Pulire Debian: differenze tra le versioni

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=Premessa=
{{Versioni compatibili|Wheezy|Jessie|Stretch|Testing_2016|Unstable_2016}}
== Introduzione ==
Dopo qualche mese di utilizzo di una Linux box, spesso si notano dei sostanziali rallentamenti.
Magari abbiamo passato questi periodi installando e disinstallando applicazioni, provando programmi e configurazioni ed il sistema risente un po' di queste 'esperienze'.
In questo HowTo vedremo di analizzare una soluzione molto comoda (sicuramente molto di più di quella classica di formattare e ricominciare da capo) per rimettere in sesto la nostra amata Debian.


Questa guida � stata testata su Debian Sarge // kernel 2.6.9 e una fotocamera Benq DC C40, ma dovrebbe funzionare con moltissimi altri modelli e anche con kernels della serie 2.4.x (addiritura 2.2.x ... ).
== Prevenire è meglio che curare ==
Ho deciso di scrivere qualche riga sul metodo da me usato principalmente a causa della mancanza di supporto da parte del produttore dell' hardware, ma anche per dare uan forma semplice e sintetica alla gran mole di materiale reperibile su internet.
Penso che sia una cosa certa: poter lavorare su un sistema 'pulito' e 'pulibile' è sicuramente più comodo e divertente che su uno 'sporco' e mal gestito, soprattutto quando si tratta di pulizia o di interventi sul sistema!
Iniziamo con la rassegna di applicazioni utili.


Buona lettura e ... happy hacking!
== CheckInstall: deb da sorgenti ==
Checkinstall è una utilità che permette di creare dei pacchetti Debian partendo da sorgenti.<br/>
Attenzione, però: non sono pacchetti completi, ma semplicemente aiutano a tenere traccia dei file installati dal programma, facilitando l'aggiornamento e la rimozione dello stesso.


=Da notare=
Iniziamo con l'installazione. Con [[privilegi di amministrazione]] è sufficiente:
<pre>
# apt-get install checkinstall
</pre>
 
L'utilizzo è molto semplice ed intuitivo: la configurazione dei sorgenti (<code>./configure --some-options</code>) e la compilazione (<code>make</code>) devono venir svolte, mentre il comando
<pre>
# make install
</pre>
 
deve essere sostituito da:
<pre>
# checkinstall
</pre>
 
Ed il gioco è fatto!
Durante l'esecuzione del programma verranno poste alcune domande, ad esempio il tipo di pacchetto (il programma permette di creare pacchetti deb, rpm, tgz (usati da Slackware)).
Sono disponibili, opzionalmente, le seguenti direttive (anche se non mi è mai capitato di doverne fare uso):
 
; <code>-y, --default</code>: accetta i valori di default (modalità non interattiva)
; <code>--pkgname=name</code>: imposta il nome del pacchetto
; <code>--pkgversion=version</code>: imposta la versione
; <code>-A, --arch, --pkgarch=arch</code>: imposta l'architettura
; <code>--pkgrelease=release</code>: imposta la release version
; <code>--pkggroup=group</code>: imposta il gruppo a cui il pacchetto deve appartenere (doc, games, net, ecc)
; <code>--pakdir=directory</code>: dove salvare il pacchetto
; <code>--maintainer=email_addr</code>: il maintainer del pacchetto
; <code>--dpkgflags=flags</code>: eventuali flag da passare a dpkg
; <code>--bk</code>: esegue un backup dei file che verranno sovrascritti
 
Una volta completato il processo, il pacchetto verrà automaticamente installato.
 
{{Box|Nota Bene|Nel file di controllo del pacchetto non vengono segnate eventuali dipendenze, sostituzioni e/o conflitti, in quanto lo scopo di checkinstall è quello di tenere traccia dei file generati, e non di creare un pacchetto Debian ufficiale. Per questo motivo il pacchetto così creato non va redistribuito ma semplicemente utilizzato per uso personale!}}
 
Questa è la premessa per poter avere un sistema pulito, senza file 'orfani' che gironzolano per il sistema.
 
== Debfoster ==
<pre>
# apt-get install debfoster
</pre>
 
Lo scopo di questo programma è di mostrare i pacchetti che non sono installati come dipendenze.
Una volta individuato uno di questi pacchetti, verrà mostrata una lista con indicati i pacchetti 'bloccati' da questo.


Una fotocamera digitale pu� essere vista da GNU/Linux, a seconda del modello, come un generico dispositivo di mass storage (come una chiavetta usb o un hd esterno) oppure come una vera e propria fotocamera digitale alla quale � possibile accedere tramite la libreria libgphoto.
Output d'esempio:
A seconda del modello, la vostra fotocamera digitale potr� essere usata in uno solo dei due modi oppure (pi� raramente) in entrambi i modi.
<pre>
Qualora sia possibile scegliere, consiglio di usare la soluzione con libgphoto perch� in questo caso grazie a software specifici per fotocamere sar� possibile effettuare molto pi� facilmente operazioni di catalogazione ed archiviazione delle fotografie.
libxml-libxml-perl is keeping the following 3 packages installed:
Per ulteriori informazioni vi rimando alla guida in merito scritta da The_Noise: [[Usare Fotocamere Digitali]]
libxml-libxml-common-perl libxml-namespacesupport-perl libxml-sax-perl
Keep libxml-libxml-perl? [Ynpsiuqx?], [H]elp:</pre>


=Prerequisiti=
Ora possiamo scegliere cosa fare:


Prima di tutto avrete bisogno di un kernel con:
; <code>Y</code>: mantiene il pacchetto installato
* supporto generico USB per il vostro chipset;
; <code>n</code>: rimuove il pacchetto segnalato
''(questo � talmente ovvio da non aver bisogno di spiegazioni)''
; <code>p</code>: rimuove il pacchetto segnalato e tutti i pacchetti da lui trattenuti
* supporto USB Mass Storage;
; <code>s</code>: salta la domanda
''(questo driver permette di accedere alle periferiche di archiviazione di massa attraverso il bus USB.)''
; <code>i</code>: visualizza informazioni sul pacchetto
* supporto SCSI;
; <code>?</code>: uguale a <code>'''i'''</code>
''(vedi punto successivo)''
; <code>u</code>: ripropone la domanda precedente
* supporto generico dischi SCSI
; <code>q</code>: esce senza apportare alcuna modifica
''(avremo bisogno di questo driver per accedere alla periferica USB - la memoria della fotocamera - come se fosse un vero e proprio disco fisso)''
; <code>x</code>: esce e rimuove i pacchetti selezionati
; <code>h</code>: visualizza la guida ai comandi


Caricate i moduli se non lo sono o mettete mano al vostro kernel e proseguiamo.
Che dire: uno strumento veramente potente!
 
Quando si procede alla pulizia con questo programma, però, è bene fare attenzione ad alcune cose, che potrebbero generare non pochi problemi:
* tutte le informazioni mostrate non prendono in considerazione eventuali programmi compilati da sorgenti (con il classico <code>make install</code> o anche con <code>checkinstall</code>);
* leggere con attenzione le librerie elencate come 'bloccate', in quanto qualche volta potrebbe essere indicata, per esempio, una libreria di sviluppo non necessaria all'esecuzione di altri programmi, ma indispensabile per la compilazione (''libncurses5-dev'', ad esempio).
 
== Deborphan ==
<pre>
# apt-get install deborphan
</pre>


=Installazione=
Questo programma, genera una lista di pacchetti 'orfani'.
Per pacchetti 'orfani' indichiamo quelle librerie che non sono più necessarie, in quanto nessun pacchetto installato le indica come dipendenza.


===USB Storage===
{{Warningbox|Se si hanno programmi compilati da sorgente (in modo classico o con <code>checkinstall</code>) le dipendenze di quei pacchetti non saranno controllate, e si potrebbe incorrere in problemi di esecuzione di questi programmi!}}
Collegate il cavo USB al vostro PC, accendete la fotocamera e solo a questo punto collegatela al computer. Vi consiglio di eseguire questa operazione da un terminale, e non da una sessione di X. Questo per vedere pi� agevolmente i messaggi di debug.
Altro modo � quello di controllare il log messages (attenzione, la connessione USB genera un gran flusso di linee).
Di seguito ecco un esempio di quello che potete aspettarvi di leggere se tutto � andato bene:


Per visualizzare una lista dei pacchetti 'orfani', è sufficiente lanciare il seguente comando:
<pre>
<pre>
gandalf:~# tail -f /var/log/messages
$ deborphan
Nov 11 02:47:53 gandalf kernel: usb 1-1: new full speed USB device using address 13
Nov 11 02:47:53 gandalf kernel: scsi11 : SCSI emulation for USB Mass Storage devices
Nov 11 02:47:53 gandalf kernel: Vendor: Model: DSC Rev: 1.00
Nov 11 02:47:53 gandalf kernel: Type: Direct-Access ANSI SCSI revision: 02
Nov 11 02:47:53 gandalf kernel: SCSI device sda: 32768 512-byte hdwr sectors (17 MB)
Nov 11 02:47:54 gandalf kernel: sda: assuming Write Enabled
Nov 11 02:47:54 gandalf kernel: sda:<7>usb-storage: queuecommand called
Nov 11 02:47:54 gandalf kernel: sda1
Nov 11 02:47:54 gandalf kernel: Attached scsi removable disk sda at scsi11, channel 0, id 0, lun 0
Nov 11 02:47:54 gandalf kernel: Attached scsi generic sg0 at scsi11, channel 0, id 0, lun 0, type 0
Nov 11 02:47:54 gandalf scsi.agent[22145]: disk at /devices/pci0000:00/0000:00:07.2/usb1/1-1/1-1:1.0/host11/11:0:0:0
</pre>
</pre>


Possiamo subito notare una cosa interessanti, e che far� comodo in seguito: alla nostra fotocamera � stato assegnato il device sda1. In caso abbiate delle periferiche SCSI effettivamente collegate al PC, avrete un messaggio diverso.
Di default, Deborphan ricerca i pacchetti 'orfani' solo tra le librerie; in tal senso un'opzione interessante da passare al comando è <code>'''--libdev'''</code>, che genera una lista delle librerie di sviluppo (quelle che finiscono con <code>-dev</code>) non necessarie.
 
Per ottenere invece un elenco che comprenda altri tipi di pacchetti è necessario lanciare il comando con l'opzione <code>'''--guess-foo'''</code> sostituendo a <code>foo</code> una tra le seguenti:
* <code>common</code>: cerca i pacchetti il cui nome termina in "-common";
* <code>data</code>: effettua la ricerca tra i pacchetti di dati;
* <code>debug</code>: effettua la ricerca tra le librerie di debug;
* <code>dev</code>: effettua la ricerca tra le librerie di sviluppo (simile all'opzione <code>--libdevel</code>);
* <code>doc</code>: effettua la ricerca nei pacchetti della documentazione;
* <code>dummy</code>: effettua la ricerca nei pacchetti che contengono il termine "dummy" o "transitional" nella loro descrizione breve;
* <code>kernel</code>: effettua la ricerca sui moduli del kernel;
* <code>interpreters</code>: ricerca tutti i moduli di interpretazione.


Possiamo subito provare se la nostra fotocamera � accessibile provando semplicemente a montarne il filesystem:
Altre parole chiave da inserire insieme all'opzione <code>--guess</code> si trovano elencate nella pagina di manuale di Deborphan.<br/>
Infine, naturalmente:
<pre>
$ deborphan --guess-all
</pre>
ricercherà pacchetti 'orfani' in tutto il sistema. Aggiungere l'opzione ''--guess-all'' potrebbe generare molti falsi positivi, pertanto si sconsiglia di utilizzarla direttamente con un comando di rimozione, senza prima accertarsi delle funzionalità di ciascun pacchetto restituito.


Se poi vi interessa sapere in che sezione si trova il pacchetto 'orfano' e la sua dimensione potete aggiungere:
<pre>
<pre>
gandalf:~# mount -t vfat /dev/sda1 /mnt
$ deborphan -sz --guess-all
gandalf:~# ls -l /mnt/
totale 16
drwxr--r-- 2 root root 16384 2004-11-11 01:47 dcim
gandalf:~#
</pre>
</pre>


All' interno di dcim (o altro) trovere le vostre foto! Potrete tranquillamente navigare nelle cartelle, rinominare, spostare, copiare e cancellare i files.
Un'altra opzione molto interessante è quella che consente di elencare i file di configurazione dei pacchetti disinstallati rimasti sul sistema:
<pre>deborphan --find-config</pre>


{{box|NOTA BENE:|Per poter operare tranquillamente cambiamenti all' interno della memoria della fotocamera, � necessario seguire '''sempre''' e '''comunque''' questa procedura finito il lavoro:
Altre opzioni di Deborphan che ho trovato interessanti:  
# smontare il filesystem (comando umount);
# spegnere la fotocamera;
# scollegare il cavo dalla fotocamera.}}


; <code>'''-P, --show-priority'''</code>: mostra la priorità dei pacchetti trovati


===Automounter===
; <code>'''-e, --exclude=LIST'''</code>: esclude i pacchetti elencati in LIST (un elenco separato da virgole)
Se siete arrivati a questo punto, probabilmente vorrete gestire in modo pi� pratico il mount e l' umount del dispositivo. Di seguito ecco alcuni cenni sull' automounter che faranno comodo (spero).


L' automounter � un demone che controlla una serie di dispositivi da noi definiti: quando tentiamo di accedere a questi dispositivi, l' automounter si preoccuper� di montarli automaticamente per noi e li smonter� quando non ne avremo pi� bisogno. E' molto utile per usare comodamente CDROMs, floppy-drives e ... fotocamere digitali.
Per un elenco completo delle opzioni vi invito a leggere la pagina di manuale di Deborphan.
 
Naturalmente l'output di Deborphan va vagliato con attenzione: solo voi potete sapere se i pacchetti elencati sono realmente inutili. In questo senso vi consiglio di segnarvi, prima di iniziare le "grandi pulizie", le dipendenze dei pacchetti che avete installato manualmente onde evitare di rimuoverle accidentalmente.
 
È possibile fare in modo che [[apt-get]] legga la lista dei pacchetti generata da Deborphan:
<pre>
# apt-get purge $(deborphan)
# apt-get purge $(deborphan --libdev)
</pre>


In debian � sufficiente digitare il comando:
Il comando <code>apt-get purge</code> ha la funzione di rimuovere il pacchetto specificato e anche tutti i suoi file di configurazione.


== Cruft ==
<pre>
<pre>
# apt-get install autofs
# apt-get install cruft
</pre>
</pre>
Cruft è un programma che trova tutta la roba inutile accumulata nel sistema: tutto quello che c'è e non dovrebbe esserci (file o directory che non sono state installate con [[dpkg]]) e quello che dovrebbe esserci (file o directory che dpkg ha installato) ma non c'è.
Per utilizzarlo è sufficiente lanciarlo da [[root]] (l'operazione è molto lenta):
<pre># cruft > report.txt</pre>
Il report verrà creato nel file <code>report.txt</code> e saranno indicati tutti i file mancanti a dpkg, tutti i file di troppo e i link rotti.
Cruft non cancella alcun file, li indica solamente.


ed avremo a nostra disposizione sia il demone che uno script di avvio che lo controlla.
{{Warningbox|Alcuni file possono essere stati creati da uno [[script]] di post-installazione, pertanto potrebbero essere utili, essi verranno rimossi da uno script di post-rimozione.}}


Ora dobbiamo editare due files.
== File di configurazione ==
Eliminando i file di configurazione si libera spazio, e si mantiene più pulita la directory <code>/etc</code>.


Il primo � /etc/auto.master ed � il file di controllo generale. Tutto quello che dobbiamo fare � aggiungere alla fine del file questa riga:
Con [[dpkg]] è possibile rimuovere i file di configurazione che sono stati lasciati nel sistema dai pacchetti rimossi (ad esempio, con [[apt]], è stato utilizzato il comando "apt remove pacchetto" e non "apt purge pacchetto"):


<pre>
<pre>
/misc /etc/auto.misc --timeout=30
# dpkg --purge $(dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3) 2>/dev/null || echo "Nessun pacchetto trovato."
</pre>
</pre>


che specifica:
Ecco una breve spiegazione dei comandi:


Il primo punto indica la directory in cui devono essere montati i dispositivi. E' buona norma usare /misc, che provvederete a creare con il comando:
<pre>
dpkg --purge listapacchetti
</pre>
 
rimuove i file di configurazione di tutti i pacchetti indicati. La lista dei pacchetti è ottenuta tramite il seguente comando, racchiuso tra <code>$(...)</code> :


<pre>
<pre>
# mkdir /misc
dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3
</pre>
</pre>


Il secondo punto indica quale file di configurazione deve essere usato per gestire /misc. In questo caso si tratta di /etc/auto.misc.
che genera la lista dei pacchetti che non sono stati rimossi completamente (cioè dei quali non sono stati rimossi i file di configurazione).
 
In dettaglio:
;<code>dpkg -l</code>: Elenca tutti i pacchetti disponibili
;<code>egrep "^rc"</code>: Visualizza solo quelle righe che iniziano con "rc" (stato che indica che il pacchetto è stato rimosso ma sono ancora presenti i file di configurazione)
;<code>cut -d' ' -f3</code>: Restituisce solo il nome del pacchetto: usa come delimitatore (<code>-d</code>) di campo uno spazio (<code>' '</code>) e prende solo il terzo campo (<code>-f3</code>, ''field'' in inglese).


Il terzo punto indica il timeout (in millisecondi) che automounter attender� prima di smontare il device quando avremo finito di usarlo.
Stesso risultato si ottiene con l'uso di [[aptitude]]:


Ora passiamo a configurare /etc.auto.misc.
<pre>
Tutto quello che dobbiamo fare � aggingere una riga che specifichi come montare il filesystem della nsotra fotocamera. La linea in questione sar� qualcosa del genere:
$ aptitude search "~c"
</pre>
trova i pacchetti che hanno lasciato il file di configurazione nel sistema quando sono stati rimossi.


<pre>
<pre>
camera -fstype=vfat,nodev,users,codepage=850,umask=000 :/dev/sda1
# aptitude purge "~c"
</pre>
elimina tali file, previa conferma.
 
Se si vuol cancellare i file di configurazione dei pacchetti rimossi ad ogni avvio del sistema, basta eseguire con i permessi di [[root]]:
<pre>
# crontab -e
</pre>
e inserire le righe:
<pre>
PATH=/bin:/usr/bin:/sbin
@reboot if [ "$(dpkg -l | egrep "^rc" | wc -l)" != 0 ]; then dpkg --purge $(dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3) >/dev/null 2>&1; fi
</pre>
</pre>
bisogna aggiungere necessariamente la directory <code>/sbin</code> alla variabile PATH e questa deve precedere ogni [[cronjob]].<br/>
Guardare a riguardo la guida su [[Cron]].
== Localepurge: rimuoviamo le lingue che non ci interessano ==
Spesso non sono necessarie tutte le lingue che un pacchetto installa. Di solito ne bastano due: l'inglese (la lingua standard) e la lingua dell'utilizzatore. Le altre, superflue, potrebbero essere tranquillamente rimosse, liberando un po' di spazio!
{{Box|NOTA BENE|È sconsigliabile rimuovere l'inglese, in quanto è la lingua di default del sistema: per evitare problemi, lasciarla installata.}}
Per fare ciò, installiamo <code>localepurge</code> con:
<pre>apt install localepurge</pre>
Durante la configurazione del pacchetto verrà mostrata una lista di lingue, dalla quale vanno selezionate solo quelle che non devono essere rimosse. Ogni lingua ha più varianti e tra queste è meglio sceglierne più di una, per evitare situazioni spiacevoli, come ad esempio un documento in italiano ed elencato come ''it_IT'' che non sia più presente nel sistema di un utente svizzero perché ha selezionato solo ''it_CH'' come lingua da mantenere, cancellando tutte le altre.<br>
Tipicamente in un sistema in italiano è consigliabile selezionare le seguenti varianti:
* en
* en_US
* en_US.UTF-8
* it
* it_IT
* it_IT.UTF-8
Successivamente verrà posta questa domanda:<br>
<code>''dpkg gestisce le opzioni --path-exclude e --path-include per filtrare i file dai pacchetti che vengono installati.''<br>
''Vedere /usr/share/doc/localepurge/README.dpkg-path per maggiori informazioni su questa funzionalità. Può essere abilitata (o disabilitata) successivamente eseguendo «dpkg-reconfigure localepurge».''<br>
''Questa opzione diventerà attiva per i pacchetti che vengono spacchettati dopo la (ri)configurazione di localepurge. I pacchetti installati o aggiornati insieme a localepurge possono (o meno) essere trattati in base alla configurazione precedente di localepurge.''<br>
''Usare dpkg --path-exclude?''</code><br>
In pratica <code>localepurge</code> usando questa opzione, invece di cancellare i file della lingua che non ci servono, eviterà che questi si installino quando si aggiornano o si aggiungono dei pacchetti. Però i file della lingua già presenti nel sistema non verranno rimossi, quindi per adesso bisogna rispondere no (così <code>localepurge</code> si comporterà alla vecchia maniera).<br>
Dopo un'altra domanda:<br>
<code>''Sulla base delle stesse informazioni sulle localizzazioni scelte, localepurge può anche eliminare le pagine man localizzate.''<br>
''Eliminare anche le pagine man tradotte?''</code><br>
Rispondere sì per liberare più spazio.<br>
Finita la configurazione, lanciando il comando
<pre># localepurge</pre>
verranno eliminati i ''locales'' non necessari (se si risponde di sì alla prima domanda, questo comando non ha alcun effetto).<br>
Ecco l'output del comando nel mio sistema:
<pre>Some new locales have appeared on your system:
ach ang az_IR bal be@latin ca@valencia cgg ckb co de@hebrew en@arabic
en@boldquot en@cyrillic en@greek en@hebrew en@piglatin en@quot en@shaw
haw io jv kg no sr@Latn sr@ije sr@ijekavian sr@ijekavianlatin sr@latin
tet tt@iqtelif uz@cyrillic
They will not be touched until you reconfigure localepurge
with the following command:
    dpkg-reconfigure localepurge
localepurge: Disk space freed in /usr/share/locale: 252256 KiB
localepurge: Disk space freed in /usr/share/man: 3600 KiB
localepurge: Disk space freed in /usr/share/doc/kde/HTML: 0 KiB
Total disk space freed by localepurge: 255856 KiB</pre>
Il messaggio ci dice di riconfigurare <code>localepurge</code> per rimuovere alcuni nuovi ''locales''. Allora eseguiamo:
<pre># dpkg-reconfigure localepurge</pre>
e controlliamo che i ''locales'' selezionati siano sempre quelli che servono a noi, e rispondiamo di nuovo alla stessa maniera alle domande, ed infine rieseguiamo
<pre># localepurge</pre>
Stavolta l'output è:
<pre>localepurge: Disk space freed in /usr/share/locale: 9756 KiB
localepurge: Disk space freed in /usr/share/man: 0 KiB
localepurge: Disk space freed in /usr/share/doc/kde/HTML: 0 KiB
Total disk space freed by localepurge: 9756 KiB</pre>
Adesso riconfiguriamo di nuovo <code>localepurge</code> con
<pre># dpkg-reconfigure localepurge</pre>
ma stavolta per rispondere di sì alla domanda sull'uso di <code>dpkg --path-exclude</code>, in modo da prevenire l'installazione dei file di localizzazione inutili.
{{Box|Nota|Per chi avesse dei dubbi sull'efficacia di questa utility, basta vedere l'output dei comandi sopra, eseguiti su una nuova installazione di Debian con KDE: sono 255856 KiB della prima esecuzione, più 9756 KiB della seconda, che insieme fanno quasi 260 MiB di spazio liberato.}}
== La cache di apt-get ==
Quando scarichiamo un pacchetto, questo viene salvato in <code>/var/cache/apt/archives</code> in modo da rendere più veloce il download in caso di reinstallazione, oppure per permettere il salvataggio di questi su CD (in caso di connessioni lente o a consumo).
Però, ovviamente, occupano spazio e (dopo qualche mese, tra aggiornamenti e nuove installazioni) si arriva facilmente ad 1Gb di dati.
Per risolvere questo problema, lo stesso apt-get ha due comandi che gestiscono la pulizia della cache dei pacchetti scaricati:
<code>clean</code> e <code>autoclean</code>.
Vediamoli in dettaglio:
; <code>apt-get clean</code>: rimuove tutti i pacchetti contenuti in <code>/var/cache/apt/archives</code> e in <code>/var/cache/apt/archives/partial</code> (eccezione fatta per i file di lock)
; <code>apt-get autoclean</code>: come <code>clean</code>, tranne per il fatto che rimuove solo i pacchetti che non possono più essere scaricati (perché rimossi dai repository Debian, versioni non può scaricabili in quanto 'superate').<br/>
:Se si utilizza <code>clean</code>, questo comando non è necessario.


Questa linea si riferisce alla mia configurazione, ma � semplice intuire che: camera indica la directory all' interno di /misc in cui verr� montato il filesystem, -fstype= indica le opzioni di mount (potete usare quelle che preferite). :/dev/sda1 deve essere il device che abbiamo individuato all' inizio della guida.
== La cache di apt-build ==
Le stesse cosa dette per ''apt-get'', valgono anche per ''apt-build''. Questo, infatti, una volta scaricati e compilati i sorgenti, non li rimuove. È facile, così, occupare svariati gigabyte di spazio con i sorgenti (e i risultati della compilazione). Apt-build, per effettuare pulizia, ci mette a disposizione 3 ''azioni'':
; <code>clean-sources</code>: esegue un <code>debian/rules clean</code>, che rimuove solamente i prodotti della compilazione;
;<code>clean-build</code>: rimuove il contenuto della directory <code>'''/var/cache/apt-build/build/'''</code> che contiene i sorgenti dei pacchetti ricompilati;
; <code>clean-repository</code>: rimuove il contenuto della directory <code>'''/var/cache/apt-build/repository/'''</code> che contiene i pacchetti ricompilati tramite apt-build.


Bene, ora siamo pronti a rilanciare autofs e a testarlo:
== Log ==
Può accadere che i file di log presenti nella directory <code>/var/log/</code> crescano a dismisura e occupino più spazio del necessario.<br/>
Questo comportamento è dovuto alla mancata rotazione dei log attraverso [[logrotate]] che causa il loro inserimento in un unico file mai ruotato. Infatti lo script che si occupa della rotazione dei file è richiamato da [[Cron]] in base alle impostazioni presenti in <code>/etc/crontab</code> :
<pre>25 6 * * *  root    test -x /usr/sbin/anacron || ( cd / && run-parts --report /etc/cron.daily )</pre>
Come si vede, lo script <code>/etc/cron.daily/logrotate</code> viene eseguito da Cron ogni giorno alle 6.25 di mattina, quando la macchina, almeno per chi ne fa un uso di tipo desktop o lavorativo, è spenta.<br/>
Per eliminare questo problema, installare [[Anacron]] e aspettare la normale rotazione dei file di log, in quanto il file di dimensioni eccessive verrà all'inizio compresso ma non cancellato.


== Home ==
Nella vostra home vengono creati i file di configurazione delle applicazioni, niente di strano, se non fosse che occupano spazio, spesso senza un motivo.
Per vedere questi file/directory di configurazione è necessario usare <code>ls</code> seguito dalla opzione <code>-a</code>:
<pre>
<pre>
gandalf:~# /etc/init.d/autofs restart
$ ls -a
Stopping automounter:
Stopped 8977
done.
Starting automounter: /misc.
gandalf:~#
</pre>
</pre>


D' ora in avanti potremo accedere alla nostre foto semplicemente entrando all' interno di /misc/camera, sia da console che usando la vostra interfaccia grafica preferita.
Così facendo verranno mostrati i file/directory nascosti (in pratica quelli con un punto davanti).
Una volta individuati dei file/directory appartenenti ad applicazioni non più presenti nel sistema, o non più utilizzate dal vostro utente, si può procedere alla rimozione con:
<pre>
$ rm -r nome_dir
</pre>
 
dove l'opzione <code>-r</code> indica la ricorsività dell'operazione, consentendo l'eliminazione delle directory.
 
== Conclusione ==
Queste sono le tecniche base per tenere pulita una Debian, e sono quelle che applico regolarmente alle mie macchine...
Diciamo che si avvertono i miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda lo spazio risparmiato, che permette una miglior organizzazione dei dati all'interno del disco.


{{Autori
|Autore=[[User:MaXeR|MaXeR]]
|Estesa_da=
:[[Utente:MadameZou|MadameZou]] 20:36, 8 feb 2010 (CET)
:[[Utente:S3v|S3v]] 15:44, 9 ott 2012 (CEST) (Log)
:[[Utente:marcomg|marcomg]] 11:24, 28 set 2014 (CEST)
|Verificata_da=
:[[Utente:marcomg|marcomg]]
:[[Utente:HAL 9000|HAL 9000]] 21:20, 10 apr 2016 (CEST)
|Numero_revisori=2
}}


Autore: [[User:Keltik|Keltik]]
[[Categoria:Apt]][[Categoria:Ottimizzazione del sistema]]

Versione attuale delle 08:29, 7 set 2019

Debian-swirl.png Versioni Compatibili

Debian 7 "wheezy"
Debian 8 "jessie"
Debian 9 "stretch"

Introduzione

Dopo qualche mese di utilizzo di una Linux box, spesso si notano dei sostanziali rallentamenti. Magari abbiamo passato questi periodi installando e disinstallando applicazioni, provando programmi e configurazioni ed il sistema risente un po' di queste 'esperienze'. In questo HowTo vedremo di analizzare una soluzione molto comoda (sicuramente molto di più di quella classica di formattare e ricominciare da capo) per rimettere in sesto la nostra amata Debian.

Prevenire è meglio che curare

Penso che sia una cosa certa: poter lavorare su un sistema 'pulito' e 'pulibile' è sicuramente più comodo e divertente che su uno 'sporco' e mal gestito, soprattutto quando si tratta di pulizia o di interventi sul sistema! Iniziamo con la rassegna di applicazioni utili.

CheckInstall: deb da sorgenti

Checkinstall è una utilità che permette di creare dei pacchetti Debian partendo da sorgenti.
Attenzione, però: non sono pacchetti completi, ma semplicemente aiutano a tenere traccia dei file installati dal programma, facilitando l'aggiornamento e la rimozione dello stesso.

Iniziamo con l'installazione. Con privilegi di amministrazione è sufficiente:

# apt-get install checkinstall

L'utilizzo è molto semplice ed intuitivo: la configurazione dei sorgenti (./configure --some-options) e la compilazione (make) devono venir svolte, mentre il comando

# make install

deve essere sostituito da:

# checkinstall

Ed il gioco è fatto! Durante l'esecuzione del programma verranno poste alcune domande, ad esempio il tipo di pacchetto (il programma permette di creare pacchetti deb, rpm, tgz (usati da Slackware)). Sono disponibili, opzionalmente, le seguenti direttive (anche se non mi è mai capitato di doverne fare uso):

-y, --default
accetta i valori di default (modalità non interattiva)
--pkgname=name
imposta il nome del pacchetto
--pkgversion=version
imposta la versione
-A, --arch, --pkgarch=arch
imposta l'architettura
--pkgrelease=release
imposta la release version
--pkggroup=group
imposta il gruppo a cui il pacchetto deve appartenere (doc, games, net, ecc)
--pakdir=directory
dove salvare il pacchetto
--maintainer=email_addr
il maintainer del pacchetto
--dpkgflags=flags
eventuali flag da passare a dpkg
--bk
esegue un backup dei file che verranno sovrascritti

Una volta completato il processo, il pacchetto verrà automaticamente installato.

Info.png Nota Bene
Nel file di controllo del pacchetto non vengono segnate eventuali dipendenze, sostituzioni e/o conflitti, in quanto lo scopo di checkinstall è quello di tenere traccia dei file generati, e non di creare un pacchetto Debian ufficiale. Per questo motivo il pacchetto così creato non va redistribuito ma semplicemente utilizzato per uso personale!


Questa è la premessa per poter avere un sistema pulito, senza file 'orfani' che gironzolano per il sistema.

Debfoster

# apt-get install debfoster

Lo scopo di questo programma è di mostrare i pacchetti che non sono installati come dipendenze. Una volta individuato uno di questi pacchetti, verrà mostrata una lista con indicati i pacchetti 'bloccati' da questo.

Output d'esempio:

libxml-libxml-perl is keeping the following 3 packages installed:
libxml-libxml-common-perl libxml-namespacesupport-perl libxml-sax-perl
Keep libxml-libxml-perl? [Ynpsiuqx?], [H]elp:

Ora possiamo scegliere cosa fare:

Y
mantiene il pacchetto installato
n
rimuove il pacchetto segnalato
p
rimuove il pacchetto segnalato e tutti i pacchetti da lui trattenuti
s
salta la domanda
i
visualizza informazioni sul pacchetto
?
uguale a i
u
ripropone la domanda precedente
q
esce senza apportare alcuna modifica
x
esce e rimuove i pacchetti selezionati
h
visualizza la guida ai comandi

Che dire: uno strumento veramente potente!

Quando si procede alla pulizia con questo programma, però, è bene fare attenzione ad alcune cose, che potrebbero generare non pochi problemi:

  • tutte le informazioni mostrate non prendono in considerazione eventuali programmi compilati da sorgenti (con il classico make install o anche con checkinstall);
  • leggere con attenzione le librerie elencate come 'bloccate', in quanto qualche volta potrebbe essere indicata, per esempio, una libreria di sviluppo non necessaria all'esecuzione di altri programmi, ma indispensabile per la compilazione (libncurses5-dev, ad esempio).

Deborphan

# apt-get install deborphan

Questo programma, genera una lista di pacchetti 'orfani'. Per pacchetti 'orfani' indichiamo quelle librerie che non sono più necessarie, in quanto nessun pacchetto installato le indica come dipendenza.

Warning.png ATTENZIONE
Se si hanno programmi compilati da sorgente (in modo classico o con checkinstall) le dipendenze di quei pacchetti non saranno controllate, e si potrebbe incorrere in problemi di esecuzione di questi programmi!


Per visualizzare una lista dei pacchetti 'orfani', è sufficiente lanciare il seguente comando:

$ deborphan

Di default, Deborphan ricerca i pacchetti 'orfani' solo tra le librerie; in tal senso un'opzione interessante da passare al comando è --libdev, che genera una lista delle librerie di sviluppo (quelle che finiscono con -dev) non necessarie.

Per ottenere invece un elenco che comprenda altri tipi di pacchetti è necessario lanciare il comando con l'opzione --guess-foo sostituendo a foo una tra le seguenti:

  • common: cerca i pacchetti il cui nome termina in "-common";
  • data: effettua la ricerca tra i pacchetti di dati;
  • debug: effettua la ricerca tra le librerie di debug;
  • dev: effettua la ricerca tra le librerie di sviluppo (simile all'opzione --libdevel);
  • doc: effettua la ricerca nei pacchetti della documentazione;
  • dummy: effettua la ricerca nei pacchetti che contengono il termine "dummy" o "transitional" nella loro descrizione breve;
  • kernel: effettua la ricerca sui moduli del kernel;
  • interpreters: ricerca tutti i moduli di interpretazione.

Altre parole chiave da inserire insieme all'opzione --guess si trovano elencate nella pagina di manuale di Deborphan.
Infine, naturalmente:

$ deborphan --guess-all

ricercherà pacchetti 'orfani' in tutto il sistema. Aggiungere l'opzione --guess-all potrebbe generare molti falsi positivi, pertanto si sconsiglia di utilizzarla direttamente con un comando di rimozione, senza prima accertarsi delle funzionalità di ciascun pacchetto restituito.

Se poi vi interessa sapere in che sezione si trova il pacchetto 'orfano' e la sua dimensione potete aggiungere:

$ deborphan -sz --guess-all

Un'altra opzione molto interessante è quella che consente di elencare i file di configurazione dei pacchetti disinstallati rimasti sul sistema:

deborphan --find-config

Altre opzioni di Deborphan che ho trovato interessanti:

-P, --show-priority
mostra la priorità dei pacchetti trovati
-e, --exclude=LIST
esclude i pacchetti elencati in LIST (un elenco separato da virgole)

Per un elenco completo delle opzioni vi invito a leggere la pagina di manuale di Deborphan.

Naturalmente l'output di Deborphan va vagliato con attenzione: solo voi potete sapere se i pacchetti elencati sono realmente inutili. In questo senso vi consiglio di segnarvi, prima di iniziare le "grandi pulizie", le dipendenze dei pacchetti che avete installato manualmente onde evitare di rimuoverle accidentalmente.

È possibile fare in modo che apt-get legga la lista dei pacchetti generata da Deborphan:

# apt-get purge $(deborphan)
# apt-get purge $(deborphan --libdev)

Il comando apt-get purge ha la funzione di rimuovere il pacchetto specificato e anche tutti i suoi file di configurazione.

Cruft

# apt-get install cruft

Cruft è un programma che trova tutta la roba inutile accumulata nel sistema: tutto quello che c'è e non dovrebbe esserci (file o directory che non sono state installate con dpkg) e quello che dovrebbe esserci (file o directory che dpkg ha installato) ma non c'è.

Per utilizzarlo è sufficiente lanciarlo da root (l'operazione è molto lenta):

# cruft > report.txt

Il report verrà creato nel file report.txt e saranno indicati tutti i file mancanti a dpkg, tutti i file di troppo e i link rotti.

Cruft non cancella alcun file, li indica solamente.

Warning.png ATTENZIONE
Alcuni file possono essere stati creati da uno script di post-installazione, pertanto potrebbero essere utili, essi verranno rimossi da uno script di post-rimozione.


File di configurazione

Eliminando i file di configurazione si libera spazio, e si mantiene più pulita la directory /etc.

Con dpkg è possibile rimuovere i file di configurazione che sono stati lasciati nel sistema dai pacchetti rimossi (ad esempio, con apt, è stato utilizzato il comando "apt remove pacchetto" e non "apt purge pacchetto"):

# dpkg --purge $(dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3) 2>/dev/null || echo "Nessun pacchetto trovato."

Ecco una breve spiegazione dei comandi:

dpkg --purge listapacchetti

rimuove i file di configurazione di tutti i pacchetti indicati. La lista dei pacchetti è ottenuta tramite il seguente comando, racchiuso tra $(...) :

dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3

che genera la lista dei pacchetti che non sono stati rimossi completamente (cioè dei quali non sono stati rimossi i file di configurazione).

In dettaglio:

dpkg -l
Elenca tutti i pacchetti disponibili
egrep "^rc"
Visualizza solo quelle righe che iniziano con "rc" (stato che indica che il pacchetto è stato rimosso ma sono ancora presenti i file di configurazione)
cut -d' ' -f3
Restituisce solo il nome del pacchetto: usa come delimitatore (-d) di campo uno spazio (' ') e prende solo il terzo campo (-f3, field in inglese).

Stesso risultato si ottiene con l'uso di aptitude:

$ aptitude search "~c"

trova i pacchetti che hanno lasciato il file di configurazione nel sistema quando sono stati rimossi.

# aptitude purge "~c"

elimina tali file, previa conferma.

Se si vuol cancellare i file di configurazione dei pacchetti rimossi ad ogni avvio del sistema, basta eseguire con i permessi di root:

# crontab -e

e inserire le righe:

PATH=/bin:/usr/bin:/sbin
@reboot if [ "$(dpkg -l | egrep "^rc" | wc -l)" != 0 ]; then dpkg --purge $(dpkg -l | egrep "^rc" | cut -d' ' -f3) >/dev/null 2>&1; fi 

bisogna aggiungere necessariamente la directory /sbin alla variabile PATH e questa deve precedere ogni cronjob.
Guardare a riguardo la guida su Cron.

Localepurge: rimuoviamo le lingue che non ci interessano

Spesso non sono necessarie tutte le lingue che un pacchetto installa. Di solito ne bastano due: l'inglese (la lingua standard) e la lingua dell'utilizzatore. Le altre, superflue, potrebbero essere tranquillamente rimosse, liberando un po' di spazio!

Info.png NOTA BENE
È sconsigliabile rimuovere l'inglese, in quanto è la lingua di default del sistema: per evitare problemi, lasciarla installata.

Per fare ciò, installiamo localepurge con:

apt install localepurge

Durante la configurazione del pacchetto verrà mostrata una lista di lingue, dalla quale vanno selezionate solo quelle che non devono essere rimosse. Ogni lingua ha più varianti e tra queste è meglio sceglierne più di una, per evitare situazioni spiacevoli, come ad esempio un documento in italiano ed elencato come it_IT che non sia più presente nel sistema di un utente svizzero perché ha selezionato solo it_CH come lingua da mantenere, cancellando tutte le altre.
Tipicamente in un sistema in italiano è consigliabile selezionare le seguenti varianti:

  • en
  • en_US
  • en_US.UTF-8
  • it
  • it_IT
  • it_IT.UTF-8

Successivamente verrà posta questa domanda:
dpkg gestisce le opzioni --path-exclude e --path-include per filtrare i file dai pacchetti che vengono installati.
Vedere /usr/share/doc/localepurge/README.dpkg-path per maggiori informazioni su questa funzionalità. Può essere abilitata (o disabilitata) successivamente eseguendo «dpkg-reconfigure localepurge».
Questa opzione diventerà attiva per i pacchetti che vengono spacchettati dopo la (ri)configurazione di localepurge. I pacchetti installati o aggiornati insieme a localepurge possono (o meno) essere trattati in base alla configurazione precedente di localepurge.
Usare dpkg --path-exclude?

In pratica localepurge usando questa opzione, invece di cancellare i file della lingua che non ci servono, eviterà che questi si installino quando si aggiornano o si aggiungono dei pacchetti. Però i file della lingua già presenti nel sistema non verranno rimossi, quindi per adesso bisogna rispondere no (così localepurge si comporterà alla vecchia maniera).
Dopo un'altra domanda:
Sulla base delle stesse informazioni sulle localizzazioni scelte, localepurge può anche eliminare le pagine man localizzate.
Eliminare anche le pagine man tradotte?

Rispondere sì per liberare più spazio.
Finita la configurazione, lanciando il comando

# localepurge

verranno eliminati i locales non necessari (se si risponde di sì alla prima domanda, questo comando non ha alcun effetto).
Ecco l'output del comando nel mio sistema:

Some new locales have appeared on your system:

ach ang az_IR bal be@latin ca@valencia cgg ckb co de@hebrew en@arabic
en@boldquot en@cyrillic en@greek en@hebrew en@piglatin en@quot en@shaw
haw io jv kg no sr@Latn sr@ije sr@ijekavian sr@ijekavianlatin sr@latin
tet tt@iqtelif uz@cyrillic 

They will not be touched until you reconfigure localepurge
with the following command:

    dpkg-reconfigure localepurge

localepurge: Disk space freed in /usr/share/locale: 252256 KiB
localepurge: Disk space freed in /usr/share/man: 3600 KiB
localepurge: Disk space freed in /usr/share/doc/kde/HTML: 0 KiB

Total disk space freed by localepurge: 255856 KiB

Il messaggio ci dice di riconfigurare localepurge per rimuovere alcuni nuovi locales. Allora eseguiamo:

# dpkg-reconfigure localepurge

e controlliamo che i locales selezionati siano sempre quelli che servono a noi, e rispondiamo di nuovo alla stessa maniera alle domande, ed infine rieseguiamo

# localepurge

Stavolta l'output è:

localepurge: Disk space freed in /usr/share/locale: 9756 KiB
localepurge: Disk space freed in /usr/share/man: 0 KiB
localepurge: Disk space freed in /usr/share/doc/kde/HTML: 0 KiB

Total disk space freed by localepurge: 9756 KiB

Adesso riconfiguriamo di nuovo localepurge con

# dpkg-reconfigure localepurge

ma stavolta per rispondere di sì alla domanda sull'uso di dpkg --path-exclude, in modo da prevenire l'installazione dei file di localizzazione inutili.

Info.png Nota
Per chi avesse dei dubbi sull'efficacia di questa utility, basta vedere l'output dei comandi sopra, eseguiti su una nuova installazione di Debian con KDE: sono 255856 KiB della prima esecuzione, più 9756 KiB della seconda, che insieme fanno quasi 260 MiB di spazio liberato.


La cache di apt-get

Quando scarichiamo un pacchetto, questo viene salvato in /var/cache/apt/archives in modo da rendere più veloce il download in caso di reinstallazione, oppure per permettere il salvataggio di questi su CD (in caso di connessioni lente o a consumo). Però, ovviamente, occupano spazio e (dopo qualche mese, tra aggiornamenti e nuove installazioni) si arriva facilmente ad 1Gb di dati. Per risolvere questo problema, lo stesso apt-get ha due comandi che gestiscono la pulizia della cache dei pacchetti scaricati: clean e autoclean.

Vediamoli in dettaglio:

apt-get clean
rimuove tutti i pacchetti contenuti in /var/cache/apt/archives e in /var/cache/apt/archives/partial (eccezione fatta per i file di lock)
apt-get autoclean
come clean, tranne per il fatto che rimuove solo i pacchetti che non possono più essere scaricati (perché rimossi dai repository Debian, versioni non può scaricabili in quanto 'superate').
Se si utilizza clean, questo comando non è necessario.

La cache di apt-build

Le stesse cosa dette per apt-get, valgono anche per apt-build. Questo, infatti, una volta scaricati e compilati i sorgenti, non li rimuove. È facile, così, occupare svariati gigabyte di spazio con i sorgenti (e i risultati della compilazione). Apt-build, per effettuare pulizia, ci mette a disposizione 3 azioni:

clean-sources
esegue un debian/rules clean, che rimuove solamente i prodotti della compilazione;
clean-build
rimuove il contenuto della directory /var/cache/apt-build/build/ che contiene i sorgenti dei pacchetti ricompilati;
clean-repository
rimuove il contenuto della directory /var/cache/apt-build/repository/ che contiene i pacchetti ricompilati tramite apt-build.

Log

Può accadere che i file di log presenti nella directory /var/log/ crescano a dismisura e occupino più spazio del necessario.
Questo comportamento è dovuto alla mancata rotazione dei log attraverso logrotate che causa il loro inserimento in un unico file mai ruotato. Infatti lo script che si occupa della rotazione dei file è richiamato da Cron in base alle impostazioni presenti in /etc/crontab :

25 6 * * *  root    test -x /usr/sbin/anacron || ( cd / && run-parts --report /etc/cron.daily )

Come si vede, lo script /etc/cron.daily/logrotate viene eseguito da Cron ogni giorno alle 6.25 di mattina, quando la macchina, almeno per chi ne fa un uso di tipo desktop o lavorativo, è spenta.
Per eliminare questo problema, installare Anacron e aspettare la normale rotazione dei file di log, in quanto il file di dimensioni eccessive verrà all'inizio compresso ma non cancellato.

Home

Nella vostra home vengono creati i file di configurazione delle applicazioni, niente di strano, se non fosse che occupano spazio, spesso senza un motivo. Per vedere questi file/directory di configurazione è necessario usare ls seguito dalla opzione -a:

$ ls -a

Così facendo verranno mostrati i file/directory nascosti (in pratica quelli con un punto davanti). Una volta individuati dei file/directory appartenenti ad applicazioni non più presenti nel sistema, o non più utilizzate dal vostro utente, si può procedere alla rimozione con:

$ rm -r nome_dir

dove l'opzione -r indica la ricorsività dell'operazione, consentendo l'eliminazione delle directory.

Conclusione

Queste sono le tecniche base per tenere pulita una Debian, e sono quelle che applico regolarmente alle mie macchine... Diciamo che si avvertono i miglioramenti, soprattutto per quanto riguarda lo spazio risparmiato, che permette una miglior organizzazione dei dati all'interno del disco.




Guida scritta da: MaXeR Swirl-auth60.png Debianized 60%
Estesa da:
MadameZou 20:36, 8 feb 2010 (CET)
S3v 15:44, 9 ott 2012 (CEST) (Log)
marcomg 11:24, 28 set 2014 (CEST)
Verificata da:
marcomg
HAL 9000 21:20, 10 apr 2016 (CEST)

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