAST MULTICAST  MTU:1500  Metric:1
RX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0
TX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0
collisions:0 txqueuelen:1000
RX bytes:0 (0.0 b) TX bytes:0 (0.0 b)
eth2 Link  encap:UNSPEC  HWaddr 00-02-3C-04-11-09-D2-BA-00-00-00-00-00-00-00
BROADCAST MULTICAST  MTU:1500  Metric:1
RX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0
TX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0
collisions:0 txqueuelen:1000
RX bytes:0 (0.0 b) TX bytes:0 (0.0 b)
lo Link  encap:Local Lookback
        inet addr:127.0.0.1  Mask:255.0.0.0
UP  LOOPBACK  RUNNING  MTU:16436  Metric:1
RX packets:60 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0
TX packets:60 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0
collisions:0 txqueuelen:1000
RX bytes:13409 (13.0 Kb) TX bytes:13409 (13.0 Kb)</pre>
 
Da questo listato si pu� riconoscere nel dispositivo di rete <tt>eth0</tt>, quello attivo e funzionante, infatti nelle righe;
 
<pre>eth0 Link  encap:Ethernet  HWaddr 00:12:3F:65:7D:C2
inet  addr:192.168.0.13  Bcast:192.168.0.255  Mask:255.255.255.0</pre>
 
Questo risultato dimostra che il dispositivo Ethernet si vede assegnato un indirizzo IP valido (<tt>inet</tt>).
 
Ora, dopo che abbiamo individuato il dispositivo <tt>eth0</tt> e ci siamo accertati di volerlo abilitare nel nostro nuovo kernel, dobbiamo individuare quale driver lo controlla. Ci� si realizza con una semplice procedura, che � quella si seguire i link nel filesystem sysfs, basta digitare un comando di una sola riga:
 
<pre>$ basename `readlink /sys/class/net/eth0/device/driver/module`
e1000</pre>
 
Il risultato mostra che il modulo <tt>e1000</tt> controlla il dispositivo di rete <tt>eth0</tt>. Il comando ''basename'' racchiude in un'unica linea di comando i seguenti passaggi:
 
: 1. Individua il symlink ''/sys/class/net/eth0/device'' contenuto all'interno della directory ''/sys/device/'', la quale contiene le informazioni relative al dispositivo che controlla ''eth0''. Fate attenzione al fatto che nelle nuove versioni del kernel la directory ''/sys/class/net/eth0'' potrebbe essere un symlink.
 
: 2. All'interno della directory che descrive il dispositivo in sysfs, c'� un symlink che punta al driver relativo a questo dispositivo. Questo symlink � nominato ''driver'', pertanto si segue questo collegamento.
 
: 3. All'interno della directory che descrive il driver in sysfs, c'� un symlink che punta al modulo che si trova all'interno del driver in oggetto. Questo symlink � chiamato <tt>module</tt>. Noi cerchiamo l'oggetto a cui punta questo symlink, per ottenerlo ci serviamo del comando ''readlink'', il quale produce un risultato simile a questo:
:<pre>$ readlink /sys/class/net/eth0/device/driver/module </pre>
:<pre> ../../../../module/e1000</pre>


: 4. Dato che a noi interessa solo il nome del modulo e ci disinteressiamo del resto del risultato ottenuto con il comando ''readlink'', tenendo solo la parte pi� a destra del risultato. Questo � appunto ci� che il comando ''basename'' realizza. Applicandolo direttamente all'intero percorso, questo comando ci ritorna quanto segue:  
===Installare OMtools===
: <pre>$ basename ../../../../module/e1000</pre>
*Scarichiamo il pacchetto e scompattiamolo:
: <pre>e1000</pre>
<pre># wget http://heanet.dl.sourceforge.net/sourceforge/openmosix/openmosix-tools-0.3.6-2.tar.gz
# mv openmosix-tools-0.3.6-2.tar.gz /opt
# tar xfvz openmosix-tools-0.3.6-2.tar.gz</pre>
*Installiamolo:
<pre># cd /opt/openmosix-tools-0.3.6-2
# ./configure && make && make install</pre>


Cos� abbiamo inserito il lungo risultato del symlink, ottenuto da ''readlink'', quale parametro nel programma ''basemane'', permettendo cos� l'intero processo di essere realizzato in una sola riga.
== Configurazione ==


Ora che abbiamo identificato il nome del modulo, si dovrebbe trovare l'opzione della configurazione del kernel che lo controlla. Si pu� cercare nei vari menu di configurazione dei dispositivi di rete oppure cercare nel codice sorgente del kernel stesso per essere sicuri di avere l'opzione giusta.
===<code>openmosix.map</code>===
Editare <code>/etc/openmosix.map</code> per indicare ad OpenMosix quali sono i nodi appartenenti alla rete che coopereranno tra loro.


Il file dovrà contenere nel primo campo il numero del nodo e poi il suo indirizzo IP o il suo nome (che dovrà essere presente in <code>/etc/hosts</code>).
L'ultimo campo sarà il numero di processori presenti in ogni macchina.
<pre>
<pre>
$ cd ~/linux/linux-2.6.17.8
1 nodo1  1
$ find -type f -name Makefile | xargs grep e1000
2 nodo2  1
./drivers/net/Makefile:obj-$(CONFIG_E1000) += e1000/
3 nodo3  1
./drivers/net/e1000/Makefile:obj-$(CONFIG_E1000) += e1000.o
4 nodo4  2
./drivers/net/e1000/Makefile:e1000-objs := e1000_main.o e1000_hw.o e1000_ethtool.o e1000_param.o
</pre>
</pre>
 
oppure
Si precisa che "e1000'', usato in questo esempio, deve essere sostituito con il nome del modulo che state analizzando.
 
La cosa che ci interessa nel risultato del precedente comando ''find'' sono le righe dove compaia il termine <tt>'''CONFIG_'''</tt>. Questa � l'opzione di configurazione che il kernel deve aver attivato per poter compilare il modulo. Nell'esempio precedente l'opzione di configurazione che c'interessa � pertanto <tt>CONFIG_E1000</tt>.
 
Adesso si dispone dell'informazione necessaria per poter configurare il kernel. Si esegue lo strumento menu di configurazione:
 
<pre>$ make menuconfig</pre>
 
Dopodich� si prema il tasto / (slash) (che ha il compito di far partire una ricerca), e si digita l'opzione di configurazione, senza la parte di testo <tt>CONFIG_</tt>. Questo processo � mostrato nella [[:Immagine:Config_search.png|figura 7-1]].
 
[[Immagine:Config_search.png|center|frame|''Figura 7-1. Ricerca in menuconfig.'']]
 
Il sistema di configurazione del kernel vi dir� ora esattamente dove selezionare l'opzione per abilitare questo modulo. Vedi [[:Immagine:Config_search_found.png|figura 7-2]].
 
[[Immagine:Config_search_found.png|center|frame|''Figura 7-2. Risultato della ricerca in menuconfig.'']]
 
Il primo elemento nella schermata mostra l'opzione che stavate cercando. Le informazioni mostrate dalla schermata vi dicono che, per attivare il modulo <tt>E1000</tt> nel kernel,  la seguente opzione di configurazione deve essere abilitata:
 
  Device Drivers
      Network device support
      [*] Network device support
          Ethernet (1000 Mbit)
      [*] Intel(R) PRO/1000 Gigabit Ethernet support
 
Questo modo di procedere funziona per ogni tipo di dispositivo attivo nel kernel.
 
====Esempio: Un dispositivo USB====
 
Come secondo esempio, esaminiamo ora un convertitore USB-seriale che � presente nel nostro sistema preso ad esempio. Attualmente il convertitore � collegato alla porta ''/dev/ttyUSB0'', pertanto si deve prendere in esame la sezione tty del ''sysfs''.
<pre>$ ls /sys/class/tty/ | grep USB
ttyUSB0</pre>
Potete ora eseguire una ricerca di questo dispositivo nel ''sysfs'' allo scopo di trovare il modulo che lo gestisce, utilizzando la stessa procedura mostrata nella sezione precedente:
 
<pre>$ basename `readlink /sys/class/tty/ttyUSB0/device/driver/module`
pl2303</pre>
Dopodich�, per poter individuare l'opzione di configurazione che si deve abilitare, si cerca nell'albero del codice sorgente del kernel:
<pre>$ cd ~/linux/linux-2.6.17.8
$ find -type f -name Makefile | xargs grep pl2303
./drivers/usb/serial/Makefile:obj-$(CONFIG_USB_SERIAL_PL2303) += pl2303.o</pre>
 
Si utilizzi lo strumento di configurazione del kernel, come indicato in [[:Immagine:Config_search_pl2303.png|figura 7-3]], per trovare l'opzione adeguata da abilitare relativa al settaggio dell'opzione CONFIG_USB_SERIAL_PL2303.
 
[[Immagine:Config_search_pl2303.png|center|frame|''Figura 7-3. Ricerca di USB_SERIAL_PL2303''.]]
 
Nel nostro caso il risultato � mostrato nella [[:Immagine:Config_search_pl2303_found.png|figura 7-4]].
 
[[Immagine:Config_search_pl2303_found.png|center|frame|''Figura 7-4. Risultato della ricerca di USB_SERIAL_PL2303'']]
 
Ci� mostra esattamente dove trovare l'opzione <tt>USB Profilic 2303 Single Port Serial Driver</tt> che � necessaria alla corretta gestione di questo dispositivo.
 
====Riassunto: Alla scoperta del dispositivo====
 
Riassumendo, ecco i vari passaggi che servono per identificare il driver funzionante di un dispositivo ad esso collegato:
: 1. Trovate la corretta classe di dispositivi in ''sysfs'' relativa al dispositivo che ci interessa. I dispositivi di rete sono elencati in ''/sys/class/net'', mentre i dispositivi tty sono elencati in ''/sys/class/tty''. Gli altri vari dispositivi si trovano in altre sotto-directory di ''/sys/class'', a seconda del tipo.
: 2. Ricercate nell'albero di ''sysfs''  il nome del modulo che controlla il dispositivo in oggetto. Lo si trova in ''/sys/class/class_name/device_name/device/driver/module'', la ricerca � agevolata se si utilizzano i comandi ''readlink'' e ''basename''.
:<pre>$ basename `readlink /sys/class/class_name/device_name/device/driver/module`</pre>
: 3. Ricercate nei file Makefile con ''find'' e ''grep'' le opzioni <tt>CONFIG_</tt> che abilitano il modulo
:<pre>$ find -type f -name Makefile | xargs grep ''module_name''</pre>
: 4. Ricercate l'opzione trovata nel sistema di configurazione del kernel, dopodich� andate dove indicato dal menu per attivare il driver in oggetto.
 
====Lasciamo che il kernel ci dica ci� di cui abbiamo bisogno====
Dopo esserci infilati nel ''sysfs'' e aver seguito i sui symlinks per ricercare passo passo i nomi dei moduli, presentiamo un semplice script che far� per noi tutto il lavoro in un modo leggermente diverso:
 
<pre>
#!/bin/bash
#
# find_all_modules.sh
#
for i in `find /sys/ -name modalias -exec cat {} \;`; do
    /sbin/modprobe --config /dev/null --show-depends $1 ;
done | rev | cut -f i -d '/' | rev | sort -u
</pre>
 
Si pu� scaricare un file d'esempio, contenente questo script, dal sito web del libro, riportato nella sezione ''Come contattarci'' che si trova nella prefazione.
 
Questo script cerca nel ''sysfs'' tutti file chiamati ''modalias''. Il file ''modalias'' contiene gli alias dei moduli e comunica al comando ''modprobe'' quali moduli debbano essere caricati per ogni dispositivo. L'alias del modulo � composto da una combinazione di: produttore del dispositivo, ID, tipo di classe ed altri identificativi univoci per il tipo di dispositivo in questione. Tutti i moduli del driver del kernel hanno una lista interna dei dispositivi che supportano, che � generata automaticamente dalla lista dei dispositivi che il driver comunica al kernel di poter supportare. Il comando ''modprobe'' ricerca tutti i dispositivi nella lista di tutti i driver e cerca di trovare una corrispondenza confrontando l'alias. Se trova una corrispondenza, allora provvede al caricamento del modulo (questa procedura � la stessa seguita dal caricamento automatico dei driver in Linux).
 
Lo script prevede l'arresto del programma ''modprobe'' prima di caricare il modulo, e visualizza a schermo solo le azioni che eseguirebbe. Questo ci d&agrave; una lista di tutti i moduli che sono necessari al controllo di tutti i dispositivi del sistema. Eseguendo una piccola pulizia della lista, ordinandola e selezionando i campi adeguati,
otteniamo il seguente risultato:
 
<pre>
$ find_all_modules.sh
8139cp.ko
8139too.koo
ehci-hcd.ko
fimware_vlass.ko
i2c-i801.ko
ieee80211.ko
ieee80211_crypt.ko
ipw2200.ko
mii.ko
mmc_core.ko
pcmcia_core.ko
rsrc_nonstatic.ko
sdhci.ko
snd-hda-codec.ko
snd-hda-intel.ko
snd-page-alloc.ko
snd-pmc.ko
snd-timer.ko
snd.ko
soundcore.ko
uhci-hcd.ko
usbcore.ko
yenta_socket.ko
</pre>
 
Questa � la lista di tutti i moduli che sono necessari alla gestione dell'hardware della macchina.
 
Lo script mostrer� probabilmente alcuni messaggi di errore che possono essere del tipo:
 
<pre>FATAL: Module pci:v00008086d00002592sv000010CFsd000012E0bc03sc00i00 not found.
FATAL: Module serio:ty01pr00id00ex00 not found.</pre>
 
Questo ci dice che non si trova un modulo che gestisce quel dispositivo. Questo non deve comunque interessare pi� di tanto, poich� alcuni dispositivi non hanno driver nel kernel che lavorino per loro.
 
==Determinare il modulo corretto partendo da zero==
Talvolta non c'� la possibilit� di avere un kernel funzionante su una macchina in modo da determinare quali moduli del kernel siano necessari per gestire l'hardware. Oppure si � aggiunto del nuovo hardware al sistema e bisogna trovare le opzioni della configurazione necessarie a farlo funzionare correttamente. Questa sezione illustrer� come determinare le opzioni di configurazione necessarie ad far funzionare l'hardware.
 
Il modo pi� semplice per capire quale driver controlla un nuovo dispositivo � quello di compilare come moduli tutti i driver di quel tipo disponibili nei sorgenti del kernel, e lasciare che il processo di avvio tramite ''udev'' associ il driver al dispositivo. Una volta fatto ci�, si dovrebbe essere in grado di risalire al driver necessario seguendo i passi descritti precedentemente, ed infine ricompilare il kernel abilitando il solo driver necessario.
 
Se invece non si vogliono compilare tutti i driver, o questo meccanismo non funziona per qualche motivo, sar� necessario un p� pi� di lavoro per individuare il driver necessario. I passi successivi sono complessi e richiedono talvolta di dover cercare nei sorgenti del kernel. Non abbiate timore di ci�, sar� solo di aiuto a comprendere meglio l'hardware ed i sorgenti del kernel.
 
I passi necessari per trovare il driver corrispondente di un dispositivo cambiano a seconda del tipo di dispositivo in questione. In questo capitolo discuteremo le due tipologie  di dispositivi pi� comuni: PCI e USB. I metodi descritti qui saranno validi anche per altri tipi di dispositivi.
 
&Egrave; inoltre molto importante per il kernel di essere in grado di trovare tutti i filesystem presenti nel sistema, ed in particolare il filesystem di root. Approfondiremop questo aspetto successivamente in [[LKN: Personalizzare un Kernel#Root filesystem|"Root filesystem"]].
 
 
===Dispositivi PCI===
I dispositivi PCI si distinguono per ''vendor ID'' e ''device ID''; ogni combinazione di  ''vendor ID'' e di ''device ID'' pu� richiedere un driver unico. Questa � la base per la ricerca mostrata in questa sezione.
 
Per questo esempio useremo un scheda di rete PCI che supporremo non funzionante con l'attuare versione del kernele in esecuzione. Questo esempio sar� diverso dalla vostra situazione, con differenti device PCI e valori ID del bus, ma i passi salienti dovrebbero essere rilevanti per ogni tipo di dispositivo PCI per il quale vogliate trovare un driver funzionante.
 
In primo luogo troviamo nel sistema il dispositivo PCI che non st� funzionando. Per ottenere una lista di tutti i dispositivi PCI usiamo il programma <code>lspci</code>. Poich� a noi interessano solo dispositivi PCI ethernet restringeremo la nostra ricerca filtrado tra i risultati solo quelli che conterranno la parola ''ethernet'' (case-insensitive):
 
<pre>
<pre>
$ /usr/sbin/lspci | grep -i ethernet
1 192.168.0.1  1
06:04.0 Ethernet controller: Realtek Semiconductor Co., Ltd. RTL-8139/
2 192.168.0.2.  2
8139C/8139C+ (rev 10)
3 192.168.0.43  1
4 192.168.0.3  1
</pre>
</pre>
==Test==
*Avviare il demone in tutti i nodi:
<pre># /etc/init.d/openmosix start</pre>


Questo � il dispositivo che vorremmo fare funzionare.
*Lanciare il contro grafico:
 
<pre># mosmon</pre>
{{Box|Nota:|Potreste anche provare a cercare in tutta la configurazione del kernel un dispositivo che corrisponde alla stringa mostrata sopra (un dispositivo della Realtek Semiconductors con nome prodotto RTL-8139/8139C/8139C+), ma questo non funziona sempre. Per questo motivo useremo la via lunga in questo capitolo.}}
Se tutto è a posto si dovrebbe vedere il grafico col nostro nodo.
 
::[[Immagine:Warning_65x68.jpg|left]] Quasi tutte le distribuzioni mettono il programma <tt>lspci</tt> in <tt>/usr/sbin/</tt>, ma alcune lo mettono in altri percorsi. Per trovare in quale posizione � stato messo digitare:
 
::<tt>$ '''which lspci'''</tt>
::<tt>/usr/sbin/lspci</tt>
 
Se state usando una distribuzione che mette ''lspci'' in una altra posizione usate il percorso corretto per il vostro caso negli esempi seguenti.
 
Le primi bit d'informazione che l'output di ''lspci'' ci mostra sono l'ID del bus PCI per questo dispositivo, <tt>06:04.0</tt>. Questo � il valore che useremo quando guarderemo nel ''sysfs'' per trovare pi� informazioni riguardo questo dispositivo.
 
Andiamo in ''sysfs'' dove tutti i dispositivi PCI sono elencati, e guardiamo i loro nomi:
 
<pre>
$ cd /sys/bus/pci/devices/
$ ls
0000:00:00.0 0000:00:1d.0  0000:00:1e.0 0000:00:1f.3 0000:06:03.3
0000:00:02.0 0000:00:1d.1  0000:00:1f.0 0000:06:03.0 0000:06:03.4
0000:00:02.1 0000:00:1d.2  0000:00:1f.1 0000:06:03.1 0000:06:04.0
0000:00:1b.0 0000:00:1d.7  0000:00:1f.2 0000:06:03.2 0000:06:05.0
</pre>
 
Il kernel numera i dispositivi PCI con un <tt>0000:</tt> iniziale che non viene mostrato nell'output di ''lspci''. Dunque, aggiungiamo un <tt>0000:</tt> al numero datoci da ''lspci'' e entriamo in quella directory:
 
  $ cd 0000:06:04.0
 
In questa directory vogliamo conoscere il valori dei file ''vendor'' e ''device''.
 
<pre>
$ cat vendor
0x10ec
$ cat device
0x8139
</pre>
 
Questi sono il ''vednor ID'' ed il ''device ID'' per questo dispositivo PCI. Il kernel usa questi valori per associare correttamente un driver ad un dispositivo.
 
===Dispositivi USB===
 
===Root filesystem===
 
 
====Controller del disco====
 
===Un aiuto dallo script===
 
 
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This is an indipendent translation of the book [http://www.kroah.com/lkn/ Linux Kernel in a Nutshell] by [http://www.kroah.com/log/ Greg Kroah-Hartman]. This translation (like the original work) is available under the terms of [http://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/ Creative Commons Attribution-ShareAlike 2.5].
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[[Categoria:Kernel]]
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|Autore=[[Utente:J3no|J3no]]
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Versione attuale delle 11:44, 25 giu 2016

Emblem-important.png Attenzione. Questa guida è obsoleta. Viene mantenuta sul Wiki solo per motivi di natura storica e didattica.


Introduzione

Prerequisiti

Per affrontare la costruzione di un cluster si dovrà sapere installare e configurare correttamente un sistema Debian/Linux, ricompilare un Kernel e avere buone conoscenze di networking.

Brevi accenni al clustering

Un cluster (letteralmente grappolo) è un insieme di unità indipendenti di calcolo (es. PC) che cooperano per la soluzione di un problema comune. Le varie unità di calcolo sono connesse tra loro tramite un mezzo di comunicazione e il calcolo viene distribuito in maniera differente in base a come è stato creato il cluster.

In questa guida si tratterà solo di una parte del calcolo distribuito, quella più "casalinga", ricordando però che esistono altre soluzioni molto più performanti e dedicate.

OpenMosix svolge un tipo di distribuzione del calcolo molto semplice e trasparente per l'utente. Esso si occupa di dividere in maniera equa i processi tra tutti i nodi che cooperano, funziona molto bene con i programmi che svolgono un lavoro non sequenziale ma che dividono il lavoro in parti (fork).

Un esempio di operazione che viene distribuita bene è la ricompilazione del kernel o il rendering di immagini.

Scenario

Lo scenario tipico in cui si usa OpenMosix è una serie di PC collegati tra loro tramite una connessione ethernet. Non importa che i PC siano tutti uguali, in quanto si occuperà il sistema di decidere se un processo deve essere distribuito tra i nodi oppure no.

Installazione

OpenMosix lavora tra il livello userspace e il livello kernelspace, per la costruzione si deve patchare e ricompilare il kernel.

Patch del kernel

  • Scaricare il kernel 2.4.26:
# wget http://www.kernel.org/pub/linux/kernel/v2.4/linux-2.4.6.tar.bz2
  • Scompattarlo in /usr/src:
# mv kernel-2.4.26.tar.bz /usr/src
# cd /usr/src
# tar xfvj linux-2.4.26.tar.bz
  • Creare un link simbolico come segue:
# ln -s linux-2.4.26 linux-openmosix
  • Spostarsi nella directory /usr/src e scaricare la patch Openmosix :
# wget http://switch.dl.sourceforge.net/sourceforge/openmosix/openMosix-2.4.26-1.bz2 
  • Patchare il kernel:
# bzcat openMosix-2.4.26-1.bz2 | patch -Np1
  • Ricompilare il kernel attivando le voci relative ad Openmosix.

Installare OMtools

  • Scarichiamo il pacchetto e scompattiamolo:
# wget http://heanet.dl.sourceforge.net/sourceforge/openmosix/openmosix-tools-0.3.6-2.tar.gz
# mv openmosix-tools-0.3.6-2.tar.gz /opt
# tar xfvz openmosix-tools-0.3.6-2.tar.gz
  • Installiamolo:
# cd /opt/openmosix-tools-0.3.6-2 
# ./configure && make && make install

Configurazione

openmosix.map

Editare /etc/openmosix.map per indicare ad OpenMosix quali sono i nodi appartenenti alla rete che coopereranno tra loro.

Il file dovrà contenere nel primo campo il numero del nodo e poi il suo indirizzo IP o il suo nome (che dovrà essere presente in /etc/hosts). L'ultimo campo sarà il numero di processori presenti in ogni macchina.

 1 nodo1  1
 2 nodo2  1
 3 nodo3  1
 4 nodo4  2

oppure

 1 192.168.0.1   1 
 2 192.168.0.2.  2
 3 192.168.0.43  1
 4 192.168.0.3   1

Test

  • Avviare il demone in tutti i nodi:
# /etc/init.d/openmosix start
  • Lanciare il contro grafico:
# mosmon

Se tutto è a posto si dovrebbe vedere il grafico col nostro nodo.




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