LVM: funzionamento: differenze tra le versioni
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Il LVM basa il proprio funzionamento sulla seguente struttura: | Il LVM basa il proprio funzionamento sulla seguente struttura: | ||
; ''Volume Group'' ('''VG'''): trattasi del più alto livello di astrazione che raggruppa in sé una collezione di Logical Volume e Physical | ; ''Volume Group'' ('''VG'''): trattasi del più alto livello di astrazione che raggruppa in sé una collezione di Logical Volume e di Physical Device. | ||
; ''Physical Device'' ('''PD'''): i nostri supporti di memorizzazione di qualsiasi tipo, | ; ''Physical Device'' ('''PD'''): sono i nostri supporti di memorizzazione e possono essere di qualsiasi tipo, sia Hard Disk, sia nastri, sia memorie solide ma anche ambienti RAID, etc. | ||
; ''Logical Volume'' ('''LV'''): l'equivalente | ; ''Logical Volume'' ('''LV'''): l'equivalente nel nostro ''LVM'' in tutto e per tutto di quella che è una partizione su un Hard Disk. L'unica piccola differenza subito evidente è l'etichetta/label (ad es. /dev/nome-''VG''/nome-''LV'' invece del canonico /dev/sda1). Come ogni normale partizione il ''LV'' può contenere un file system a nostro piacimento. | ||
; ''Logical Extend'' ('''LE'''): seppure | ; ''Logical Extend'' ('''LE'''): seppure difficilmente avremo a che farci direttamente, i ''LE'' sono i pezzetti in cui viene suddiviso il ''LV'' in modo di poterlo allocare tra i vari ''PE'' disponibili al ''VG''. | ||
; ''Physycal Extent'' ('''PE'''): ad esempio, quando vogliamo aggiungere un ''PD'' al nostro ''VG'', dobbiamo per prima cosa iniziarlo con il comando < | ; ''Physycal Extent'' ('''PE'''): ad esempio, quando vogliamo aggiungere un ''PD'' al nostro ''VG'', dobbiamo per prima cosa iniziarlo con il comando <code>pvcreate</code>. Questo comando altro non fa che dividere il supporto in tanti spazi in modo da poter poi creare una corrispondenza tra i ''LE'' ed i ''PE'' e così allocare lo spazio necessario per i ''LV''. | ||
In modo un po' stilizzato | In modo un po' stilizzato, possiamo descrivere il passaggio dal concetto di partizioni a quello di ''LV'' nel seguente modo: | ||
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Nonostante i concetti dominanti della terminologia di LVM siano 5, come descritto precedentemente, '''quelli con cui si trova più a contatto l'utente sono i primi tre: Physical Device, Volume Group e Logical Volume.''' Gli altri due sono, per così dire, concetti più di basso livello, quindi è possibile approfondirli in un secondo tempo.<br/> | |||
Come si evince dalla figura precedente, '''l'elemento innovativo (che quindi conferisce maggiore flessibilità ad LVM) è il Volume Group'''.<br/> | |||
Esso in pratica fonde i volumi fisici disponibili (partizioni varie, raid, etc.) in una specie di "massa grezza" pronta per essere manipolata al fine di creare uno o più Logical Volume.<br/> | |||
Questi ultimi, come già detto, svolgono il ruolo delle partizioni quindi sono disponibili per essere innestati nel sistema in specifici [[mountpoint]] ma in una maniera più flessibile (in termini di espandibilità e riduzione di spazio) rispetto alle partizioni tradizionali. | |||
==Per approfondire | ==Approfondimenti== | ||
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La spiegazione di come si comporta e funziona l'''LVM'' è già stata tratta nell'<u>e-zine numero 5</u> di ''debianizzati.org'' nello sviluppo dell'articolo [http://e-zine.debianizzati.org/web-zine/numero_5/?page=46|'''LVM mirror''']. Ecco a seguire [http://e-zine.debianizzati.org/web-zine/numero_5/?page=48| il riporto dell''''Introduzione teorica all'LVM''']: | |||
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|''LVM'' è l'acronimo di '''Logical Volume Manager''', ovvero di Gestore dei Volumi Logici di Linux. Ma quindi cosa sono questi ''volumi logici''?<br /> | |||
L'idea di fondo è di sostituire al concetto di partizione un diverso contenitore (il '''Logical Volume''') il quale non dipende più dalle limitate informazioni contenibili nell'[[MBR]] ma, tramite le gestione del kernel Linux, si può liberamente spostare/raggruppare/estendere da un settore all'altro di ogni disco, quasi come se fosse un file o una cartella all'interno del ''file system''.<br /> | |||
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All'atto pratico <u>la modalità di funzionamento dell'''LVM''</u> può essere riassunta nel seguente modo. L'unità principale sulla quale si basa il sistema è il '''Volume Group'''. Detto ''VG'' verrà da noi dotato di una certa capacità di memoria pari alla capacità di tutti i supporti di massa che gli assegnaremo.<br /> | |||
Tali supporti possono essere dischi SATA, PATA, USB, configurazioni RAID, SSD o quant'altro e mi riferirò ad essi come '''Physical Device'''. I ''PD'' possono anche non avere alcuna partizione, seppure si consiglia di dotarli almeno di una partizione primaria siccome altri sistemi operativi, qualora non riscontrino alcuna partizione, potrebbero inavvertitamente sovrascriverli.<br /> | |||
I ''PD'', quando sono assegnati ad un ''VG'', sono gestiti dall'''LVM'' suddividendo lo spazio disponibile su ognuno di essi tramite una suddivisione in unità fisiche ridotte (di default di qualche MB) dette '''Physical Extent'''. Per questo motivo, prima di aggiungere un ''PD'' ad un ''VG'' sarà necessario inizializzarlo proprio per creare su di esso i vari ''PE''.<br/> | |||
Quando creeremo un '''Logical Volume''' (ovvero lo spazio che useremo come "partizione") l'''LVM'' gestirà lo spazio virtuale (logico) da noi richiesto suddividendolo in tanti '''Logical Extent''' tali da permettere di distribuire ogni ''LE'', che altro non è che un pezzo del nostro ''LV'', tra i ''PD''. Questa allocazione avviene facendo corrispondere ad ogni ''LE'' un determinato ''PE'' secondo necessità.<br /> | |||
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Da tale modo di spezzettare i ''LV'' ed i ''PD'' nasce tutta la potenzialità dell'''LVM''. Infatti, quando all'interno del nostro ''VG'' creeremo un ''LV'' l'''LVM'' non sarà obbligato a distribuire lo spazio da noi richiesto tra i ''PD'' ma tra le ''PE''. Pertanto sarà possibile spostare/allargare/ridurre il ''LV'' semplicemente agendo sulla distribuzione delle ''LE'' tra i ''PE'' disponibili.<br /> | |||
Ad esempio, quando in questo articolo creeremo il nostro ''LV'' in modalità mirrored, l'''LVM'' si limiterà semplicemente a sincronizzare alcune ''PE'' di un ''PD'' con le ''PE'' del nostro secondo ''PD''. Pertanto ad ogni coppia di ''PE'' sincronizzata corrisponderà il medesimo ''LE'' (e quindi il medesimo ''LV'').<br /> | |||
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Per chi, perso tra queste sigle, volesse maggiormente approfondire segnalo alcuni utili HOWTO [http://en.wikipedia.org/wiki/Logical_volume_management (2)] [http://tldp.org/HOWTO/LVM-HOWTO/index.html (3)].<br /> | |||
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Chi è riuscito a seguire fin qui il discorso, ecco un grafico esemplificativo del funzionamento. In questo caso i ''LE'' sono omessi in quanto corrispondono 1:1 ai ''PE'', ovviamente se vi ci fosse un ''mirror'' la corrispondenza tra ''LE'' e ''PE'' sarebbe 1:2 (un ''LV'' fa riferimento a due diversi spazi sui ''PD''). Infine si osservi il ''LV'' /home, quest'ultimo è in modalità ''striped'' ovvero è in parte sul primo ''PD'' ed in parte sul secondo ''PD''.<br /> | |||
[[immagine:500px-LVM1.svg.png]] | |||
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[[Categoria:Filesystem]][[Categoria:Hard Disk]] |
Versione attuale delle 12:53, 7 apr 2014
Guida all'LVM |
Sommario |
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In questa sezione sono introdotti i principi elementi che compongo l'LVM ed è introdotto il funzionamento dello stesso.
La struttura base dell'LVM
Il LVM basa il proprio funzionamento sulla seguente struttura:
- Volume Group (VG)
- trattasi del più alto livello di astrazione che raggruppa in sé una collezione di Logical Volume e di Physical Device.
- Physical Device (PD)
- sono i nostri supporti di memorizzazione e possono essere di qualsiasi tipo, sia Hard Disk, sia nastri, sia memorie solide ma anche ambienti RAID, etc.
- Logical Volume (LV)
- l'equivalente nel nostro LVM in tutto e per tutto di quella che è una partizione su un Hard Disk. L'unica piccola differenza subito evidente è l'etichetta/label (ad es. /dev/nome-VG/nome-LV invece del canonico /dev/sda1). Come ogni normale partizione il LV può contenere un file system a nostro piacimento.
- Logical Extend (LE)
- seppure difficilmente avremo a che farci direttamente, i LE sono i pezzetti in cui viene suddiviso il LV in modo di poterlo allocare tra i vari PE disponibili al VG.
- Physycal Extent (PE)
- ad esempio, quando vogliamo aggiungere un PD al nostro VG, dobbiamo per prima cosa iniziarlo con il comando
pvcreate
. Questo comando altro non fa che dividere il supporto in tanti spazi in modo da poter poi creare una corrispondenza tra i LE ed i PE e così allocare lo spazio necessario per i LV.
In modo un po' stilizzato, possiamo descrivere il passaggio dal concetto di partizioni a quello di LV nel seguente modo:
hd1 sda2 (Physical Device - partizioni) \ / \ / server1 (Volume Group) / | \ / | \ / | \ Home Root Dati (Logical Volume)
In definitiva:
Nonostante i concetti dominanti della terminologia di LVM siano 5, come descritto precedentemente, quelli con cui si trova più a contatto l'utente sono i primi tre: Physical Device, Volume Group e Logical Volume. Gli altri due sono, per così dire, concetti più di basso livello, quindi è possibile approfondirli in un secondo tempo.
Come si evince dalla figura precedente, l'elemento innovativo (che quindi conferisce maggiore flessibilità ad LVM) è il Volume Group.
Esso in pratica fonde i volumi fisici disponibili (partizioni varie, raid, etc.) in una specie di "massa grezza" pronta per essere manipolata al fine di creare uno o più Logical Volume.
Questi ultimi, come già detto, svolgono il ruolo delle partizioni quindi sono disponibili per essere innestati nel sistema in specifici mountpoint ma in una maniera più flessibile (in termini di espandibilità e riduzione di spazio) rispetto alle partizioni tradizionali.
Approfondimenti
La prima e-zine italiana sul mondo Debian |
La spiegazione di come si comporta e funziona l'LVM è già stata tratta nell'e-zine numero 5 di debianizzati.org nello sviluppo dell'articolo LVM mirror. Ecco a seguire il riporto dell'Introduzione teorica all'LVM:
LVM è l'acronimo di Logical Volume Manager, ovvero di Gestore dei Volumi Logici di Linux. Ma quindi cosa sono questi volumi logici? L'idea di fondo è di sostituire al concetto di partizione un diverso contenitore (il Logical Volume) il quale non dipende più dalle limitate informazioni contenibili nell'MBR ma, tramite le gestione del kernel Linux, si può liberamente spostare/raggruppare/estendere da un settore all'altro di ogni disco, quasi come se fosse un file o una cartella all'interno del file system. |