Implementare un'architettura ridondante master/slave OpenLDAP: differenze tra le versioni

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Da notare che la configurazione prevede che venga aggiunto al database LDAP un nuovo utente  (<tt>uid=replicant,ou=Users,dc=dominio,dc=local</tt>) per le operazioni di sincronizzazione tra i due server. Creiamo quindi il nuovo utente, utilizzanzo i smbldap-tools:
Da notare che la configurazione prevede che venga aggiunto al database LDAP un nuovo utente  (<tt>uid=replicant,ou=Users,dc=dominio,dc=local</tt>) per le operazioni di sincronizzazione tra i due server. Creiamo quindi il nuovo utente, utilizzando i soliti smbldap-tools:
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smbldap-useradd replicant -P
smbldap-useradd replicant -P
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All'interno del file di configurazione <tt>/etc/ldap/slapd.conf</tt> sono state poi inserite le direttive:
: '''moduleload syncprov'''
: '''index entryCSN,entryUUID eq'''
: '''overlay syncprov'''
: '''syncprov-checkpoint 100 10'''
: '''syncprov-sessionlog 200'''
Queste direttive servono per configurare il modulo <tt>syncprov</tt> che ha il compito di tracciare i cambiamenti nel database LDAP e di marcarli per renderli identificabili dallo slave server LDAP, affinchè vengano replicati.<br/>
Per il master server LDAP questo è tutto. Per rendere valide le modifiche basta riavviare il demone:
<pre>
/etc/init.d/slapd restart
</pre>
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===Lo slave server LDAP===
===Lo slave server LDAP===

Versione delle 17:58, 23 set 2008

Come implementare un'architettura ridondante master/slave OpenLDAP

Questa guida illustra un metodo per fornire ridondanza ad una rete in cui sia presente un server OpenLDAP, in modo da avere una replica del database LDAP su un diverso server fisico che subentri automaticamente in caso di down del server principale.
Le vecchie versioni di OpenLDAP usavano un modello push per la replica. Questo modello si basava sull'assunto che il server LDAP master eseguisse periodicamente un push dei propri dati verso i server LDAP slave, utilizzando un modulo chiamato slurpd. Le nuove versioni di OpenLDAP hanno introdotto un modello di replica pull, appoggiato ad un modulo chiamato syncrepl. Debian Etch 4.0 installa OpenLDAP 2.3, che supporta entrambi i moduli, ma dalla versione 2.4 OpenLDAP eliminerà il supporto al modulo slurpd (come si legge nella documentazione ufficiale di OpenLDAP 2.4). Pertanto in questa guida verrà preso in considerazione l'approccio syncrepl alla replicazione di LDAP, in modo da garantirci possibilità di aggiornamento dell'infrastruttura.

Il master server LDAP

Il master server LDAP su cui ci baseremo viene usato per fornire servizi di autenticazione centralizzata agli utenti Samba e Unix così come indicato da questa guida. I files di configurazione di OpenLDAP sono perciò gli stessi presenti nella guida indicata; sono state evidenziate in grassetto le modifiche e/o le aggiunte rispetto ai files originali di partenza della guida, modifiche necessarie per convertire il master server LDAP in un provider (il termine usato da OpenLDAP per indicare il server che fornisce i dati a syncrepl affinchè vengano trasferiti a un consumer o slave server LDAP).

File /etc/ldap/slapd.conf:

# Allow LDAPv2 binds
allow bind_v2
# Schema and objectClass definitions
include /etc/ldap/schema/core.schema
include /etc/ldap/schema/cosine.schema
include /etc/ldap/schema/nis.schema
include /etc/ldap/schema/inetorgperson.schema
include /etc/ldap/schema/samba.schema
pidfile /var/run/slapd/slapd.pid
argsfile /var/run/slapd/slapd.args
loglevel sync
modulepath /usr/lib/ldap
moduleload back_bdb
sizelimit 500
tool-threads 1
backend bdb
checkpoint 512 30
database bdb
suffix "dc=dominio,dc=local"
rootdn "cn=admin,dc=dominio,dc=local"
rootpw "password"
moduleload syncprov
index entryCSN,entryUUID eq
overlay syncprov
syncprov-checkpoint 100 10
syncprov-sessionlog 200
directory "/var/lib/ldap"
dbconfig set_cachesize 0 2097152 0
dbconfig set_lk_max_objects 1500
dbconfig set_lk_max_locks 1500
dbconfig set_lk_max_lockers 1500
index objectClass eq
index uid,uidNumber,gidNumber,memberUid eq
index cn,mail,surname,givenname eq,subinitial
index sambaSID eq
index sambaPrimaryGroupSID eq
index sambaDomainName eq
lastmod on
access to attrs=userPassword,shadowLastChange,sambaLMPassword,sambaNTPassword
by dn="cn=admin,dc=dominio,dc=local" write
by dn=”uid=replicant,ou=Users,dc=dominio,dc=local” read
by anonymous auth
by self write
by * none
access to dn.base="" by * read
access to *
by dn="cn=admin,dc=dominio,dc=local" write
by * read


Da notare che la configurazione prevede che venga aggiunto al database LDAP un nuovo utente (uid=replicant,ou=Users,dc=dominio,dc=local) per le operazioni di sincronizzazione tra i due server. Creiamo quindi il nuovo utente, utilizzando i soliti smbldap-tools:

smbldap-useradd replicant -P

All'interno del file di configurazione /etc/ldap/slapd.conf sono state poi inserite le direttive:

moduleload syncprov
index entryCSN,entryUUID eq
overlay syncprov
syncprov-checkpoint 100 10
syncprov-sessionlog 200

Queste direttive servono per configurare il modulo syncprov che ha il compito di tracciare i cambiamenti nel database LDAP e di marcarli per renderli identificabili dallo slave server LDAP, affinchè vengano replicati.
Per il master server LDAP questo è tutto. Per rendere valide le modifiche basta riavviare il demone:

/etc/init.d/slapd restart

Lo slave server LDAP