Ssh e autenticazione tramite chiavi

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Introduzione

Quando ci si deve connettere molto spesso ad un server (o a molti server) tramite SSH, può essere tedioso dover inserire ogni volta la password.

Un modo sicuro per aggirare questo problema è basato sull'autenticazione tramite una coppia di chiavi (privata e pubblica).

Il concetto alla base di questo sistema di autenticazione è semplice: si demanda il compito di verificare i dati di autenticazione direttamente alle chiavi ssh, rimuovendo la richiesta della password (meno volte viene digitata, più è difficile che qualche utente male intenzionato la riesca a capire) che viene, eventualmente, sostituita dalla richiesta di una passphrase di sblocco della chiave.

Configurazione

Generazione delle chiavi

Per poter gestire questo processo di autenticazione è necessario generare una coppia di chiavi (pubblica e privata). Il comando è semplice:

$ ssh-keygen -t dsa -b 1024 

dove -b rappresenta la lunghezza della chiave e -t viene usato per indicare il tipo di chiave. I possibili valori sono:

rsa1
per la versione 1 del protocollo (altamente sconsigliata);
rsa o dsa
per la versione 2 del protocollo.

Durante la generazione delle chiavi ci viene chiesto dove salvarle (normalmente è ~/.ssh/id_dsa): il valore di default va bene

Per quanto riguarda la passphrase richiesta, sempre durante la generazione delle chiavi, ci sono due opzioni, entrambe con pregi e difetti:

  • inserire una passphrase: dal punto di vista della sicurezza, è ottimo; dal punto di vista pratico, però, si è di fronte al problema che è necessario inserirla ad ogni connessione (nel caso di più host, comunque, rappresenterebbe un sistema molto comodo di accesso tramite la stessa passphrase, invece di una password diversa per ogni host)
  • inserire una passphrase vuota: dal punto di vista della sicurezza lascia un po' a desiderare, in quanto il furto della chiave permetterebbe l'accesso incondizionato agli host; dal punto di vista pratico, invece, è comodissimo, in quanto slega l'accesso alla macchina remota dalla richiesta di password.

Copia manuale della chiave pubblica

La chiave privata, come illustrato nel funzionamento, viene utilizzato dal computer che richiede la connessione (client), mentre quella pubblica deve essere salvata sul computer al quale connettersi (server).

Prendiamo, ad esempio, la seguente chiave pubblica (contenuta nel file ~/.ssh/id_dsa.pub presente sul client):

ssh-dss AAAAB3NzaC1kc3MAAACBAPe/PbwWkXR7qI8hcbxLRUS0/fIul0eUiSvu/hnXZXZDIZjVi1VlIbipff6n7Z6vF0hJRg6l
[cut]
gjLLTka0/QF8SP4JYFKs0Iasdju6y1slmx9IdzQt+hvMqF2+PPchCWcyBP3S5Zje4T6Az1MgrvuwCXIW6oUZXCA== user@comp

Copiamo il contenuto nel file ~/.ssh/authorized_keys presente sul server, nella home relativa all'utente usato su quella macchina e salviamo il file.

Aggiornate il file /etc/ssh/sshd_config e settate il campo HostbasedAuthentication a yes (solo per SSH2).

Info.png Consiglio:
se non volete permettere il login tramite password, ma solo attraverso public key, settate l'opzione PasswordAuthentication a no. Da non usare se avete utilizzato una passphrase nella generazione della chiave.


Copia automatica della chiave pubblica

Alternativamente, è possibile usare lo script ssh-copy-id in questo modo dal client:

$ ssh-copy-id -i ~/.ssh/id_dsa.pub  utente@server

oppure ancora utilizzando scp:

$ scp -P <porta> ~/.ssh/id_dsa.pub <username>@<ip del server>:~/.ssh/ authorized_keys

Test di funzionamento

Se tutto è stato eseguito correttamente, sarà possibile connettersi al server tramite un semplice:

$ ssh utente@server

Se è stata inserita, durante la generazione delle chiavi, una passphrase, sarà necessario usarla per completare il processo di autenticazione, altrimenti apparirà direttamente il prompt della macchina remota.

Approfondimenti