Old:Remastersys: differenze tra le versioni

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==Intro==
==Introduzione==
[http://www.geekconnection.org/remastersys/remastersystool.html Remastersys] è un software per Linux che riesce a costruire un sistema Live da un sistema installato. All’interno del programma si possono trovare diverse opzioni che permettono di creare un sistema Live semplice, oppure un sistema Live completo di tutte le impostazioni settate sul sistema installato.
In questa guida analizzeremo l’ultima versione stabile di Remastersys (al momento della scrittura la release 2.0.18-1). Successivamente analizzeremo anche altre possibilità che Remastersys offre: l’installazione della distribuzione Live creata, tramite uno specifico tool, e il ripristino del bootloader Grub, utile in caso di malfunzionamento del sistemo, oppure in caso di sovrascrittura dell’MBR.
Tengo a precisare che tutti i passaggi della guida, sono stati provati sui seguenti sistemi:
- Debian 5.0.1 Lenny
- Debian Testing (Squeeze)
- SimplyMEPIS 8.0.06 (basata su Debian Lenny)
I sistemi sopra elencati sono regolarmente installati du disco fisso e sono stati personalizzati, sia per quanto riguarda le impostazioni del desktop (temi, icone, ecc), sia per quanto riguarda i programmi installati. Questo per permettere di “stressare” il tool Remastersys, così da cogliere eventuali malfunzionamenti. Devo dire che il tool si è comportato molto bene, sia per quanto riguarda la creazione delle iso Live, sia per la successiva installazione.
Il ripristino di Grub non è stato testato.


Il tool [http://www.remastersys.klikit-linux.com/ Remastersys] è un interessante script che permette di ottenere da un sistema Debian installato un sistema Live, con incluso un proprio installer. Nato principalmente per Linux Mint e per Ubuntu (o meglio per tutte le derivate di Ubuntu), è stato successivamente sviluppato anche per Debian.
==Installazione==
In questa piccola guida analizzeremo la versione 2.0.15 di Remastersys, la quale oltre alla possibilità di creare la nostra distro Live direttamente dal sistema installato, permette una successiva installazione. Inoltre con questa ultima release, Remastersys permette anche il ripristino del bootloader Grub, tramite l’apposita voce che vedremo in seguito.
L’installazione di Remastersys presuppone l’abilitazione del proprio repository.
Per Debian (e derivate) bisogna inserire nel file /etc/apt/sources.list la seguente linea:
<pre>deb http://www.geekconnection.org/remastersys/repository debian/</pre>
Procediamo quindi con il refresh dei pacchetti e l’installazione vera e propria del programma (tutto con privilegi di root):
<pre># apt-get update</pre>
<pre># apt-get install remastersys</pre>
Dopo l’installazione, il programma può essere eseguito o direttamente tramite la sua interfaccia grafica (recuperabile in Sistema-> Amministrazione-> Remastersys Backup), oppure utilizzando la shell.
Per praticità analizzeremo soltanto l’interfaccia grafica. In ogni caso la shell rispecchia quanto si esegue graficamente.
 
[[Remastersys_0.png]]


==Installazione==
Dopo il lancio del programma, una schermata ci avverte di chiudere tutte le finestre in corso e di smontare ogni dispositivo collegato alla rete:
Prima di iniziare, bisogna abilitare il repository di Remastersys, inserendo nel file /etc/apt/sources.list la seguente linea:
 
[[Remastersys_1.png]]
 
Diamo Ok e procediamo. Ecco che ci apparirà la finestra principale, da dove possiamo scegliere che cosa fare.
 
[[Remastersys_2.png]]
 
La prima opzione (backup-mode) crea una distro Live del sistema completa dei dati presenti nella propria home, e quindi anche le personalizzazioni del desktop (come temi, icone, caratteri, wallpaper). La seconda opzione (dist-mode) crea una distro Live del sistema senza le personalizzazioni, completa però dei programmi installati sul sistema fisso. Le ultime voci sono relative alla personalizzazione del file ottenuto con Remastersys (nome della iso, titolo del cd, ecc). Una finestra successiva mostra l’opzione scelta (nel nostro caso la seconda opzione).
 
[[Remastersys_3]]
 
Cliccando su OK, si apre un nuovo terminale. Verranno scaricati ulteriori pacchetti (dei moduli relativi al kernel in uso) e subito dopo inizierà il processo di creazione dell’immagine iso. Un messaggio di Warning ci avverte di non interrompere il processo di creazione.
 
Qualche dato utile: la creazione dell’immagine iso (per SimplyMEPIS) è durata circa 15 minuti, ed il file ottenuto pesava circa 800 MB. L’immagine iso di Debian 5.0.1, nella quale ho diversi DE e diversi programmi, pesava circa 950 MB e la durata della creazione è stata di circa 25 minuti.
 
In ogni caso una nuova finestra ci avvisa della conclusione del processo e il percorso per recuperare il file iso appena creato:
 
[[Remastersys_4]]
 
Ora non ci resta altro che masterizzare la iso (oppure provarla prima in una macchina virtuale per testarla, come suggerito da Remastersys). Al successivo riavvio ci apparirà la seguente schermata. Piccolo trucco: per settare automaticamente la tastiera italiana nella Live, dovremo “passare” al boot le seguenti opzioni:
 
'''boot: live lang=it loadkeys=it keyb=it'''
 
da notare che per digitare il segno uguale (=), bisogna pigiare il tasto “ì”.
 
[[Remastersys_5]]
 
Tutte le distro sono partite tranquillamente.
 
 
==L'installer di Remastersys==
 
Dopo aver caricato normalmente la Live appena creata, selezioniamo da Sistema-> Amministrazione-> Remastersys Installer), oppure possiamo apriamo un terminale, loggarci come root e dare il comando:
 
<pre># remastersys-installer intl GUI</pre>


<pre>deb http://www.geekconnection.org/remastersys/repository debian/</pre>
[[Remastersys_6]]


Successivamente procediamo con il refresh dei pacchetti e l’installazione vera e propria del programma. Per fare questo bisogna necessariamente essere loggati come root:
Partirà una interfaccia grafica che ci guiderà nell’installazione.


<pre># apt-get update
Per prima cosa veniamo avvisati di utilizzare l’installatore con cautela, ma noi non ci lasciamo intimorire e diamo OK.


# apt-get install remastersys</pre>
[[Remastersys_7]]


Il programma richiede alcune dipendenze: dialog, dosfstools, live-initrams, memtest86+, mtools, os-prober, rsync, squashfs-tools, syslinux, syslinux-common, user-setup e uuid-runtime. Dopo la configurazione, si può accedere al
La schermata successiva ci dice che bisogna creare una partizione di swap e una partizione per l’installazione. Ci viene anche detto che utilizzaremo Gparted per queste operazioni. Se abbiamo già delle partizioni esistenti possiamo continuare dando OK. L’installatore cerca e ci propone i dischi fissi. Nel nostro caso sono disponibili due dischi fissi da 250 GB ciascuno (sda e sdb). Selezioniamo il disco appropriato e diamo OK per entrare in Gparted.
programma attraverso il percorso Sistema-> Amministrazione-> Remastersys Backup (per chi utilizza Gnome), oppure scrivendo semplicemente remastersys dentro il terminale.


==Utilizzo==
[[Remastersys_8]]
Appena avviato, il programma ci avvisa di chiudere tutte le finestre in corso e di smontare ogni dispositivo collegato alla rete. Eseguiamo quanto richiesto e diamo "OK" per procedere.


[[Immagine:remastersys1.png]]
Ci apparirà la classica schermata di Gparted.


La seconda schermata è quella principale dalla quale possiamo decidere che cosa fare.
[[Remastersys_9]]


[[Immagine:remastersys2.png]]
Non ci soffermeremo sull’utilizzo di questo programma: è facile ed intuitivo, ma comunque da utilizzare con criterio. Se le partizioni sono già create, possiamo chiudere il programma. Quindi nella prossima schermata possiamo scegliere la partizione di swap (che viene automaticamente riconosciuta) e dare OK:


La prima opzione crea una iso del sistema completa dei dati presenti nella propria home, e quindi anche delle impostazioni del desktop (come temi, icone, caratteri, wallpaper).
[[Remastersys_10]]
La seconda opzione crea una iso del sistema da utilizzare come Live senza i dati della propria home e quindi avremo una Debian Live completa però dei programmi installati sul sistema fisso. Le ultime voci riguardano la
personalizzazione del file ottenuto con Remastersys (nome della iso, titolo del cd, ecc).
Dopo aver scelto, possiamo dare "OK" e procedere. Una ulteriore finestra mostra l’opzione scelta.


[[Immagine:remastersys3.png]]
Poi scegliamo la partizione che conterrà il sistema (root)


Dando ancora "OK", si apre un nuovo terminale. Verranno scaricati ulteriori pacchetti (dei moduli relativi al kernel in uso) e subito dopo inizierà il processo di creazione dell’immagine iso. Alla fine un’altra finestra ci avvisa della conclusione del processo e il percorso per recuperare il file iso appena creato.
[[Remastersys_11]]


[[Immagine:remastersys4.png]]
Ci viene anche richiesto se vogliamo che la partizione /home risulti separata dal sistema base. In questo caso selezioniamo la partizione appropriata. Se invece vogliamo “conglobare” la partizione /home nel sistema principale, continuiamo e diamo OK.


Masterizzando la iso (o mettendola in virtual-machine per testarla come suggerito da Remastersys) e riavviando il computer, ci verrà proposta una schermata abbastanza scarna, dove avremo la possibilità di avviare la Live come prima opzione. Altre possibilità prevedono l’avvio in modalità testuale, il mem-test, o l’avvio del sistema operativo dal primo hard-disk.
[[Remastersys_12]]


==Installazione su hard disk==
Le due schermate successive ci chiederanno di digitare (e poi confermare) la password di root
Remastersys contiene anche uno script per l'installazione della distribuzione creata su hard disk. Dopo aver caricato normalmente la Live appena creata, apriamo un terminale, logghiamoci come root e diamo il comando:


<pre># remastersys-installer intl</pre>
[[Remastersys_13]]


Oppure possiamo selezionare direttamente dai menu di Gnome la voce “Remastersys Installer”.
[[Remastersys_14]]


[[Immagine:rem_inst1.png]]
Le schermate successive ci chiedono i classici dati di tutte le installazioni: nome reale dell’utente, nome del login, password e il nome del localhost. Noi inseriamo i dati e andiamo avanti.


Partirà una interfaccia testuale (ncurses) che ci guiderà nell’installazione. Per prima cosa l’installatore ci avvisa che la versione è ancora in fase sperimentale.
[[Remastersys_15]]


[[Immagine:rem_inst2.png]]
[[Remastersys_16]]


La schermata successiva ci avverte che il sistema necessita di una partizione dove venir installato e di una ulteriore partizione di swap.
[[Remastersys_17]]


[[Immagine:rem_inst3.png]]
[[Remastersys_18]]


Se l’installer non trova queste partizioni (nel caso di un disco nuovo), partirà il tool “cfdisk” che ci aiuterà nel partizionamento.
[[Remastersys_19]]


[[Immagine:rem_inst5.png]]
Arrivati a questo punto, l’installatore ci chiederà dove posizionare il bootloader Grub. Solitamente viene installato nell’MBR, ma possiamo scegliere se installarlo nella partizione (nel caso avessimo un bootloader esistente):


Creiamo una nuova tabella delle partizioni, impostando quello che ci serve: una partizione per il sistema e una partizione di swap. Indichiamo la tipologia 82 per la partizione di Linux e la tipologia 83 per la partizione di swap. Rendiamo bootable la partizione di Linux. Selezioniamo “Write” e successivamente scriviamo “yes” per rendere effettiva la nuova tabella delle partizioni. Poi possiamo tranquillamente uscire con “Quit”.
[[Remastersys_20]]
Nelle schermate seguenti, potremo scegliere la partizione dove installare il sistema, il nome dell’host e decidere dove posizionare il bootloader Grub.  Solitamente viene installato nell’MBR, ma possiamo scegliere se installarlo nella partizione (nel caso avessimo un bootloader o un bootmanager esistente).


[[Immagine:rem_inst4.png]]
La schermata successiva ci permetterà di settare l’area geografica, la localizzazione di default e le impostazioni della tastiera e di xorg:


[[Immagine:rem_inst6.png]]
[[Remastersys_21]]


[[Immagine:rem_inst7.png]]
La schermata finale ci mostrerà le impostazioni che abbiamo scelto (partizioni da formattare e posizione di Grub). Ci chiederà se vogliamo continuare. Noi diamo OK.


Le schermate successive ci permetteranno di settare l’area geografica, la localizzazione di default e le impostazioni della tastiera e di xorg.
[[Remastersys_22]]


[[Immagine:rem_inst8.png]]
Quindi il sistema viene installato. Una barra di avanzamento ci indica lo stato dell’installazione. Normalmente non dovrebbe durare più di 25-30 minuti, considerando le iso sopra menzionate.


[[Immagine:rem_inst9.png]]
[[Remastersys_23]]


[[Immagine:rem_inst10.png]]
Una finestra finale ci indicherà che il sistema è stato correttamente installato.


La schermata finale ci chiederà di verificare le impostazioni inserite, in modo da poi iniziare la vera e propria installazione.
[[Remastersys_24]]


[[Immagine:rem_inst11.png]]
Tutte le distro sono state regolarmente installate (sia su nuove partizioni reali, sia su macchine virtuali utilizzando VirtualBox).


L’installazione partirà regolarmente e bisognerà attendere che il sistema Live venga trasferito sulla partizione scelta in precedenza, per ritrovarsi dopo breve tempo il sistema Live installato su hard disk.


==Ripristino bootloader Grub==
==Ripristino bootloader Grub==
Può tornare utile anche questa possibilità che offre Remastersys: il ripristino del bootloader Grub. Per utilizzare questa estensione del tool, selezioniamo l’apposita voce nel menu di Gnome (vedi foto precedente). Ci apparirà una ulteriore finestra:


[[Immagine:rem_grub_1.png]]
Può tornare utile anche questa possibilità che offre Remastersys: il ripristino del bootloader Grub. Per utilizzare questa estensione del tool, selezioniamo l’apposita voce nel menu di Gnome. Ci apparirà una ulteriore finestra:
 
[[Remastersys_25]]


la quale ci indica la possibilità di ripristino di Grub. Noi andiamo avanti tranquilli e diamo OK. La successiva finestra ci indicherà in quali partizioni Remastersys ha individuato lo stage1 di Grub. Il file stage1 è quello che permette di ripristinare il bootloader. Lo potremo trovare in una partizione sola, oppure in più partizioni, a seconda di come abbiamo effettuato l’installazione originaria. Nel nostra caso abbiamo solamente la partizione hda1:
la quale ci indica la possibilità di ripristino di Grub. Noi andiamo avanti tranquilli e diamo OK. La successiva finestra ci indicherà in quali partizioni Remastersys ha individuato lo stage1 di Grub. Il file stage1 è quello che permette di ripristinare il bootloader. Lo potremo trovare in una partizione sola, oppure in più partizioni, a seconda di come abbiamo effettuato l’installazione originaria. Nel nostra caso abbiamo solamente la partizione hda1:


[[Immagine:rem_grub_2.png]]
[[Remastersys_26]]


Ora il programma ci chiederà dove ripristinare il bootloader, se nell’MBR (Master Boot Record), oppure nella singola partizione. Noi scegliamo quello che ci serve. Di solito Grub viene installato nell’MBR, ma potrebbe essere anche necessario installarlo nella partizione (in caso di bootmanagers esterni):
Ora il programma ci chiederà dove ripristinare il bootloader, se nell’MBR (Master Boot Record), oppure nella singola partizione. Noi scegliamo quello che ci serve. Di solito Grub viene installato nell’MBR, ma potrebbe essere anche necessario installarlo nella partizione (in caso di bootmanagers esterni):


[[Immagine:rem_grub_3.png]]
[[Remastersys_27]]


Selezioniamo e diamo OK. Partirà l’installazione di Grub e una successiva finestra ci indicherà che tutto è andato a buon fine:
Selezioniamo e diamo OK. Partirà l’installazione di Grub e una successiva finestra ci indicherà che tutto è andato a buon fine:


[[Immagine:rem_grub_4.png]]
[[Remastersys_28]]
 
Insomma il tool Remastersys ha anche la possibilità di questa funzionalità che può essere molto utile in caso di re-installazioni di Windows, oppure in altri casi di sovrascrizione dell’MBR.


Insomma il tool Remastersys si è arricchito anche di questa nuova funzionalità che può essere molto utile in caso di re-installazioni di Windows, oppure in altri casi di sovrascrizione dell’MBR.
La guida termina qui. Sempre i miei complimenti allo sviluppatore di questo programma che reputo molto ben fatto e di indubbia utilità.


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Autore: [[Utente:Furly|Furly]]
Autore: [[Utente:Furly|Furly]]
[[Categoria:Sistema]][[Categoria:Tips&Tricks]]
[[Categoria:Sistema]][[Categoria:Tips&Tricks]]

Versione delle 07:56, 3 giu 2009

Introduzione

Remastersys è un software per Linux che riesce a costruire un sistema Live da un sistema installato. All’interno del programma si possono trovare diverse opzioni che permettono di creare un sistema Live semplice, oppure un sistema Live completo di tutte le impostazioni settate sul sistema installato. In questa guida analizzeremo l’ultima versione stabile di Remastersys (al momento della scrittura la release 2.0.18-1). Successivamente analizzeremo anche altre possibilità che Remastersys offre: l’installazione della distribuzione Live creata, tramite uno specifico tool, e il ripristino del bootloader Grub, utile in caso di malfunzionamento del sistemo, oppure in caso di sovrascrittura dell’MBR. Tengo a precisare che tutti i passaggi della guida, sono stati provati sui seguenti sistemi: - Debian 5.0.1 Lenny - Debian Testing (Squeeze) - SimplyMEPIS 8.0.06 (basata su Debian Lenny) I sistemi sopra elencati sono regolarmente installati du disco fisso e sono stati personalizzati, sia per quanto riguarda le impostazioni del desktop (temi, icone, ecc), sia per quanto riguarda i programmi installati. Questo per permettere di “stressare” il tool Remastersys, così da cogliere eventuali malfunzionamenti. Devo dire che il tool si è comportato molto bene, sia per quanto riguarda la creazione delle iso Live, sia per la successiva installazione. Il ripristino di Grub non è stato testato.

Installazione

L’installazione di Remastersys presuppone l’abilitazione del proprio repository. Per Debian (e derivate) bisogna inserire nel file /etc/apt/sources.list la seguente linea:

deb http://www.geekconnection.org/remastersys/repository debian/

Procediamo quindi con il refresh dei pacchetti e l’installazione vera e propria del programma (tutto con privilegi di root):

# apt-get update
# apt-get install remastersys

Dopo l’installazione, il programma può essere eseguito o direttamente tramite la sua interfaccia grafica (recuperabile in Sistema-> Amministrazione-> Remastersys Backup), oppure utilizzando la shell. Per praticità analizzeremo soltanto l’interfaccia grafica. In ogni caso la shell rispecchia quanto si esegue graficamente.

Remastersys_0.png

Dopo il lancio del programma, una schermata ci avverte di chiudere tutte le finestre in corso e di smontare ogni dispositivo collegato alla rete:

Remastersys_1.png

Diamo Ok e procediamo. Ecco che ci apparirà la finestra principale, da dove possiamo scegliere che cosa fare.

Remastersys_2.png

La prima opzione (backup-mode) crea una distro Live del sistema completa dei dati presenti nella propria home, e quindi anche le personalizzazioni del desktop (come temi, icone, caratteri, wallpaper). La seconda opzione (dist-mode) crea una distro Live del sistema senza le personalizzazioni, completa però dei programmi installati sul sistema fisso. Le ultime voci sono relative alla personalizzazione del file ottenuto con Remastersys (nome della iso, titolo del cd, ecc). Una finestra successiva mostra l’opzione scelta (nel nostro caso la seconda opzione).

Remastersys_3

Cliccando su OK, si apre un nuovo terminale. Verranno scaricati ulteriori pacchetti (dei moduli relativi al kernel in uso) e subito dopo inizierà il processo di creazione dell’immagine iso. Un messaggio di Warning ci avverte di non interrompere il processo di creazione.

Qualche dato utile: la creazione dell’immagine iso (per SimplyMEPIS) è durata circa 15 minuti, ed il file ottenuto pesava circa 800 MB. L’immagine iso di Debian 5.0.1, nella quale ho diversi DE e diversi programmi, pesava circa 950 MB e la durata della creazione è stata di circa 25 minuti.

In ogni caso una nuova finestra ci avvisa della conclusione del processo e il percorso per recuperare il file iso appena creato:

Remastersys_4

Ora non ci resta altro che masterizzare la iso (oppure provarla prima in una macchina virtuale per testarla, come suggerito da Remastersys). Al successivo riavvio ci apparirà la seguente schermata. Piccolo trucco: per settare automaticamente la tastiera italiana nella Live, dovremo “passare” al boot le seguenti opzioni:

boot: live lang=it loadkeys=it keyb=it

da notare che per digitare il segno uguale (=), bisogna pigiare il tasto “ì”.

Remastersys_5

Tutte le distro sono partite tranquillamente.


L'installer di Remastersys

Dopo aver caricato normalmente la Live appena creata, selezioniamo da Sistema-> Amministrazione-> Remastersys Installer), oppure possiamo apriamo un terminale, loggarci come root e dare il comando:

# remastersys-installer intl GUI

Remastersys_6

Partirà una interfaccia grafica che ci guiderà nell’installazione.

Per prima cosa veniamo avvisati di utilizzare l’installatore con cautela, ma noi non ci lasciamo intimorire e diamo OK.

Remastersys_7

La schermata successiva ci dice che bisogna creare una partizione di swap e una partizione per l’installazione. Ci viene anche detto che utilizzaremo Gparted per queste operazioni. Se abbiamo già delle partizioni esistenti possiamo continuare dando OK. L’installatore cerca e ci propone i dischi fissi. Nel nostro caso sono disponibili due dischi fissi da 250 GB ciascuno (sda e sdb). Selezioniamo il disco appropriato e diamo OK per entrare in Gparted.

Remastersys_8

Ci apparirà la classica schermata di Gparted.

Remastersys_9

Non ci soffermeremo sull’utilizzo di questo programma: è facile ed intuitivo, ma comunque da utilizzare con criterio. Se le partizioni sono già create, possiamo chiudere il programma. Quindi nella prossima schermata possiamo scegliere la partizione di swap (che viene automaticamente riconosciuta) e dare OK:

Remastersys_10

Poi scegliamo la partizione che conterrà il sistema (root)

Remastersys_11

Ci viene anche richiesto se vogliamo che la partizione /home risulti separata dal sistema base. In questo caso selezioniamo la partizione appropriata. Se invece vogliamo “conglobare” la partizione /home nel sistema principale, continuiamo e diamo OK.

Remastersys_12

Le due schermate successive ci chiederanno di digitare (e poi confermare) la password di root

Remastersys_13

Remastersys_14

Le schermate successive ci chiedono i classici dati di tutte le installazioni: nome reale dell’utente, nome del login, password e il nome del localhost. Noi inseriamo i dati e andiamo avanti.

Remastersys_15

Remastersys_16

Remastersys_17

Remastersys_18

Remastersys_19

Arrivati a questo punto, l’installatore ci chiederà dove posizionare il bootloader Grub. Solitamente viene installato nell’MBR, ma possiamo scegliere se installarlo nella partizione (nel caso avessimo un bootloader esistente):

Remastersys_20

La schermata successiva ci permetterà di settare l’area geografica, la localizzazione di default e le impostazioni della tastiera e di xorg:

Remastersys_21

La schermata finale ci mostrerà le impostazioni che abbiamo scelto (partizioni da formattare e posizione di Grub). Ci chiederà se vogliamo continuare. Noi diamo OK.

Remastersys_22

Quindi il sistema viene installato. Una barra di avanzamento ci indica lo stato dell’installazione. Normalmente non dovrebbe durare più di 25-30 minuti, considerando le iso sopra menzionate.

Remastersys_23

Una finestra finale ci indicherà che il sistema è stato correttamente installato.

Remastersys_24

Tutte le distro sono state regolarmente installate (sia su nuove partizioni reali, sia su macchine virtuali utilizzando VirtualBox).


Ripristino bootloader Grub

Può tornare utile anche questa possibilità che offre Remastersys: il ripristino del bootloader Grub. Per utilizzare questa estensione del tool, selezioniamo l’apposita voce nel menu di Gnome. Ci apparirà una ulteriore finestra:

Remastersys_25

la quale ci indica la possibilità di ripristino di Grub. Noi andiamo avanti tranquilli e diamo OK. La successiva finestra ci indicherà in quali partizioni Remastersys ha individuato lo stage1 di Grub. Il file stage1 è quello che permette di ripristinare il bootloader. Lo potremo trovare in una partizione sola, oppure in più partizioni, a seconda di come abbiamo effettuato l’installazione originaria. Nel nostra caso abbiamo solamente la partizione hda1:

Remastersys_26

Ora il programma ci chiederà dove ripristinare il bootloader, se nell’MBR (Master Boot Record), oppure nella singola partizione. Noi scegliamo quello che ci serve. Di solito Grub viene installato nell’MBR, ma potrebbe essere anche necessario installarlo nella partizione (in caso di bootmanagers esterni):

Remastersys_27

Selezioniamo e diamo OK. Partirà l’installazione di Grub e una successiva finestra ci indicherà che tutto è andato a buon fine:

Remastersys_28

Insomma il tool Remastersys ha anche la possibilità di questa funzionalità che può essere molto utile in caso di re-installazioni di Windows, oppure in altri casi di sovrascrizione dell’MBR.

La guida termina qui. Sempre i miei complimenti allo sviluppatore di questo programma che reputo molto ben fatto e di indubbia utilità.


Autore: Furly