Fail2ban: differenze tra le versioni
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Versione delle 11:21, 17 giu 2008
Fail2ban (Sito ufficiale) è un software che è nato per permettere di bloccare gli host che stanno tentando di effettuare un attacco di brute force via ssh.
Questo genere di attacco si basa su continui tentativi di accesso, provando o l'username root con password probabili (come password, root, toor e così via..) oppure tramite coppie di username/password conosciute (create, ad esempio, da malware o da rootkit...).
Con le ultime versioni, però, si è ampliato ed è in grado di coprire svariati servizi (che andranno, però, configurati manualmente), come ad esempio apache, vsftpd, postfix, etc...
Il funzionamento
Il funzionamento è semplice: il software si occupa di effettuare il parsing di alcuni file di log (nel caso di ssh, /var/log/auth.log) che contengono le informazioni relative agli accessi falliti. Se vengono contati un numero di tentativi maggiori ad una soglia, l'indirizzo IP viene bloccato per un tempo impostato e non potrà più accedere al servizio in ascolto su quella porta (ma potrà ancora accedere a quelli sulle altre, cosa molto importante nel caso di indirizzi IP condivisi, come avviene per Fastweb o all'interno delle reti aziendali).
Installazione
L'installazione è semplice:
# apt-get install fail2ban
Configurazione
Il file di configurazione è /etc/fail2ban/jail.local e contiene i parametri necessari al funzionamento del software
Il file di configurazione è diviso per sezioni: Ogni sezione inizia ha una struttura simile a:
[nomesezione] parametro = valore parametro2 = valore parametro3 = valore
Ogni sezione, quindi, identificherà un controllo da eseguire. Fa eccezione la prima: [DEFAULT], in quanto contiene i valori di default che verranno usati nelle sezioni successive; ovviamente potranno essere ridefiniti per adattarli ai propri gusti.
I Parametri
I parametri più importanti sono:
- ignoreip = 127.0.0.1
- permette di indicare un elenco di ip su cui non verrà fatto il controllo. Utile per non tagliare fuori accidentalmente l'ufficio
- bantime = 600
- il tempo, in secondi, per cui un host verrà bannato
- maxretry = 3
- il numero massimo di tentativi dopo cui effettuare il ban dell'host
- destemail = root@localhost
- l'indirizzo e-mail a cui inviare la mail di notifica
- action = iptables[name=%(__name__)s, port=%(port)s]
- l'azione da prendere. Quella di default blocca semplicemente l'accesso alla porta del servizio all'ip che ha sforato il numero di tentativi massimo.
- enabled = true
- abilita i controlli all'interno della sezione
- port = ssh
- indica la porta da bloccare
- filter = sshd
- indica il filtro da utilizzare (contenuto all'interno della directory /etc/fail2ban/filter.d )
- logpath = /var/log/auth.log
- il file contenente il log da controllare
Esempi di Azioni
Filtraggio semplice
Questa azione applica semplicemente un filtro in modo che l'host che ha effettuato un numero di tentativi maggiori di quello definito viene fermato.
action = iptables[name=%(__name__)s, port=%(port)s]
Filtraggio con Notifica
Questa regola amplia quella precedente, in quanto manda una mail contenente l'ip ed il whois dell'ip dell'host che ha fatto scattare l'allarme
action = iptables[name=%(__name__)s, port=%(port)s] mail-whois[name=%(__name__)s, dest=%(destemail)s]
Filtraggio con Notifica Avanzata
Come prima, ma in aggiunta sono presenti anche le linee del file di log che hanno fatto scattare l'allarme.
action = iptables[name=%(__name__)s, port=%(port)s] mail-whois-lines[name=%(__name__)s, dest=%(destemail)s, logpath=%(logpath)s]
Conclusioni
Una volta installato, il software è automaticamente attivo, e gira in background come servizio. In caso di modifica del file di configurazione, è necessario effettuare un restart del servizio tramite il comando
# /etc/init.d/fail2ban restart