Debian Kernel Howto: differenze tra le versioni

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=Introduzione=
{{Versioni compatibili|Wheezy|Jessie|Testing_2015|Unstable_2015}}
LAMP � l'acronimo di Linux Apache Mysql Php e indica l'ambiente libero (e anche gratuito in questo caso) di programmazione di applicazioni Web che � possibile costruire dalla somma delle parti di queste eccezionali applicazioni a sorgente aperto.
== Introduzione ==
In Debian, il [[kernel]] Linux può essere ricompilato con il metodo standard (valido con tutte le distribuzioni, e quindi anche con Debian) oppure nel cosiddetto [[Debian-way]] (traduzione: ''metodo Debian'' o ''alla Debian'').


Questa guida non fornisce alcun elemento per la configurazione ottimale dei server presi in esame (Apache e MySQL). Essa non � intesa ad amministrare tali servizi su macchine in produzione, ma solo a fornire all' utente domestico e allo sviluppatore web un ambiente correttamente configurato senza introdurre sensibili rischi per la sicurezza del computer usato.
Questa guida illustrerà il metodo Debian di compilare il kernel Linux. Questo metodo consiste nel creare un [[pacchetto]] Debian del kernel compilato per una sua facile installazione/disinstallazione.


Per il dettaglio sulla configurazione di quanto preso in esame Vi invitiamo pertanto a visitare in primo luogo i siti [http://httpd.apache.org Httpd Apache], [http://www.php.net PHP.net] e [http://www.mysql.org MySQL.org] e, quando presenti, le guide specifiche messe a disposizione da questa Community.
Tutti i passi descritti in questa guida non richiedono i permessi di [[root]]. Le uniche operazioni che richiedono l'intervento dell'amministratore della macchina sono l'installazione dei pacchetti necessari alla compilazione e l'installazione del pacchetto .deb creato alla fine del processo di compilazione.


Buona lettura!
== Installazione dei pacchetti ==


=Il server http=
Avremo innanzitutto bisogno di alcuni pacchetti di base per compilare e pacchettizzare un kernel:
==Apache==
[http://httpd.apache.org/ Apache] � il frutto del lavoro della [http://www.apache.org/ Apache Software Foundation]. Tra le caratteristiche che ne fanno il server HTTP pi� diffuso evidenziamo che:
* � software libero;
* gira sulle pi� svariate piattaforme (*nix, Windows, ec...);
* � sviluppato in accordo con le pi� recenti specifiche per i servizi http.
Secondo [http://news.netcraft.com/archives/web_server_survey.html Netcraft] Apache, con una percentuale del 68% (febbraio 2005), � il server http pi� usato in assoluto.


Apache deve il suo nome all' omonima trib� di indiani nordamericani, famosa per le straordinarie doti di resistenza e strategia. Visto per� che il software � stato inizialmente sviluppato come una serie di patches ad un altro server http, nell' uso comune Apache significa anche "A Patchy Server".
<pre>
# apt-get install module-init-tools kernel-package libncurses5-dev fakeroot
</pre>
 
A questo punto è necessario installare il pacchetto Debian contenente i sorgenti del kernel. Per prima cosa, cerchiamo questo pacchetto:
 
<pre>
$ apt-cache search linux-source | grep ^linux-source
linux-source-3.16 - sorgenti del kernel Linux per la versione 3.16 con patch Debian
linux-source - sorgenti del kernel Linux (metapacchetto)
linux-source-3.19 - Linux kernel source for version 3.19 with Debian patches
</pre>
 
{{Box|Nota|Ogni versione di Debian ([[unstable]], [[testing]], [[stable]]) utilizza in genere una certa versione del kernel e specifiche versioni di altri pacchetti ad esso correlati in modo tale che l'insieme sia il più possibile stabile. È quindi altamente consigliato usare la versione dei sorgenti del kernel che troveremo nei repository della nostra versione di Debian, a meno che non si sappia esattamente quello che si sta facendo.}}
 
Adesso installiamo il pacchetto dei sorgenti del kernel che intendiamo utilizzare. Notare che i sorgenti del kernel forniti con Debian sono leggermente differenti da quelli del [[kernel vanilla]] rilasciato dal team di Linus Torvalds ([http://kernel-handbook.alioth.debian.org/ch-source.html#s-changes maggiori informazioni qui]). Nel seguito prenderemo come esempio la versione 3.19 del kernel, sostituitela con qualsiasi altra versione vogliate usare.
 
<pre>
# apt-get install linux-source-3.19
</pre>


La pronuncia corretta di Apache suona grossomodo come "APACI".
Alla fine dell'installazione verrà creato un file compresso con estensione .tar.xz nella directory <code>/usr/src</code> .


Il progetto Apache � suddiviso principalmente in due rami distinti (ne esiste un terzo, ma � nella fase di sviluppo alpha al momento): la versione 1.3 (la versione "vecchia" molto robusta e testata) e la versione 2.0 (dal design innovativo rispetto alla precedente).
{{Box|Nota|Prima della versione 2.6.12 del kernel Linux, i pacchetti sorgenti e binari Debian si chiamavano rispettivamente <code>kernel-source-x.x.x</code> e <code>kernel-image-x.x.x</code> (invece dell'attuale denominazione <code>linux-source-x.x.x</code> e  
<code>linux-image.x.x.x</code>). Questo perché è previsto l'inserimento di nuovi kernel (come GNU HURD e FreeBSD) all'interno di Debian. }}
===Apache 1.3===
 
====Installazione====
== Configurazione del kernel ==
L' installazione nuda e cruda di Apache 1.3 in Debian � di una semplicit� disarmante. Tutto quello che avremo bisogno di fare consiste nel dare il comando:
=== Passi preliminari ===
<pre># apt-get install apache</pre>
Per prima cosa è opportuno creare una directory in cui inserire i file da compilare. In questo caso si chiamerà "sorgenti" all'interno della nostra home directory, cambiatela a vostro piacimento:
al termine del download ci viene chiesto se vogliamo abilitare suExec: a meno di utilizzi professionali, possiamo tranquillamente rispondere "No".
<pre>
====Verifica====
$ mkdir ~/sorgenti
A questo punto il nostro server web � gi� attivo, ma possiamo anche verificarlo tramite il comando '''ps''':
</pre>
<pre>$ ps aux |grep apache
Spostiamoci nella directory appena creata e decomprimiamo al suo interno l'archivio compresso contenente i sorgenti del kernel:
root      7378  0.0  0.4  4592  2228 pts/1    S    12:01  0:00 /usr/sbin/apache
<pre>
www-data  7379  0.0  0.4  4592  2364 pts/1    S    12:01  0:00 /usr/sbin/apache
$ tar -xvf /usr/src/linux-source-3.19.tar.xz -C .
www-data  7380  0.0  0.4  4592  2364 pts/1    S    12:01  0:00 /usr/sbin/apache
</pre>
www-data  7381  0.0  0.4  4592  2204 pts/1    S    12:01  0:00 /usr/sbin/apache
{{Box|Nota|Fino alla versione 3.9 i sorgenti del kernel sono contenuti in un file compresso con estensione .tar.bz2, per cui il comando cambierà così:<pre>$ tar -xjvf /usr/src/linux-source-3.9.tar.bz2 -C .</pre>o equivalente in base al nome del file compresso.}}
www-data  7382  0.0  0.4  4592  2204 pts/1    S    12:01  0:00 /usr/sbin/apache
A fine operazione verrà creata una nuova directory:
www-data  7383  0.0  0.4  4592  2204 pts/1    S    12:01  0:00 /usr/sbin/apache</pre>
<pre>
Notiamo subito uno dei meccanismi principali di Apache: esistono svariati processi in esecuzione. Per la precisione abbiamo 1 processo propriet� dell' utente root e ben 5 processi di propriet� dell' utente www-data, come possiamo vedere con il comando '''pstree''':
$ ls
<pre>$ pstree -uc |grep apache
linux-source-3.19
    ??apache???apache(www-data)
</pre>
    ?        ??apache(www-data)
spostiamoci al suo interno e procediamo con i passi successivi.
    ?        ??apache(www-data)
    ?        ??apache(www-data)
    ?        ??apache(www-data)</pre>
Il primo processo (padre) viene lanciato da root e ed il suo unico compito consiste nel genere e controllare i restanti processi (figli). Sono questi ultimi a rispondere alle richieste http ed a fornire le pagine. In questo modo Apache gira con privilegi minimi (quelli dell' utente www-data) ed in caso di una sua eventuale compromissione gli effetti sul sistema sono in qualche misura limitati.


====Configurazione====
Puliamo i sorgenti del kernel:
La configurazione di Apache � un compito estremamente delicato e pu� richiedere conoscenze anche notevoli in svariati ambiti quali networking, programmazione e amministrazione di sistema. Dato che questa guida si propone fondamentalmente di illustrare i passi necessari ad installare e configurare un sistema per uso non professionale, ci limiteremo agli aspetti macroscopici della configurazione.


I files di configurazione di Apache risiedono nella directory '''/etc/apache''' al cui interno troviamo svariati files. Quello di cui ci occuperemo qui � il file di controllo principale e cio� '''httpd.conf'''. Apriamo il file con il nostro editor di fiducia (dobbiamo essere root per modificare questo file) e vediamo quali sono le direttive principali su cui agiremo.
<pre>
$ make-kpkg clean
</pre>


'''server-pool size'''
Questo passaggio è inutile se è la prima volta che compilate il kernel, ma dalla seconda volta in poi diviene necessario per eliminare i file generati dalle precedenti compilazioni che potrebbero creare conflitti.
Alla riga 130 del file di configurazione originale troviamo il primo blocco da prendere in esame: si tratta della direttiva che dice ad Apache il numero minimo e massimo di processi "figlio" da mantenere in memoria. Ogni processo "figlio" risponde ad un numero prefissato di richieste, dopodich� viene ucciso (mondo crudele) e ne viene generato uno nuovo. Esaminiamo la direttiva:
<pre>MinSpareServers 5
MaxSpareServers 10</pre>
Come default Apache genera 5 processi, ma se il carico aumenta pu� arrivare fino a 10 figli simultanei. Per un sistema domestico � sicuramente eccessivo ed io consiglio di porre queste limitazioni:
<pre>MinSpareServers 1
MaxSpareServers 2</pre>


'''Number of servers to start initially'''
Ora, se avete installato un kernel precompilato che abbia la stessa versione del kernel che volete ricompilare potreste usare il suo file di configurazione come base di partenza per configurare il vostro kernel. A tal scopo basta copiare il file di configurazione che si trova in <code>/boot</code> (i file di configurazione dei kernel installati hanno come nome <code>config</code> seguito dalla versione del kernel) nella directory dei sorgenti.<br/>
Questo blocco (riga 153) dice ad Apache quanti sono i figli da generare al momento dell' avvio del server. Il default �:
Il nome del file da creare deve essere sempre ".config".
<pre>StartServers 5</pre>
<pre>
che noi cambieremo in:
$ cp /boot/config-3.19.1-amd64 .config
<pre>StartServers 1</pre>
</pre>


'''Listen'''
C'è chi arriva anche a scaricare il pacchetto contenente il kernel semplicemente per il suo file di configurazione. Se avete banda da sprecare è possibile farlo. Tuttavia si può benissimo partire da zero senza copiare nessun file di configurazione.
Questo blocco (riga 192) indica ad Apache su quale porta TCP restare in attesa di richeste http. E' anche possibile specificare una particolare accoppiata di indirizzo IP + porta TCP. Possiamo tranquillamente lasciare commentata la direttiva ed il nostro server sar� in ascolto sulla porta 80 per tutti gli indirizzi configurati sul sistema.


'''BindAddress'''
=== Configurazione: <code>make menuconfig</code> ===
Alla riga 199 abbiamo la direttiva che specifica a quale specifico indirizzo IP associare Apache. Come per il punto precedente, lasciamo pure il valore di default.


'''ServerName'''
A questo punto, per configurare il nostro kernel, non ci resta che lanciare il comando:
Con questa direttiva (alla linea 276) diciamo ad Apache quale � il suo nome. Questo � particolarmente utile nel caso abbiamo a disposizione un [[FQDN]] (a questo proposito puoi consultare la guida [[Server Web Casalingo]]).


'''DocumentRoot'''
<pre>
Con questa direttiva (riga 284) indichiamo ad Apache quale directory del nostro sistema deve corrispondere alla radice del Web Server. Il default va pi� che bene: ricordatevi quindi che tutti i vostri files che volete pubblicare sul server http dovranno risiedere in '''/var/www''' o in una sua sotto-directory.
$ make menuconfig
</pre>
 
Vi apparirà un'interfaccia testuale dalla quale sarà possibile configurare le opzioni del kernel. ''Questo è il passaggio più delicato, nonché il più lungo e difficile''.  


{{Warningbox|� fondamentale per il funzionamento di Apache che i files che devono essere visibili via Web siano leggibili da parte dell' utente '''www-data''' e che le sotto-directory di /var/www siano raggiunbili dallo stesso utente}}
Se dovete configurare un kernel per la prima volta prendetevi almeno un'ora di tempo ed iniziate con calma, leggendo tutte le pagine dell'help in linea. Uno dei vantaggi di un kernel ricompilato è la possibilità di ottenere un kernel estremamente piccolo e leggero proprio perché viene compilato il supporto per le sole periferiche e i soli filesystem effettivamente usati. In questo modo si ha un kernel piccolo e pochi moduli. Un kernel di questo tipo impiega anche molto meno tempo ad essere compilato. Per fare un esempio potrebbe impiegare sui 10 minuti su in athlon 1000, quando un kernel Debian ufficiale impiegherebbe sicuramente più di un'ora sulla stessa macchina. In definitiva, compilando un kernel snello, sarà possibile anche fare più prove ed ottimizzarlo quindi al meglio.
Questo � il minimo indispensabile che ci occorre sapere per poter utilizzare proficuamente Apache: salviamo il file e procediamo a riavviare Apache. Per fare questo possiamo procedere in due modi distinti:
* metodo standard <pre><nowiki># apachectl graceful
/usr/sbin/apachectl graceful: httpd gracefully restarted</nowiki></pre>
* metodo debian init.d <pre><nowiki># /etc/init.d/apache restart
Restarting apache.</nowiki></pre>
Senza dubbio '''apachectl''' � il metodo da preferire. Oltre a riavviare Apache possiamo controllare altri aspetti del server web. Tra questi quello che inizialmente pu� risultare pi� comodo consiste nel controllo della sintassi del file di configurazione.<br>
Facciamo un esempio:
<pre># apachectl configtest
Syntax error on line 49 of /etc/apache/httpd.conf:
ServerType takes one argument, 'inetd' or 'standalone'</pre>
lo script mi avvisa che alla riga 49 di httpd.conf c'� un errore di sintassi: la direttiva ServerType supporta un solo argomento, mentre nel file ne sono specificati almeno 2. Se controllo la riga incriminata scopro che:
<pre>ServerType is either inetd, or standalone.  Inetd mode is only supported on</pre>
Noto subito che manca il commendo (#) a inizio riga, provvedo a reinserirlo e quindi controllo nuovamente la configurazione:
<pre># apachectl configtest
Syntax OK</pre>


Se non abbiamo fatto pasticci, una volta riavviato il server Apache, baster� puntare il nostro browser all' indirizzo '''http://127.0.0.1''' per vedere la pagina di default installata dal manutentore del pacchetto Debian:
Per trovare quali moduli sono richiesti dal vostro hardware potete usare il comando <code>'''lspci'''</code> o meglio <code>'''lspci -v'''</code>. Inoltre risulta utilissimo consultare il database dei driver di Linux a [http://kmuto.jp/debian/hcl/ questo indirizzo]: inserendo semplicemente l'output di <code>lspci -n</code>, otterrete l'elenco dei moduli da compilare
[[Immagine:Apache_installazione.png|thumb|center|Pagina di Benvenuto di Apache]]


{{box|Nota Bene: Directory home degli utenti|Per default Apache permette anche a ciascun utente del sistema di avere una propria home. Poniamo l' esempio dell' utente '''pippo''': all' interno di /home/pippo l' utente dovr� semplicemente creare la directory '''public_html''' per poter accedere ai files in essa contenuti attraverso l' indirizzo '''http://127.0.0.1/~pippo/'''}}
Per approfondire la configurazione del kernel:


Ora non ci resta che inserire i nostri files in /var/www o nella nostra public_html per poter cominciare ad usare Apache!
* [[esempio configurazione kernel]] nel nostro Wiki, per un semplice esempio;
* [http://a2.pluto.it/a2/a219.htm#almltitle285 elementi della configurazione] per una descrizione più dettagliata delle varie voci. Questo è un capitolo della monumentale opera [http://a2.pluto.it/a2/ Appunti di Informatica Libera], per la quale tutti noi siamo grati all'autore '''Daniele Giacomini''';
* [http://kernel.xc.net/ Linux Kernel Configuration Archive]: potrete cercare le varie opzioni di configurazione di ogni versione del kernel.


====Supporto SSL====
In bocca al lupo con la configurazione ;-).
Abilitando il supporto a SSL (Secure Socket Layer) � possibile instaurare un canale di comunicazione crittografato tra il nostro server web ed i browser che richiedono le pagine.


Tra i vantaggi in termini di sicurezza che l' uso di SSL comporta, segnalo:
Una volta finita la configurazione, uscite e salvate i cambiamenti. A questo punto il file <code>~/sorgenti/linux-source-3.19/.config</code> conterrà la nostra configurazione del kernel.
* transito di informazioni sensibili (passwords, dati personali, ecc...) in internet attraverso un canale crittografato sicuro;
* accertamento dell' identit� del server e/o del client web tramite certificati digitali.


Il supporto SSL per Apache pu� essere abilitato in due modi distinti:
{{Box|Nota|Se avete già ricompilato il vostro kernel e volete passare ad una versione più aggiornata, ma non troppo diversa (ad esempio: 2.6.30 --> 2.6.32), non conviene rifare tutta la configurazione da capo. D'altro canto non è neanche possibile usare il vecchio file di configurazione dato che nel nuovo kernel ci saranno voci in più e o in meno e sarebbe improponibile cercarle ad una ad una.
* realizzazione di un nuovo server Apache con supporto SSL (vedi: '''apt-cache show apache-ssl''');
* implementazione di Apache e Apache SSL nel medesimo server grazie a mod_ssl.


In questa guida vedremo l' installazione e configurazione di '''mod_ssl'''.
Basta allora copiare il vecchio file di configurazione nella directory dei sorgenti del nuovo kernel e lanciare il comando:


Procediamo con l' installazione del pacchetto:
<pre>$ make oldconfig</pre>
 
in questo modo verranno fatte delle domande su come configurare ''le sole nuove voci'' presenti nel kernel. Se i due kernel sono troppo diversi questo metodo non conviene più dato che bisogna rispondere ad uno ad uno a tutte le domande sulle voci diverse. Sicuramente non conviene usarlo per il passaggio 2.4 --> 2.6.<br>
Un file "config" del vostro attuale kernel può essere trovato in <code>/boot</code> sotto il nome di <code>config-2.x.x</code>.<br/>
Se non sapete bene ciò che state facendo oppure avete dei dubbi, scegliete la risposta di default.
Notare che è possibile ricorrere ai comandi:
<pre>
<pre>
# apt-get install libapache-mod-ssl
$ make olddefconfig
</pre>
</pre>
 
per accettare automaticamente le risposte di default, oppure:
===Apache 2.0===
====Installazione====
L'installazione di Apache2 � perfettamente uguale a quella precedentemente illustrata per Apache:
<pre>
<pre>
# apt-get install apache2-mpm-prefork
$ make oldnoconfig
</pre>
</pre>
per rispondere negativamente a tutte le domande (default "n") }}
=== Alternative a <code>make menuconfig</code> ===
Per completezza si segnalano le altre interfacce grafiche che è possibile usare per configurare il kernel al posto di <code>make menuconfig</code>.
;<code>make xconfig</code>: per usare una interfaccia grafica '''QT''' per la configurazione (serviranno i [[pacchetto|pacchetti]] <code>libqt4-dev</code> e <code>pkg-config</code>);
;<code>make gconfig</code>: per usare una interfaccia grafica '''GTK''' per la configurazione.


Il [[metapacchetto]] ''apache2'' � presente, ma installa '''apache2-mpm-worker''', che risulta non essere compatibile con '''libapache2-mod-php4'''.
Questi frontend non aggiungono niente di nuovo e sono pertanto funzionalmente equivalenti tra di loro. Per usarli sono però necessarie le librerie di sviluppo, rispettivamente, di ''QT'' e ''GTK''.


======I diversi pacchetti======
== Compilazione del kernel ==
La pacchettizzazione Debian, per�, � leggermente diversa, per poter gestire le nuove caratteristiche introdotte in Apache2: esistono quattro diversi pacchetti di Apache2, ognuno con delle caratteristiche diverse (relativamente alla gestione dei thread e dei child):
; apache2-mpm-perchild : la soluzione adottata in questo pacchetto fa in modo che vengano avviati un numero definito di processi, i quali possono creare dei thread in base al carico della macchina. Una peculiarit� � la possibilit� di assegnare dei permessi diversi ad ogni processo, vincolarlo ad un singono ''virtual host'', cos� da gestire facilmente la redistribuzione delle risorse e/o personalizzare il servizio offerto;
; apache2-mpm-prefork : I thread sono disabilitati, e la gestione dei '''pool di processi''' viene gestita come per Apache1 (''MinSpareServers'' e ''MaxSpareServers'' -vedi /etc/apache2/apache2.conf-);
; apache2-mpm-threadpool : pacchetto di transizione;
; apache2-mpm-worker : la soluzione � intermedia rispetto a perchild e prefork.


Quello che a noi interessa � '''apache2-mpm-prefork''', visto che � l'unico ad essere compatibile con le librerie che offrono il supporto per php4.
Ora è venuto il momento di cominciare la compilazione, a tal scopo useremo <code>make-kpkg</code>. Vediamo come utilizzare velocemente questo tool per compilare il nostro kernel personalizzato:


====Verifica====
<pre>
Per verificare la corretta installazione di Apache2, � sufficiente aprire un browser ed inserire l'indirizzo http://localhost/.
$ fakeroot make-kpkg --append-to-version -nomepersonalizzato --revision=1 kernel_image
Se Apache � stato installato correttamente, apparir� una schermata simile a questa:
</pre>
[[Immagine:Apache2_installazione.png|thumb|center|Schermata di benvenuto di Apache2]]
{{Box|Nota|Dopo la versione 3.0 del kernel make-kpkg è  considerato  deprecato il supporto è stato mantenuto per  retrocompatibilità il comando da dare ora è il seguente:
<pre>$ make KDEB_PKGVERSION=1.0 deb-pkg
</pre> Per il nomepersonalizzato si deve modificare il valore di CONFIG_LOCALVERSION del file .config (il file di configurazione che si trova nella cartella del sorgente) con il valore -nomepersonalizzato.
}}
Questo comando compilerà il nostro kernel e lo inserirà in un pacchetto Debian nella directory <code>~/sorgenti</code>.
Diamo uno sguardo alle opzioni usate:


====Configurazione====
; <code>--append-to-version</code> : serve ad aggiungere un nome personalizzato al pacchetto che verrà aggiunto dopo il numero di versione, che in questo caso diventerà <code>''2.6.32-nomepersonalizzato''</code>;
Le regole di configurazione viste precedentemente per Apache valgono anche per Apache2.<br />
Sono per� presenti delle sostanziali differenze a livello strutturale, per quanto riguarda la struttura della directory '''/etc/apache2''', che riguardano l'organizzazione dei file e la gestione dei ''VirtualHost'' e dei ''moduli''.


=====Organizzazione dei file=====
; <code>--revision</code> : permette di impostare il numero di revisione del pacchetto, normalmente viene indicato con un numero intero;
Durante il passaggio da Apache ad Apache2, sono state apportate delle modifiche ai file di configurazione, ai loro nomi e all'organizzazione delle directory contenenti le configurazione dei ''VirtualHost' e dei ''moduli'', il tutto per disporre di un sistema di gestione flessibile e facilmente gestibile:


======File di Configurazione======
; <code>kernel_image</code> : dice a make-kpkg di compilare l'immagine del kernel creare il pacchetto Debian.
Il file di configurazione di Apache2 si chiama '''apache2.conf''', ed adotta la stessa sintassi del vecchio file di configurazione '''httpd.conf''', che � ancora presente nella directory '''/etc/apache2''' e viene richiamato all'interno del file di configurazione generale, per motivi di compatibilit�... consiglio, comunque, di non utilizzarlo, inquanto � un file di transizione, e in futuro potrebbe venir rimosso da apache2.


======Moduli======
Se ad esempio compileremo per la seconda volta lo stesso kernel, per fare solo delle modifiche minori, può essere utile usare lo stesso nome per <code>--append-to-version</code> ed usare un numero di revisione maggiore. In questo modo quando installerete il pacchetto del kernel ricompilato questo sostituirà il pacchetto precedente. Al contrario se ricompilate un secondo kernel cambiando la stringa da appendere alla versione, il pacchetto del nuovo kernel conviverà tranquillamente col precedente.
La gestione dei moduli ha subito una profonda modifica rispetto alla versione 1 di Apache: non � pi� legata ad un solo file, ma a due directory: '''/etc/apache2/mods-available''' e '''/etc/apache2/mods-enabled'''.
; mods-available : contiene i file che permettono il caricamento dei moduli. I file presenti all'interno di questa directory sono divisibili, tramite le loro estensioni, in due categorie: i file con estensione ''.load'' contengono le istruzioni necessarie al caricameto dei moduli; i file con estensione ''.config'', invece, contengono le eventuali opzioni di configurazione da passare al modulo.


; mods-enables : contiene dei link ai file presenti nella directory '''mods-available'''. All'avvio di Apache verranno caricati i moduli i cui file di canfigurazione presentano un link in questa directory.
In realtà il comando <code>'''make-kpkg'''</code> accetta molti ulteriori parametri (elencherò solo i più importanti per gli altri leggete l'amichevole pagina di manuale aka read the friendly manual):


======Siti======
; <code>--initrd</code> : da usare se state compilando un kernel che utilizza le immagini <code>initrd.img</code> (''vedi [[Debian_Kernel_Howto#Bisogna_usare_l.27initrd_oppure_no.3F|FAQ: Bisogna usare l'initrd_oppure no?]]'');
In apache2, a differenza di apache1, tutti i siti vengono gestiti tramite ''siti''.
; <code>--added-modules foo</code> : compila dei sorgenti esterni (presenti in <code>/usr/src/modules</code>) insieme al kernel, potete mettere più nomi separati da virgole;
La struttura utilizzata per la gestione di questi � del tutto simile a quella dei moduli: sono presenti due directory: '''/etc/apache2/sites-available''' e '''/etc/apache2/sites-enabled''' che funzionano esattamente come illustrato precedentemente.
; <code>--added-patches foo</code> : aggiunge delle patch al kernel, le patch possono essere molteplici separate da virgole;
Il concetto � semplice: ogni file presente in '''sites-available''' rappresenta un sito, con tutti i sottodomini associati. Per abilitarli � sufficiente un link simbolico in '''sites-enabled'''.
; <code>--config</code> : sceglie quale frontend usare per configurare il kernel (config, menuconfig, xconfig, gconfig);
Anche in questo caso, inoltre, apache2 mette a disposizione due comodi comandi per la gestione dei siti: '''a2ensite''' e '''a2dissite''', che hanno la funzione, rispettivamente, di attivare e disattivare un sito.
; <code>--zimage</code> : crea una zImage per il kernel;
; <code>--bzImage</code> : crea una bzImage per il kernel;
; <code>--mkimage</code> : qui potete passare dei parametri a <code>mkinitrd</code>, ad esempio se volete creare una immagine rom: <code>genromfs -d %s -f %s</code>;
; <code>--rootcmd foo</code> : per passare un comando a make-kpkg ad esempio fakeroot o sudo;
; <code>CONCURRENCY_LEVEL</code> : questa variabile è l'omonimo di <code>-j</code> per make, per usarla vi basta mettere il numero intero che desiderate usare (''$ CONCURRENCY_LEVEL=4 make-kpkg --blabla ecc.ecc...'' ).


L'utilizzo di questi due tool � semplicissimo:
Come ultimo parametro dovremo mettere un'azione da compiere, vediamo le principali:
* se si lancia il comando senza parametri, verr� mostrata la lista di tutti i siti disponibili
* se si indica il sito su cui effettuare l'operazione, questa verr� eseguita.


Per rendere effettive le modifiche � necessario riavviare apache2.
; <code>clean</code> : pulisce i sorgenti;
; <code>kernel_headers</code> : questo genera un pacchetto con gli header del kernel;
; <code>binary</code> : questo genera un nuovo pacchetto deb con i sorgenti, uno con gli header, uno con la documentazione e uno con l'immagine del kernel;
; <code>buildpackage</code> : pulisce i sorgenti e avvia "binary" (vedere sopra);
; <code>build</code> : compila solo l'immagine del kernel;
; <code>modules</code> : compila tutti moduli esterni sotto <code>/usr/src/modules</code> e genera un file <code>.diff</code> e un pacchetto sorgente;
; <code>modules_config</code> : permette di configurare i moduli esterni residenti in <code>/usr/src/modules</code> prima di compilarli;
; <code>modules_image</code> : crea i pacchetti deb dei moduli esterni residenti in <code>/usr/src/modules</code> senza il file .diff e senza creare un altro pacchetto sorgente;
; <code>modules_clean</code>: pulisce i sorgenti dei moduli esterni presenti in <code>/usr/src/modules</code>;
; <code>debian</code> : questo crea la directory <code>./debian</code> utile per compilare i kernel vanilla e patcharli alla maniera Debian.


=====Supporto SSL=====
Nel caso di sistemi multiprocessore è possibile velocizzare la compilazione aggiungendo <code>CONCURRENCY_LEVEL=n</code> dove n corrisponde al numero di processi che il compilatore usa in parallelo (normalmente si usa un processo in più rispetto al numero di processori presenti).
Per Apache2, a differenza di Apache1, non esiste un pacchetto '''apache-ssl''' per attivare il supporto [[ssl]]. Per attivare il supporto ssl � necessario modificare la configurazione di apache.
Per esempio se vogliamo compilare kernel su un PC dotato di un processore quadcore su può usare:


Per abilitare il supporto, e creare i certificati necessari al funzionamento dell'ssl, bisogna installare openssl:
<pre>
<pre>
# apt-get install openssl
$ fakeroot CONCURRENCY_LEVEL=5 make-kpkg --append-to-version -nomepersonalizzato --revision=1 kernel_image --initrd kernel_headers
</pre>
{{Box|Nota|Data la deprecazione di make-kpkg ora per fare la stessa cosa si usa -jn dove n è il numero di processori il comando da dare ora è il seguente per una macchina a 4 core:
<pre>$ make KDEB_PKGVERSION=1 deb-pkg -j4
</pre>
</pre>
}}
== Installazione nuovo kernel ==
Una volta finito torneremo alla riga di comando e ci sposteremo nella directory precedente (<code>~/sorgenti</code>) dove troveremo il pacchetto .deb del kernel appena compilato:


Oltre a questo, deve essere abilitato il modulo ''ssl'', con il comando prima descritto per la gestione dei moduli in Apache2:
<pre>
<pre>
# a2enmod ssl
$ cd ..
$ ls
...
linux-image-3.19.1_nomepersonalizzato_1_amd64.deb
...
</pre>
</pre>


Per la generazione del certificato, apache2 offre il comando:
Adesso possiamo installare il pacchetto con il nostro nuovo kernel ricompilato. Diventiamo quindi root con '''su''', e digitiamo:
<pre>
<pre>
# apache2-ssl-certificate
# dpkg -i linux-image-3.19.1_nomepersonalizzato_1_amd64.deb
</pre>
</pre>
che, tramite una serie di domande, creer nella direcotry '''/etc/apache2/ssl/''' due file: ''apache.pem'' ed il certificato.


Ora aggiungiamo un ''sito'' con supporto ssl: con il nostro editor preferito creiamo un file di testo in '''/etc/apache2/sites-available''' come nel seguente esempio (il nome del file pu� essere, ad esempio, '''default-ssl'''):
Se abbiamo LILO dovremo configurare <code>lilo.conf</code> aggiungendo le righe relative al kernel. Ricordatevi che, con LILO, per rendere effettive le modifiche bisogna aggiornare il [[MBR]] (Master Boot Record) con il comando:  
 
<pre>
<pre>
NameVirtualHost *:443
# lilo -v
<VirtualHost *:443>
</pre>
    SSLEngine on
    SSLCertificateFile    /etc/apache2/ssl/apache.pem
    SSLCertificateKeyFile /etc/apache2/ssl/apache.pem


    ServerAdmin admin@dominio.org
Se abbiamo Grub, invece, non ci resta altro che riavviare :D. Tuttavia per approfondire le personalizzazioni che è possibile fare su Grub, potete leggere l'apposita sezione della [[Guida a Grub]]:
    ServerName server.dominio.org


    ErrorLog /var/log/apache2/error_ssl.log
* [[Guida_a_Grub#Usare_update-grub|Guida a Grub: Usare update-grub]]
    LogLevel warn
    CustomLog /var/log/apache2/access_ssl.log combined
    ServerSignature On
    DocumentRoot /var/www/apache2-default


    <Directory />
== Installare e gestire i moduli ==
        Options FollowSymLinks
        AllowOverride None
    </Directory>
    <Directory /var/www/apache2-default>
        Options Indexes FollowSymLinks MultiViews
        AllowOverride None
        Order allow,deny
        allow from all
    </Directory>


    ScriptAlias /cgi-local/ /var/www/apache2-default/cgi-bin/
Per compilare e creare automaticamente pacchetti .deb per moduli non presenti nei sorgenti del kernel, Debian fornisce un comodo strumento: [[Pagina di manuale di module-assistant|module-assistant]]. Per un uso interattivo basterà lanciarlo da root per installare i pacchetti, scaricare i sorgenti del modulo che interessa, compilarlo e creare un pacchetto Debian.
    ScriptAlias /cgi-bin/ /usr/lib/cgi-bin/
    <Directory "/var/www/apache2-default/cgi-bin">
        AllowOverride None
        Options None
        Order allow,deny
        Allow from all
    </Directory>


    <Directory "/usr/lib/cgi-bin">
Per scegliere invece quali moduli fare partire all'avvio ci sono diverse strade.
        AllowOverride None
        Options None
        Order allow,deny
        Allow from all
    </Directory>


    Alias /icons/ "/usr/share/apache2/icons/"
# Se si usa l'hotplug, questi dovrebbe caricare automaticamente al boot tutti i moduli necessari. Per evitare il caricamento di certi moduli che possono creare conflitti basta inserirli in <code>'''/etc/hotplug/blacklist'''</code>.
    Alias /manual/ "/usr/share/doc/apache2-doc/manual/"
# Se non si usa l'hotplug bisogna specificare manualmente quali moduli caricare all'avvio. Per far ciò basterà inserire i nomi dei moduli da caricare in <code>'''/etc/modules'''</code>, uno per riga. Se non vi va di editare un file di testo (o non ricordate esattamente i nomi dei moduli) potrete usare <code>'''modconf'''</code> che permette di scegliere interattivamente quali moduli caricare all'avvio.
 
    <Directory "/usr/share/apache2/icons">
        Options Indexes MultiViews
        AllowOverride None
        Order allow,deny
        Allow from all
    </Directory>
</VirtualHost>
</pre>


Molte delle opzioni contenute nell'esempio sono prese pari pari dal file '''/etc/apache2/sites-available/default'''.  
== FAQ ==
=== Per aggiungere un modulo devo ricompilare tutto il kernel? ===
Dipende.


Mancano due modifiche, prima di avere il supporto ssl attivo: Apache non � in ascolto sulla porta 443, quella normalmente utilizzata da apache-ssl, e quindi lo dobbiamo istruire modificando il file '''/etc/apache2/ports.conf''' aggiungendo la riga:
Se il modulo fa parte del kernel Debian (cioè il suo sorgente è contenuto nel pacchetto <code>kernel-source</code> del kernel) allora bisogna ricompilare il kernel. Tenete presente, tuttavia, che i kernel binari Debian includono già la maggior parte dei moduli presenti nei sorgenti del kernel. Per caricarli basta usare:
<pre>
<pre>
Listen 443
  # modprobe ''nomemodulo''
</pre>
</pre>
 
Se il sorgente del modulo è invece pacchettizzato singolarmente (il nome di questi pacchetti comincia per <code>module-source</code>) '''non è necessario''' ricompilare il kernel.
Come ultima cosa, importantissima, bisogna attivare il sito che abbiamo appena creato (sempre utilizzando i comodi comandi che Apache2 ci mette a disposizione). Sar� quindi sufficiente un
Debian ci fornisce la comoda utility '''module-assistant''' che permette di scaricare, compilare e pacchettizzare un modulo del kernel. Basta lanciare il comando
<pre>
<pre>
# a2ensite default-ssl
  # m-a
</pre>
</pre>
questo se si � scelto di creare un file separato per i siti che avranno il supporto ssl... Un'altra pratica molto diffusa � quella di gestire ogni singolo sito come un file, quindi le direttive per l'abilitazione del supporto ssl vengono scritte all'interno del file ''generale'' di quel sito (in questo caso il file '''default''').
e una interfaccia ''dialog'' ci guiderà passo passo.


Per rendere effettive tutte le modifiche, riavviamo apache:
Si può usare il comando <code>module-assistant list-avaible</code> (o il diminutivo <code>m-a la</code>) per ottenere la lista completa dei moduli installabili con module-assistant. Per le altre innumerevoli opzioni potete leggere la pagina di manuale tradotta in italiano:
<pre>
# /etc/init.d/apache2 restart
</pre>


=====Far convivere Apache e Apache2=====
* [[Pagina di manuale di module-assistant]]
Alcune volte pu� essere utile far convivere Apache1 e Apache2 sulla stessa macchina (magari durante un periodo di migrazione)...a tale proposito, � buona norma modificare il numero della porta su cui uno dei due server � in ascolto.
Normalmente si ''sposta'' Apache2 dalla porta '''80''' alla '''8080''' (sempre se su questa non � configurato un server proxy).


Per modificare la porta su cui Apache2 � in ascolto � sufficiente modificare il file '''/etc/apache/ports.conf''' sostituendo al numero '''80''', '''8080'''. Nel file '''ports.conf''' avremo, quindi, una riga come la seguente:
===Bisogna usare l'initrd oppure no?===
<pre>
La risposta breve è: no non usatelo.
Listen 8080
</pre>


=Il processore PHP=
Di seguito la risposta lunga:
PHP � un [[acronimo ricorsivo]] per "PHP: Hypertext Preprocessor" e cio� "PHP: preprocessore ipertestuale". Questo significa che i nostri script non vengono elaborati dai client (in questo caso dai browser) come ad esempio nel caso di javascript, ma che vengono eseguiti direttamente sul server il quale fornisce ai clients semplici pagine html. Un linguiaggio di questo tipo viene chiamato anche '''server-side''' (lato server), in contrapposizione ai linguaggi '''client-side''' (lato client).


La cosa pi� interessante nell'uso di PHP � che si tratta di un linguaggio estremamente semplice per il principiante, ma che, tuttavia, offre molte prestazioni avanzate al programmatore di professione.
L'immagine initrd (ramdisk iniziale) serve per caricare dei moduli nel kernel prima che questo abbia l'accesso alla partizione di root. Quindi basta compilare questi moduli staticamente e non avremo mai bisogno di un ramdisk. Ma quali sono questi moduli che servono nelle prime fasi di avvio? Semplicemente i moduli che permettono di leggere la partizione di root, ovvero:


Con PHP non siete limitati soltanto ad un output in HTML. Le possibilit� di PHP, infatti, includono l'abilit� di generare immagini, files PDF e perfino filmati Flash al volo (utilizzando libswf e Ming). Sarete in grado di generare facilmente qualsiasi testo, come XHTML e qualsiasi altro file XML. PHP pu� autogenerare questi file, e salvarli nel file system, piuttosto che eseguire un printing esterno, o creare server-side cache per contenuti dinamici.
* il modulo del controller del proprio harddisk
* il modulo del filesystem della partizione di root


Una delle caratteristiche pi� importanti e significative di PHP � la possibilit` di supportare una completa gamma di databases. Scrivere una pagina web collegata ad un database � incredibilmente semplice.
Completato questo passaggio si può procedere alla modifica del file: <pre>/etc/default/grub</pre><br/>
{{Warningbox|Si consiglia di eseguire questa modifica prima di installare il kernel privo di initrd per evitare di ritrovarsi con una macchina non avviabile.}}


PHP fa anche da supporto per dialogare con altri servizi utilizzando i protocolli del tipo LDAP, IMAP, SNMP, NNTP, POP3, HTTP, COM (in Windows) e innumerevoli altri. Potete anche aprire network sockets ed interagire usando qualsiasi altro protocollo. Inoltre supporta l'interscambio di dati complessi WDDX tra, virtualmente, tutti i linguaggi di programmazione web. A proposito di interconessioni, PHP supporta l'installazione dei JavaObjects e l'utilizzo di questi come oggetti PHP in modo trasparente. Si pu� anche usare la nostra estensione CORBA per accedere ad oggetti remoti.
Il suddetto file va modificato poiché, senza l'initrd, il nostro sistema non sarà in grado, in fase di avvio, di riconoscere i dischi attraverso gli UUID, ma solo per mezzo degli indirizzi <pre>/dev/sda</pre>
{{box|Nota Bene:|Questo elenco delle funzionalit� offerte da PHP � tratto dal manuale online di PHP e precisamente dal capitolo [http://it2.php.net/manual/it/intro-whatcando.php Che cosa pu� fare PHP?]}}
Con un editor di testo è necessario decommentare l'opzione <pre>#GRUB_DISABLE_LINUX_UUID=true</pre> rimuovendo il simbolo "#". Il passaggio conclusivo consiste nell'eseguire <pre># update-grub</pre> per aggiornare la configurazione di grub.<br/>


==Installazione==
Per un kernel ricompilato, l'initrd è generalmente inutile e rende l'avvio leggermente più lento. È anche facile sbagliare se non attivate le giuste opzioni nel kernel (vedi [[#Ma se io devo usare l'initrd assolutamente?|FAQ successiva]]), in tal caso otterreste un <code>kernel panic</code> all'avvio. L'initrd serve soprattutto per i kernel ufficiali delle distribuzioni che devono supportare tutti i controller esistenti e una gran varietà di filesystem. Sarebbe assurdo compilare tutti questi supporti staticamente e quindi vengono inseriti come moduli nel ram disk. <--
Anche installare PHP non � un compito per nulla complesso.
===PHP e Apache 1.3===
Vediamo subito come procedere a abilitare PHP per il nostro server Apache in maniera minimale:
<pre># apt-get install libapache-mod-php4</pre>
Apt scaricher� il modulo per Apache, le eventuali dipendenze e aggiorner� anche il file di configurazione dei moduli (/etc/apache/modules.conf).


Tutto quello che dovremo fare manualmente � di riavviare Apache, altrimenti non ci fornir� gli script Php elaborati, ma ci permetter� unicamente di scaricarli. Come abbiamo gi� visto nella sezione relativa all' installazione di Apache il comando �:
*** ATTENZIONE *** PARTE COMMENTATA *** ATTENZIONE ***
<pre># apachectl graceful
/usr/sbin/apachectl graceful: httpd gracefully restarted</pre>


Ora, anche se a livello minimale, Apache � in grado fornire al nostro browser l' output degli script elaborati dal motore PHP. Non ci resta altro da fare che [[#Test|testarne]] il funzionamento.
L'initrd è necessario anche se si vuole usare un bootsplash, ma questa è un'altra storia:


===PHP e Apache 2.0===
* [[Old:Compilazione Kernel 2.6.11 con Bootsplash]]
Per abilitare il Php in Apache2 bisogna installare il modulo apposito:
* [[Old:Kernel2.6.10 - Framebuffer - Gensplash Patch]]
<pre>
# apt-get install libapache2-mod-php4
</pre>


Durante l'installazione verr� aggiornata la configurazione di Apache2 per attivare il supporto a php4, inoltre verr� automaticamente riavviato il server Web.
*** FINE PARTE COMMENTATA *** -->


==Test==
La risposta lunga è quindi no, non usate l'initrd quando questo non sia strettamente necessario.
Il modo pi� semplice per testare la nostra installazione di PHP consiste nel preparare uno script e tentare di visualizzarlo nel nostro browser.


Possiamo procedere in due modi fondamentalmente: creare uno script nella '''DocumentRoot''' del server web, e cio� '''/var/www''' (se non l' avete modificata in ahttpd.conf) oppure nella nostra '''public_html.
=== Ma il kernel non fa il boot senza initrd! ===
Vedi FAQ precedente. L'initrd non è necessario per fare il boot. Se il sistema non parte ciò dipende da una non corretta configurazione del kernel.


Nel caso vogliate creare o spostare files all' interno della DocumentRoot di Apache � indispensabile tenere sempre a mente che quella directory e le directory in essa contenute sono visibili anche da altri computer (nella eventuale lan o su internet): prestate estrema attenzione ai permessi di scrittura di questi files!
Questo è quasi sempre vero, ma ci sono delle eccezioni. In alcuni casi, quali ad esempio l'avvio da una memoria USB con filesystem di root nella stessa, può essere necessario fare uso di initrd affinché vengano generati correttamente i device (vedi sda1, sda2 ecc.). Questo pur avendo compilato tutti i moduli staticamente all'interno del kernel.


Un consiglio personale consiste nell' agire sempre come utente '''www-data''' quando operate nella DocumentRoot: vi risparmierete patemi in fatto di permessi e sicurezza. Per loggarci come utente www-data � sufficiente operare in questo modo:
===Ma se io devo usare l'initrd assolutamente?===
<pre>$ whoami
Per usare l'intrd '''si deve''' compilare staticamente il supporto per l'initrd impostando le seguenti voci:
keltik
$ su
Password:
# whoami
root
# su - www-data
$ whoami
www-data</pre>
Siamo cos� passati dal nostro utente normale all' utente root e da questo siamo diventati l' utente www-data (il passaggio tramite l' utente root ci evita di dover fornire la password per www-data). Avendo usato il comando '''su - ''' abbiamo effettuato un login vero e proprio, ereditando tutte le variabili locali per www-data.


Ora possiamo operare in tranquillit� nella DocumentRoot (che � anche la $HOME dell' utente www-data).
<pre>
Device Drivers  --->
  Block devices  --->
    <*> RAM disk support
    (16)  Default number of RAM disks
    (8192) Default RAM disk size (kbytes)
    [*]  Initial RAM disk (initrd) support
</pre>


Se invece scegliamo di usare la nostra public_html, non dovremo fare altro che creare il file al suo interno usando il nostro utente normale.
A partire dal kernel 2.6.13 si usano di default immagini del filesystem in formato '''cpio''' per cui non è più necessario aggiungere il supporto al '''cramfs'''.


Usiamo il nostro editor preferito e creiamo il file prova.php che conterr� questo codice:
Con tale configurazione è possibile compilare il kernel con initrd aggiungendo semplicemente l'opzione <code>--initrd</code> al comando <code>make-kpkg</code>. Il pacchetto risultante conterrà degli script che creeranno l'immagine initrd in fase di installazione del pacchetto.
<pre><?php phpinfo(); ?></pre>


{{box|Nota Bene|Aldil� di quale sia il vostro editor preferito, consiglio caldamente di imparare quantomeno i rudimenti di '''vi''': questo editor testuale infatti � presente nella quasi totalit� dei sistemi operativi *nix, � molto pratico anche durante sessioni telnet o ssh e - con un minimo di allenamento - dispone di tutta la potenza necessaria ad un editor di codice}}
Attualmente (Squeeze) lo strumento in Debian che permette di creare l'immagine initrd è <code>update-initramfs</code> (fornito dal pacchetto <code>initramfs-tools</code>) e utilizzabile con kernel 2.6.13 o più recenti. Questo strumento aggiunge tutti i controller del disco e i supporti che potrebbero servire per il boot che sono stati compilati come moduli;


Se tutto � andato bene, puntando il browser all' indiritto http://127.0.0.1/prova.php (nel caso di aver usato la DocumentRoot) oppure http://127.0.0.1/~utente/prova.php vedremo una pagina html che riporta molte informazioni utili sul nostro nuovo ambiente di sviluppo (versione del software, moduli di apache, moduli di php, variabili di ambiente, ecc...).
Per ulteriori informazioni sui kernel Debian e le immagini initrd:


=Il Database Server=
* [http://kernel-handbook.alioth.debian.org/ch-initramfs.html Debian Linux Kernel Handbook: Managing the initial ramfs (initramfs) archive]
==MySQL==
Passiamo adesso ad installare il server di database MySQL.
<pre># apt-get install mysql-server</pre>
che, oltre al server MySQL, installer� per noi anche il client, alcuni tools e le librerie indispensabili.


A questo punto il server MySQL dovrebbe essere installato ed avviato automaticamente. Possiamo controllare usando il solito comando '''ps''' oppure '''/etc/init.d/mysql status'''.
=== Posso usare make-kpkg con un kernel vanilla ===
{{Warningbox|MySQL inizialmente � accessibile unicamente all' utente '''root''' senza alcuna password.}}
Certamente, <code>make-kpkg</code> può essere usato indifferentemente sia con i sorgenti Debian del kernel di Linux che con i sorgenti del [[kernel vanilla]].  
{{box|Nota Bene:|Negli esempi seguenti ho digitando i comandi mysql su righe diverse per renderli pi� leggibili, ma nulla vieta di scrivere tutto di seguito sulla medesima linea.}}
La nostra prima preoccupazione dovrebbe essere senz'altro quella di impostare una passowrd per l'utente root. Ecco come fare:
<pre>
$ mysql -u root
mysql> SET PASSWORD
    -> FOR root@localhost
    -> =
    -> PASSWORD('la_tua_password')
    -> ;
Query OK, 0 rows affected (0.08 sec)


mysql> exit
I sorgenti Debian sono contenuti nei pacchetti <code>kernel-source-*</code> (o <code>linux-source-*</code> per i kernel dal 2.6.12 in poi) e sono installabili come usuali pacchetti con [[APT]].
Bye
$
</pre>
{{box|Nota Bene:|Se non funziona il comando '''mysql -u root''' provare con '''mysql -u root -p''' e se richiede la password lasciarla vuota e premere invio.}}
Se ora proviamo a loggarci nuovamente, dovremmo vederci negato l' accesso in questo modo:
<pre>
$ mysql -u root
ERROR 1045: Access denied for user: 'root@localhost' (Using password: NO)
</pre>
Riproviamo usando la password che abbiamo scelto in precedenza:
<pre>
$ mysql -u root -pla_tua_password
Welcome to the MySQL monitor.  Commands end with ; or \g.
</pre>
{{box|Nota Bene:|Lo switch "-p" usato nel comando ''mysql'' prevede che la password venga digitata '''senza spazi tra il -p e la password effettiva'''. Non si tratta di un mio errore di battitura!<br> Se invece usiamo lo switch "-p" senza specificare alcuna password, questa ci verr� richiesta interattivamente.}}
Usare utenti con privilegi alti non � mai una buona idea, per cui provvediamo a creare un utente a cui concederemo i privilegi minimi (ma al quale potremo dare privilegi pi� alti per database specifici):
<pre>
mysql> GRANT USAGE ON *.*
    -> TO 'utente'@'localhost'
    -> IDENTIFIED BY 'la_tua_password'
    -> ;
Query OK, 0 rows affected (0.02 sec)


mysql> FLUSH PRIVILEGES;
I sorgenti vanilla devono essere scaricati manualmente da [http://www.kernel.org www.kernel.org]. Devono essere scompattati in <code>/usr/src</code>, e per il resto la procedura di compilazione è assolutamente identica al caso di sorgenti Debian.
Query OK, 0 rows affected (0.04 sec)
</pre>
Se ora proviamo a loggarci con il nuovo utente, dovremmo riuscire ad autenticarci usando le credenziali specificate con il comando GRANT.


Ora creiamo un database nuovo:
Nel caso di sorgenti vanilla, può essere interessante vedere l'opzione <code>debian</code> nella sezione [[Debian_Kernel_Howto#Compilazione_del_kernel|Compilazione del kernel]], tuttavia l'uso di tale parametro è del tutto opzionale.
<pre>
mysql> CREATE DATABASE prova;
Query OK, 1 row affected (0.00 sec)


mysql> show databases;
===Errore con l'opzione <code>--revision</code> ===
+----------+
Può capitare che, ricompilando il kernel variando il valore dell'opzione <code>--revision</code> venga rilevato un errore simile al seguente:
| Database |
+----------+
| mysql    |
| prova    |
| test    |
+----------+
3 rows in set (0.02 sec)
</pre>
ed assegnamo all' utente che abbiamo creato in precedenza piena diritti di amministrazione al database:
<pre>
<pre>
mysql> GRANT ALL PRIVILEGES
I note that you are using the --revision flag with the value
    -> ON prova.*
  2.
    -> TO 'utente'@'localhost'
However, the ./debian/changelog file exists, and has a different value
    -> ;
  1.
Query OK, 0 rows affected (0.02 sec)
I am confused by this discrepancy, and am halting.</pre>


mysql> FLUSH PRIVILEGES;
Questo problema è semplicemente dovuto al fatto che non si è pulito il tree dei sorgenti dopo la prima compilazione. Per ovviare basta dunque:
Query OK, 0 rows affected (0.04 sec)
</pre>
Se ora ci logghiamo con il nostro utente e chiediamo una lista dei database, vedremo unicamente quelli su cui abbiamo privilegi:
<pre>
mysql> show databases;
+----------+
| Database |
+----------+
| prova    |
+----------+
1 row in set (0.00 sec)
</pre>
Selezioniamo il database su cui operare col comando:
<pre>
mysql> USE prova;
</pre>
Ora creiamo una tabella all' interno del database ''prova'', giusto per verificare che sia tutto a posto:
<pre>
mysql> CREATE TABLE tabella (colonna1 VARCHAR(20), colonna2 VARCHAR(20));
Query OK, 0 rows affected (0.42 sec)


mysql> DESCRIBE tabella;
<pre>$ make-kpkg clean</pre>  
+----------+-------------+------+-----+---------+-------+
| Field    | Type        | Null | Key | Default | Extra |
+----------+-------------+------+-----+---------+-------+
| colonna1 | varchar(20) | YES  |    | NULL    |      |
| colonna2 | varchar(20) | YES  |    | NULL    |      |
+----------+-------------+------+-----+---------+-------+
2 rows in set (0.08 sec)
</pre>


Se non abbiamo ottenuto errori passiamo al punto successivo, altrimenti verifichiamo tutti i passaggi precedenti.
e rilanciare la compilazione.


==MySQL e PHP==
===You are attempting to install a kernel image (version ''version-revision'') However, the directory /lib/modules/''version-revision'' still exists.===
Per poter usare MySQL attraverso pagine PHP dobbiamo installare il modulo '''php4-mysql''' e riavviare Apache:
Se si aggiorna il kernel ad una [[revisione]] successiva, durante l'installazione del pacchetto verrà fatta la seguente domanda:
<pre>
<pre>
# apt-get install php4-mysql
You are attempting to install a kernel image (version 2.6.15.4-swsusp) However, the directory /lib/modules/2.6.15.4-swsusp still exists.  If this directory
# apachectl graceful
belongs to a previous linux-image-2.6.15.4-swsusp package, and if you have deselected some modules, or installed standalone modules packages, this could be
/usr/sbin/apachectl graceful: httpd gracefully restarted
bad. However, if this directory exists because you are also installing some stand alone modules right now, and they got unpacked before I did, then this is
</pre>
pretty benign.  Unfortunately, I can not tell the difference.


Ora possiamo verificare se siamo effettivamente in grado di accedere a MySQL.<br>
If /lib/modules/2.6.15.4-swsusp belongs to a old install of linux-image-2.6.15.4-swsusp, then this is your last chance to abort the installation of this
La procedura � simile a quella vista in precedenza per testare la corretta installazione di PHP:
kernel image (nothing has been changed yet).  
* logghiamoci come utente root oppure spostiamoci nella nostra directory '''public_html''';
* creaimo il file mysql.php che conterr� questo codice:
<pre><nowiki>
<?php


// si collega al database, altrimenti esce e ritorna un errore
If this directory is because of stand alone modules being installed right now, or if it does belong to an older linux-image-2.6.15.4-swsusp package but you
know what you are doing, and if you feel that this image should be installed despite this anomaly, Please answer n to the question.


mysql_connect('localhost','utente','la_tua_password') or die(mysql_error());
Otherwise, I suggest you move /lib/modules/2.6.15.4-swsusp out of the way, perhaps to /lib/modules/2.6.15.4-swsusp.old or something, and then try
re-installing this image. 


?></nowiki>
Stop install since the kernel-image is already installed?  
</pre>
</pre>
* apriamo un browser e puntiamolo alla pagina appena creata ( http://localhost/mysql.php oppure http://localhost/~utente/mysql.php);
** se quello che vediamo una pagina bianca, significa che PHP in grado di dialogare con MySQL;
** se otteniamo l' errore '''Fatal error: call to undefined function - mysql_connect()''' significa che il modulo php4-mysql non stato installato correttamente o che non abbiamo riavviato Apache;
** se otteniamo l' errore '''Warning: mysql_connect(): Access denied for user: xxxxxxxx''' significa che abbiamo scritto male le credenziali da utilizzare.


==PhpMyAdmin==
La risposta da dare è '''<code>No</code>'''! L'avvertimento ci ricorda che i moduli del vecchio kernel (quello con la stessa versione ma numero di revisione diverso) verranno cancellati e sostituiti dai moduli del nuovo kernel.
Questo software � un validissimo alleato nel lavoro quotidiano di manutenere un server MySQL, anche se in locale e/o domestico: tra i suoi pregi segnalo l' ottima usabilit� e l' interfaccia web.
 
Questo è il comportamento normale, infatti, nel caso non si voglia sostituire un vecchio kernel ma semplicemente installarne parallelamente uno nuovo (con la stessa identica versione) si sarebbe dovuta modificare la stringa dopo <code>--append-to-version</code> invece che quella dopo <code>--revision</code> (vedi sez. [[Debian_Kernel_Howto#Compilazione_del_kernel|Compilazione kernel]]).


Questo pacchetto si installa con il comando:
Se il kernel che si sta sostituendo è quello in esecuzione ''è necessario riavviare la macchina il prima possibile!''
<pre>
# apt-get install phpmyadmin php4 php4-gd
</pre>
Ci verr� quindi chiesto quale server http dovr� essere riconfigurato automaticamente. In base alla versione di Apache che abbiamo installato in precedenza possiamo scegliere '''apache''' oppure '''apache2'''.


Al termine della configurazione scegliamo di riavviare Apache e cominciamo subito ad utilizzare PhpMyAdmin puntando il browser all'indirizzo http://localhost/phpmyadmin/
== Link ==


[[Immagine:Phpmyadmin_table.png|thumb|center|Schermata di esempio di PhpMyAdmin]]
* [http://www.debian.org/doc/manuals/reference/ch-kernel.it.html Manuale di Riferimento Debian: Capitolo 7 - Il kernel Linux su Debian]
* [http://kernel-handbook.alioth.debian.org/index.html Debian Linux Kernel Handbook ]: ottimo documento sulla gestione dei kernel Debian delle relative patch (''in inglese'').
* [http://a2.pluto.it/a2/a219.htm#almltitle282 Appunti di informatica Libera: Kernel Linux]: Il capitolo dedicato al kernel della monumentale opera di ''Daniele Giacomini'' contiene sia istruzioni generiche che istruzioni per Debian. Inoltre c'è una descrizione dettagliata della configurazione delle varie voci del kernel!
* [http://kernel.xc.net/ Linux Kernel Configuration Archive]: database che permette di ricercare tra le voci di configurazione (e le loro descrizioni) per varie versioni di kernel.


=Conclusioni=
Buon divertimento con Debian GNU/Linux!
Ora si ha a disposizione un sistema completo per l'utilizzo di script in php (ed anche per il loro sviluppo).


{{Autori
|Autore=[[Utente:Abortigeno|Abortigeno]]
|Verificata_da=
:[[Utente:TheNoise|~ The Noise]]
: [[Utente:Lorenzoz|Lorenzoz]] 09:57, 11 ott 2014 (CEST)
:[[Utente:Oscarandrea|Oscarandrea]]  14:50, 8 giu 2015 (CEST)
|Estesa_da=
:[[Utente:TheNoise|~ The Noise]]
:[[Utente:fw_crocodile| fw_crocodile]]
:[[Utente:Lorenzoz|Lorenzoz]] 09:57, 11 ott 2014 (CEST)
|Numero_revisori=3
}}


----
[[Categoria:Linux]]
Autore: [[Utente:Keltik|Keltik]] 07:20, Giu 20, 2005 (EDT)<br/>
[[Utente:MaXeR|MaXeR]] 07:59, Lug 18, 2005 (EDT)
[[Categoria:Server]][[Categoria:Networking]]

Versione attuale delle 11:40, 15 mag 2016

Edit-clear-history.png Attenzione. Questa guida è da considerarsi abbandonata, per via del tempo trascorso dall'ultima verifica.

Potrà essere resa obsoleta, previa segnalazione sul forum, se nessuno si propone per l'adozione.


Debian-swirl.png Versioni Compatibili

Debian 7 "wheezy"
Debian 8 "jessie"

Introduzione

In Debian, il kernel Linux può essere ricompilato con il metodo standard (valido con tutte le distribuzioni, e quindi anche con Debian) oppure nel cosiddetto Debian-way (traduzione: metodo Debian o alla Debian).

Questa guida illustrerà il metodo Debian di compilare il kernel Linux. Questo metodo consiste nel creare un pacchetto Debian del kernel compilato per una sua facile installazione/disinstallazione.

Tutti i passi descritti in questa guida non richiedono i permessi di root. Le uniche operazioni che richiedono l'intervento dell'amministratore della macchina sono l'installazione dei pacchetti necessari alla compilazione e l'installazione del pacchetto .deb creato alla fine del processo di compilazione.

Installazione dei pacchetti

Avremo innanzitutto bisogno di alcuni pacchetti di base per compilare e pacchettizzare un kernel:

# apt-get install module-init-tools kernel-package libncurses5-dev fakeroot

A questo punto è necessario installare il pacchetto Debian contenente i sorgenti del kernel. Per prima cosa, cerchiamo questo pacchetto:

$ apt-cache search linux-source | grep ^linux-source
linux-source-3.16 - sorgenti del kernel Linux per la versione 3.16 con patch Debian
linux-source - sorgenti del kernel Linux (metapacchetto)
linux-source-3.19 - Linux kernel source for version 3.19 with Debian patches
Info.png Nota
Ogni versione di Debian (unstable, testing, stable) utilizza in genere una certa versione del kernel e specifiche versioni di altri pacchetti ad esso correlati in modo tale che l'insieme sia il più possibile stabile. È quindi altamente consigliato usare la versione dei sorgenti del kernel che troveremo nei repository della nostra versione di Debian, a meno che non si sappia esattamente quello che si sta facendo.


Adesso installiamo il pacchetto dei sorgenti del kernel che intendiamo utilizzare. Notare che i sorgenti del kernel forniti con Debian sono leggermente differenti da quelli del kernel vanilla rilasciato dal team di Linus Torvalds (maggiori informazioni qui). Nel seguito prenderemo come esempio la versione 3.19 del kernel, sostituitela con qualsiasi altra versione vogliate usare.

# apt-get install linux-source-3.19

Alla fine dell'installazione verrà creato un file compresso con estensione .tar.xz nella directory /usr/src .

Info.png Nota
Prima della versione 2.6.12 del kernel Linux, i pacchetti sorgenti e binari Debian si chiamavano rispettivamente kernel-source-x.x.x e kernel-image-x.x.x (invece dell'attuale denominazione linux-source-x.x.x e

linux-image.x.x.x). Questo perché è previsto l'inserimento di nuovi kernel (come GNU HURD e FreeBSD) all'interno di Debian.


Configurazione del kernel

Passi preliminari

Per prima cosa è opportuno creare una directory in cui inserire i file da compilare. In questo caso si chiamerà "sorgenti" all'interno della nostra home directory, cambiatela a vostro piacimento:

$ mkdir ~/sorgenti

Spostiamoci nella directory appena creata e decomprimiamo al suo interno l'archivio compresso contenente i sorgenti del kernel:

$ tar -xvf /usr/src/linux-source-3.19.tar.xz -C .
Info.png Nota
Fino alla versione 3.9 i sorgenti del kernel sono contenuti in un file compresso con estensione .tar.bz2, per cui il comando cambierà così:
$ tar -xjvf /usr/src/linux-source-3.9.tar.bz2 -C .
o equivalente in base al nome del file compresso.

A fine operazione verrà creata una nuova directory:

$ ls
linux-source-3.19

spostiamoci al suo interno e procediamo con i passi successivi.

Puliamo i sorgenti del kernel:

$ make-kpkg clean

Questo passaggio è inutile se è la prima volta che compilate il kernel, ma dalla seconda volta in poi diviene necessario per eliminare i file generati dalle precedenti compilazioni che potrebbero creare conflitti.

Ora, se avete installato un kernel precompilato che abbia la stessa versione del kernel che volete ricompilare potreste usare il suo file di configurazione come base di partenza per configurare il vostro kernel. A tal scopo basta copiare il file di configurazione che si trova in /boot (i file di configurazione dei kernel installati hanno come nome config seguito dalla versione del kernel) nella directory dei sorgenti.
Il nome del file da creare deve essere sempre ".config".

$ cp /boot/config-3.19.1-amd64 .config 

C'è chi arriva anche a scaricare il pacchetto contenente il kernel semplicemente per il suo file di configurazione. Se avete banda da sprecare è possibile farlo. Tuttavia si può benissimo partire da zero senza copiare nessun file di configurazione.

Configurazione: make menuconfig

A questo punto, per configurare il nostro kernel, non ci resta che lanciare il comando:

$ make menuconfig

Vi apparirà un'interfaccia testuale dalla quale sarà possibile configurare le opzioni del kernel. Questo è il passaggio più delicato, nonché il più lungo e difficile.

Se dovete configurare un kernel per la prima volta prendetevi almeno un'ora di tempo ed iniziate con calma, leggendo tutte le pagine dell'help in linea. Uno dei vantaggi di un kernel ricompilato è la possibilità di ottenere un kernel estremamente piccolo e leggero proprio perché viene compilato il supporto per le sole periferiche e i soli filesystem effettivamente usati. In questo modo si ha un kernel piccolo e pochi moduli. Un kernel di questo tipo impiega anche molto meno tempo ad essere compilato. Per fare un esempio potrebbe impiegare sui 10 minuti su in athlon 1000, quando un kernel Debian ufficiale impiegherebbe sicuramente più di un'ora sulla stessa macchina. In definitiva, compilando un kernel snello, sarà possibile anche fare più prove ed ottimizzarlo quindi al meglio.

Per trovare quali moduli sono richiesti dal vostro hardware potete usare il comando lspci o meglio lspci -v. Inoltre risulta utilissimo consultare il database dei driver di Linux a questo indirizzo: inserendo semplicemente l'output di lspci -n, otterrete l'elenco dei moduli da compilare

Per approfondire la configurazione del kernel:

In bocca al lupo con la configurazione ;-).

Una volta finita la configurazione, uscite e salvate i cambiamenti. A questo punto il file ~/sorgenti/linux-source-3.19/.config conterrà la nostra configurazione del kernel.

Info.png Nota
Se avete già ricompilato il vostro kernel e volete passare ad una versione più aggiornata, ma non troppo diversa (ad esempio: 2.6.30 --> 2.6.32), non conviene rifare tutta la configurazione da capo. D'altro canto non è neanche possibile usare il vecchio file di configurazione dato che nel nuovo kernel ci saranno voci in più e o in meno e sarebbe improponibile cercarle ad una ad una.

Basta allora copiare il vecchio file di configurazione nella directory dei sorgenti del nuovo kernel e lanciare il comando:

$ make oldconfig

in questo modo verranno fatte delle domande su come configurare le sole nuove voci presenti nel kernel. Se i due kernel sono troppo diversi questo metodo non conviene più dato che bisogna rispondere ad uno ad uno a tutte le domande sulle voci diverse. Sicuramente non conviene usarlo per il passaggio 2.4 --> 2.6.
Un file "config" del vostro attuale kernel può essere trovato in /boot sotto il nome di config-2.x.x.
Se non sapete bene ciò che state facendo oppure avete dei dubbi, scegliete la risposta di default. Notare che è possibile ricorrere ai comandi:

$ make olddefconfig

per accettare automaticamente le risposte di default, oppure:

$ make oldnoconfig

per rispondere negativamente a tutte le domande (default "n")


Alternative a make menuconfig

Per completezza si segnalano le altre interfacce grafiche che è possibile usare per configurare il kernel al posto di make menuconfig.

make xconfig
per usare una interfaccia grafica QT per la configurazione (serviranno i pacchetti libqt4-dev e pkg-config);
make gconfig
per usare una interfaccia grafica GTK per la configurazione.

Questi frontend non aggiungono niente di nuovo e sono pertanto funzionalmente equivalenti tra di loro. Per usarli sono però necessarie le librerie di sviluppo, rispettivamente, di QT e GTK.

Compilazione del kernel

Ora è venuto il momento di cominciare la compilazione, a tal scopo useremo make-kpkg. Vediamo come utilizzare velocemente questo tool per compilare il nostro kernel personalizzato:

$ fakeroot make-kpkg --append-to-version -nomepersonalizzato --revision=1 kernel_image
Info.png Nota
Dopo la versione 3.0 del kernel make-kpkg è considerato deprecato il supporto è stato mantenuto per retrocompatibilità il comando da dare ora è il seguente:
$ make KDEB_PKGVERSION=1.0 deb-pkg
Per il nomepersonalizzato si deve modificare il valore di CONFIG_LOCALVERSION del file .config (il file di configurazione che si trova nella cartella del sorgente) con il valore -nomepersonalizzato.

Questo comando compilerà il nostro kernel e lo inserirà in un pacchetto Debian nella directory ~/sorgenti. Diamo uno sguardo alle opzioni usate:

--append-to-version
serve ad aggiungere un nome personalizzato al pacchetto che verrà aggiunto dopo il numero di versione, che in questo caso diventerà 2.6.32-nomepersonalizzato;
--revision
permette di impostare il numero di revisione del pacchetto, normalmente viene indicato con un numero intero;
kernel_image
dice a make-kpkg di compilare l'immagine del kernel creare il pacchetto Debian.

Se ad esempio compileremo per la seconda volta lo stesso kernel, per fare solo delle modifiche minori, può essere utile usare lo stesso nome per --append-to-version ed usare un numero di revisione maggiore. In questo modo quando installerete il pacchetto del kernel ricompilato questo sostituirà il pacchetto precedente. Al contrario se ricompilate un secondo kernel cambiando la stringa da appendere alla versione, il pacchetto del nuovo kernel conviverà tranquillamente col precedente.

In realtà il comando make-kpkg accetta molti ulteriori parametri (elencherò solo i più importanti per gli altri leggete l'amichevole pagina di manuale aka read the friendly manual):

--initrd
da usare se state compilando un kernel che utilizza le immagini initrd.img (vedi FAQ: Bisogna usare l'initrd_oppure no?);
--added-modules foo
compila dei sorgenti esterni (presenti in /usr/src/modules) insieme al kernel, potete mettere più nomi separati da virgole;
--added-patches foo
aggiunge delle patch al kernel, le patch possono essere molteplici separate da virgole;
--config
sceglie quale frontend usare per configurare il kernel (config, menuconfig, xconfig, gconfig);
--zimage
crea una zImage per il kernel;
--bzImage
crea una bzImage per il kernel;
--mkimage
qui potete passare dei parametri a mkinitrd, ad esempio se volete creare una immagine rom: genromfs -d %s -f %s;
--rootcmd foo
per passare un comando a make-kpkg ad esempio fakeroot o sudo;
CONCURRENCY_LEVEL
questa variabile è l'omonimo di -j per make, per usarla vi basta mettere il numero intero che desiderate usare ($ CONCURRENCY_LEVEL=4 make-kpkg --blabla ecc.ecc... ).

Come ultimo parametro dovremo mettere un'azione da compiere, vediamo le principali:

clean
pulisce i sorgenti;
kernel_headers
questo genera un pacchetto con gli header del kernel;
binary
questo genera un nuovo pacchetto deb con i sorgenti, uno con gli header, uno con la documentazione e uno con l'immagine del kernel;
buildpackage
pulisce i sorgenti e avvia "binary" (vedere sopra);
build
compila solo l'immagine del kernel;
modules
compila tutti moduli esterni sotto /usr/src/modules e genera un file .diff e un pacchetto sorgente;
modules_config
permette di configurare i moduli esterni residenti in /usr/src/modules prima di compilarli;
modules_image
crea i pacchetti deb dei moduli esterni residenti in /usr/src/modules senza il file .diff e senza creare un altro pacchetto sorgente;
modules_clean
pulisce i sorgenti dei moduli esterni presenti in /usr/src/modules;
debian
questo crea la directory ./debian utile per compilare i kernel vanilla e patcharli alla maniera Debian.

Nel caso di sistemi multiprocessore è possibile velocizzare la compilazione aggiungendo CONCURRENCY_LEVEL=n dove n corrisponde al numero di processi che il compilatore usa in parallelo (normalmente si usa un processo in più rispetto al numero di processori presenti). Per esempio se vogliamo compilare kernel su un PC dotato di un processore quadcore su può usare:

$ fakeroot CONCURRENCY_LEVEL=5 make-kpkg --append-to-version -nomepersonalizzato --revision=1 kernel_image --initrd kernel_headers
Info.png Nota
Data la deprecazione di make-kpkg ora per fare la stessa cosa si usa -jn dove n è il numero di processori il comando da dare ora è il seguente per una macchina a 4 core:
$ make KDEB_PKGVERSION=1 deb-pkg -j4


Installazione nuovo kernel

Una volta finito torneremo alla riga di comando e ci sposteremo nella directory precedente (~/sorgenti) dove troveremo il pacchetto .deb del kernel appena compilato:

$ cd ..
$ ls
...
linux-image-3.19.1_nomepersonalizzato_1_amd64.deb
...

Adesso possiamo installare il pacchetto con il nostro nuovo kernel ricompilato. Diventiamo quindi root con su, e digitiamo:

# dpkg -i linux-image-3.19.1_nomepersonalizzato_1_amd64.deb

Se abbiamo LILO dovremo configurare lilo.conf aggiungendo le righe relative al kernel. Ricordatevi che, con LILO, per rendere effettive le modifiche bisogna aggiornare il MBR (Master Boot Record) con il comando:

# lilo -v

Se abbiamo Grub, invece, non ci resta altro che riavviare :D. Tuttavia per approfondire le personalizzazioni che è possibile fare su Grub, potete leggere l'apposita sezione della Guida a Grub:

Installare e gestire i moduli

Per compilare e creare automaticamente pacchetti .deb per moduli non presenti nei sorgenti del kernel, Debian fornisce un comodo strumento: module-assistant. Per un uso interattivo basterà lanciarlo da root per installare i pacchetti, scaricare i sorgenti del modulo che interessa, compilarlo e creare un pacchetto Debian.

Per scegliere invece quali moduli fare partire all'avvio ci sono diverse strade.

  1. Se si usa l'hotplug, questi dovrebbe caricare automaticamente al boot tutti i moduli necessari. Per evitare il caricamento di certi moduli che possono creare conflitti basta inserirli in /etc/hotplug/blacklist.
  2. Se non si usa l'hotplug bisogna specificare manualmente quali moduli caricare all'avvio. Per far ciò basterà inserire i nomi dei moduli da caricare in /etc/modules, uno per riga. Se non vi va di editare un file di testo (o non ricordate esattamente i nomi dei moduli) potrete usare modconf che permette di scegliere interattivamente quali moduli caricare all'avvio.

FAQ

Per aggiungere un modulo devo ricompilare tutto il kernel?

Dipende.

Se il modulo fa parte del kernel Debian (cioè il suo sorgente è contenuto nel pacchetto kernel-source del kernel) allora bisogna ricompilare il kernel. Tenete presente, tuttavia, che i kernel binari Debian includono già la maggior parte dei moduli presenti nei sorgenti del kernel. Per caricarli basta usare:

  # modprobe ''nomemodulo''

Se il sorgente del modulo è invece pacchettizzato singolarmente (il nome di questi pacchetti comincia per module-source) non è necessario ricompilare il kernel. Debian ci fornisce la comoda utility module-assistant che permette di scaricare, compilare e pacchettizzare un modulo del kernel. Basta lanciare il comando

  # m-a

e una interfaccia dialog ci guiderà passo passo.

Si può usare il comando module-assistant list-avaible (o il diminutivo m-a la) per ottenere la lista completa dei moduli installabili con module-assistant. Per le altre innumerevoli opzioni potete leggere la pagina di manuale tradotta in italiano:

Bisogna usare l'initrd oppure no?

La risposta breve è: no non usatelo.

Di seguito la risposta lunga:

L'immagine initrd (ramdisk iniziale) serve per caricare dei moduli nel kernel prima che questo abbia l'accesso alla partizione di root. Quindi basta compilare questi moduli staticamente e non avremo mai bisogno di un ramdisk. Ma quali sono questi moduli che servono nelle prime fasi di avvio? Semplicemente i moduli che permettono di leggere la partizione di root, ovvero:

  • il modulo del controller del proprio harddisk
  • il modulo del filesystem della partizione di root

Completato questo passaggio si può procedere alla modifica del file:

/etc/default/grub


Warning.png ATTENZIONE
Si consiglia di eseguire questa modifica prima di installare il kernel privo di initrd per evitare di ritrovarsi con una macchina non avviabile.


Il suddetto file va modificato poiché, senza l'initrd, il nostro sistema non sarà in grado, in fase di avvio, di riconoscere i dischi attraverso gli UUID, ma solo per mezzo degli indirizzi

/dev/sda

Con un editor di testo è necessario decommentare l'opzione

#GRUB_DISABLE_LINUX_UUID=true

rimuovendo il simbolo "#". Il passaggio conclusivo consiste nell'eseguire

# update-grub

per aggiornare la configurazione di grub.

Per un kernel ricompilato, l'initrd è generalmente inutile e rende l'avvio leggermente più lento. È anche facile sbagliare se non attivate le giuste opzioni nel kernel (vedi FAQ successiva), in tal caso otterreste un kernel panic all'avvio. L'initrd serve soprattutto per i kernel ufficiali delle distribuzioni che devono supportare tutti i controller esistenti e una gran varietà di filesystem. Sarebbe assurdo compilare tutti questi supporti staticamente e quindi vengono inseriti come moduli nel ram disk. <--

      • ATTENZIONE *** PARTE COMMENTATA *** ATTENZIONE ***

L'initrd è necessario anche se si vuole usare un bootsplash, ma questa è un'altra storia:

      • FINE PARTE COMMENTATA *** -->

La risposta lunga è quindi no, non usate l'initrd quando questo non sia strettamente necessario.

Ma il kernel non fa il boot senza initrd!

Vedi FAQ precedente. L'initrd non è necessario per fare il boot. Se il sistema non parte ciò dipende da una non corretta configurazione del kernel.

Questo è quasi sempre vero, ma ci sono delle eccezioni. In alcuni casi, quali ad esempio l'avvio da una memoria USB con filesystem di root nella stessa, può essere necessario fare uso di initrd affinché vengano generati correttamente i device (vedi sda1, sda2 ecc.). Questo pur avendo compilato tutti i moduli staticamente all'interno del kernel.

Ma se io devo usare l'initrd assolutamente?

Per usare l'intrd si deve compilare staticamente il supporto per l'initrd impostando le seguenti voci:

Device Drivers  --->
  Block devices  --->
    <*> RAM disk support
    (16)  Default number of RAM disks
    (8192) Default RAM disk size (kbytes)
    [*]   Initial RAM disk (initrd) support 

A partire dal kernel 2.6.13 si usano di default immagini del filesystem in formato cpio per cui non è più necessario aggiungere il supporto al cramfs.

Con tale configurazione è possibile compilare il kernel con initrd aggiungendo semplicemente l'opzione --initrd al comando make-kpkg. Il pacchetto risultante conterrà degli script che creeranno l'immagine initrd in fase di installazione del pacchetto.

Attualmente (Squeeze) lo strumento in Debian che permette di creare l'immagine initrd è update-initramfs (fornito dal pacchetto initramfs-tools) e utilizzabile con kernel 2.6.13 o più recenti. Questo strumento aggiunge tutti i controller del disco e i supporti che potrebbero servire per il boot che sono stati compilati come moduli;

Per ulteriori informazioni sui kernel Debian e le immagini initrd:

Posso usare make-kpkg con un kernel vanilla

Certamente, make-kpkg può essere usato indifferentemente sia con i sorgenti Debian del kernel di Linux che con i sorgenti del kernel vanilla.

I sorgenti Debian sono contenuti nei pacchetti kernel-source-* (o linux-source-* per i kernel dal 2.6.12 in poi) e sono installabili come usuali pacchetti con APT.

I sorgenti vanilla devono essere scaricati manualmente da www.kernel.org. Devono essere scompattati in /usr/src, e per il resto la procedura di compilazione è assolutamente identica al caso di sorgenti Debian.

Nel caso di sorgenti vanilla, può essere interessante vedere l'opzione debian nella sezione Compilazione del kernel, tuttavia l'uso di tale parametro è del tutto opzionale.

Errore con l'opzione --revision

Può capitare che, ricompilando il kernel variando il valore dell'opzione --revision venga rilevato un errore simile al seguente:

I note that you are using the --revision flag with the value
   2.
However, the ./debian/changelog file exists, and has a different value
   1.
I am confused by this discrepancy, and am halting.

Questo problema è semplicemente dovuto al fatto che non si è pulito il tree dei sorgenti dopo la prima compilazione. Per ovviare basta dunque:

$ make-kpkg clean

e rilanciare la compilazione.

You are attempting to install a kernel image (version version-revision) However, the directory /lib/modules/version-revision still exists.

Se si aggiorna il kernel ad una revisione successiva, durante l'installazione del pacchetto verrà fatta la seguente domanda:

You are attempting to install a kernel image (version 2.6.15.4-swsusp) However, the directory /lib/modules/2.6.15.4-swsusp still exists.  If this directory
belongs to a previous linux-image-2.6.15.4-swsusp package, and if you have deselected some modules, or installed standalone modules packages, this could be
bad. However, if this directory exists because you are also installing some stand alone modules right now, and they got unpacked before I did, then this is
pretty benign.  Unfortunately, I can not tell the difference.

If /lib/modules/2.6.15.4-swsusp belongs to a old install of linux-image-2.6.15.4-swsusp, then this is your last chance to abort the installation of this
kernel image (nothing has been changed yet). 

If this directory is because of stand alone modules being installed right now, or if it does belong to an older linux-image-2.6.15.4-swsusp package but you
know what you are doing, and if you feel that this image should be installed despite this anomaly, Please answer n to the question.

Otherwise, I suggest you move /lib/modules/2.6.15.4-swsusp out of the way, perhaps to /lib/modules/2.6.15.4-swsusp.old or something, and then try
re-installing this image.  

Stop install since the kernel-image is already installed?   

La risposta da dare è No! L'avvertimento ci ricorda che i moduli del vecchio kernel (quello con la stessa versione ma numero di revisione diverso) verranno cancellati e sostituiti dai moduli del nuovo kernel.

Questo è il comportamento normale, infatti, nel caso non si voglia sostituire un vecchio kernel ma semplicemente installarne parallelamente uno nuovo (con la stessa identica versione) si sarebbe dovuta modificare la stringa dopo --append-to-version invece che quella dopo --revision (vedi sez. Compilazione kernel).

Se il kernel che si sta sostituendo è quello in esecuzione è necessario riavviare la macchina il prima possibile!

Link

Buon divertimento con Debian GNU/Linux!




Guida scritta da: Abortigeno Swirl-auth80.png Debianized 80%
Estesa da:
~ The Noise
fw_crocodile
Lorenzoz 09:57, 11 ott 2014 (CEST)
Verificata da:
~ The Noise
Lorenzoz 09:57, 11 ott 2014 (CEST)
Oscarandrea 14:50, 8 giu 2015 (CEST)

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