Openvpn: differenze tra le versioni

Da Guide@Debianizzati.Org.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Riga 61: Riga 61:


=Collegamento=
=Collegamento=
==Configurazione client-server==
=Collegamento=
Con l'installazione tramite apt, vengono creati la dir /etc/openvpn ed uno script /etc/init.d/openvpn.
==Configurazione shared-keys==
Creiamo in /etc/openvpn il file server.conf ed editiamolo cosi':
Spostiamoci sul server e creiamo in /etc/openvpn il file server.conf editiandolo cosi':
<pre>
<pre>
dev tun
dev tap
lport 5000
lport 5000
ifconfig 10.0.0.1 10.0.0.2
ifconfig 10.0.0.1 255.255.255.0
secret /etc/openvpn/zmo.key
secret /etc/openvpn/zmo.key
verb 9
verb 9
</pre>
</pre>


;'''dev''': identifica il device utilizzato per il tunnel. I possibili device utilizzabili da openvpn sono tap (solitamente quando si vuole lavorare con interfacce ethernet) e tun.
;'''dev''': identifica il device utilizzato per il tunnel. I possibili device utilizzabili da openvpn sono tun e tap. La differenza tra i due device e' fondamentale, in quanto tun si adopera per la trasmissione di pacchetti IP (''una specie di ppp'') e tap invece per la trasmissione di frame ethernet (''una specie di eth''). Per la creazione di lan virtuali o per la condivisione di risorse come file-server, ftp-server, dobbiamo usare tap.
;'''port''': socket dell'applicazione, il default e' la 5000, deve essere la stessa da ogni capo della vpn. E' da sottolineare che sul server invece di ''port'' si scrivera' '''lport''' (''local'') mentre sui client '''rport''' (''remote'').
;'''port''': socket dell'applicazione, il default e' la 5000, deve essere la stessa da ogni capo della vpn. E' da sottolineare che sul server invece di ''port'' si scrivera' '''lport''' (''local'') mentre sui client '''rport''' (''remote'').
;'''ifconfig''': come configurato nell'esempio vuol dire: l'interfaccia tun con ip 10.0.0.1 (server) si colleghera' all'interfaccia tun con ip 10.0.0.2 (client). Utilizzando il device tap, questa stringa risulta diversa e comprendente di netmask.  
;'''ifconfig''': determina l'ip dell'interfaccia virtuale (''tun o tap'').  
;'''secret''': a questa stringa diamo il path della key creata in precedenza.
;'''secret''': a questa stringa diamo il path della key creata in precedenza con openvpn.
;'''verb''': verb definisce il grado di verbose stampato a video in output durante l'esecuzione (''da 0 a 11 sono spiegati dando openvpn --help'').
;'''verb''': verb definisce il grado di verbose stampato a video in output durante l'esecuzione (''da 0 a 11 sono spiegati dando openvpn --help'').


Adesso sul client creiamo il file '''/etc/openvpn/client.conf''' cosi':
Adesso sul client creiamo il file '''/etc/openvpn/client.conf''' cosi':
  <pre>
  <pre>
remote www.hostremoto.net
remote www.hostremoto.net (che ovviamente corrispondera' al server)
dev tun
dev tap
rport 5000
rport 5000
ifconfig 10.0.0.2 10.0.0.1
ifconfig 10.0.0.2 255.255.255.0
secret /etc/openvpn/zmo.key
secret /etc/openvpn/zmo.key
verb 9
verb 9
Riga 89: Riga 89:


;'''remote''': a remote diamo l'ip pubblico della macchina alla quale ci connetteremo, oppure l'hostname come nell'esempio.
;'''remote''': a remote diamo l'ip pubblico della macchina alla quale ci connetteremo, oppure l'hostname come nell'esempio.
;'''ifconfig''': come si puo' notare il parametro ifconfig e' inverso al precedente.


A questo punto lanciamo il collegamento su entrambe le macchine, indicando al programma di attenersi alle regole appena definite nei rispettivi server.conf e client.conf:
A questo punto lanciamo il collegamento su entrambe le macchine, indicando al programma di attenersi alle regole appena definite nei rispettivi server.conf e client.conf:
Riga 103: Riga 102:
Andiamo sul server e diamo:
Andiamo sul server e diamo:
<pre>
<pre>
# ifconfig tun
# ifconfig tap
tun0    Link encap:UNSPEC HWaddr 00-00-00-00-00-00
tap0  Link encap:Ethernet HWaddr 01:F0:EF:27:41:4C
           inet addr:10.0.0.1  P-t-P:10.0.0.2 Mask:255.255.255.255
           inet addr:10.0.0.1  Bcast:10.0.0.255 Mask:255.255.255.0
           UP POINTOPOINT RUNNING NOARP MULTICAST  MTU:1500  Metric:1
           UP BROADCAST RUNNING MULTICAST  MTU:1500  Metric:1
           RX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0
           RX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0
           TX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0
           TX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0
Riga 112: Riga 111:
           RX bytes:0 (0.0 b)  TX bytes:0 (0.0 b)
           RX bytes:0 (0.0 b)  TX bytes:0 (0.0 b)
</pre>
</pre>
Come si vede dalla riga ''inet addr'' il nostro device virtuale tun0 con ip 10.0.0.1 e' collegato (''P-t-P'') a 10.0.0.2.<br>
Nlla riga ''inet addr'' vengono indicati ip, broadcast e netmask.<br>
Pinghiamo:
Proviamo a pingare l'host che sappiamo connesso:
<pre>
<pre>
# ping 10.0.0.2
# ping 10.0.0.2
Riga 120: Riga 119:
64 bytes from 10.0.0.2: icmp_seq=2 ttl=64 time=135 ms
64 bytes from 10.0.0.2: icmp_seq=2 ttl=64 time=135 ms
  </pre>
  </pre>
In questo modo disporremo rapidamente di un canale cifrato relativamente sicuro, per lo scambio di dati privati.


=Demonizzare Openvpn=
=Demonizzare Openvpn=

Versione delle 22:59, 12 set 2005

Introduzione

Una VPN (Virtual Private Network) e' un tipo di interconnessione tra computer che permette, sul piano logico, di comprendere in una LAN (Local Area Network) computer residenti in qualsiasi parte del pianeta. Solitamente si considera una LAN come una rete di computer locali, identificati da un indirizzo e una classe di ip (es: 192.168.0.0/24, 10.0.0.0/24 etc.). Con un collegamento VPN, un computer che si trovi fisicamente al di fuori di tale LAN, puo' risultarne un perfetto membro.

Tre computer, quindi, che si trovassero rispettivamente a Madrd, Londra e Roma potrebbero, grazie ad una vpn, creare la seguente rete:

                                                   
______________                       _______________ 
|    LAN      | ----- INTERNET ----- |    LAN      |
|   Madrid    |          |           |    Roma     |
| 192.168.0.1 |          |           | 192.168.0.3 |
|_____________|    ______|_______    |_____________|
                  |     LAN     |         
                  |    Londra   |           
                  | 192.168.0.2 |            
                  |_____________|

La tecnica che permette di creare connessioni sicure attraverso reti insicure consiste nell' utilizzare un tunnel criptato attraverso il quale far transitare le nostre comunicazioni, rendendole di fatto invisibili all' esterno.

Prima di cominciare

La prima cosa da fare e' verificare in /dev la presenza della dir net contenente il device virtuale tun. Se tutto cio' non ci fosse, crearlo con:

mkdir /dev/net && mknod /dev/net/tun c 10 200

..tirare su il rispettivo modulo e far si che al boot venga caricato:

# modprobe tun
# echo "tun" >> /etc/modules
Info.png Nota
La creazione del device virtuale /dev/net/tun permettera' sia a tun che a tap di funzionare e di poter essere richiamati dall' applicazione al momento della connessione (modo dinamico) ; ed e' lo stesso device che permette ad Openvpn di crearsi quei device in modo permanente (modo statico).


Infine abilitare il forwarding:

echo 1 > /proc/sys/net/ipv4/ip_forward

Openvpn & Iptables

Diamo le opportune regole al firewall:


Generazione delle chiavi

Se non l'abbiamo gia' fatto:

# apt-get update && apt-get install openvpn

Effettuiamo il collegamento fra due macchine, una chiamata in maniera molto originale server e una client.
Queste due macchine sono di due diversi utenti che possono risiedere ovunque nel mondo. La macchina server sara' quella in ascolto. Spostiamoci sul server, esattamente in /etc/openvpn e creiamo la nostra chiave con:

# openvpn --genkey --secret zmo.key

Una volta creata dovremmo poterla copiare nella stessa dir del client. Questo passaggio dovrebbe essere fatto nel piu' sicuro dei modi ad esempio tramite mail crittografate, o utilizzando scp (dalla suite Openssh). Utilizzando queste chiavi su tutti gli host (crittografia simmetrica) otteniamo una notevole cifratura del nostro canale in maniera davvero rapida.

Collegamento

Collegamento

Configurazione shared-keys

Spostiamoci sul server e creiamo in /etc/openvpn il file server.conf editiandolo cosi':

dev tap
lport 5000
ifconfig 10.0.0.1 255.255.255.0
secret /etc/openvpn/zmo.key	
verb 9
dev
identifica il device utilizzato per il tunnel. I possibili device utilizzabili da openvpn sono tun e tap. La differenza tra i due device e' fondamentale, in quanto tun si adopera per la trasmissione di pacchetti IP (una specie di ppp) e tap invece per la trasmissione di frame ethernet (una specie di eth). Per la creazione di lan virtuali o per la condivisione di risorse come file-server, ftp-server, dobbiamo usare tap.
port
socket dell'applicazione, il default e' la 5000, deve essere la stessa da ogni capo della vpn. E' da sottolineare che sul server invece di port si scrivera' lport (local) mentre sui client rport (remote).
ifconfig
determina l'ip dell'interfaccia virtuale (tun o tap).
secret
a questa stringa diamo il path della key creata in precedenza con openvpn.
verb
verb definisce il grado di verbose stampato a video in output durante l'esecuzione (da 0 a 11 sono spiegati dando openvpn --help).

Adesso sul client creiamo il file /etc/openvpn/client.conf cosi':

remote www.hostremoto.net (che ovviamente corrispondera' al server)
dev tap 
rport 5000
ifconfig 10.0.0.2 255.255.255.0
secret /etc/openvpn/zmo.key	
verb 9
remote
a remote diamo l'ip pubblico della macchina alla quale ci connetteremo, oppure l'hostname come nell'esempio.

A questo punto lanciamo il collegamento su entrambe le macchine, indicando al programma di attenersi alle regole appena definite nei rispettivi server.conf e client.conf:

# openvpn --config /etc/openvpn/xxxx.conf

Tra le righe di output del client dovrebbero apparire tra le altre queste due stringhe:

Wed Sep  7 15:45:28 2005 Peer Connection Initiated with www.hostremoto.net:5000
Wed Sep  7 15:45:29 2005 Initialization Sequence Completed

Andiamo sul server e diamo:

# ifconfig tap
tap0   Link encap:Ethernet  HWaddr 01:F0:EF:27:41:4C
          inet addr:10.0.0.1  Bcast:10.0.0.255  Mask:255.255.255.0
          UP BROADCAST RUNNING MULTICAST  MTU:1500  Metric:1
          RX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 frame:0
          TX packets:0 errors:0 dropped:0 overruns:0 carrier:0
          collisions:0 txqueuelen:100
          RX bytes:0 (0.0 b)  TX bytes:0 (0.0 b)

Nlla riga inet addr vengono indicati ip, broadcast e netmask.
Proviamo a pingare l'host che sappiamo connesso:

# ping 10.0.0.2
PING 10.0.0.2 (10.0.0.2) 56(84) bytes of data.
64 bytes from 10.0.0.2: icmp_seq=1 ttl=64 time=258 ms
64 bytes from 10.0.0.2: icmp_seq=2 ttl=64 time=135 ms
 

In questo modo disporremo rapidamente di un canale cifrato relativamente sicuro, per lo scambio di dati privati.

Demonizzare Openvpn

Lo script /etc/init.d/openvpn

Come gia' accennato in precedenza, con l'installazione tramite apt viene aggiunto lo script /etc/init.d/openvpn. Questo script, che demonizza openvpn, una volta lanciato va a cercare nella dir /etc/openvpn il file con estensione .conf che dovra' corrispondere al file di configurazione. Dico questo poiche' in varie documentazioni lo troverete con estensioni diverse (es: .ovpn etc..) che lo script non riconoscerebbe come valido.

# /etc/init.d/openvpn start

Una volta avviato lo script attivera' il demone. Per impostarlo al boot:

# update-rc.d openvpn defaults

Openvpn & log

Per loggare l'output in un file qualunque (anche se non esiste verra' creato) aggiungere la riga al file .conf:

log /var/log/openvpn.log

Conclusioni

Usando Openvpn ci si rende subito conto della sua versatilita' e della sua vasta possibilita' di configurazione, dal piu' banale e immediato collegamento point-to-point, all' allacciamento di intere LAN con implementazione di certificati TLS/SSL. Openvpn permette la creazione di vpn da applicativo ad applicativo, non necessitando quindi di modifiche nel kernel come nel caso di vpn che implementino IPSEC.


Autore: zmo