I repository ed il loro utilizzo: differenze tra le versioni

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Come molti sapranno, esistono tre versioni di Debian (chiamate anche release):
Come molti sapranno, esistono tre versioni di Debian (chiamate anche release):
# Debian stable, attualmente ''Squeeze'';
# Debian stable, attualmente ''Wheezy'';
# Debian testing, attualmente ''Wheezy'';
# Debian testing, attualmente ''Jessie'';
# Debian unstable, attualmente (e sempre,  un nome fisso) ''Sid''.
# Debian unstable, attualmente (e sempre,  un nome fisso) ''Sid''.
Il software della stable non viene aggiornato, eccezion fatta per gli aggiornamenti della sicurezza; il software della testing e della unstable viene al contrario aggiornato frequentemente, con una maggiore frequenza per la unstable. Oltre queste tre, ci sarebbero anche la ''oldstable'' (la vecchia stable, precedente all’attuale stable) e la ''experimental'' (una versione altamente sperimentale), ma di scarsissima diffusione rispetto alle altre (e che vi sconsiglio  caldamente).
Il software della stable non viene aggiornato, eccezion fatta per gli aggiornamenti della sicurezza; il software della testing e della unstable viene al contrario aggiornato frequentemente, con una maggiore frequenza per la unstable. Oltre queste tre, ci sarebbero anche la ''oldstable'' (la vecchia stable, precedente all’attuale stable) e la ''experimental'' che non è una versione completa e funzionante di Debian, ma solo un repository contenente vario software in fase di progettazione, da sperimentare o altamente instabile, dal quale si può attingere dalle altre versioni ma a proprio rischio.
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Vi invito ad un approfondimento dell’argomento (approfondimento che personalmente considero molto interessante), sia sulle precise differenze tra le versioni, sia sui meccanismi che portano al passaggio da una versione a un’altra².
Vi invito ad un approfondimento dell'argomento (approfondimento che personalmente considero molto interessante), sia sulle precise differenze tra le versioni, sia sui meccanismi che portano al passaggio da una versione a un'altra².
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Ora, spesso accade che utilizzando la testing o ancor di più la stable si voglia del software più nuovo rispetto a quello in dotazione; o che al contrario, utilizzando la testing o ancor di più la unstable si voglia del software più stabile rispetto a quello in dotazione. Qui entra in gioco il pinning dei repository, o meglio “tra i repository”, che permette di installare con semplicità del software appartenente a una versione di Debian diversa da quella in uso o anche solo appartenente alla stessa distribuzione, ma proveniente da un altro repository. Tutto ciò eliminando il rischio di creare problemi nel sistema e nel gestore dei pacchetti poiché non è detto che l'attribuzione di priorità automatica dia il risultato voluto e/o migliore.
Ora, spesso accade che utilizzando la testing o ancor di più la stable si voglia del software più nuovo rispetto a quello in dotazione; o che al contrario, utilizzando la testing o ancor di più la unstable si voglia del software più stabile rispetto a quello in dotazione. Qui entra in gioco il pinning dei repository, o meglio “tra i repository”, che permette di installare con semplicità del software appartenente a una versione di Debian diversa da quella in uso o anche solo appartenente alla stessa distribuzione, ma proveniente da un altro repository. Tutto ciò eliminando il rischio di creare problemi nel sistema e nel gestore dei pacchetti poiché non è detto che l'attribuzione di priorità automatica dia il risultato voluto e/o migliore.<br>
Il pinning  permette anche di scegliere se installare solo un pacchetto da un’altra  versione o anche le sue relative dipendenze (alternativamente, verranno utilizzate le dipendenze della versione in uso, se disponibili).
Il pinning  permette anche di scegliere se installare solo un pacchetto da un'altra versione o anche le sue relative dipendenze (alternativamente, verranno utilizzate le dipendenze della versione in uso, se disponibili).<br>
Affinché questo sia possibile, è necessario innanzitutto istruire apt secondo i nostri desideri. I file in questione sono due e precisamente ''/etc/apt/apt.conf'' e ''/etc/apt/preferences'', che ora andremo ad analizzare. In un’installazione di default questi due file non sono normalmente presenti (vengono utilizzate delle impostazioni di default), quindi dovremmo procedere col crearli manualmente con i privilegi di root.
Affinché questo sia possibile, è necessario innanzitutto istruire apt secondo i nostri desideri. I file in questione sono due e precisamente ''/etc/apt/apt.conf'' e ''/etc/apt/preferences'', che ora andremo ad analizzare. In un'nstallazione di default questi due file non sono normalmente presenti (vengono utilizzate delle impostazioni di default), quindi dovremmo procedere col crearli manualmente con i privilegi di root.


=== Il file /etc/apt/apt.conf ===
=== Il file /etc/apt/apt.conf ===
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