I repository ed il loro utilizzo: differenze tra le versioni

Da Guide@Debianizzati.Org.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
(aggiunti elenco repository ufficiali)
(226 versioni intermedie di 18 utenti non mostrate)
Riga 1: Riga 1:
== Introduzione ==
{{Repository
|successivo=Repository & pinning
}}
{{Versioni compatibili}}
__TOC__


Questa guida � dedicata all'uso di Aptitude.
{{Box|Nota importante|Prima di procedere con la lettura della presente guida è fondamentale che il lettore abbia chiara la struttura di Debian. Si veda ad esempio [[La struttura della Distribuzione | questa guida]].}}


Il completissimo '''manuale utente di Aptitude''' in formato html si pu� trovare installando il pacchetto <tt>aptitude-doc-en</tt>, in <tt>/usr/share/doc/aptitude/html/en/index.html</tt>. Purtroppo il manuale � solo in inglese.
== Introduzione ==
Dopo aver installato una Debian nasce il bisogno di aggiungere nuovi programmi e allo stesso tempo di tenerla costantemente aggiornata.<br />
Per questo scopo Debian dispone di un tool potentissimo: [[APT]] (Advanced Packaging Tool), con numerosi strumenti sia da riga di comando (la shell), come [[apt]], [[apt-get]], [[aptitude]], dselect, [[wajig]], sia per mezzo di interfacce grafiche come aptitude, [[synaptic]], PackageKit e altri.<br />
A prescindere dallo strumento usato il cuore del sistema, cioè i [[pacchetto|pacchetti]] (i "programmi"), è comune. Il [[repository]] è a tutti gli effetti un archivio ordinato dove sono raccolti i pacchetti Debian (siano essi pacchetti binari o sorgenti) in modo ben organizzato e costantemente aggiornato, si veda anche [[FAQ#Repository|FAQ: Cos'è un '''repository'''?]].


== Cos'� Aptitude ==
Per comprendere appieno tutto il meccanismo delle installazioni e degli aggiornamenti bisogna conoscere com'è strutturata una Debian. Questo articolo vuole essere un'introduzione alla comprensione della struttura per la gestione degli oltre 40.000 pacchetti che Debian offre. Per approfondimenti consultare le ricche pagine di [[Documentazione Debian|documentazione]] che accompagnano Debian come ''debian-reference-it'', ''debian-faq-it'', etc.


Aptitude � un frontend per la gestione avanzata dei pacchetti di una distribuzione Debian, ma risulta valida per tutte le distribuzioni che supportano APT (http://www.debian.org/doc/manuals/apt-howto/ch-distros.it.html).
== Organizzazione e struttura ==
Un repository (per esempio: {{APT-mirror|main}}) è suddiviso nei seguenti rami:
* '''dists''' contiene i file di controllo, che permettono il funzionamento del sistema di pacchettizzazione. Infatti sono presenti i file che descrivono i pacchetti presenti nell'archivio (divisi per la release di appartenenza);
* '''doc''' raccoglie la documentazione di base per Debian (segnalazioni di Bug, Faq, il Contratto Sociale ed altro);
* '''indices''' contiene l'indice di tutti i file contenuti in tutti i pacchetti. Queste informazioni sono usate da [[Apt-file: ricerca all'interno dei pacchetti|<code>apt-file</code>]];
* '''pool''' questo è l'archivio vero e proprio, dove sono contenuti i pacchetti, raggruppati per lettera iniziale;
* '''project''' contiene materiale per sviluppatori. Degne di nota la directory experimental, che contiene i pacchetti in fase di sviluppo e perfezionamento;
* '''tools''' contiene degli strumenti DOS per la creazione di dischetti di boot, partizionamento e lancio del sistema.


Aptitude � ormai lo strumento preferenziale per l'amministrazione dei pacchetti su Debian, in quanto non solo raggruppa in un unico semplice programma le funzionalit� di molti tool (apt-get, apt-cache ...) ma anche perch� permette di gestire in modo molto pi� facile (ed efficace) situazioni complesse (dipendenze, dipendenze inverse, rimozione pacchetti non utilizzati, ecc ...).
==== Il file "Release" ====
Ogni repository ha un file ''Release'' contenente diverse informazioni fondamentali per l'utilizzo da parte di [[APT]].


Aptitude � un frontend a dpkg esattamente come apt-get, che sembra essere destinato a sostituire integralmente lo stesso [[Introduzione_all%27_Apt_System | apt-get (e affini)]], tanto che nelle release notes di Sarge si legge:
È possibile accedere al file ''Release'' di un repository alla pagina Internet: <code>INDIRIZZO'''/dists/'''DISTRIBUZIONE'''/Release'''</code>, dove ''INDIRIZZO'' e ''DISTRIBUZIONE'' fanno riferimento ai valori del repository da cercare.


{{Box|Citazione:|Il metodo di aggiornamento raccomandato fra le release Debian GNU/Linux prevede l'utilizzo dello strumento di gestione dei pacchetti aptitude. Tale strumento rende le decisioni riguardanti le installazioni dei pacchetti pi� sicure che l'esecuzione diretta di apt-get.}}
Per esempio nel caso del repository principale della [[stable]]:
* l'indirizzo è {{APT-mirror}}, ma quello di qualsiasi [[mirror]] sarebbe equivalente;
* come distribuzione si può usare sia il [[codename]] (attualmente '''{{Codename|stable}}''') che il nome della [[suite]] ('''stable''');
il suo file ''Release'' è consultabile all'indirizzo http://ftp.debian.org/debian/dists/{{Codename|stable}}/Release ; per esempio quello di Debian 10 ([[Buster]]), {{#switch: {{Codename|Buster}}
| stable = appena rilasciata
| obsoleta = ormai obsoleta, quando era la ''stable'' ed era appena stata rilasciata
| attualmente la [[{{Codename|Buster}}]], quando era la ''stable'' ed era appena stata rilasciata }} conteneva:
<pre>
Origin: Debian
Label: Debian
Suite: stable
Version: 10.0
Codename: buster
Changelogs: http://metadata.ftp-master.debian.org/changelogs/@CHANGEPATH@_changelog
Date: Sat, 06 Jul 2019 09:08:16 UTC
Acquire-By-Hash: yes
Architectures: amd64 arm64 armel armhf i386 mips mips64el mipsel ppc64el s390x
Components: main contrib non-free
Description: Debian 10.0 Released 06 July 2019
...
</pre>
Dove:
* '''Origin''' specifica il proprietario del repository. Se si fa uso del [[pinning]] si può sfruttare questo dato inserendo la riga <code>Pin: release o=</code> In <code>preferences</code>.
* '''Label''' identifica il repository: potete inserire descrizioni, ecc. Se si fa uso del pinning si può sfruttare questo dato inserendo la riga <code>Pin: release l=</code> In <code>preferences</code>.
* '''Suite''' (o anche ''Archive'') è l'archivio Debian a cui i pacchetti appartengono (ad es.: stable, testing. ecc.). Se si fa uso del pinning si può sfruttare questo dato inserendo la riga <code>Pin: release a=</code> In <code>preferences</code>.
* '''Version''' indica la versione corrente, e nel caso di Buster all'inizio è 10.0 e poi sarà aumentata a ogni nuova ''point release'' (10.1, 10.2, ...), ma sempre mantenendo la prima cifra fino all'arrivo della [[stable]] successiva.
* '''Codename''' specifica il nome in codice della release. Se si fa uso del pinning si può sfruttare questo dato inserendo la riga <code>Pin: release n=</code> In <code>preferences</code>.
* '''Architectures''' elenca le [[architettura|architetture]] dei pacchetti contenuti nel repository (ad es.: i386, sparc, source, ecc.).
* '''Components''' riporta la lista delle sezioni (per i repository ufficiali: 'main'', ''contrib'', ''non-free'');


e anche:
In maniera analoga è possibile consultare le informazioni di ogni altro repository, utilizzando l'indirizzo e il codename corrispondente. Inoltre queste informazioni sui repository sono presenti, e se necessario spiegate, anche nelle guide di questa wiki, accessibili dal menù in alto in questa pagina.


{{Box|Citazione:|Test di aggiornamento hanno mostrato che la versione di sarge di aptitude � migliore sia di apt-get sia della versione di woody di aptitude nella risoluzione di dipendenze complesse durante un aggiornamento.}}
{{Box|Nota|Parte di queste informazioni possono essere ottenute anche usando il comando:
<pre>$ apt-cache policy</pre>
che mostra anche i pin dei repository e/o quelli manualmente definiti dall'utente.}}


Si pu� utilizzare Aptitude in due modi: da linea di comando, cio� come apt-get (la sintassi e le opzioni sono identiche, o quasi), oppure tramite l'interfaccia visuale basata sulle librerie ncurses.
==== Sezioni ====
I repository ufficiali sono divisi in tre [[sezione|sezioni]] (dette anche aree o componenti):
* [[main]] è la principale, e l'unica sia necessaria che autosufficiente. I pacchetti di '''main''' non dipendono dalle altre sezioni e nemmeno da materiale esterno a Debian, né per l'esecuzione né per la compilazione dei sorgenti.<br/>È composta soltanto dai pacchetti che rispettano completamente le [[DFSG|Debian Free Software Guidelines]], che garantiscono che il software presente è [[Software Libero]] (e quindi anche Open Source) e che ogni altro materiale (documentazione, dati, musica, ecc.) presente è ridistribuibile alle stesse condizioni;
* [[contrib]] raccoglie i pacchetti che sono coerenti con le [[DFSG]] ma che dipendono da software o altro materiale che non le rispetta, per l'esecuzione o per la compilazione;
* [[non-free]] contiene i pacchetti che non rispettano, in tutto o in parte, le [[DFSG]].<br>


L'interfaccia visuale verr� trattata pi� diffusamente, perch� si ritiene che sia uno strumento fondamentale per la gestione dei pacchetti e soprattutto per la diagnostica e la risoluzione degli eventuali problemi riscontrati.
In caso si scelga di abilitare la sezione ''contrib'', oppure sia ''contrib'' che ''non-free'', si deve farlo sempre in aggiunta a quella '''main'''.


{{Box|Prima di iniziare|Prima di iniziare a mettere le mani sulla tastiera, notiamo che aptitude, a differenza della maggior parte delle opzioni di apt-get, si pu� lanciare anche con i diritti di utente comune.  
{{Box|Nota che...|...Debian promuove e percorre il sentiero del software totalmente libero; l'uso delle sezioni '''contrib''' e '''non-free''' è una scelta personale e non un obbligo. In particolare abilitare anche la sola sezione ''contrib'' '''non''' garantisce che tutto il software installato sul proprio sistema sia [[Software Libero]].


Poich� per l'effettiva installazione o rimozione dei pacchetti � necessario possedere i diritti di root, � possibile e caldamente consigliato usare questa possibilit� per effettuare qualunque prova, visto che non si sar� in grado di modificare neanche una virgola del sistema prima di aver inserito la password di root.}}
A partire da Debian 6 (Squeeze) con l'uso della sola sezione '''main''' anche il kernel è completamente libero, mentre in precedenza poteva contenere blob binari, per esempio i [[firmware]] senza codice sorgente per alcuni dispositivi.}}


== Uso da linea di comando ==
=== Sources.list ===
<!--
  NOTA: *NON* cambiare il nome della sezione "Sources.list", perché è utilizzata da altre guide
-->
La gestione dei [[repository]] avviene principalmente tramite modifiche al file <code>'''/etc/apt/sources.list'''</code>, questo è il più importante file di configurazione del sistema di gestione dei pacchetti Debian; contiene infatti l'elenco e gli indirizzi dei repository a cui [[APT]] accede per il download dei pacchetti binari e sorgenti.


Anche dalla linea di comando l'uso di aptitude � molto semplice e comodo. Si usa in genere la seguente forma:
In aggiunta a tale file possono esisterne altri con estensione <code>.list</code> all'interno della directory <code>/etc/apt/sources.list.d</code>, pensata per contenere i [[repository]] di terze parti. Questa directory dovrebbe essere vuota, se non si è installato nulla che la modifichi e non si sono aggiunti dei file manualmente.


aptitude azione [argomenti...]
==== Modifiche ai file di configurazione ====
Non esiste un unico modo per aggiungere, modificare o rimuovere repository, ma sono sempre richiesti [[privilegi di amministrazione]]. A partire da Debian 8 [[Jessie]] è raccomandabile utilizzare [[apt]] per modificare il file principale (<code>/etc/apt/sources.list</code>):
<pre># apt edit-sources</pre>
perché effettua anche un controllo della sintassi prima di apportare le modifiche con il proprio editor preferito. Nel caso di [[nano]], il più semplice da usare, dopo aver effettuato le modifiche basta premere Ctrl-o per salvare e Ctrl-x per uscire.


''azione'' dice ad aptitude quale azione svolgere; i rimanenti argomenti dipendono dall'azione scelta e consistono tipicamente in una lista di nomi di pacchetti.
Per modificare invece i file .list in <code>/etc/apt/sources.list.d</code> è necessario utilizzare un editor esterno, in questo caso <code>nano</code>:
<pre>
# nano /etc/apt/sources.list.d/NOME-DEL-FILE.list
</pre>


Le azioni pi� importanti sono:
Si ricordi sempre che ogni volta che si aggiunge o si rimuove un repository è necessario anche aggiornare la lista dei [[pacchetto|pacchetti]] del sistema. Per esempio eseguendo con [[privilegi di amministrazione]]:
 
<pre>
; <tt>aptitude update</tt> : aggiorna la lista dei pacchetti (come premere ''''u'''' dall'interfaccia visuale o come <tt> apt-get update</tt>)
# apt update
 
</pre>
; <tt>aptitude upgrade</tt> : aggiorna tutti i pacchetti aggiornabili senza che nascano conflitti. Se l'aggiornamento di un pacchetto causa un conflitto il pacchetto non viene aggiornato (piuttosto che, ad esempio, rimuovere i pacchetti che generano il conflitto)
Tale lista va inoltre tenuta aggiornata periodicamente, in particolare prima di effettuare aggiornamenti o nuove installazioni.


; <tt>aptitude dist-upgrade</tt> : anche questo comando aggiorna tutti i pacchetti, ma � pi� aggressivo nella risoluzione delle dipendenze: nouvi pacchetti saranno installati e altri rimossi, fino a quando tutte le dipendenze non saranno soddifatte. Questo comando potrebbe fare cose non desiderate (come, appunto, installare nuovi pacchetti o rimuoverne altri) quindi deve essere usato con cautela.
==== Ordine di inserimento ====
È importante inserire i repository con un giusto ordine: i primi in elenco, infatti, sono i più importanti (o favoriti). Per migliorare le prestazioni, è consigliabile ordinarli per velocità (es. prima il CD-ROM, poi la rete locale, poi Internet, ecc.).


; <tt>aptitude [ install | remove | purge | reinstall ] pkg1 [pkg2...]</tt>: questi comandi installano, rimuovono o fanno il ''purge'' (eliminazione anche dei file di configurazione) dei pacchetti specificati.
Se non si hanno esigenze particolari, gli utenti che installano Debian da CD o DVD possono cancellare o commentare le righe corrispondenti a queste sorgenti in <code>/etc/apt/sources.list</code> subito dopo l'installazione. Il motivo è dovuto al fatto che i pacchetti che si trovano su questi supporti sono rapidamente superati dagli aggiornamenti presenti nei [[repository ufficiali]]; questi ultimi, se assenti, vanno ovviamente aggiunti manualmente ad <code>/etc/apt/sources.list</code>.


; <tt>aptitude search espressione1 [espressione2...]</tt>: mostra su terminale i pacchetti che contengono nel nome una delle espressioni fornite. Le espressioni possono essere semplici stringhe o anche espressioni pi� complesse ("Search Patterns").
==== Sintassi ====
 
Ogni riga che descrive un repository ha una ben determinata sintassi:
; <tt>aptitude show pkg1 [pkg2...]</tt> : mostra su terminale le informazioni di ogni pacchetto specificato.
 
I comandi che installano, aggiornano o rimuovo pacchetti accettano tutti il parametro "-s" che st� per "simula". Quando viene passato "-s" nella linea di comando, aptitude svolge tutte le azioni che svolgerebbe normalmente, ma non scarica o installa/rimuove effettivamente nessun file.
 
==Interfaccia grafica==
 
=== Descrizione dell'interfaciia grafica ===
La prima schermata che aptitude ci presenta, dopo che l'abbiamo lanciato da linea di comando, e dopo il caricamento delle informazioni attuali sui pacchetti ("caricamento della cache"), � divisa orizzontalmente in due parti.
 
Nella parte superiore troviamo una zona a sfondo blu con un men� che propone diverse opzioni, e una zona a sfondo nero in cui si vede l'albero dei pacchetti disponibili, classificati in base al loro stato (installati, non installati, ecc.).
 
Per vedere il contenuto di uno dei rami usiamo le frecce "su" e "giu" fino a selezionare la riga corrispondente e premiamo invio. Sotto al ramo in questione ora abbiamo dei sottorami, e premendo invio sui vari sottorami si accede allo stesso modo ai sotto-sottorami e cos� via, fino ad arrivare ai pacchetti.
 
La parte inferiore � invece dedicata alla descrizione del pacchetto attualmente selezionato. Alcuni pacchetti, per esempio k3b, hanno una descrizione molto lunga: premendo TAB e usando le frecce � possibile leggerla tutta.
 
Ogni riga che mostra il nome di un pacchetto riporta anche molte informazioni.
Per esempio, riporto lo stato di alcuni pacchetti nel mio sistema (nota: il mio sistema � una sarge, ma ho installato diversi pacchetti da testing e anche alcuni da unstable. Per informazioni sul pinning vedere [[APT_uso_avanzato:_mixare_releases_diverse | APT uso avanzato: mixare releases diverse ]]):
<pre>
<pre>
stato    nome                vers. attuale    vers. aggiornata
deb[-src] <URI> <distribuzione> [componente/i]
 
i        aptitude            0.2.15.9-2      0.2.15.9-2
i        amule                2.0.3-3          2.0.3-4
i A      amule-common        2.0.3-3          2.0.3-4
c        hotplug              <nessuna>       0.0.200403
p        apmd                <nessuna>       3.2.2-3
</pre>
</pre>


Possiamo vedere che:
Analizziamo i singoli componenti:
*aptitude � installato ed � alla versione pi� recente
* <code>'''deb o deb-src'''</code>: serve ad indicare se il repository indicato contiene pacchetti binari o pacchetti sorgenti (se li contiene entrambi, è necessario specificarlo usando due righe diverse);
*amule � installato ma � aggiornabile alla versione 2.0.3-4
* <code>'''URI'''</code>: indica l'indirizzo a cui è possibile trovare il repository; è possibile scegliere tra i seguenti metodi di accesso ai pacchetti:
*amule-common � installato per soddisfare una dipendenza (<tt>A</tt>), cio� solo a causa di un pacchetto che dipende da lui (amule). Anch'esso � aggiornabile
** <code>'''file'''</code>: permette di inserire un repository presente sul disco rigido del computer;
*hotplug non � installato, ma quando l'ho cancellato ho scelto di mantenere i file di configurazione (<tt>c</tt>)
** <code>'''cdrom'''</code>: permette di inserire un repository presente su un CD-ROM o DVD-ROM;
*apmd non � installato (<tt>p</tt>), oppure � stato cancellato con l'opzione "purge" (comando: "_"): lo stato risultante � il medesimo
** <code>'''http'''</code>: permette di accedere ad un repository tramite il protocollo HTTP (se è impostata una variabile di ambiente <code>'''http_proxy'''</code> col formato '''<code><nowiki>http://server:port/</nowiki></code>''' verranno usate queste opzioni per accedere al repository; in caso di necessità di autenticazione, è possibile specificare l'indirizzo del proxy, nella variabile d'ambiente <code>'''http_proxy'''</code>, nel seguente modo: '''<code><nowiki>http://user:pass@server:port/</nowiki></code>''', anche se risulta non essere un modo sicuro di autenticazione);
** <code>'''ftp'''</code>: permette di accedere ad un repository tramite il protocollo FTP; è possibile specificare un proxy nello stesso modo indicato per http al punto precedente, sostituendo alla variabile <code>'''http_proxy'''</code> <code>'''ftp_proxy'''</code>;
** <code>'''copy'''</code>: è identico a file, ma i file utilizzati vengono salvati nella cache di apt; utile nel caso di supporti removibili quali chiavette USB, floppy, memorie SD, ecc.;
** <code>'''rsh, ssh'''</code>: permette di accedere ad un repository tramite il protocollo [[SSH]]. Non è possibile, però, effettuare alcuna autenticazione interattiva, ma solo tramite lo scambio di chiavi [[RSA]];
* <code>'''distribuzione'''</code>: corrisponde alla [[release]] utilizzata dal repository, ed è possibile usare sia il [[codename]] che il nome della [[suite]]. Fanno eccezione i repository di sicurezza, che richiedono il valore ''codename'''''/updates''' oppure ''suite'''''/updates''', anche se utilizzano gli stessi ''codename'' e ''suite'' del repository principale;
* <code>'''componente/i'''</code>: indica le sezioni (<code>main</code>, <code>contrib</code>, <code>non-free</code>) del repository da inserire; sono possibili scelte multiple.


Tramite semplici comandi si possono visualizzare molte altre informazioni. I comandi principali sono:
==== Alcuni esempi ====
; v: visualizza le versioni disponibili per il pacchetto
Non c'è niente di meglio, per capire la sintassi del file <code>sources.list</code>, di un po' di esempi.
; d: visualizza le dipendenze del pacchetto
; r: visualizza i pacchetti che dipendono dal pacchetto selezionato (dipendenze inverse)
; C: scarica da internet e visualizza il changelog del pacchetto
; q: chiude la schermata attuale e passa a quella precedente


Per una lista completa vedere la guida online con "?".
I repository ufficiali di Debian {{Codename|versione_stable}} ([[{{Codename|Stable}}]]) con solo software libero (binari e sorgenti) presi dal mirror {{APT-mirror|descrizione}}:


Ora premiamo invio su di un pacchetto: ci appare la schermata relativa al pacchetto, con la descrizione completa e molte altre informazioni, organizzate ad albero come abbiamo gi� visto. Se ci interessa qualche informazione in pi� su uno dei pacchetti che troviamo in questa schermata, lo selezioniamo e premiamo invio: appaiono le versioni disponibili del pacchetto. Se selezioniamo una delle versioni e premiamo invio ci ritroviamo nella schermata informativa di quel pacchetto. Fate attenzione perch� in questo modo si pu� perdere facilmente l'orientamento.
deb {{APT-mirror}} {{Codename|stable}} main
Torniamo alla vista dell'albero dei pacchetti premendo "q" tante volte quanto serve (se vi sbagliate e lo premete una volta in pi�, aptitude vi chiede se volete uscire dal programma: per il momento dite di no ;-)).
deb-src {{APT-mirror}} {{Codename|stable}} main


=== Riassunto principali comandi ===
E repository relativo di sicurezza:


; <tt>u</tt> ''(minuscolo): aggiorna la lista dei pacchetti.
  # Sicurezza
; <tt>+</tt>: marca il pacchetto selezionato per l'installazione o l'aggiornamento.
deb {{APT-mirror|security}} {{Codename|stable}}{{#ifeq: {{Codename|stable}} | buster | /updates | -security }} main
; <tt>-</tt> ''(segno meno)'': marca il pacchetto selezionato per la rimozione.
  deb-src {{APT-mirror|security}} {{Codename|stable}}{{#ifeq: {{Codename|stable}} | buster | /updates | -security }} main
; <tt>_</tt> ''(underscore)'': marca il pacchetto selezionato per la rimozione, eliminado tutti i file di configurazione.
; <tt>U</tt> ''(maiuscolo): marca per l'aggiornamento tutti i pacchetti per cui sia disponibile una nuova versione.


'''Nota''': Dopo aver premuto uno dei comandi '''<tt>+</tt>''', '''<tt>-</tt>''', '''<tt>_</tt>''' o '''<tt>U</tt>''' bisogner� premere '''g''' due volte per eseguire le azioni richieste: dopo la prima volta verr� visualizzata il lista dei pacchetti installati/aggiornati/rimossi/mantenuti, dopo il secono '''g''' verranno eseguite le operazioni rischieste.  
{{Box | Cambiamento nella sintassi del repository di sicurezza | A partire da Debian 10 ([[Buster]])) la forma preferita del mirror di sicurezza termina con '''debian-security'''; tale sintassi è compatibile anche per versioni precedenti, se ancora supportate. La forma precedente (senza ''debian-security'') è ancora supportata.


Inoltre a partire da Debian 11 ([[Bullseye]]), si dovrà utilizzare ''codename'''''-security''' al posto di ''codename'''''/updates''', ossia nel caso di bullseye:
deb {{APT-mirror|security}} bullseye'''-security''' main}}


=== Esempio: aggiornare i pacchetti ===
Ecco come invece si presenterà il file, se si sceglie di aggiungere anche "contrib" e "non-free" ai due repository precedenti:


Per la descrizione dell'utilizzo di aptitude useremo come esempio una sessione reale, in cui vengono svolte alcune normali operazioni di aggiornamento e amministrazione dei pacchetti.
deb {{APT-mirror}} {{Codename|stable}} main '''contrib non-free'''
deb-src {{APT-mirror}} {{Codename|stable}} main '''contrib non-free'''
# Sicurezza
deb {{APT-mirror|security}} {{Codename|stable}}{{#ifeq: {{Codename|stable}} | buster | /updates | -security }} main '''contrib non-free'''
deb-src {{APT-mirror|security}} {{Codename|stable}}{{#ifeq: {{Codename|stable}} | buster | /updates | -security }} main '''contrib non-free'''


Per prima cosa, nella nostra sessione di amministrazione, aggiorniamo le informazioni sui pacchetti disponibili. Con apt-get avremmo digitato <tt>apt-get update</tt>, mentre in aptitude � sufficiente premere "u".  
I repository sorgenti (''deb-src'') si possono anche rimuovere, se non si scaricano i sorgenti per controllarli o modificarli; oppure commentare (aggiungendo a inizio riga il carattere <code>#</code>), per poterli riabilitare facilmente.


Fate attenzione perch� aptitude non chiede conferma dopo che avete impartito un comando, quindi non digitate nulla senza prima essere sicuri/e di cosa state per fare.
Di seguito il repository di <code>apt-build</code>, se si compilano i pacchetti sorgenti localmente:
<pre>
deb file:/var/cache/apt-build/repository apt-build main
</pre>


Dopo aver fatto l'update potremmo trovare una, due, o tre voci nuove nell'albero dei pacchetti: "Aggiornamenti di sicurezza", "Pacchetti aggiornabili", e "Pacchetti nuovi". Per fare scomparire le prime due � necessario aggiornare tutti i pacchetti contenuti nei rispettivi rami, mentre per far sparire la terza � sufficiente premere "f" (forget).
E un esempio di repository 'artigianale', accessibile tramite un webserver:
<pre>
deb http://repos.debianizzati.org ./
</pre>


Una buona regola per l'amministratore � quella di far s� che alla fine dell'aggiornamento queste tre voci non siano presenti. Se ci sono dei pacchetti che risultano aggiornabili, ma che non volete aggiornare, probabilmente dovreste bloccarli alla versione desiderata con "=", oppure dovreste leggere la guida gi� citata sul pinning.
E per finire ecco invece un repository situato nella home dell'utente maxer, creato con <code>dpkg-scanpackages</code>:
 
<pre>
Ora torniamo ai pacchetti mostrati prima e supponiamo di voler aggiornare amule: lo selezioniamo e premiamo "+". Questo marcher� in verde, cio� per l'installazione, sia amule che amule-common.  
deb file:/home/maxer/repos ./
</pre>
Per altri repository vedere: [[Repository ufficiali|Lista repository ufficiali Debian]] e [[Repository non ufficiali]].


Poi per� ci viene un'idea migliore, e decidiamo di aggiornare tutti i pacchetti aggiornabili, quindi digitiamo "^" per risalire al ramo superiore della vista, finch� arriviamo a <tt>Pacchetti installati</tt> poi usiamo la freccia in alto e se necessario risaliamo ancora ai rami superiori finch� non arriviamo a <tt>Pacchetti aggiornabili</tt> e qui premiamo "+". Questo marcher� per l'installazione tutti i pacchetti aggiornabili :-D
==== Sources.list aggiuntivi ====
A volte si può avere l'esigenza di disporre di più di un file per contenere la lista dei repository. Questo può capitare nel caso in cui il file <code>sources.list</code> inizi a contenere un numero molto elevato di righe oppure perché si vogliono utilizzare dei repository diversi per le normali operazioni sui pacchetti.


Per far ciò è possibile creare dei semplici file di testo, contenenti gli indirizzi dei repository, nella directory <code>/etc/apt/sources.list.d</code> . La sintassi da utilizzare al loro interno è uguale a quella del file <code>sources.list</code>; si può scegliere un qualunque nome (con caratteri alfabetici e numerici) da assegnare ai file purché termini con l'estensione <code>.list</code> .


== Risolvere eventuali problemi con delle dipendenze ==
Una volta creati i file aggiuntivi, questi verranno considerati da APT come se le righe al loro interno fossero presenti nel file <code>sources.list</code> .


Dopo aver marcato per l'installazione tutti i pacchetti aggiornabili, aptitude ci segnala nella zona blu che c'un pacchetto "errato" cio� con problemi di dipendenze. Senza battere ciglio premiamo "b" e leggiamo:
È possibile anche specificare un file, contenente gli indirizzi dei repository, che non si trova all'interno della directory <code>/etc/apt/sources.list.d</code>. Ad esempio, se il repository da cui abitualmente scarichiamo/aggiorniamo i pacchetti è irraggiungibile, basta creare un file (nell'esempio chiamato <code>nomefile.list</code>) contenente dei repository appartenenti ad un diverso mirror ed eseguire:
<pre>
<pre># apt-get -o Dir::Etc::SourceList=/percorso/del/file/nomefile.list update
iB      udev          0.070    0.074
</pre>
</pre>
dove "B" significa "con errori", e sotto si legge:
Bisogna specificare obbligatoriamente il percorso completo del file se questo non si trova nella directory <code>/etc/apt/sources.list.d</code> .
<pre>
Alcune dipendenze di udev non sono soddisfatte:


  *udev � in conflitto con module-init-tools (< 3.2pre9-1)
==== Esempi di configurazioni consigliate ====
</pre>
===== Stable più aggiornata =====
premiamo invio su udev, e ci appare la schermata con tutte le informazioni su udev stesso, comprese le dipendenze: selezioniamo module-init-tools e premiamo invio. Ora ci appaiono tutte le versioni disponibili di module-init-tools, tra cui vediamo che � presente la 3.2pre9-1: non ci resta che selezionarla e marcarla per l'installazione :-D.
Per avere una Debian [[stable]] completamente libera, di seguito si propone una configurazione del file <code>/etc/apt/sources.list</code> con soli repository ufficiali, utilizzando il [[mirror]] {{APT-mirror|descrizione}} e abilitando aggiornamenti raccomandati e [[backports]]:


Quello che � successo � semplicemente che nel mio sistema udev � in testing, e fino alla versione 0.070 funzionava bene con module-init-tools-3.2pre1-2, che invece � in stable. Aggiornando tutto abbiamo marcato per l'installazione il nuovo udev, versione 0.074, che per� dipende da module-init-tools >= 3.2pre9-1. Poich� questo pacchetto � in testing, APT non ha potuto risolvere la dipendenza automaticamente: se un pacchetto � in una distribuzione (e APT � configurato nel modo giusto) non verr� mai passato ad un'altra, a meno che non siamo noi a farlo manualmente.
# Repository principale
deb {{APT-mirror}} {{Codename|stable}} main
deb-src {{APT-mirror}} {{Codename|stable}} main
 
# Aggiornamenti di sicurezza
deb {{APT-mirror|security}} {{Codename|stable}}{{#ifeq: {{Codename|stable}} | buster | /updates | -security }} main
deb-src {{APT-mirror|security}} {{Codename|stable}}{{#ifeq: {{Codename|stable}} | buster | /updates | -security }} main
 
# Aggiornamenti raccomandati (ex-volatile)
deb {{APT-mirror}} {{Codename|stable}}-updates main
deb-src {{APT-mirror}} {{Codename|stable}}-updates main
 
# Backports
deb {{APT-mirror}} {{Codename|stable}}-backports main
deb-src {{APT-mirror}} {{Codename|stable}}-backports main


Si prega di notare che questo comportamento non � un bug, ma una cosa voluta: APT ha ricevuto un comando ambiguo e lo segnala generando un errore, proprio come noi ci aspettiamo da lui ;-).
Si avrà sempre la versione più aggiornata disponibile di un pacchetto presente in uno di questi repository, a eccezione dei ''backports''. Per maggiori informazioni e istruzioni su come installare un pacchetto dai ''backports'' si rimanda a [[Il repository Backports#Utilizzo | questa sezione]] della loro guida.<br/>
In particolare per un sistema di produzione va considerato che i ''backports'' non sono sottoposti agli stessi controlli degli altri repository.


In effetti, i reali colpevoli della generazione dell'errore siamo noi. Infatti, per permettere ad APT di gestire correttamente delle dipendenze in testing, dobbiamo semplicemente usare "testing" come distribuzione predefinita.  
I repository dei sorgenti sono abilitati, come di default, ma se non si è interessati si possono commentare con <code>#</code> le righe inizianti con <code>deb-src</code>.


Ricordate che abbiamo lanciato aptitude semplicemente con il comando "aptitude"? e ricorderete anche che il mio sistema � una sarge (stable). Questo equivale a lanciare aptitude con il comando "aptitude -t stable", da cui il nostro problema.
Come già visto in precedenza, per aggiungere software non libero è necessario abilitare una o entrambe le sezioni [[contrib]] e [[non-free]] per ogni repository. Per esempio per abilitarle entrambe il primo repository diverrebbe:
deb {{APT-mirror}} {{Codename|stable}} main '''contrib non-free'''


Se avessimo usato "aptitude -t testing" aptitude avrebbe risolto correttamente la dipendenza, ma attenzione: in questo modo diciamo ad aptitude che testing � la nostra release predefinita (che non � vero) e lui ci mostrer� come aggiornabili tutti i pacchetti che lo sono in testing, cio� anche tutti quelli in stable (come peraltro ci aspettiamo che faccia ;-)).
===== Stable (come di default), Testing o Unstable =====
Leggere la guida: [[Repository ufficiali]]


Il fatto � che aptitude, per quanto avanzato, ancora non legge il pensiero dell'amministratore, e fa solo il suo mestiere: prende tutte le decisioni ovvie autonomamente, e genera un errore quando non sa cosa decidere.
===== Experimental =====
Si legga attentamente la sezione: [[Repository speciali#Debian_experimental | Debian experimental]] (repository speciali)


E si ricordi, non essendo autosufficienti, di utilizzare i repository di Debian '''unstable'''/'''Sid''' (reperibili [[Repository ufficiali#Unstable: Debian Sid|qui]]).


==Cercare un pacchetto==
=== Altre modifiche ai repository ===
==== Utilizzare la suite (o archive) ====
Se si preferisce indicare una [[release]] con il nome della [[suite]] (''stable'') invece del [[codename]] (''{{Codename|stable}}''), si noti che in questo momento le due righe:


Ora supponiamo di voler vedere se in debian c'� qualche programma per la gestione dei contenuti, e l'acronimo in inglese � "cms". Per fare questo possiamo usare le funzioni di ricerca di aptitude: per prima cosa digitiamo <tt>'''/'''</tt> per la ricerca della stringa "cms" nei nomi dei pacchetti.
deb {{APT-mirror}} '''stable''' main


Ora per� ci viene in mente che un cms non contiene necessariamente la stringa "cms" nel nome, quindi facciamo, con la stessa stringa, una ricerca nelle descrizioni dei pacchetti: digitiamo ancora <tt>'''/'''</tt> e inseriamo "<tt>~dcms</tt>". Aptitude ci mostra il primo risultato della ricerca, per vedere i risultati successivi premiamo <tt>'''n'''</tt>, e per tornare indietro nella lista <tt>'''\'''</tt>.
deb {{APT-mirror}} '''{{Codename|stable}}''' main


Per '''L'''imitare la lista dei pacchetti visualizzati possiamo usare il comando <tt>'''l'''</tt>, che si usa allo stesso modo di <tt>'''/'''</tt> ma mostra tutti e soli i pacchetti corrispondenti alla ricerca, organizzati ad albero nel modo che abbiamo gi� visto.
sono equivalenti come le equivalenti sostituzioni per le righe relative a tutti gli altri repository.<br/>
Allo stesso modo sono equivalenti:


== Personalizzare la visualizzazione dei pacchetti ==
deb {{APT-mirror}} '''testing''' main


Con aptitude � possibile personalizzare sia i campi visualizzati nella lista dei pacchetti, sia il raggruppamento in sezioni e sotto-sezioni.
deb {{APT-mirror}} '''{{Codename|testing}}''' main


=== Personalizzare il raggruppamento in sezioni ===
Prestare particolare attenzione al fatto che questa equivalenza non sarà più valida al momento del rilascio della nuova [[stable]].<br/>
Vedere anche [[La struttura della Distribuzione]].


Le sezioni nelle quali sono raggruppati i pacchetti quando si avvia Aptitude (e non solo) sono generate dinamicamente da un insieme di regole separate da virgola. E' possibile vedere e modificare le regole che generano la vista attuale premendo ''''G''''.
Si noti che utilizzare il [[codename]] è la pratica raccomandata, in quanto impedisce l'aggiornamento automatico a una nuova release, il che è utile se:
* si vuole prima leggere attentamente le [https://www.debian.org/releases/stable/releasenotes.it.html note di rilascio] della nuova stable, in modo da seguire la procedura raccomandata per l'aggiornamento;
* si preferisce rimandare il passaggio di versione a un'altra data, senza rinunciare per questo a ricevere gli aggiornamenti di sicurezza, che sono garantiti per circa un anno dal momento del rilascio della nuova stable;
* si vuole continuare a usare la versione precedente (considerata [[oldstable]]), avvalendosi al momento della scadenza del supporto ufficiale di quello [[LTS]] (a lungo termine), che ne estende la durata di altri due anni per i pacchetti più importanti e le principali architetture;
* si preferisce installare da zero una Debian pulita, anziché aggiornare.


Le regole vengono elaborate in sequenza dalla prima all'ultima
==== Passaggio di versione alla nuova stable ====
Dal giorno in cui è rilasciata la nuova versione stabile di Debian, tutti coloro che nel proprio file <code>/etc/apt/sources.list</code> utilizzano il termine "stable":
...
deb {{APT-mirror}} '''stable''' main
...
continueranno a ricevere aggiornamenti dai repository "stable", che però faranno riferimento alla nuova versione.


Vediamo alcune regole:
Coloro che invece, come raccomandato, utilizzano il [[codename]]:
...
deb {{APT-mirror}} '''{{Codename|oldstable}}''' main
...
quando desiderano effettuare il passaggio di versione a Debian {{Codename|versione_stable}} ([[{{Codename|Stable}}]]), e dopo aver letto le [https://www.debian.org/releases/stable/releasenotes.it.html note di rilascio], dovranno sostituire in tutte le righe del file <code>sources.list</code> il termine "{{Codename|oldstable}}" con "{{Codename|stable}}" (il codename per la nuova stable). Senza questa modifica continueranno a ricevere aggiornamenti per un periodo di tempo limitato (di circa un anno) per consentire aggiornamenti alla [[oldstable]].


; <tt>filter(missing)</tt> : non visualizza i pacchetti che esistono solo nelle dipendenze di un altro pacchetto.
==== Passaggio da stable a testing ====
È necessario modificare tutte le occorrenze di "stable" (o "{{Codename|stable}}") con "testing" (o "{{Codename|testing}}") all'interno del file <code>/etc/apt/sources.list</code> e poi aggiornare la lista dei pacchetti.<br/>
Per la ''testing'' non esistono i repository "updates", "proposed-updates" e backports.


; <tt>status</tt> : Raggruppa i pacchetti in:
==== Passaggio da testing a unstable ====
:* Installati
Leggere la guida [[Installare Debian SID]]
:* Non installati
:* Aggiornamenti della sicurezza
:* Aggiornabili
:* Obsoleti
:* Virtuali


; <tt>section[(''mode''[,passthrough])]</tt> : Raggruppa i pacchetti in base alla loro sezione. ''mode'' pu� assumere uno dei seguenti valori:
== Mirrors ==
<!--
  NOTA: *NON* cambiare il nome della sezione "Mirrors", perché è utilizzata da altre guide
-->
I repository ufficiali sono resi disponibili attraverso molteplici fonti, ovvero oltre al classico <code>{{APT-mirror|it}}</code> esistono numerosi altri repository secondari che è possibile usare in maniera sicura. Scegliere di usare una "copia" dei repository invece dei primari garantisce due vantaggi:
* la velocità di scaricamento dei pacchetti solitamente aumenta;
* si alleggerisce il carico di lavoro cui sono soggetti i repository primari.


:; <tt>topdir</tt> : Raggruppa un base alla sezione dell'archivio debian (esempio: ''"main", "contrib", "non-free" ...'').
=== Scelta del mirror più veloce ===
:; <tt>subdir</tt> : Raggruppa in base alla sezione logica (esempio: ''"adim", "base", "devel", "gnome", "kde", ecc ...'')
Lo strumento <code>netselect-apt</code> permette di condurre in maniera automatica un test di velocità su tutti i repository primari e secondari ad esso noti e quindi di selezionare il mirror più veloce.
:; <tt>none</tt> : Raggruppa in base delle sezioni formate dalla somma delle  precedenti (esempio: ''"controb/admin", "contrib/devel", "non-free/admin", "non-free/devel").
:; <tt>task</tt> : Crea un albero dei pacchetti raggruppandoli per task.


: Se viene usato il secondo parametro opzionale <tt>passthrough</tt> i pacchetti che per qualche motivo non hanno una sezione vengono passati alla regola successiva senza essere inseriti in categorie.
Per l'installazione è sufficiente digitare:
 
<pre>
All'avvio di aptitude, premendo ''''G'''' si pu� vedere che vengono usate le seguenti regole:
# apt install netselect-apt
</pre>


Per l'utilizzo invece basta semplicemente scrivere:
<pre>
<pre>
filter(missing),task,status,section(subdir,passthruough),section(topdir,passthrough)
# netselect-apt
</pre>
</pre>


In base a quanto detto la spiegazione di queste regole � semplice: ''visualizza solo i pacchetti reali, crea l'albero dei task, raggruppa i pacchetti per stato, per ogni stato raggruppa in sezioni logiche e all'interno di ogni sezione logica raggruppa in base alla sezione dell'archivio''.
Al termine della procedura (meno di cinque minuti) lo strumento proporrà un elenco composto dai dieci mirror secondo lui più veloci e quindi l'utente, se lo desidera, potrà decidere di modificare il proprio file <code>sources.list</code> sostituendo il repository primario con quello secondario suggerito.
 
=== Uso di HTTP Redirector ===
{{#ifeq: {{APT-mirror|descrizione}} | HTTP redirector | È la scelta di default a partire da Debian 10 ([[Buster]]), e risolve il problema di dover scegliere un mirror.<br/> | Risolve il problema di dover scegliere un mirror.}}
Usando dei dati come la posizione geografica della connessione dell'utente, la famiglia di indirizzi IP, la disponibilità e l'aggiornamento dei mirror, l'architettura dei pacchetti da scaricare e altre cose, il ''redirector'' riesce a fornire all'utente in modo trasparente il miglior mirror per un dato pacchetto. Tra i molti vantaggi rispetto ad un mirror tradizionale si annoverano una velocità maggiore di scaricamento (grazie ai download in parallelo da più mirror) e il non dover aggiornare il <code>sources.list</code> con un nuovo mirror in caso di viaggi o spostamenti.
 
È sufficiente utilizzare '''<code>{{APT-mirror|redirector}}</code>''' come mirror al posto di quello usato nel proprio <code>/etc/apt/sources.list</code> per tutti i repository aggiunti, meno quello di sicurezza (che è consigliato lasciare <code>{{APT-mirror|security}}</code>).
 
Per maggiori informazioni si può consultare il [http://deb.debian.org/ sito ufficiale].


== Links ==
== Approfondimenti ==
==== Manpages ====
<code>man sources.list</code>


* [http://www.luv.asn.au/overheads/aptitude/aptitude-intro.html Aptitude Introduction]: ottima introduzione ad Aptitude (in inglese) che tratta (tra le altre cose) molte pi� opzioni della linea di comando rispetto alla presente guida.
{{Autori
|Autore = [[Utente:MaXeR|MaXeR]]
|Estesa_da =
: [[Utente:Keltik|keltik]]
: [[User:Nest|Nest]]
: [[Utente:Ernestus|Ernestus]]
: [[Utente:HAL 9000|HAL 9000]]
: [[Utente:S3v|S3v]]
: [[Utente:Wtf|Wtf]]
: [[Utente:BubuXP|BubuXP]]
|Verificata_da =
: [[Utente:TheNoise|~ The Noise]]
: [[Utente:Risca86|Risca]]
: [[Utente:Wtf|Wtf]]
: [[Utente:Marcomg|Marcomg]]
: [[Utente:S3v|S3v]] 13:28, 30 ago 2014 (CEST)
: [[Utente:HAL 9000|HAL 9000]] 15:26, 3 ago 2019 (CEST)
|Numero_revisori = 6
}}


[[Categoria:Apt]]
[[Categoria:Repository ufficiali]][[Categoria:Apt]]

Versione delle 16:16, 3 ago 2019

I repository

Introduzione ai repository

Repository ufficiali di Debian

Repository esterni

Extra

Arrow right.png



Debian-swirl.png Versioni Compatibili

Tutte le versioni supportate di Debian
Info.png Nota importante
Prima di procedere con la lettura della presente guida è fondamentale che il lettore abbia chiara la struttura di Debian. Si veda ad esempio questa guida.


Introduzione

Dopo aver installato una Debian nasce il bisogno di aggiungere nuovi programmi e allo stesso tempo di tenerla costantemente aggiornata.
Per questo scopo Debian dispone di un tool potentissimo: APT (Advanced Packaging Tool), con numerosi strumenti sia da riga di comando (la shell), come apt, apt-get, aptitude, dselect, wajig, sia per mezzo di interfacce grafiche come aptitude, synaptic, PackageKit e altri.
A prescindere dallo strumento usato il cuore del sistema, cioè i pacchetti (i "programmi"), è comune. Il repository è a tutti gli effetti un archivio ordinato dove sono raccolti i pacchetti Debian (siano essi pacchetti binari o sorgenti) in modo ben organizzato e costantemente aggiornato, si veda anche FAQ: Cos'è un repository?.

Per comprendere appieno tutto il meccanismo delle installazioni e degli aggiornamenti bisogna conoscere com'è strutturata una Debian. Questo articolo vuole essere un'introduzione alla comprensione della struttura per la gestione degli oltre 40.000 pacchetti che Debian offre. Per approfondimenti consultare le ricche pagine di documentazione che accompagnano Debian come debian-reference-it, debian-faq-it, etc.

Organizzazione e struttura

Un repository (per esempio: http://ftp.debian.org/debian/) è suddiviso nei seguenti rami:

  • dists contiene i file di controllo, che permettono il funzionamento del sistema di pacchettizzazione. Infatti sono presenti i file che descrivono i pacchetti presenti nell'archivio (divisi per la release di appartenenza);
  • doc raccoglie la documentazione di base per Debian (segnalazioni di Bug, Faq, il Contratto Sociale ed altro);
  • indices contiene l'indice di tutti i file contenuti in tutti i pacchetti. Queste informazioni sono usate da apt-file;
  • pool questo è l'archivio vero e proprio, dove sono contenuti i pacchetti, raggruppati per lettera iniziale;
  • project contiene materiale per sviluppatori. Degne di nota la directory experimental, che contiene i pacchetti in fase di sviluppo e perfezionamento;
  • tools contiene degli strumenti DOS per la creazione di dischetti di boot, partizionamento e lancio del sistema.

Il file "Release"

Ogni repository ha un file Release contenente diverse informazioni fondamentali per l'utilizzo da parte di APT.

È possibile accedere al file Release di un repository alla pagina Internet: INDIRIZZO/dists/DISTRIBUZIONE/Release, dove INDIRIZZO e DISTRIBUZIONE fanno riferimento ai valori del repository da cercare.

Per esempio nel caso del repository principale della stable:

  • l'indirizzo è http://deb.debian.org/debian/, ma quello di qualsiasi mirror sarebbe equivalente;
  • come distribuzione si può usare sia il codename (attualmente bookworm) che il nome della suite (stable);

il suo file Release è consultabile all'indirizzo http://ftp.debian.org/debian/dists/bookworm/Release ; per esempio quello di Debian 10 (Buster), attualmente la oldoldstable, quando era la stable ed era appena stata rilasciata conteneva:

Origin: Debian
Label: Debian
Suite: stable
Version: 10.0
Codename: buster
Changelogs: http://metadata.ftp-master.debian.org/changelogs/@CHANGEPATH@_changelog
Date: Sat, 06 Jul 2019 09:08:16 UTC
Acquire-By-Hash: yes
Architectures: amd64 arm64 armel armhf i386 mips mips64el mipsel ppc64el s390x
Components: main contrib non-free
Description: Debian 10.0 Released 06 July 2019
...

Dove:

  • Origin specifica il proprietario del repository. Se si fa uso del pinning si può sfruttare questo dato inserendo la riga Pin: release o= In preferences.
  • Label identifica il repository: potete inserire descrizioni, ecc. Se si fa uso del pinning si può sfruttare questo dato inserendo la riga Pin: release l= In preferences.
  • Suite (o anche Archive) è l'archivio Debian a cui i pacchetti appartengono (ad es.: stable, testing. ecc.). Se si fa uso del pinning si può sfruttare questo dato inserendo la riga Pin: release a= In preferences.
  • Version indica la versione corrente, e nel caso di Buster all'inizio è 10.0 e poi sarà aumentata a ogni nuova point release (10.1, 10.2, ...), ma sempre mantenendo la prima cifra fino all'arrivo della stable successiva.
  • Codename specifica il nome in codice della release. Se si fa uso del pinning si può sfruttare questo dato inserendo la riga Pin: release n= In preferences.
  • Architectures elenca le architetture dei pacchetti contenuti nel repository (ad es.: i386, sparc, source, ecc.).
  • Components riporta la lista delle sezioni (per i repository ufficiali: 'main, contrib, non-free);

In maniera analoga è possibile consultare le informazioni di ogni altro repository, utilizzando l'indirizzo e il codename corrispondente. Inoltre queste informazioni sui repository sono presenti, e se necessario spiegate, anche nelle guide di questa wiki, accessibili dal menù in alto in questa pagina.

Info.png Nota
Parte di queste informazioni possono essere ottenute anche usando il comando:
$ apt-cache policy

che mostra anche i pin dei repository e/o quelli manualmente definiti dall'utente.


Sezioni

I repository ufficiali sono divisi in tre sezioni (dette anche aree o componenti):

  • main è la principale, e l'unica sia necessaria che autosufficiente. I pacchetti di main non dipendono dalle altre sezioni e nemmeno da materiale esterno a Debian, né per l'esecuzione né per la compilazione dei sorgenti.
    È composta soltanto dai pacchetti che rispettano completamente le Debian Free Software Guidelines, che garantiscono che il software presente è Software Libero (e quindi anche Open Source) e che ogni altro materiale (documentazione, dati, musica, ecc.) presente è ridistribuibile alle stesse condizioni;
  • contrib raccoglie i pacchetti che sono coerenti con le DFSG ma che dipendono da software o altro materiale che non le rispetta, per l'esecuzione o per la compilazione;
  • non-free contiene i pacchetti che non rispettano, in tutto o in parte, le DFSG.

In caso si scelga di abilitare la sezione contrib, oppure sia contrib che non-free, si deve farlo sempre in aggiunta a quella main.

Info.png Nota che...
...Debian promuove e percorre il sentiero del software totalmente libero; l'uso delle sezioni contrib e non-free è una scelta personale e non un obbligo. In particolare abilitare anche la sola sezione contrib non garantisce che tutto il software installato sul proprio sistema sia Software Libero.

A partire da Debian 6 (Squeeze) con l'uso della sola sezione main anche il kernel è completamente libero, mentre in precedenza poteva contenere blob binari, per esempio i firmware senza codice sorgente per alcuni dispositivi.


Sources.list

La gestione dei repository avviene principalmente tramite modifiche al file /etc/apt/sources.list, questo è il più importante file di configurazione del sistema di gestione dei pacchetti Debian; contiene infatti l'elenco e gli indirizzi dei repository a cui APT accede per il download dei pacchetti binari e sorgenti.

In aggiunta a tale file possono esisterne altri con estensione .list all'interno della directory /etc/apt/sources.list.d, pensata per contenere i repository di terze parti. Questa directory dovrebbe essere vuota, se non si è installato nulla che la modifichi e non si sono aggiunti dei file manualmente.

Modifiche ai file di configurazione

Non esiste un unico modo per aggiungere, modificare o rimuovere repository, ma sono sempre richiesti privilegi di amministrazione. A partire da Debian 8 Jessie è raccomandabile utilizzare apt per modificare il file principale (/etc/apt/sources.list):

# apt edit-sources

perché effettua anche un controllo della sintassi prima di apportare le modifiche con il proprio editor preferito. Nel caso di nano, il più semplice da usare, dopo aver effettuato le modifiche basta premere Ctrl-o per salvare e Ctrl-x per uscire.

Per modificare invece i file .list in /etc/apt/sources.list.d è necessario utilizzare un editor esterno, in questo caso nano:

# nano /etc/apt/sources.list.d/NOME-DEL-FILE.list

Si ricordi sempre che ogni volta che si aggiunge o si rimuove un repository è necessario anche aggiornare la lista dei pacchetti del sistema. Per esempio eseguendo con privilegi di amministrazione:

# apt update

Tale lista va inoltre tenuta aggiornata periodicamente, in particolare prima di effettuare aggiornamenti o nuove installazioni.

Ordine di inserimento

È importante inserire i repository con un giusto ordine: i primi in elenco, infatti, sono i più importanti (o favoriti). Per migliorare le prestazioni, è consigliabile ordinarli per velocità (es. prima il CD-ROM, poi la rete locale, poi Internet, ecc.).

Se non si hanno esigenze particolari, gli utenti che installano Debian da CD o DVD possono cancellare o commentare le righe corrispondenti a queste sorgenti in /etc/apt/sources.list subito dopo l'installazione. Il motivo è dovuto al fatto che i pacchetti che si trovano su questi supporti sono rapidamente superati dagli aggiornamenti presenti nei repository ufficiali; questi ultimi, se assenti, vanno ovviamente aggiunti manualmente ad /etc/apt/sources.list.

Sintassi

Ogni riga che descrive un repository ha una ben determinata sintassi:

deb[-src] <URI> <distribuzione> [componente/i]

Analizziamo i singoli componenti:

  • deb o deb-src: serve ad indicare se il repository indicato contiene pacchetti binari o pacchetti sorgenti (se li contiene entrambi, è necessario specificarlo usando due righe diverse);
  • URI: indica l'indirizzo a cui è possibile trovare il repository; è possibile scegliere tra i seguenti metodi di accesso ai pacchetti:
    • file: permette di inserire un repository presente sul disco rigido del computer;
    • cdrom: permette di inserire un repository presente su un CD-ROM o DVD-ROM;
    • http: permette di accedere ad un repository tramite il protocollo HTTP (se è impostata una variabile di ambiente http_proxy col formato http://server:port/ verranno usate queste opzioni per accedere al repository; in caso di necessità di autenticazione, è possibile specificare l'indirizzo del proxy, nella variabile d'ambiente http_proxy, nel seguente modo: http://user:pass@server:port/, anche se risulta non essere un modo sicuro di autenticazione);
    • ftp: permette di accedere ad un repository tramite il protocollo FTP; è possibile specificare un proxy nello stesso modo indicato per http al punto precedente, sostituendo alla variabile http_proxy ftp_proxy;
    • copy: è identico a file, ma i file utilizzati vengono salvati nella cache di apt; utile nel caso di supporti removibili quali chiavette USB, floppy, memorie SD, ecc.;
    • rsh, ssh: permette di accedere ad un repository tramite il protocollo SSH. Non è possibile, però, effettuare alcuna autenticazione interattiva, ma solo tramite lo scambio di chiavi RSA;
  • distribuzione: corrisponde alla release utilizzata dal repository, ed è possibile usare sia il codename che il nome della suite. Fanno eccezione i repository di sicurezza, che richiedono il valore codename/updates oppure suite/updates, anche se utilizzano gli stessi codename e suite del repository principale;
  • componente/i: indica le sezioni (main, contrib, non-free) del repository da inserire; sono possibili scelte multiple.

Alcuni esempi

Non c'è niente di meglio, per capire la sintassi del file sources.list, di un po' di esempi.

I repository ufficiali di Debian 12 (bookworm) con solo software libero (binari e sorgenti) presi dal mirror HTTP redirector:

deb http://deb.debian.org/debian/ bookworm main
deb-src http://deb.debian.org/debian/ bookworm main

E repository relativo di sicurezza:

# Sicurezza
deb http://security.debian.org/debian-security bookworm-security main
deb-src http://security.debian.org/debian-security bookworm-security main
Info.png Cambiamento nella sintassi del repository di sicurezza
A partire da Debian 10 (Buster)) la forma preferita del mirror di sicurezza termina con debian-security; tale sintassi è compatibile anche per versioni precedenti, se ancora supportate. La forma precedente (senza debian-security) è ancora supportata.

Inoltre a partire da Debian 11 (Bullseye), si dovrà utilizzare codename-security al posto di codename/updates, ossia nel caso di bullseye:

deb http://security.debian.org/debian-security bullseye-security main


Ecco come invece si presenterà il file, se si sceglie di aggiungere anche "contrib" e "non-free" ai due repository precedenti:

deb http://deb.debian.org/debian/ bookworm main contrib non-free
deb-src http://deb.debian.org/debian/ bookworm main contrib non-free

# Sicurezza
deb http://security.debian.org/debian-security bookworm-security main contrib non-free
deb-src http://security.debian.org/debian-security bookworm-security main contrib non-free

I repository sorgenti (deb-src) si possono anche rimuovere, se non si scaricano i sorgenti per controllarli o modificarli; oppure commentare (aggiungendo a inizio riga il carattere #), per poterli riabilitare facilmente.

Di seguito il repository di apt-build, se si compilano i pacchetti sorgenti localmente:

deb file:/var/cache/apt-build/repository apt-build main

E un esempio di repository 'artigianale', accessibile tramite un webserver:

deb http://repos.debianizzati.org ./

E per finire ecco invece un repository situato nella home dell'utente maxer, creato con dpkg-scanpackages:

deb file:/home/maxer/repos ./

Per altri repository vedere: Lista repository ufficiali Debian e Repository non ufficiali.

Sources.list aggiuntivi

A volte si può avere l'esigenza di disporre di più di un file per contenere la lista dei repository. Questo può capitare nel caso in cui il file sources.list inizi a contenere un numero molto elevato di righe oppure perché si vogliono utilizzare dei repository diversi per le normali operazioni sui pacchetti.

Per far ciò è possibile creare dei semplici file di testo, contenenti gli indirizzi dei repository, nella directory /etc/apt/sources.list.d . La sintassi da utilizzare al loro interno è uguale a quella del file sources.list; si può scegliere un qualunque nome (con caratteri alfabetici e numerici) da assegnare ai file purché termini con l'estensione .list .

Una volta creati i file aggiuntivi, questi verranno considerati da APT come se le righe al loro interno fossero presenti nel file sources.list .

È possibile anche specificare un file, contenente gli indirizzi dei repository, che non si trova all'interno della directory /etc/apt/sources.list.d. Ad esempio, se il repository da cui abitualmente scarichiamo/aggiorniamo i pacchetti è irraggiungibile, basta creare un file (nell'esempio chiamato nomefile.list) contenente dei repository appartenenti ad un diverso mirror ed eseguire:

# apt-get -o Dir::Etc::SourceList=/percorso/del/file/nomefile.list update

Bisogna specificare obbligatoriamente il percorso completo del file se questo non si trova nella directory /etc/apt/sources.list.d .

Esempi di configurazioni consigliate

Stable più aggiornata

Per avere una Debian stable completamente libera, di seguito si propone una configurazione del file /etc/apt/sources.list con soli repository ufficiali, utilizzando il mirror HTTP redirector e abilitando aggiornamenti raccomandati e backports:

# Repository principale
deb http://deb.debian.org/debian/ bookworm main
deb-src http://deb.debian.org/debian/ bookworm main
 
# Aggiornamenti di sicurezza
deb http://security.debian.org/debian-security bookworm-security main
deb-src http://security.debian.org/debian-security bookworm-security main
 
# Aggiornamenti raccomandati (ex-volatile)
deb http://deb.debian.org/debian/ bookworm-updates main
deb-src http://deb.debian.org/debian/ bookworm-updates main
 
# Backports
deb http://deb.debian.org/debian/ bookworm-backports main
deb-src http://deb.debian.org/debian/ bookworm-backports main

Si avrà sempre la versione più aggiornata disponibile di un pacchetto presente in uno di questi repository, a eccezione dei backports. Per maggiori informazioni e istruzioni su come installare un pacchetto dai backports si rimanda a questa sezione della loro guida.
In particolare per un sistema di produzione va considerato che i backports non sono sottoposti agli stessi controlli degli altri repository.

I repository dei sorgenti sono abilitati, come di default, ma se non si è interessati si possono commentare con # le righe inizianti con deb-src.

Come già visto in precedenza, per aggiungere software non libero è necessario abilitare una o entrambe le sezioni contrib e non-free per ogni repository. Per esempio per abilitarle entrambe il primo repository diverrebbe:

deb http://deb.debian.org/debian/ bookworm main contrib non-free
Stable (come di default), Testing o Unstable

Leggere la guida: Repository ufficiali

Experimental

Si legga attentamente la sezione: Debian experimental (repository speciali)

E si ricordi, non essendo autosufficienti, di utilizzare i repository di Debian unstable/Sid (reperibili qui).

Altre modifiche ai repository

Utilizzare la suite (o archive)

Se si preferisce indicare una release con il nome della suite (stable) invece del codename (bookworm), si noti che in questo momento le due righe:

deb http://deb.debian.org/debian/ stable main
deb http://deb.debian.org/debian/ bookworm main

sono equivalenti come le equivalenti sostituzioni per le righe relative a tutti gli altri repository.
Allo stesso modo sono equivalenti:

deb http://deb.debian.org/debian/ testing main
deb http://deb.debian.org/debian/ trixie main

Prestare particolare attenzione al fatto che questa equivalenza non sarà più valida al momento del rilascio della nuova stable.
Vedere anche La struttura della Distribuzione.

Si noti che utilizzare il codename è la pratica raccomandata, in quanto impedisce l'aggiornamento automatico a una nuova release, il che è utile se:

  • si vuole prima leggere attentamente le note di rilascio della nuova stable, in modo da seguire la procedura raccomandata per l'aggiornamento;
  • si preferisce rimandare il passaggio di versione a un'altra data, senza rinunciare per questo a ricevere gli aggiornamenti di sicurezza, che sono garantiti per circa un anno dal momento del rilascio della nuova stable;
  • si vuole continuare a usare la versione precedente (considerata oldstable), avvalendosi al momento della scadenza del supporto ufficiale di quello LTS (a lungo termine), che ne estende la durata di altri due anni per i pacchetti più importanti e le principali architetture;
  • si preferisce installare da zero una Debian pulita, anziché aggiornare.

Passaggio di versione alla nuova stable

Dal giorno in cui è rilasciata la nuova versione stabile di Debian, tutti coloro che nel proprio file /etc/apt/sources.list utilizzano il termine "stable":

...
deb http://deb.debian.org/debian/ stable main
...

continueranno a ricevere aggiornamenti dai repository "stable", che però faranno riferimento alla nuova versione.

Coloro che invece, come raccomandato, utilizzano il codename:

...
deb http://deb.debian.org/debian/ bullseye main
...

quando desiderano effettuare il passaggio di versione a Debian 12 (bookworm), e dopo aver letto le note di rilascio, dovranno sostituire in tutte le righe del file sources.list il termine "bullseye" con "bookworm" (il codename per la nuova stable). Senza questa modifica continueranno a ricevere aggiornamenti per un periodo di tempo limitato (di circa un anno) per consentire aggiornamenti alla oldstable.

Passaggio da stable a testing

È necessario modificare tutte le occorrenze di "stable" (o "bookworm") con "testing" (o "trixie") all'interno del file /etc/apt/sources.list e poi aggiornare la lista dei pacchetti.
Per la testing non esistono i repository "updates", "proposed-updates" e backports.

Passaggio da testing a unstable

Leggere la guida Installare Debian SID

Mirrors

I repository ufficiali sono resi disponibili attraverso molteplici fonti, ovvero oltre al classico http://ftp.it.debian.org/debian/ esistono numerosi altri repository secondari che è possibile usare in maniera sicura. Scegliere di usare una "copia" dei repository invece dei primari garantisce due vantaggi:

  • la velocità di scaricamento dei pacchetti solitamente aumenta;
  • si alleggerisce il carico di lavoro cui sono soggetti i repository primari.

Scelta del mirror più veloce

Lo strumento netselect-apt permette di condurre in maniera automatica un test di velocità su tutti i repository primari e secondari ad esso noti e quindi di selezionare il mirror più veloce.

Per l'installazione è sufficiente digitare:

# apt install netselect-apt

Per l'utilizzo invece basta semplicemente scrivere:

# netselect-apt

Al termine della procedura (meno di cinque minuti) lo strumento proporrà un elenco composto dai dieci mirror secondo lui più veloci e quindi l'utente, se lo desidera, potrà decidere di modificare il proprio file sources.list sostituendo il repository primario con quello secondario suggerito.

Uso di HTTP Redirector

È la scelta di default a partire da Debian 10 (Buster), e risolve il problema di dover scegliere un mirror.
Usando dei dati come la posizione geografica della connessione dell'utente, la famiglia di indirizzi IP, la disponibilità e l'aggiornamento dei mirror, l'architettura dei pacchetti da scaricare e altre cose, il redirector riesce a fornire all'utente in modo trasparente il miglior mirror per un dato pacchetto. Tra i molti vantaggi rispetto ad un mirror tradizionale si annoverano una velocità maggiore di scaricamento (grazie ai download in parallelo da più mirror) e il non dover aggiornare il sources.list con un nuovo mirror in caso di viaggi o spostamenti.

È sufficiente utilizzare http://deb.debian.org/debian/ come mirror al posto di quello usato nel proprio /etc/apt/sources.list per tutti i repository aggiunti, meno quello di sicurezza (che è consigliato lasciare http://security.debian.org/debian-security).

Per maggiori informazioni si può consultare il sito ufficiale.

Approfondimenti

Manpages

man sources.list




Guida scritta da: MaXeR Swirl-auth100.png Guida Debianized
Estesa da:
keltik
Nest
Ernestus
HAL 9000
S3v
Wtf
BubuXP
Verificata da:
~ The Noise
Risca
Wtf
Marcomg
S3v 13:28, 30 ago 2014 (CEST)
HAL 9000 15:26, 3 ago 2019 (CEST)

Verificare ed estendere la guida | Cos'è una guida Debianized